Libere Risonanze: novembre 2007

30 novembre, 2007

Un Partito già patito

Dico la verità, considero il Partito del Popolo (mamma mia come sa da circolo ARCI) od il Partito della Libertà una stupidaggine. Tra i due nomi, però, preferisco di gran lunga il secondo e quindi così lo chiamerò fino scelta contraria.

Il Partito della Libertà potrebbe essere sostanzialmente una delle due realtà di seguito esposte: se esso fosse null'altro che il lifting di Forza Italia allora mi risulterebbe incomprensibile la variazione del nome. La DC ad esempio è sempre rimasta tale per quarant'anni e nessuno ha sentito la mancanza di un nome alternativo. Cambiare il nome è come cambiare il look e rifarsi il trucco ma sotto sotto sempre di FI si tratta. Il PDL infatti non sarebbe altro che una copia del partito precedente dalle caratteristiche inalterate, giudicate a torto o ragione dai detrattori e dai i sostenitori negative o positive a seconda del credo politico.

Ancor più incomprensibile invece è la chimera di creare il Partito delle Libertà come risultante del tentativo di assorbimento delle altre formazioni politiche del centrodestra, essendo esso nato già morto: gli alleati irritati e soprattutto non interpellati se ne sono giustamente risentiti perché certe scelte (specialmente se si vuole attrarre in una federazione altri soggetti politici) vanno prese di comune accordo. Nessuno in tal caso aderirebbe a questo progetto politico e FI rimarrebbe isolata nell'angolo con l'aggravante che perderebbe irrimediabilmente la leadership sua e del suo leader.

Con i suoi gli ultimi colpi di testa Berlusconi ha dunque causato un duplice disastro: innanzitutto egli ha dato la sponda alle sinistre che d'ora innanzi (a ragione) sottolineeranno le divisioni in seno al centrodestra utilizzando queste divergenze come scusa per non andare ad elezioni prima di aver promulgato una legge elettorale sulla quale temporeggeranno fino alla fine della legislatura, negando a Berlusconi, grazie alla complicità di Napolitano, esattamente ciò che egli voleva ottenere, ovvero le elezioni anticipate. In secondo luogo, se l'obbiettivo di Berlusconi fosse stato quello di strappare qualche elettore ai partiti di centrodestra, mi sa tanto che invece li abbia persi. Il mio voto sicuramente non andrà più al suo partito.

Mi pare francamente una follìa, per una compagine che viaggia intorno al 60% dei consensi ed i cui avversari sono letteralmente a pezzi, il dividersi per fondare un "partito-network" ridicolo e patetico di cui nessuno ha capito il senso né gli obbiettivi.

Meglio sarebbe per Berlusconi chiedere scusa e tornare a dialogare con i suoi alleati ricomponendo alla svelta le fratture perché abbiamo visto con l'esperienza di Prodi quanto si possa perdere nell'arco di pochi mesi in fatto consensi. E, più nello specifico, la smetta Berlusconi di vestire i panni di Cassandra dichiarando sempre ed ossessivamente che Prodi sta per cadere. L'esecutivo doveva cadere sull'Afghanistan e così non è stato. Doveva cadere sulla finanziaria ma è ancora qui. Dovrà cadere - dice lui - sul welfare.

Boh, speriamo, ma la poltrona, lo stipendio e la pensione da parlamentare sono collanti molto forti, anche per chi dice di solidarizzare con gli operai.

Quanto all'elettorato dell'ex-CDL non vorremmo che alla prossima manifestazione di piazza dovessimo chiamare Grillo ed intonare anche noi, come lui ed i sinistri, un bel "vaffanculo".

Etichette:

27 novembre, 2007

Il mio micio si chiamerà Maometto

In Sudan, paese canaglia nel quale i diritti civili non sono riconosciuti e l'estremismo alberga indisturbato si può essere torturati per un innocente nome proprio di persona.

Una maestrina inglese, forse per onorare il nome del Profeta di un Dio che è lo stesso Dio che anche noi siamo soliti pregare, anche se con ritualità diverse, ha pensato di chiamare un orsetto di peluche "Maometto". Potrebbe essere anche stata una buona e tenera idea, visto che i bimbi stringono al petto il loro orsetto e gli vogliono un bene dell'anima: in questo senso potrebbe essere stato perfino un lungimirante atto educativo al fine di inculcare nei bambini l'amore per l'illuminato da un Dio eternamente protettivo, come appunto un peluche lo è per i bimbi.

Senonché la fobìa iconoclasta del mondo musulmano anche in questo caso raggiunge livelli incomprensibili ed inauditi: la maestra, per questa sua eresia, rischia 40 frustate. E poi dicono che la gente guarda con sospetto i musulmani!

Certo, non ci aspettiamo che la gran parte dei musulmani reagisca o la pensi allo stesso modo di quanto recita la sharìa in materia di religione, però il problema è evidente e molto serio: esistono estese frange di fanatici musulmani per i quali il benché minimo atto, anche se innocente o lungi dall'essere provocatorio, costituisce profanazione e colpa grave.

Conseguentemente questo mondo inaccettabile che noi tutti rifiutiamo con sdegno e che di culturale non ha nulla, passa dalle scudisciate ad una maestra al caso diplomatico per qualche vignetta, dalla lapidazione delle donne fino all'uccisione di una ragazza, Hina, e di molte altre che come lei avevano il solo torto di voler vivere in legittima libertà.

Ditemi voi cosa c'entra la cultura con la repressione delle donne o, per esempio, con il reato apostasia: semmai la questione riguarda l'ignoranza e la stupidità più imbecille, la mancanza di cultura. Un giorno Berlusconi disse che la nostra (quella occidentale, n.d.r.) civiltà è superiore a quella di certi popoli che fanno del fanatismo la loro bandiera. Ebbene, non sono d'accordo: la nostra civiltà è di gran lunga superiore alla loro, con buona pace dei benpensanti e degli pseudointellettuali alla Massimo Fini, i quali estendono la parola "cultura" anche alle attività decapitanti degli estremisti islamici ma vivono comodamente svaccati tra le sicure braccia del nostro diritto civile e penale. Non abbiamo dubbi che se per strada tirassi un bel calcio nel culo a questi intellettualoidi, però, essi non invocherebbero il dialogo in virtù di un "diverso costume e sensibilità" che permette di dare pedate alla gente antipatica ma partirebbero subito in direzione questura per sporgere rapidamente una regolare denuncia.

Pertanto, al fine di onorare il nome del Dio di tutti noi ed a cui tutti vogliamo bene i miei prossimi tre gatti si chiameranno rispettivamente Dio, Javeh e Maometto. E poiché sono un amante degli animali, a loro vorrò molto, molto bene.

Etichette:

24 novembre, 2007

Scusi se La disturbiamo...

Oggi mi sono veramente incazzato.

Ho un regolare contratto Telecom e grazie alla legge sulla privacy pensavo, con l'arrivo dell'elenco telefonico ed un modulo per la scelta dellla tutela della privacy, di essermi liberato dai venditori ambulanti telefonici. Ebbene, mi sbagliavo, evidentemente la mia firma non conta nulla in un paese in cui le regole vengono violate come se fossero scritte su carta straccia.

Una volta inviato il modulo in cui gli ambulanti telefonomuniti avrebbero dovuto smettere di tormentarmi, mi sono giunte più telefonate di prima.

L'inaugurazione è venuta proprio dalla stessa Telecom che mi voleva far risparmiare un bel pò di quattrini con l'attivazione di un "imperdibile piano tariffario". Peccato che la mia bolletta, per via del lavoro, sia mediamente di 400€ bimestrali e che, alla richiesta di ridurre magari un pò quel carico di spesa, mi fu quasi riso in faccia, anzi, in cornetta: però mi si offriva un piano tariffario alternativo perfettamente inutile visto il mio contratto (come tentai di far capire all'operatrice) la quale faceva la gnorri e continuava imperterrita a preoccuparsi delle mie tasche.

A ruota sono seguite:

a) Una ditta che vendeva piante, ditelo con i fiori ed alla ventesima telefonata in una settimana glie le ho cantate con le ortiche.

b) Una ditta che vendeva vini, al che ho risposto che sono astemio ma l'operatrice rettificò dicendomi che vendevano anche olio. Dopo la mia risposta "non mi interessa, grazie" essa ha ripiegato chiedendomi se volevo acquistare dolciumi, poi pomodorini sott'olio ed infine formaggi. Peccato che non mi fosse venuto in mente di chiedere se avevano una marmitta nuova di cui avevo bisogno, sicuramente me l'avrebbero fatta recapitare a casa con tanto di marchio DOC.

c) Tele 2 e le sue favolose novità. Io mi trovo benissimo con Telecom ed ho risposto "no grazie", ma l'operatrice dalla voce carina non mi si scollava di dosso insistendo come una sanguisuga ed eccependo sulle mie spiegazioni. Un pò bruscamente decisi di abbandonare la tenzone salvo poi essere ricontattato dopo due giorni da un operatore della stessa ditta.

d) Sfinito per questo bombardamento finalmente respinto subii immediatamente dopo l'attacco di un'altra ditta il cui computer, impazzito, continuava a comporre il mio numero e quando pigiavo il tasto di risposta metteva giù. Per un mese fui sotto attacco e potei vantare il record di telefonate: 56 in un giorno solo. Quando decisi di sporgere denuncia improvvisamente il computer si rimise ad andare e mi chiamò per l'ultima volta. Addirittura questi non si prendevano nemmeno la briga di far fare una telefonata all'operatrice ma alla risposta vi era una voce registrata che magnificava il prodotto. Misi giù subito, non comprerò mai quella merce perché un mese di nervi a fior di pelle non me lo ripaga nessuno, tantomeno una voce registrata.

e) Una sedicente ditta che, anch'essa, voleva farmi risparmiare un sacco di soldi in carburanti. Alla risposta che non mi interessava, parte il contrattacco: "ma Lei quanto spende mediamente di benzina al mese?" ed io "guardi, quel che spendo è affar mio". La risposta incerdibile fu "Eh, non credo, non credo proprio". Al che mi sono preso una bella incazzatura e ho sbattuto giù il telefono.

f) Decine di sondaggi: quanto sono alto, che auto possiedo, quanto guadagno, cosa spero dalla vita.

g) Mi telefona Infostrada: come al punto c).

h) Ieri sera l'incredibile: arriva una telefonata da Sky alle 21.40 (da notare che già due giorni prima mi avevano chiamato ed io avevo detto loro che non m'interessava), volevano sapere se desiderassi stipulare un contratto televisivo per vedere i giocatori ed i tifosi che si sputano in faccia, si bastonano e si sfasciano i malleoli la domenica. Ho risposto che non è possibile contattare la gente alle 21.40 e che si sfiorava la follìa. La signorina, laconica, mi dice: "che vuole, noi lavoriamo anche la notte". Confesso, mi sono arrabbiato moltissimo.

A questo punto mi chiedo come facciano i carabinieri ad intercettare le conversazioni dei privati quando sono tutte monopolizzate da pubblicità di vini rossi, floricultori, operatori telefonici e televisivi. Mi aspetto che tra breve mi mettano dentro per corruzione di pomodoro Pachino.

Etichette: ,

23 novembre, 2007

Cartellino rosso Savoia

Peccato. Peccato per davvero, Emanuele Filiberto di Savoia mi era simpatico, il suo fare moderno e tante dichiarazioni di simpatia verso il nostro paese l'avevano riabilitato ai miei occhi, nulla di più antitetico con l'antipatia che mi provocava la visione della faccia di suo padre, Vittorio Emanuele, di cui non dico che parte anatomica umana mi ricordasse.

Evidentemente, però, le cellule ereditariamente trasmesse ai figli possiedono una caratteristica che va al di là del DNA, una sorta di memoria storica nascosta in chissà quale lisisoma o mitocondrio.
Partendo dal nonno di E.F. sul quale stendiamo un velo, arriviamo al padre. Stendiamo altri due veli, il primo che si riferisce al suo amore per il tiro con il fucile, il secondo alla passione per i personaggi che ruotano attorno ai casinò (e già abbiamo detto tutto).

Già la presenza di V.E., che quando arrivò in Italia dichiarò "giuro fedeltà alla costituzione" aggiungendo "...se proprio devo" faceva pericolosamente scricchiolare la sua istanza di clemenza generosamente accettata in un secondo tempo dal Governo Berlusconi.
Ora però ci si sono messi in due e di buona lena con una faccia tosta indicibile, tale padre e tale figlio: V.E. e E.F. vogliono "i danni" dallo stato italiano per la "violazione dei diritti umani" dopo che magnanimamente esso li ha graziati. Una bella riconoscenza per coloro che dicono di amare l'Italia, non c'é che dire.

Un giorno discussi con un comunista che mi diceva che i Savoia non sarebbero dovuti rientrare: affremavo che le colpe dei padri non sono imputabili ai figli. Lui mi disse semplicemente "non è questo il punto: te ne accorgerai se rientreranno". Ebbene, chiedo scusa al mio interlocutore, mi sbagliavo io e lui aveva ragione, comunista o non comunista che fosse: la realtà è sempre la verità, anche se mi dà torto.

Ma vi è di più: questi personaggi hanno ingannato lo Stato. Nella seduta n° 252 del 23 Gennaio 2003 si discusse sul rientro dei Savoia in cui fu data lettura di un impegno formale, assunto tramite lettera alla Camera, in cui Vittorio Emanuele dichiarava pubblicamente di impegnarsi a non chiedere risarcimenti allo stato italiano (LEGGI QUI L'ARTICOLO).
Ebbene, ora che V.E. ed E.F. sono stati accontentati l'impegno è stato rimangiato, in perfetto stile regale.

Spero vivamente che il parlamento voti compatto per la proposta di Calderoli di abrogare la legge che permette ai Savoia di soggiornare in Italia, fare i belli con macchine sportive e motoscafi e poi cercare di mangiare anche i soldi agli italiani.

Questa è un decreto di legge costituzionale che non può conoscere divisioni.

Etichette:

16 novembre, 2007

Una notte al manicomio

Tutto come previsto: le saldature dei deretani alle poltrone appartenenti agli esimi senatori del centrosinistra hanno retto l'urto. Ho assistito alle ultime fasi delle dichiarazioni di voto ma mi hanno impressionato tre senatori su tutti:

Il primo è Cossiga, che ha votato negativamente motivando però il suo dissenso con ricordi e frasi celebri. Francamente non ho capito nulla, Cossiga ha parlato di tutto tranne della finanziaria, ha arringato parlando dei cavoli a merenda, di questo e di quello, di ciò che diceva il poeta e di ciò che affermava il tal dei tali e l'aula, attonita, lo stava a sentire un pò spazientita come se declamasse il libro nono dell'Odissea o "Contro Timarco" di Eschine durante una corsa di Formula Uno. Avesse raccontato come correva felice tra le mucche nei pascoli quando portava i pantaloni corti avrebbe fatto più bella figura. Boh, ad una certa età bisognerebbe smettere di guidare se non si è in grado. Anche una nazione.

Altro personaggio fantastico è la Finocchiaro che si è messa a dire che il centrodestra aveva cercato di comprare i voti. Senonché la finanziaria è passata e quindi la Finocchiaro ha fatto la classica figura dell'ortolana. Secondo voi se Berlusconi avesse voluto comprare cinque o sei voti credete forse che con tutto il denaro che possiede non ce l'avrebbe fatta? Credete davvero che nemmeno qualche democristianino, socialistino o comunisitino si sarebbe fatto corrompere? La finanziaria è passata e le fantasie della Finocchiaro si sono rivelate esattamente per ciò che sono: frottole.

Il personaggio che però possiede il guinness del discorso più inafferrabile, incredibile e sgangherato è stato Lamberto. Durante il suo intervento nella dichiarazione di voto, l'increDini ne ha dette di cotte e di crude sia della finanziaria che del governo. Praticamente ha detto che l'esecutivo fa schifo, che non ha fatto una mazza in un anno e mezzo, che la finanziaria avrebbe dissestato le casse dello stato e che, sintetizzando ed astraendo, l'intero governo è un'accozzaglia di buoni a nulla. Ma poi, alla fine, "per senso di responsabilità" avrebbe votato positivamente. Desolante.

Una presa per il culo, insomma: quando andrete al ristorante, se vi serviranno un piatto avariato che puzza, pieno di vermi, scarafaggi e liquami, chiamate subito lo chef, ditegli che lo denuncerete ma poi divoratelo ed ordinatene un'altra porzione: il senso di responsabilità nei confronti di chi lavora tanto implica pure qualche sacrificio!

Etichette:

15 novembre, 2007

Mandar giù il Rospo

Talvolta vorrei avere Prodi come commercialista: forse è l'unica cosa che quest'uomo sa fare davvero bene.

Il commercialista più abile è, infatti, colui che grazie ad escamotages, ribaltoni, eccezioni e manovre oscure riesce a farti pagare meno tasse possibili. Poi, che i soldi risparmiati se li cucchi lui presentandoti la parcella è un altro discorso.

Ebbene, Prodi in quest'arte è davvero un maestro, durante quest'anno e mezzo lo abbiamo scoperto uno specialista dell'equilibrismo, un superlatitante della linearità, un genio del caos organizzato, un uomo frattale.

Difficilmente potremmo trovare in Europa e forse nel mondo intero un simile professionista: pur non facendo assolutamente nulla egli riesce a portare la barca in porto grazie alla sua ciurma che come lui teme di affondare e che sempre più maldestramente prende il timone sbattendo contro ogni scoglio della costa ed ogni anfratto acuminato sfasciando lo scafo dell'Italia, ma infilando alla fine quel benedetto canale che gli consentirà di riparare ad ogni burrasca, di rappezzare l'imbarcazione con il cartone e di riprendere il mare per un'altra avventura.

Fosse stato Prodi al comando del Titanic siamo sicuri che, una volta urtati icebergs, banchise polari, balene e calamari giganti, sarebbe stato tra coloro che si sarebbero salvati (ovviamente abbandonando i passeggeri al loro destino): avrebbe dato ordine di svellere le poltrone più confortevoli e sarebbe arrivato a New York aggrappato ad esse insieme alla sua compagine di governo.

La tattica psicologica di Prodi è sottile ed arguta: se il Presidente del Consiglio si strappasse i capelli per tutti i problemi che in Italia deve risolvere dovrebbe fare come Berlusconi, un trapianto ogni mese. Invece egli sorride, bonario e pasciuto. Punto. E non fa nient'altro. Punto.

Che cosa pensa, Prodi? Immaginiamo un viaggio all'interno del suo pensiero, di entrare per un attimo nel suo cranio percorrendo un lungo tratto di vacuum strutturato come quello degli atomi fino di arrivare finalmente al nucleo, in cui risiede il cervello, per leggere i suoi pensieri:

"Lasciamo che se la sbrighino i ministri, i deputati ed i senatori, tanto se non si mettono d'accordo vanno a casa anche loro: l'importante è mandar giù le cose, farsi scivolare gli avvenimenti e guardare i lati positivi - che è poi solo uno, quello di avere un pingue stipendio, una divisione di portaborse, aerei privati pagati dal contribuente, le casse dei partiti piene (e non solo quelle dei partiti), una pensione come Dio comanda e non ultimo di essere invitati agli happenings in cui vengono offerti pasticcini, salatini e cubetti di mortadella.

Va bene così, andiamo allo sbraco ma l'importante è che andiamo. Fin che la barca va, tu non remare. Mastella urla e minaccia di far cadere il governo? Ho preparato un nastro in cui ho registrato la mia voce: "Buono Mastellino, hai ragione...sì sì capisco, non preoccuparti...tranquillo dài, fatti una dormita e vedrai che domani sarà una bella giornata" e l'ho memorizzato nel mio telefonino associandolo al suo numero, cosicché quando chiama inviperito dopo aver litigato con Di Pietro scatta automaticamente il risponditore e crede di parlare con me. Il giorno dopo Mastella è contento, magari chissà, potrei mandargli una decina di biglietti aerei gratis per un Gran Premio.

Per Di Pietro non c'é problema, stessa strategia: risponditore automatico e vai, "Sì Dipié, dai, non fare così...lo sai che in fondo ti vogliamo tutti bene...ma no, che dici, l'indulto non è mai stato concesso...come, non mi credi? Allora vai nelle carceri, sono di nuovo tutte piene! Visto che avevo ragione? Ok non ti preoccupare, a risentirci Dipié".

Per quanto concerne la sinistra massimalista invece ho una tattica ben precisa: appena s'impuntano mi tiro giù i pantaloni. Non si sa se poi ritornino a ragionare perché li liscio come i gatti, perché non reggono la bruttezza delle superfici esposte o perché dò loro qualcos'altro. Però funziona.

E Dini, che ultimamente rompe anche lui le scatole? Diamogli una caramellina, un emendamentino da votare e lui è felice. La sinistra massimalista dovrà mandare giù il Rospo (nome scientifico Bufo Bufo...), però la cosa non mi riguarda perché i rospi si possono trasformare in prìncipi se si parla di rimanere al potere e perché i comunisti nella loro storia altroché rospi hanno mandato giù pur di opprimere i propri popoli."

Usciamo veloci ed inorriditi dalla rete neuronica prodiana ed iniziamo a convincercene: proprio un bel commercialista, sarebbe, il nostro Presidente del Consiglio, macchè pagare le tasse, chissenefrega, lasciamo che la Finanza sbraiti, sono ca..i loro! Grazie alla sua inconfondibile spensieratezza non pagherei un euro e sarei ricchissimo, anche se dovrei mandar giù il fatto che in galera non ci sono concessionarie di Ferrari a cui rivolgersi...

Etichette:

13 novembre, 2007

Voyager, ai confini della disinformazione

Di boiate in tv ne ho viste parecchie: dai falsi litigi degli avventori nei programmi della D'Eusanio ai Reality Show, dalle danze pseudoprofessionistiche della Lecciso fino a Sanremo, passando per le fiction, le sit-com, le telenovelas e tutto quell'atollo di idiozie che ci propina la televisione odierna. Ma di questi spettacolini nessuno ha la pretesa di farci credere che quella rappresentata sia la realtà, piuttosto una realtà re-interpretata o simulata, un monumento alla mediocrità ed alla decadenza dei nostri tempi in cui litigi, urla ed attori incapaci prendono il posto di trasmissioni interessanti ed istruttive.

I veri programmi pericolosi, però, sono altri: quelli di Rai Tre in cui si parla di politica (compreso il programma di Santoro trasmigrato su RaiDue) ad esempio, diffondono balle a raffica. Basti vedere Rainews 24 e ci si accorgerà di quanto siano politicizzati i servizi e le interviste. Oddio, dall'altra parte politica c'é Fede ed il suo telegiornale, ma almeno tutti gli riconoscono (e lui non nega, anzi, ammette) una decisa militanza nel centrodestra, per cui il suo format va interpretato come una sorta di proclama politico, una specie di wrestling di parte, un programma che talvolta fa sganasciare dalle risate anche coloro che appartengono alla sua stessa area politica.

Stasera, però, come altre sere, mi sono imbattuto in Rai Due che stava trasmettendo un programma incredibile, Voyager, condotto da tal Roberto Giacobbo. Ebbene, questo programma viene presentato con il format di diffusione scientifica alla Quark, con la differenza che è tutto basato su inchieste seriose, documentari pieni di errori e di sogni, eminenti pazzi e sedicenti scienziati che dichiarano cose impossibili al limite dell'assurdo.

Io sono ingegnere, ho studiato al liceo classico tradizionale, mi sono fatto un mazzo così per avere un'ottima preparazione sia nelle materie scientifiche che in quelle umanistiche: la mia passione però, è la scienza in tutte le sue forme ed espressioni. Avendo masticato matematica e tecnologìa fin da quando ero bambino so distinguere perfettamente una stronzata da una notizia credibile e visto che la mia sete di conoscenza è sempre in ascesa, sono anche piuttosto ferrato in medicina, approfittando del fatto che mio padre è medico e mi ha sempre accompagnato alla scoperta di diagnosi, patologìe, farmaci e tecniche curative.

Ebbene, quando mi capita di imbattermi in servizi come quelli presentati stasera da Voyager salto dalla sedia: in un servizio si parlava della possibilità che la Terra fosse, nel 2012, spazzata via da un brillamento solare in fase di massima attività (venivano portate profezie antichissime a supporto dell'ipotesi... pensa un pò, siamo ridotti a credere a Nostradamus). Si assisteva dunque ad un servizio in cui, a causa di tali brillamenti, si ipotizzava un sovraccarico diffuso di tutte le reti elettriche, poi si vedeva un aereo che si schiantava, due treni che si scontravano, i piloni della luce che cadevano come birilli (ma che c'entra poi la gravità con il sovraccarico di tensione?) e le centrali elettriche che dovevano togliere corrente lasciando il mondo praticamente al buio, in un paesaggio postapocalittico popolato da barboni e da masse disperate "per giorni, mesi od anni" (da notare che un brillamento dura invece in media pochi giorni). Una stupidaggine totale, visto che il vento solare (così si chiama il flusso di elettroni proveniente dal sole) non ha la benché minima capacità di far saltare relais o produrre sovraccarichi nei trasformatori di una rete elettrica la quale, nel ramo terminale, eroga ben 220V. di tensione! Diverso potrebbe invece essere il problema per le telecomunicazioni disturbate da flussi magnetici (ma bisogna che siano davvero imponenti!) ed per i satelliti non protetti dalla magnetosfera terrestre (che all'attuale stadio di vita del Sole è imperforabile) i circuiti dei quali richiedono una quantità minima di corrente elettrica, calcolabile in micro e milliwatt. Anche in questo caso, però, se si verificasse una sovratensione, interverrebbero i disgiuntori che impedirebbero alla corrente di circolare nei microcircuiti del satellite.

Prova ne sia che la fase acuta dei brillamenti, per quantità e per potenza erogata è ciclica, con una frequenza di dodici anni senza che mai in passato sia successo nulla di minimamente rilevante nella vita di tutti i giorni. Nella fattispecie il 28 ed il 29 ottobre si sono registrati due brillamenti record (leggi qui) e nulla è successo se non un piccola sospensione dell'attività del satellite SOHO (leggi qui) momentaneamente "accecato" e qualche maggiore assorbimento di radiazioni X da parte di alcuni passeggeri di un aereo che volava ad alta quota. Per il resto nulla.

Alla fine del Servizio interveniva Roberto Giacobbo, il conduttore della trasmissione, che ricordava quello che "potrebbe succedere se..." lasciando presagire che lo scenario esposto sarebbe possibile nelle condizioni attuali.

D'altra parte, il modo di affrontare gli argomenti da parte di Voyager è astuto: Giacobbo non vi dice se le sue ipotesi siano impossibili o no dal potersi realizzare, le presenta come una possibilità reale. Come dire che un cavallo alato sulla terra potrebbe attraversare l'Atlantico in venti giorni. Il difetto sta nella stupidità dell'ipotesi: non esistono cavalli alati sulla terra. Ora, se una persona vi portasse questo esempio gli ridereste in faccia perché chiunque sa che sulla terra i cavalli non hanno le ali. Questo perché chiunque sa cos'é un cavallo. Parlando invece di cose scientifiche conosciute solo dagli addetti ai lavori, si possono divulgare un sacco di idiozie perché chi non conosce le prende per buone, "le hanno dette in televisione e la TV non mente per quanto riguarda i programmi di divulgazione scientifica". Solo che Voyager è tutto meno che divlugazione scientifica.

Per esperimento ora vi farò un esempio di falsificazione della realtà: rispondete a questa affermazione.

"In certe condizioni ed in un lontano futuro un'astronave potrebbe superare la velocità della luce viaggiando a quella che in certi telefilm di Star Trek si chiama "velocità di curvatura". L'impossibilità di arrivare alla velocità di curvatura è però data dalla difficoltà di dotare la nave di abbastanza energia per arrivare a spingerla oltre alla velocità della luce, ma forse un giorno, con le nuove tecnologie ci si arriverà".

Voi ci credereste, e come darvi torto se non foste dei matematici e ve lo dicesse la tv.

Ebbene, se facessi questo vi racconterei una balla stratosferica ma se qualcuno che ne sa di analisi matematica vi guidasse ci potreste arrivare anche con limitate conoscenze analitiche: ora spiego, prendete carta e penna e seguite i miei passaggi.

Scriviamo la formula di Minkowski per la massa, indicando "SQRT" come la radice quadrata, m0 la massa a riposo (a velocità nulla), "v" la velocità della stessa massa a cui la vogliamo far viaggiare e "c" quella della luce che la nostra massa dovrebbe raggiungere e superare.

La formula è m = m0 / SQRT((1-(v/c)²).


Se si aumentasse la velocità v fino a giungere a quella della luce, la v della nostra formula diventerebbe c (v = c) e la formula diverrebbe: m = m0 / SQRT((1-(c/c)²) e quindi, essendo c/c = 1 diventerebbe m = m0 / SQRT((1-(1)²).
1-(1)² però dà come risultato (1-1) che a sua volta è uguale a zero, perciò la formula si ridurrebbe a m = m0 / SQRT(0) con un denominatore SQRT(0) che è radice quadrata di zero (e quindi pari a zero).

Pertanto la formula diventerebbe m = m0/0 che in analisi matematica dà origine ad una "singolarità" (in questo caso sarebbe una formula senza senso) ed anche facendo un calcolo chiamato "limite" per il denominatore tendente a zero la formula presupporrebbe che la massa m del nostro corpo viaggiante fosse infinita. Sta di fatto, però, che nella realtà nessun corpo in fisica può avere una massa infinita.

Se invece l'astronave balzasse ad una velocità superiore a quella della luce senza passare per la velocità della luce stessa (cosa tra l'altro impossibile ma un pò come a Monopoli si salta il "VIA", per intenderci) la sua "v" sarebbe maggiore di c, quindi m = m0 / SQRT((1-(v/c)²) si trasformerebbe in una formula nella quale v/c sarebbe maggiore di 1. Questo significa che il fattore (v/c)² dovrebbe essere più grande di 1. Mettiamo ad esempio che (v/c) abbia valore 3 e quindi (v/c)² = 9 (ma può andar bene ipotizzare per v/c qualunque numero maggiore di 1), si avrà m = m0 / SQRT ((1-9)), dove 1-9 dà come risultato -8. La formula quindi sarà m= mo / SQRT (-8). Ma la radice quadrata di numero negativo, a meno che non si ragioni nel dominio dei numeri "complessi" (inesistenti però in natura) è assolutamente priva di significato e non esiste perché non vi è nessun numero positivo o negativo che moltiplicato per se stesso dia un numero negativo. Essendo infatti la radice quadrata definita come "quel numero tale che quando viene moltiplicato per se stesso dà il numero indicato sotto radice", prendendo due numeri positivi e moltiplicandoli tra loro (ad es. 2 *2 = 4 dà un numero positivo) e così pure due negativi (-2 * -2 = 4 dà sempre 4, positivo). Come risultato abbiamo quindi sempre un numero positivo, quello che deve stare sotto radice. Ma nel nostro esempio, vedi sopra, il numero sotto radice è negativo, il che è impossibile e la radice perde il suo significato perché facendo un azzardatissimo paragone per chi non ci ha capito nulla, sarebbe come dire che viaggiando verso ovest mi sposto verso est. Da qui l'impossibilità di superare la velocità della luce perché la nostra astronave, dotata di massa, andrebbe contro una legge matematica. Negare questa evidenza sarebbe quindi come affermare che per andare alla velocità della luce (o superarla) occorrerebbe che cinque più cinque facesse sedici, il che è un assurdo.

Avete capito qualcosa? Spero di sì.

Tornando al nostro Voyager, ho poi ascoltato l'apoteosi della comicità quando il servizio successivo affermava che un tale, John Titor, afferma di aver viaggiato nel tempo arrivando da 2036, quindi relativamente vicino nel tempo. Faccio notare l'incongruenza dei due servizi di Voyager, banale e contestabile anche per un bimbo di pochi anni: nel servizio precedente si era paventata la possibilità che il mondo, ridotto in cenere, finisse nel 2012. Questo signore afferma di arrivare dal 2036. Ma allora il mondo non finirebbe nel 2012 e quindi il primo servizio sarebbe un assurdo. Assurda anche l'ipotesi opposta, ovvero che il mondo finisca effettivamente nel 2012: ma questa ipotesi almeno costituirebbe un'assurdità a metà in quanto la parte di che definisce Titor come un pazzo è indubbiamente una realtà.

Tra l'altro questo Titor avrebbe lasciato le prove "della sua ripartenza per il 2032" registrate in una cassetta indivulgabile ed in mano di pochi fidati e segreti amici. Prendere per il culo la gente, evidentemente, è uno sport in cui molti eccellono.

Ma c'é di più: Voyager, senza sapere nemmeno di cosa si sta parlando, si avventura in un percorso minato (facendo esplodere tutte le mine) ipotizzando che un giorno si possa viaggiare avanti ed indietro nel tempo grazie ad un buco nero (clicca qui). Ora, un buco nero è un ammasso di materia densissima nel quale la materia entrante viene schiacciata fino a che le particelle degli atomi si fondono (il Sole ad esempio avrebbe in un buco nero un diametro di 3 km e la Terra di 1 cm): i buchi neri quindi sono dei mostri che inghiottono e distruggono tutto come in un tritacarne sminuzzando e stritolando, figuriamoci come potremmo sopravvivere noi e la nostra povera astronave! Inoltre non si sa esattamente cosa accada in un buco nero, esistono solo teorie, per cui questa ipotesi lascia il tempo che trova. In terzo luogo sarebbe impossibile, a meno di trovarsi in margini estremamente lontani da esso, entrare nel campo gravitazionale del buco nero senza esserne risucchiati come zanzare ed a maggior ragione sarebbe assolutamente impossibile controllare la traiettoria di un qualunque mezzo che ne entrasse. Infine voglio ricordare che buco nero il più vicino a noi sta, udite, a 26.000 anni luce: ciò implica che, facendo la luce circa sette volte e mezzo il giro della Terra in un secondo (circa 300.000 km/sec), per arrivare là dovremmo viaggiare per un tranquillo weekend di 26.000 anni e pure alla velocità della luce, che, come dimostrato sopra, non solo non è raggiungibile per un oggetto dotato di massa ma nemmeno lontanamente avvicinabile: per dare un'idea, il Voyager 1 (da cui la trasmissione ha - sigh- preso il nome), uno tra i più veloci satelliti artificiali deputati all'esplorazione dei pianeti esterni viaggia a circa 17 km al secondo, la cui velocità, paragonata con i 300.000 km al secondo della luce, è praticamente nulla. Ciò significa che per arrivare al buco nero più vicino impiegherebbe circa 458 milioni di anni...minuto più minuto meno.

E' triste e disdicevole, quindi, che UNA RETE PUBBLICA mandi in onda e PERFINO IN PRIMA SERATA un tale carico da briscola di disinformazione, qualunquismo ed antiscientificità.

Al suo posto si dia immediatamente spazio a nuove puntate di Quark, a cui sono affezionatissimo, "Passaggio a NordOvest" della Rai e "La macchina del tempo" di Mediaset così, magari, alla fine dell'anno potrei anche essere felice di pagare il canone.

Etichette:

12 novembre, 2007

Pallottole di gomma per la polizia

Io continuo a stare con le forze dell'ordine, sempre. Continuerò ad appoggiarle in tutto e per tutto, anche se un giorno ammazzassero mia madre o mio padre, innanzitutto perché un episodio isolato non può essere un casus belli per attribuire colpe all'istituzione (semmai al singolo, che effettivamente può aver commesso quantomeno una leggerezza imperdonabile). Così come non si può scaricare la colpa sui rumeni per le nefandezze compiute da alcuni ROM o non si possono considerare mafiosi i cittadini del sud solo perché alcuni criminali imperversano ammazzando e trafficando droga, così un singolo poliziotto non può con il suo comportamente infamare l'intera istituzione, i cui uomini, ricordiamolo, a prezzo della vita ed in molte occasioni hanno salvato quella di cittadini innocenti.

Il poliziotto che ha sparato ha sbagliato molte cose, a cominciare dal fatto che egli non ha fatto fuoco in perpendicolarmente in alto (come è stato raccontato) ma verso le vetture (prova ne sia che il proiettile ha sfondato il finestrino a lato del passeggero). Inoltre egli ha sparato attraverso un'autostrada, dalla distanza ed in maniera assolutamente pressapochista. Per questi madornali errori al limite della stupidità egli giustamente dovrà essere punito: d'altra parte, però, quando si ha una pistola in mano e si è chiamati a rischiare la pelle per 1200€ al mese il confine tra difesa ed offesa è molto labile.

Comunque sia, se i tifosi non si fossero azzuffati nulla di tutto questo sarebbe successo: poi capisco anch'io che in una zuffa c'é chi aggredisce e chi si difende, per cui i protagonisti di questa vicenda non possono essere trattati alla stessa stregua.

Quello che invece è accaduto dopo, negli stadi e per le strade è vergognoso e indecente.

Ho una proposta: vi sono momenti di tensione che stanno a metà tra il piccolo illecito ed il pericolo serio. Per i piccoli screzi, ad esempio una lite tra due persone che si spingono o che si prendono a schiaffi, le forze dell'ordine possono usare le mani od i manganelli. Per i fatti più sanguinosi, come le rapine, gli omicidi e le sparatorie, invece è demandato alle istituzioni deputate al mantenimento della sicurezza dei cittadini di usare armi cariche con proiettili veri.

Perché, per gli incidenti di strada come le sommosse popolari o negli stadi non si possono usare armi che siano una via di mezzo tra quelle mortali e quelle dissuasive?

Mandare dieci poliziotti ad un confronto fisico con cento tifosi inferociti è come inviarli al macello. Se si dotasse invece le forze dell'ordine di caricatori con pallottole a punta di gomma, come fanno gli israeliani, sarebbe tutto più facile: una simile soluzione potrebbe permettere a pochi uomini di dissuadere la folla dal continuare l'aggressione (quando si viene messi sotto tiro da un'arma si scappa come lepri e passa la voglia di far casìno) e nei casi estremi essa permetterebbe di invalidare i rivoltosi per qualche ora, così da procedere in un secondo tempo al loro arresto. I proiettili a punta di gomma sono dolorosissimi e causano spesso, specialmente se sparati contro le gambe, l'impossibilità di muoversi, con il vantaggio che le forze dell'ordine potrebbero colpire dalla distanza, evitando di poter essere aggrediti fisicamente.

Etichette: ,

07 novembre, 2007

Razzismo e dintorni

Ai miei tempi, parlo di trent'anni fa, a scuola si insegnava a noi mocciosi cos'é il razzismo tramite esempi, metodo indubbiamente più incisivo rispetto a bolsi sermoni in quanto l'immaginario più di ogni altra cosa e con maggiore semplicità si faceva strada nelle nostre menti. Allo scolaro era però delegato il compito di assimilare l'esempio e sintetizzarlo in un'astrazione, ovvero creare una categoria mentale che riconoscesse il concetto al di là dei racconti episodici. Oggi però mi accorgo che non tutti gli scolari di allora appresero bene il concetto, senza contare coloro che, per ideologia o per pigrizia, inquadrano più o meno intenzionalmente in modo erroneo il razzismo includendolo in un dominio comportamentale, anzichè prettamente fisico.

Da bimbi ci insegnavano le storielle sullo sfruttamento, il bimbo negro (era chiamato così, in senso dispregiativo in modo da rafforzare l'impatto del termine) che cantava e lavorava come una bestia nei campi di cotone degli stati americani del sud mentre il padrone bianco ne disponeva della vita o della morte. Ci hanno parlato dell'apartheid nel Sudafrica, in cui le panchine o certi negozi erano vietati ai negri (chissà perché il problema delle panchine suscitava un disprezzo collettivo così impattante, visto che c'erano abusi ben peggiori). Poi siamo passati al capitolo del nazismo, in cui gli ebrei erano bruciati come carbonella (ma quella era un altro terribile discorso avulso dal razzismo, in quanto c'entrava un'ideologia orrenda, non una "razza"). Del comunismo e dei suoi stermìni, invece, sui libri di scuola nemmeno una traccia, tutto insabbiato. Vabbé.

Ebbene, l'incapacità di astrazione ha indotto lo studente a pensare che ogni divieto imposto ad immigrati provenienti da popolazioni povere, emarginate, disperate, incivili o perseguitate sia da considerare "razzismo". Niente di più falso.

Se molti dirigenti di sinistra avessero un briciolo di ipocrisia in meno potrebbero interpretare correttamente quello che è il concetto di razzismo, che è più o meno questo: "io ti emargino perché sei nero, giallo, mulatto o a striscie rosse". Il razzismo è quindi una divisione in scale gerarchiche stabilita sulla base della diversità fisica, dei tratti somatici, del colore della pelle. Il razzismo, però, non dev'essere confuso con l'emarginazione basata sulla reazione ad un comportamento sbagliato o scorretto. "Io ti odio perché sei un negro e puoi anche essere Einstein, scrivere la Divina Commedia, fare mille gol ogni campionato, comportarti da eroe o trovare la cura contro il cancro ma negro rimani: punto e basta". Questo è il razzismo.

Mi ricordo una barzelletta esplicativa: un bambino pellirosse ed un negro chiaccherano passeggiando. Il negro dice, con fare snob "Sai, tutti i più forti atleti del mondo sono neri. Abbiamo i saltatori migliori, i centometristi più veloci, nel calcio siamo i più forti del mondo, e poi, vuoi mettere i ballerini? Siamo i migliori ballerini della terra, abbiamo insegnato al mondo la salsa, il merengue, la rumba. E le donne? Fisici eccezionali, culi a mandolino, gambe tornite e labbra carnose. Siamo anche cantanti mitici, Barry White, Stevie Wonder, Ella Fitzgerad. Noi abbiamo il ritmo nel sangue ed abbiamo inventato il jazz. Invece voi indiani non avete un cazzo". E l'indiano gli fa: "Sì, ma come mai i bimbi bianchi giocano sempre agli indiani e mai a fare i negri?".

Ebbene, il termine "razzismo" prevede un comportamento reattivo alla sola categoria dello status fisico: se l'immigrato viene ghettizzato nonostante egli si comporti adeguatamente a ciò che la nuova cultura con la quale viene a contatto può offrirgli, si può certamente affermare che è vittima del razzismo. Se invece pretende di comandare e mettere in discussione quelli che sono gli usi ed i costumi del paese ospitante violandone pure le leggi, allora l'accusa ai suoi detrattori di comportarsi da razzisti decade: in tal caso si parla di giusta reazione e non di apartheid. Se così non fosse, infatti, saremmo razzisti anche nei confronti dei criminali italiani, visto che vanno in galera.

Questa verità è tanto più evidente quanto più si pensa che se in casa vostra entrasse un italiano bianco e si mettesse ad ingiuriare voi ed i vostri cari, a danneggiare le suppellettili, a far del male alla vostra famiglia e rubare i vostri beni, lo caccereste giustamente a schioppettate. Lo fareste forse perché ha la pelle bianca? No, perché se la stessa cosa fosse fatta da un nero, un cinese od un eschimese esso subirebbe lo stesso trattamento. In tal caso non si dovrebbe parlare di razzismo, perché il termine è limitato ad un comportamento che prevede il rifiuto a causa delle differenze somatiche mentre piuttosto sarebbe più esatto parlare di difesa della proprietà privata e dell'integrità della vostra famiglia. Questa legittima difesa è un diritto inalienabile, tantopiù che a casa vostra nessuno è obbligato ad entrare se non ne condivide le regole, né voi siete tenuti a dover sopportare chi ne infrange le regole.

Il nodo del malinteso è tutto qui: la deviata percezione dell'ospitalità e la profonda differenza che esiste tra differenze razziali e differenze comportamentali, che in ultima analisi, non hanno colore né parlano lingue incomprensibili.

Etichette:

04 novembre, 2007

Pacchetto Insicurezza

Sapete cos'é che di questo paese mi sorprende sempre in negativo? I rimedi, più dei mali.

L'Italia è l'unica nazione nella quale a mali estremi (nei confronti di cui occorrerebbero estremi rimedi) vengono decise misure riparatrici da brodino caldo.

La legge sui decreti di espulsione frettolosamente preparata dal governo, nella fattispecie, è chiaramente insufficiente per motivi politici: sapendo che la sinistra riformista avrebbe votato insieme al centrodestra almeno una cosa giusta in un anno e mezzo di legislatura, la parte massimalista della sinistra si è immediatamente messa di traverso difendendo come al solito gli interessi dei delinquenti, degli assassini e della feccia (di cui si compone anche una parte del suo elettorato) prendendo come al solito per il collo l'intero governo e costringendolo ad edulcorare
il provvedimento - pensate un pò definito tutt'ora "troppo duro".

Siamo alle solite, insomma: la sicurezza dei cittadini non interessa né alla sinistra riformista - che se fosse stata seria avrebbe sfidato quella radicale votando con la CDL provvedimenti molto più incisivi - né, ovviamente e tantomeno alla sinistra radicale un esponente della quale, pensate un pò, è andato a trovare in galera la bestia che ha assassinato Giovanna Reggiani per assicurarsi che egli stesse bene e per portargli un pò di conforto.

Purtroppo, quando avvengono vicende come queste ed il governo prende per i fondelli i cittadini non ci si può permettere si stare in silenzio per commemorare, occorre al contrario attivarsi subito con rapidità ed efficienza puntando il dito sui veri responsabili di un'immigrazione selvaggia, squallida, disordinata ed ingestibile.

Inutile girarci attorno: il governo Berlusconi qualcosa per contenere il fenomeno aveva cercato di fare. La legge Bossi-Fini era stata concepita perlomeno per limitare l'afflusso epico di clandestini ed immigrati. Si erano costituiti tetti di accoglienza oltre i quali nessuno sarebbe dovuto rimanere nel nostro paese e si erano istituiti i CPT, ovvero i "centri di permanenza temporanea" per quei clandestini che, non potendo essere lasciati annegare in balia delle onde, sarebbero stati confinati entro strutture isolate in attesa di essere rimpatriati. Questa gestione controllata ed isolata dell'immigrazione illegale permetteva di raggiungere, anche se parzialmente, il duplice scopo di salvare la vita ad eventuali naufraghi e di evitare che la successiva dispersione di questi ultimi sul territorio nazionale costituisse motivo di pericolo per i cittadini.

Ebbene, non tutti i traguardi di questi provvedimenti per dire la verità furono raggiunti: il fenomeno dell'ingresso illegale nel nostro paese venne limitato, non fermato, ma ricordiamoci che all'epoca del governo Berlusconi infuriava la guerra dell'Iraq e spesso parte di questi clandestini chiedevano asilo politico che il nostro paese era moralmente obbligato a concedere. Ad ogni modo, all'epoca del precedente governo il problema criminalità era ancora sotto la soglia di tolleranza ed era sentito con minore urgenza.

L'apoteosi dell'importazione della delinquenza nel nostro paese conobbe invece il suo apice con l'avvento dei comunisti e del governo Prodi che chiusero molti CPT lasciando liberi i clandestini, aprirono le frontiere indiscriminatamente, tollerarono stupri, violenze, aggressioni, danneggiamenti e furti. Poi, dopo aver levato risorse alle forze dell'ordine ed appoggiato giudici lassisti che definivano "guerriglieri" i terroristi, promulgarono la legge sull'indulto la quale diede una mazzata tremenda alla credibilità sulla certezza della pena nel nostro paese. Il tam-tam delle notizie si sparse presto in tutto il mondo: l'Italia era diventata una terra di nessuno, una zona franca nella quale uno straniero avrebbe potuto delinquere con facilità e senza troppe preoccupazioni (ce lo disse anche il premier turco Erdogan, una volta).
E così l'invasione iniziò.

Ora siamo arrivati ad un bivio, dobbiamo prendere una decisione immediata e forte per tutelare sia i nostri concittadini dalle violenze degli immigrati sia gli stranieri che vivono integrati onestamente nel nostro paese dalle ritorsioni della popolazione esasperata.

Ma questa musica i politicanti di sinistra non vogliono sentirla: la sinistra massimalista come già accennato, si schiera con le bestie: inutile pretendere un minimo di intelletto dai seguaci di Stalin. Quella riformista invece, per la solita squallida paura di confliggere con la sinistra radicale preferirebbe vedere donne squartate come animali od anziani picchiati a morte piuttosto che rischiare di perdere la poltrona del potere a cui da un anno e mezzo rimane inchiodata a qualunque costo e spudoratamente.

I provvedimenti del governo, di conseguenza, appaiono del tutto inconsistenti per i seguenti motivi:

  • in primo luogo il provvedimento di espulsione dal nostro paese avrebbe una validità di tre anni decaduta la quale il criminale potrebbe senza alcun impedimento rientrare e rimettersi a delinquere. Inutile dire che occorrerebbe far sì che l'espulsione fosse a vita.
  • in secondo luogo, invece di sbattere fuori subito la persona indesiderata si intende lasciare ben un mese di tempo prima che scatti l'esecutività del provvedimento. Non si sono domandati quei deficienti al governo, se chi, ricevuto l'avviso di rimpatrio e non avendo nulla da perdere in quel mese, non sarebbe indotto a razziare a più non posso in modo da poter rientrare con un bel gruzzolo? E non si sono forse domandati se un immigrato che ricevesse un tale avviso fosse disposto spontaneamente ad abbandonare l'Italia o se magari non fosse più probabile che si desse alla clandestinità, peggiorando così la situazione?
  • in terzo luogo (ed è la più importante delle considerazioni) non c'é traccia di un provvedimento che impedisca a chi non ha un lavoro sufficientemente retribuito ed un domicilio statico di rimanere in Italia. Questo, si badi, è nodo più importante della prevenzione, il non lasciar entrare coloro che non possono mantenersi perché cadrebbero nelle mani della ciminalità organizzata o più facilmente darebbero essi stessi vita ad attività ciminali "in proprio".
Ah, un'ultima cosa: è notizia di poco fa che il Presidente rumeno Traian Basescu ha definito "inaccettabili" le umiliazioni e gli abusi di cui, secondo lui, sono vittime i suoi connazionali nel nostro paese. Ebbene, direi che sarebbe saggio esportare il vaffanculo day anche al di fuori dei nostri confini, perché una simile faccia tosta si fatica a trovarla anche in Italia.

Etichette:

03 novembre, 2007

No, le squadracce no!

Per quanto riguarda il giustizialismo di cui sono un acceso sostenitore, tutti coloro che conoscono il mio pensiero sanno che politicamente sono un "falco", una persona che ama l'ordine e la legalità, considerate da me il bene da proteggere e difendere perfino con metodi cruenti come la sedia elettrica.

Per questa eventualità, ovvero il levare la vita ad una persona, occorrono però due fattori essenziali e certi: primo, la flagranza del reato o prove schiaccianti (e quando dico schiaccianti intendo talmente evidenti da non lascare alcun remoto margine di dubbio). Qui si parla della vita di una persona e non si scherza con le esecuzioni facili.
Il secondo elemento essenziale dev'essere l'efferatezza dell'atto criminoso. E' ovvio che io non invochi la pena di morte per un semplice omicidio preterintenzionale o colposo, né per omicidi in cui vi siano motivazioni di carattere adeguato. Il figlio che ammazza il padre che per anni rientra ubriaco e picchia selvaggiamente la madre non può essere punito con troppa durezza.

Vi sono però categorie di delitti per cui la pena di morte è sacrosanta.
Queste categorie sono:

  • Omicidi di particolare efferatezza (la vicenda delle bestie di Satana, ad esempio o la vicenda della strage di Erba).
  • Violenza sulle donne (gli stupri, ad esempio).
  • Violenza sui bambini (pedofilia inclusa).
  • Gravi reati di terrorismo e stragismo.
  • Gravi reati di mafia, camorra ed n'drangheta.
  • Omicidi in cui sia riconosciuta una violenza gratuita (come coloro che gettano i sassi dai cavalcavia per vedere l'effetto che fa).
  • Reati acclarati continuati connessi alla produzione, importazione o spaccio di sostanze stupefacenti.
Quello che però è accaduto nel Lazio quando una squadraccia di picchiatori si è scatenata contro quattro persone colpevoli solo di essere rumeni è assurdo e deprecabile. Ricordo a lorsignori che nessuno di questi quattro ha commesso un atto criminale e che, essendo la responsabilità una questione del tutto soggettiva, essi sono innocenti. Questo non significa che io non appoggi l'introduzione di ronde atte a prevenire ed a scoraggiare eventuali reati, anche con la forza, ma prendere un rumeno e massacrarlo al posto di un assassino è come riempire di botte una persona bionda solo perché lo è un criminale. Una follìa da imbecilli.

Ricordo inoltre che proprio una ROM ha chiamato le forze dell'ordine ed ha permesso l'arresto della bestia che ha massacrato Giovanna: questo dimostra che anche tra gli stessi ROM vi è gente con un certo senso civico. Poi, se vogliamo parlare di espulsioni per il fatto che chi viene qui senza un lavoro va a rubare è un'altro paio di maniche, ma non colpiamo persone innocenti solo per il gusto di bastonare nel mucchio: questo non è civile né degno di una società avanzata e moderna.

Anch'io ho subìto un furto ad opera di romeni (poi presi - ma della refurtiva ho trovato pochissimo). Mi sfondarono una porta, misero a soqquadro casa mia, rubarono a man bassa. Ebbene, quando tornai ed aprii la porta la mia reazione fu di rabbia ma non fu rabbia cieca: se avessi avuto sotto le mani uno dei ladri probabilmente l'avrei percosso con un bel cazzotto ma non l'avrei certo pestato a morte e tantomeno mi sarei scatenato contro un romeno innocente che passava nel mio quartiere.

Io ho un'amica, romena, proprietaria di un bellissimo bar. E' fidanzata con un italiano, è fine, onestissima, intelligente, ha un figlio, lavora come una macchina giorno e notte molto più di tanti italiani fancazzisti, rischia del suo e disprezza non solo i romeni ma anche gli italiani che delinquono. Giustamente, aggiungo. Io sono uno dei suoi migliori amici e mi onoro di fregiarmi di questo titolo.

Invito perciò tutti quanti a pensare con il cervello ed a saper distinguere le mele marce da quelle sane. Ve lo dice un giustizialista incallito.

Etichette: ,

Il Diavolo a Tor di Quinto

Ancora un'aggressione, un tentato (o riuscito) stupro, sevizie ed infine l'omicidio. Poi la fredda lucidità di far sparire il cadavere con quel rito immondo che si chiama occultamento. Un occultamento non in mezzo ad un prato od in una buca, come anche una minima dose di pietà vorrebbe, no, in un fosso pieno di immondizia, quasi che una donna innocente fosse stato uno straccio sporco, un pezzo di carne andato a male, un animale macellato e puzzolente di putrefazione. Gli inquirenti che hanno trovato il corpo di Giovanna Reggiani hanno dichiarato che il esso era stato sfigurato e devastato da una ferocia bestiale.

Immaginate ora una donna, come vostra madre, vostra figlia, la vostra moglie o fidanzata. O chi insomma sta a voi più caro. La donna a cui voi volete più bene nella vita ed a cui avere donato o dedicato tutta la vostra esistenza, l'amore, la passione. La donna che in qualità di madre vi ha donato la vita, in qualità di moglie vi ha donato i figli ed in qualità di figlia vi ha donato puro amore. Per lei sacrifichereste la vostra, di vita. Immaginate che con questa donna abbiate pianificato progetti, superato avversità e condiviso gioie o che l'abbiate vista crescere, educandola al meglio delle vostre forze: avete faticato tutta la vostra esistenza per costruire un futuro con lei o per lei ed avete sognato di regalarle tutto il bene che nemmeno a voi stessi dedicate.

Poi un giorno ricevete una telefonata: la donna che un'ora prima vi abbracciava teneramente chiamandovi tesoro, amore, papà o figlio mio è stata stuprata, picchiata a sangue mentre l'uomo le gridava "troia", in che lingua non importa: immaginate le sue urla, il suo cercarvi annaspando nell'aria mentre le mani dell'aggressore stringono il suo corpo e la foia più bestiale le strappa le carni, immaginate il suo dolore mentre l'ultimo pensiero probabilmente dedicato nemmeno a sé ma ai suoi cari è violentato e massacrato fino a che la vita non le viene strappata ed il suo corpo mutilato, sfigurato, viene gettato in mezzo all'immondizia.

Poi immaginate l'aggressore che si pulisce alla meglio e cerca di farla franca mentre a voi l'unica cosa che rimane è qualche filmato dei momenti belli passati con lei sul dvd della videocamera.

Ebbene, voi in quelle condizioni che fareste? Io non ho dubbi: anche se non conoscessi la vittima e potessi catturare l'assassino consegnandolo alle forze dell'ordine non lo farei: gli salterei al collo come una molla e gli farei patire la morte dolorosamente, lentamente, con sadismo e metodica bestialità. E la mia anima, credetemi, non potrebbe uscirne più pulita perché non si tratta di azione ma di reazione.

Forse non sarebbe nemmeno necessario affidare al boia l'incarico di attivare la sedia elettrica, io metterei voi al quadro elettrico, voi che avete ancora negli occhi la vostra bimba, moglie o madre massacrata e vi direi: ora fate ciò che volete, sappiate però che questo animale tra pochi anni godrà della scarcerazione perché qualche giudice saccente applicherà una legge bastarda sulla buona condotta, sul trattamento disumano nelle carceri o peggio, qualche politicante bello pasciuto vorrà conquistarsi un pugno di voti con l'alibi del sovraffollamento di queste ultime. E mentre porterete un fiore sulla tomba di chi amate invecchiando di colpo di trent'anni, chi ha bestializzato la vostra donna potrà rallegrarsi della vostra impotenza vantandosene con gli amici, fumando cicche, guidando ubriaco e ridendo per quella notte in cui si è divertito, non essendo voi lì, a scuoiare la vostra donna come se avesse per le mani una bambola di pezza invece della vostra bambina, della vostra compagna ed in definitiva anche della vostra anima.

Il diavolo esiste, cari lettori e non sta all'inferno. Mandiamocelo subito, senza ipocrisie e nel modo più brutale che si possa concepire.

Etichette: