Libere Risonanze: dicembre 2007

27 dicembre, 2007

Prodi, Facce Ride'

Non so se per gli italiani la fine dell'anno sia così trionfalmente godereccia come prospettato da Prodi: certo che questo Presidente del Consiglio è davvero un capoclown eccezionale.

L'Italia va a rotoli, la gente non sa più come tirare avanti, non solo lo stipendio è stato tutto assorbito dalle tasse ma anche la tredicesima, gli italiani devono pagare a rate perfino le tasse stesse, perché sennò non ce la fanno. La delinquenza impera e dilaga, le vestigia di quella ridicola presa per i fondelli chiamata "pacchetto sicurezza" sono state respinte. Gli scioperi sono ormai continui, la popolazione è schifata ed inferocita (perfino gli elettori di sinistra evitano l'argomento nauseati dalle figure che i loro stessi leaders hanno fatto in questi due anni). Le industrie non vendono più ed i trasporti sono perennemente sotto completa paralisi. L'economia procede come il Titanic ed i ragazzi che vorrebbero sposare la propria fidanzata mettendo su famiglia non riescono ad uscire dalle mura domestiche: oltre al danno si aggiunge poi la beffa, visto che vengono addirittura definiti "bamboccioni". In campo internazionale, poi, non contiamo più nulla. Berlusconi parlava a tu per tu con Bush, con Putin, con Aznar, con Blair, in ogni momento si riunivano o si telefonavano per mediare, per prendere decisioni, per delineare strategìe. Ora se va bene il più importante leader che si affaccia è Erdogan.

C'è solo un uomo, però, in Italia, che festeggia: nella conferenza di fine anno viene a dire a basiti giornalisti "guardate che bel lavoro che ho fatto". Bella roba, davvero! Dice che non siamo depressi, che ci stiamo riprendendo, che ormai la fase di sofferenza acuta è passata. Il suo governo urla e sbraita in continuazione ma lui è pacioso, fa finta di non sentire e tira dritto come il classico re nudo. Gli italiani lo odiano ma lui invece di vergognarsi dei fischi e delle offese che il paese gli rivolge ogniqualvolta mette il naso fuori dalla porta, saluta contento e sorride.

"L'economia", dice "sta riprendendo a camminare". Quello che non dice è che cammina all'indietro, dove c'é un baratro pronto ad inghiottirci tutti. "Le tasse sono state ridotte", afferma, mentre la gente disperata lo maledice e si spolpa viva per pagarle. Poi afferma che nel futuro bisogna fare un sacco di cose ma evita opportunamente di dire COME. Accontentatevi del bisogna: bisogna che gli italiani siano più ricchi, bisogna eliminare la violenza, bisogna che tutti siano in salute, bisogna che ci sia la pace nel mondo, bisogna che la Terra ruoti in senso orario anziché antiorario. Sì, bisogna che vada a dar via il ciàp.

Mi viene in mente il film a cartoni animati della Walt Disney "Robin Hood", dove con arroganza e prepotenza lo sceriffo di Nottingham distruggeva i sogni dei bambini e sottraeva le poche monete di risparmio alle famiglie povere. Ecco come siamo ridotti.

Poi, quando nella conferenza di fine anno Prodi afferma che vuole razionalizzare la previdenza "con un risparmio di migliaia di miliardi" capiamo che non ha nemmeno la pallida idea delle cifre che va dichiarando: per Prodi i miliardi di euro sono esattamente come le migliaia di miliardi, come dire che la Luna invece di distare dalla Terra 400.000 km. ne dista 400 milioni, che la bolletta del gas invece di essere di 400 € è di 400.000 €. Stessa cosa, già. E questo tizio pianifica l'economia in Italia. Mamma mia!

Che dire? Francamente io sono sconfortato, ormai non mi indigno nemmeno più: e pensare che Prodi dovrebbe essere un professore universitario. Forse la materia che dovrebbe insegnare è "Tecnologia della zappata: dissodamenti e semina" anche se sulla produttività del raccolto abbiamo seri dubbi.

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20 dicembre, 2007

Sicurezza...da morire

Sotto il sole non cambia nulla: psicologicamente, s'intende, men che meno concretamente. Il decreto "sicurezza" era una specie di aborto nato dalla fervida fantasia della sinistra, che come noto da sempre parteggia per i criminali.

Il decreto che il centrodestra voleva discutere con la sinistra al fine di introdurre severe norme per cacciare gli immigrati pericolosi è invece stato blindato, annacquato una prima volta, poi allungato ulteriormente per non scontentare l'estrema sinistra; incredibile a dirsi, anche così Napolitano (che pure lui è comunista, ricordiamocelo...) lo ha definito "omofobico". Penoso.

Se in parlamento mandassimo i NAS sono sicuro che questo ex-decreto darebbe origine ad una "frode" con i fiocchi: a forza di annacquarlo esso diventa una barzelletta.
Purtroppo e come sempre, a fare le spese dell'incapacità del governo di partorire una qualunque legge intelligente od efficace saranno come al solito i cittadini: ricordate le promesse di Prodi alla vigilia delle elezioni? "L'Italia conoscerà una fase di tranquillità, con un governo serio alla sua guida". Andate per strada e cercate i sinistri: non se ne trova più uno. L'Italia è così tranquilla da ricordare il clima in cui si muovevano le vicende di Roberspierre e Danton: se gli italiani potessero ghigliottinare tutti i politici di sinistra, lo farebbero ben volentieri. Scioperi e manifestazioni si susseguono a ritmo incessante e le contestazioni montano a raffica, tanto che anche un'anziana signora si è presa la briga di contestare Prodi per la strada. Perfino i sindacati, che certo di destra non sono, non sanno più che pesci pigliare e per tema di essere travolti dalla rabbia popolare si tirano fuori. "L'Italia diventerà prospera e conterà di più" aveva detto il Presidente del Consiglio: aspetta e spera. L'Italia è in piena rovina, le tariffe, le bollette, i mutui, le tasse ed i balzelli si moltiplicano in peso impositivo ma anche nel numero. Gli italiani sono disperati, il paese è allo sfascio, non si vede via d'uscita ed il sistema di rateizzazione (leggi indebitamento) è diventato la consuetudine. La Spagna ci ha superato, la cittadinanza si sente come un topo preso con una tagliola: immobile, vulnerabile e senza futuro. "Il governo sarà autorevole e vi sarà armonia tra i partiti che lo compongono" fanfarava Prodi. Non c'é giorno che nel governo non scoppi una lite furibonda e non ci si sputi in faccia ma il governo sta in piedi (e questo i cittadini l'hanno capito) solo in funzione degli stipendi e delle pensioni d'oro che i politici falcemartellati vogliono maturare. Addirittura siamo al paradosso che alcuni esponenti del governo dichiarano in parlmento "questo governo fa schifo ma lo votiamo ugualmente". Sarebbe come se in tribunale il giudice dicesse che il serial killer è colpevole di cento omicidi ma ne votasse la scarcerazione (cosa tra l'altro non infrequente in Italia). Siamo alla schizofrenia assoluta. Prodi poi ci aveva promesso sicurezza e giustizia: quanto alla giustizia chiediamo lumi alla Forleo, a De Magistris ed a Speciale. Quanto alla sicurezza, appena in carica il governo ha votato l'indulto e solo dopo l'ondata di grande rabbia montata a causa di assassinii, stupri e rapine si è annunciato di voler afferrare la spada contro gli immigrati che delinquono.

Spada che si è immediatamente trasformata in un fioretto solo per non dare al centrosinistra l'impressione di promulgare qualcosa di efficace ed intelligente accordandosi col centrodestra. Poi il fioretto si è trasformato in spadino di gomma, come quello che a carnevale si compra ai bambini piccoli perché i comunisti, amici degli assassini, scalpitavano indignati. Alla fine nemmeno quello spadino di gomma è stato concesso, il Presidente della Repubblica ha detto che non voterà il decreto. E quindi siamo disarmati, a mani nude e vulnerabili, visto che con le nuove leggi non possiamo nemmeno più portare in giro per autodifesa le bombolette di spray invalidante. Mi chiedo con che faccia Napolitano si presenterà in televisione quando verrà trasmesso l'augurio di buon anno nuovo. Io so cosa augurargli: che non arrivi ad augurarci anche un buon 2009.

Tra l'altro vi è un'aggravante: i sinistri ci hanno gettato alla mercé di assassini e rapinatori anche mettendo le forze dell'ordine in condizioni di dover elemosinare un litro di benzina.

Quello che già si presentava un decreto debole, dalla deterrenza più psicologica che reale si è trasformato in una dichiarazione di stima per i bastardi che ammazzano e rubano: forse è per questo che i comunisti stimano tanto i loro partiti.

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19 dicembre, 2007

Grazia ai delinquenti, morte agli innocenti!

L'ONU vota la moratoria sulla pena di morte e per fortuna per la prima volta mi felicito del fatto che questi buffoni non contino un accidente sullo scenario internazionale. Ogni paese sarà comunque libero, come al solito, di fare ciò che crede sia più giusto.

C'é pena di morte e pena di morte: è indubbiamente da abolire quella per reati d'opinione, per reati cosiddetti "religiosi" o quella riservata agli oppositori politici. Anche la pena di morte contro coloro che si macchino di reati minori (o per i quali non esista l'assoluta certezza della colpa) dovrebbe essere cancellata.

Sembra però che questi distinguo non siano sufficienti, nella proposta dell'ONU la pena di morte viene affossata e rigettata in ogni caso. Si parla di "civiltà" ma dietro di essa si legge ipocrisia e menefreghismo.

D'ora in poi, secondo le linee guida dettate dall'ONU, il peggio potrà accadere solo alla vittima: per il carnefice, male che vada, si presenta l'eventualità dell'ergastolo (ma vedrete che fra qualche anno verrà poposta anche l'abolizione di quest'ultimo).

Fortunatamente, dicevo, tutte le decisioni del Consiglio di "Sicurezza" non sono di fatto vincolanti e contano come il due di coppe, esattamente come quando si discute di clima.

Si rimanda a data da destinarsi la "road map" che dovrebbe condurre alla definitiva abolizione di tale pena, con l'effetto che nei paesi retti da governi incivili come Iran, Corea del Nord e compagnia bella verrà ugualmente applicata la pena capitale proprio nei confronti di coloro che non la meritano; invece nei paesi civilizzati i delinquenti nostrani che spaccano la testa di un bimbo con un badile, che stuprano e sbudellano le donne e che ammazzano di botte due vecchietti per mille euro ci guarderanno dalle sbarre della galera ridendoci in faccia, tanto poi arriva un Clemente qualsiasi che li tira fuori in cambio dei voti.

La rabbia ed il disprezzo che provo nei confronti del mio paese mi fanno ormai sputare su tutto ciò che egli rappresenta nel mondo. Nessuna nazione mi ha mai schifato come questa, nemmeno l'Iran o l'Arabia Saudita: almeno là se rubi le mani te le scordi sul ceppo.

12 dicembre, 2007

Duel

Lungi da me il difendere gli autotrasportatori il cui sciopero è sbagliatissimo non per le ragioni che rivendicano ma per le modalità con cui viene attuato. A coloro che bloccano intenzionalmente una strada, costringono alla cassa integrazione i lavoratori od impediscono alle ambulanze di circolare bisognerebbe espropriare il camion e ritirare la licenza facendo pagare tutti i danni causati. Sia chiaro, occorrerebbe essere durissimi in questi casi.

Le ragioni dei camionisti sono però sacrosante (ve lo dice uno che non ha camionisti in famiglia per cui non incappa in un conflitto d'interessi): vessati e tartassati da tasse e lassismo, essi si vedono costretti a mettersi letteralmente "di traverso" pur di far valere le proprie ragioni. Due fra tutte mi sembrano particolarmente impellenti e giustificate: i rincari del gasolio e la concorrenza sleale dei camionisti stranieri.

In un'Italia in cui sui carburanti esistono ancora accise derivanti dalla guerra in Somalia di sessant'anni fa, è incredibile come uno stato famelico e selvaggio sostenuto da un governo inetto (quando va bene) e folle (quando va normalmente) mantenga ancora lo status quo. Molto deriva dalla sconsiderata politica energetica condotta alcuni anni fa da parte dei partiti cosiddetti "ecologisti". Poco lungimirantemente i sinistri, gli ecologisti ed i verdi avevano imposto i loro NIET su tutto il comparto energetico. No all'energia delle centrali nucleari, si va tutti col petrolio. Risultato: si inquina di più ed il petrolio in Italia viene usato anche per accendere una lampadina. Per colpa delle politiche terroristiche dei sinistri che hanno demonizzato la produzione di energia atomica per usi civili spaventando la gente, si è prodotto uno sconsiderato aumento dei prezzi che già in campo internazionale è piuttosto alto. I paesi che ci vendono gli idrocarburi, infatti, conoscono benissimo la nostra situazione energetica ed applicano i prezzi che vogliono con buona pace del prezzo medio del barile.

La situazione è come quella di una persona che si trova nel deserto e non ha nulla da bere: mettiamo l'ipotesi che il suo fabbisogno fosse di cinque litri al giorno e che gli si vendessero questi cinque litri a due euro ma che egli potesse affrontare una spesa di un solo euro giornaliero. Ebbene, se gli venisse offerta la possibilità di costruire un pozzo da cui egli giornalmente estraesse due litri e mezzo di acqua, mi sembrerebbe un perfetto idiota se opponesse un rifiuto, anche perché chi gli vende l'acqua gli farebbe pagare questi cinque litri come l'oro.

Così va l'Italia: noi usiamo gli idrocarburi per tutte quante le nostre attività ed i fornitori ci tengono per le palle. Senza idrocarburi saremmo alla fame e quindi dobbiamo comprarli dall'estero. Ma quando gli idrocarburi arrivano in Italia già cari, diventano ancora più cari per il fatto che devono essere distribuiti non solamente su cinque o sei settori ma su centinaia di essi e si sa, dove c'é carenza di prodotto i prezzi salgono; d'altra parte lo stato, come un condor, aspetta questi rincari fregandosi le mani, in quanto ogni aumento sui prezzi dei carburanti significa proporzionalmente un aumento delle imposte basate su percentuale. Questa "fame" così selvaggia di idrocarburi porta quindi il prezzo del petrolio alle stelle anche sul mercato interno, addizionando i costi per l'acquisto della materia prima con quelli relativi alla speculazione: lo stato, infatti, sapendo che questo prodotto è vitale può permettersi di applicare le tasse che vuole. Il problema è che finché il mercato internazionale applica un prezzo accettabile le cose vanno avanti. Non appena c'é una crisi nell'aria, un tornado investe una raffineria, un bimbo con un petado fa saltare un pozzo o la Cina decide di acquistare più petrolio, il prezzo s'impenna e non esiste nessun ammortizzatore in grado di bilanciare l'equazione. Se avessimo più centrali nucleari, invece, si libererebbero risorse petrolifere che potrebbero essere dirottate sul mercato in cui gli idrocarburi sono strettamente necessari (come appunto quello dei trasporti), inondandolo di offerta e permettendo dunque l'abbassamento dei prezzi. Ma vaglielo a spiegare a Pecoraro.

Inoltre i camionisti sono, insieme ai commercianti ed alle industrie, coloro che subiscono in maniera più decisa la concorrenza sleale di alcuni stranieri. Ad un italiano si chiede, se vuol aprire un'attività, che cammini sulle acque e che porti anche un permesso compilato da Gesù in persona. Si chiede di impegnare un sacco di denaro, di rischiare, di perdersi in epocali trafile burocratiche, di sostenere tasse massacranti e di lavorare sette mesi all'anno per lo stato.

Però poi arrivano Mohammed e Boris: costoro possiedono immediatamente diritti, vantaggi, facilitazioni mai viste, se ne infischiano delle regole e lo stato non applica nei loro confronti la stessa severità che si impone agli italiani: per giunta si permette loro di girare ubriachi investendo pedoni come brilli, tanto non qui si espelle nessuno né si fanno più di tre mesi di galera con piscina annessa.

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10 dicembre, 2007

Siamo messi come la sinistra

E' la triste realtà, bisogna prenderne atto. Credevamo che la nostra area politica fosse composta da politici intelligenti ed abili, invece no. Sono dei pagliacci, esattamente come quelli che litigano dall'altra parte. "Siamo alle comiche finali" dice Fini. No, siamo alla vostra fine, e come dice Grillo andate affanculo anche voi. Io fra poco me ne vado a stare in Svizzera, sto già preparando le prime carte.

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04 dicembre, 2007

Voyeurismo disumano

Non so se l'avete notato: ormai da qualche anno il crimine fa share e le televisioni si sono buttate tutte a capofitto per accaparrarsi la loro buona fetta di telespettatori. Non che io contesti la notizia in sé, però la continua e massacrante ribalta mediatica sulla quale volontariamente o no certi protagonisti vengono piazzati ha davvero dell'irrispettoso. I media fanno così: scelgono la vicenda più nebbiosa ed oscura possibile (meglio se la polizia non riesce a chiarirne i contorni) poi sbattono i protagonisti in prima pagina per anni, montando il cosiddetto "caso": il condizionamento subliminale farà la sua parte e gli spettatori si trasformeranno in una tribuna che s'ingrosserà autonomamente, acquistando sempre più giornali e regalando alle trasmissioni uno share crescente. Un pò come avviene per la pubblicità, insomma. A volte però capita che una siffatta notizia manchi: si prende allora una vicenda passata e giornalisticamente clamorosa (come ad esempio l'attentato dell'11 settembre) e si dà credito ad illazioni o dietrologie pronunciate dal solito scemo di turno che dice di avere capito tutto. In questo modo ci si arricchisce anche speculando sulle tragedie: il signor Michael Moore, ad esempio, sugli attentati alle torri gemelle è riuscito a fare un film talmente fuorviante che rasenta la fantascienza.

In Italia invece è cominciato tutto con la Franzoni: in questi anni ne abbiamo sentite di cotte e di crude, la sua vicenda ha avuto più spazi in televisione di quanti non ne siano stati dedicati a qualunque altro programma od avvenimento e tutt'ora la storia della Franzoni sembra non finire. Retroscena, ipotesi, contraddizioni, conferme, alibi e sospetti s'intrecciano in un bombardamento mediatico che sconfina nel caos. E la gente se ne sta lì, beota, a sorbirsi ogni parola, ogni gesto, ogni opinione come si trattasse di Beautiful.

Personalmente quando si parla della Franzoni o similari spengo la tivù. Non m'interessano le beghe cialtronesche degli innocentisti e dei colpevolisti, né i profili psicologici o quelli emotivi. Ognuno reagisce in modo differente di fronte a qualunque fatto e quindi l'interpretazione vale zero: valgono i fatti. Ma sentire un dibattito sulla Franzoni è come infilarsi in una discussione politica: innocentisti e colpevolisti si sfidano a duello accusandosi a vicenda di portare prove false. Fioccano i "non è vero" da una parte e dall'altra ed allora è inutile ascoltare perché l'ascoltatore non ha alcun elemento certo sulla base di cui decidere.

La cosa che però mi irrita di più non è questa, ma il fatto che i giornali e le televisioni speculino su un dramma così terribile: l'omicidio di un povero bambino non resta una semplice storia orribile su cui stendere un velo di pietà ma diviene "un giallo", come se si trattasse di un romanzo di Agatha Christie. La vicenda, cioé, viene avulsa dalla sua drammacità ed entra nell'astratta dimensione della fredda morbosità: tale operazione in definitiva sposta il punto focale dalla pietà per un bimbo ucciso selvaggiamente al tecnicismo investigativo, dando l'impressione ad ogni singolo spettatore di potersi calare nei panni dell'ispettore Derrick. Sono sicuro che se gli amanti di questa pratica potessero invece leggere l'orrore e la paura negli occhi di Samuele grazie ad un'istantanea scattata nel momento del delitto, perderebbero subito la voglia di chiaccherarne come se fossero al Bar Sport.

Ma la percezione del nostro orrore è direttamente proporzionale a ciò che interiorizziamo con i nostri sensi. Pestiamo un serpente perché ci fa ribrezzo ma non tireremmo mai il collo ad un canarino. Ci prodighiamo per cercare una sciarpa in tinta con il cappottino di un bambino ma non ci curiamo di milioni di bimbi che muoiono di fame tra le sofferenze. E questo i media lo sanno quando sfruttano le nostre debolezze.

Tornando alla perversa logica dei palinsesti, quindi, io contesto questo modo di far televisione per due motivi: il primo, quello espresso sopra, perché si sostituisce la pietà con il voyeurismo. Il secondo (ed è di carattere sociale) perché così facendo annulliamo il sentimento di orrore nei confronti dell'atto in questione, tramutandolo in un'avventura appassionante alla Hitchcock e rischiando quindi di sdoganare il crimine. Il passo successivo è che la gente si auguri un omicidio per poter partecipare alla propria personalissima fiction mediatica.

La vicenda Franzoni ha fatto scuola, dicevo, ed è tutto un "giallo". Ci siamo sciroppati quello di Omar ed Erika, la strage di Erba, la vicenda della scuola in cui gli insegnati erano accusati di pedofilia. Ora c'é la vicenda di Meredith che ieri sera occupava ben tre canali televisivi in contemporanea. Perfino Diana, dopo più di dieci anni, non può ancora riposare in pace: ogni volta che un cretino afferma di sapere qualcosa di nuovo tutto il mondo si precipita a sentire quali bestialità abbia da dire.

Il brutto è che poi il cretino scrive un libro e diventa milionario.

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03 dicembre, 2007

Vittoria a metà

L'ho già scritto nel precedente post ed ora sembra che le mie profezie si siano rivelate esatte: senza essere un Nostradamus o l'Oracolo di Delfi avevo previsto che Berlusconi Silvio, dopo l'errore madornale di fondare un partito fotocopia di F.I. (con l'aggravante di essersi tirato la zappa sui piedi) ora inizia a cedere, a calare i pantaloni nei confronti dei suoi alleati.

Forte del popolo dei gazebo che al massimo gli potrà regalare la maggioranza relativa, Silvio oggi si è svegliato dal suo bel sogno e sembra iniziare a capire che non di sogno si trattava bensì di incubo. Stronzate come Partito-Network, Partito del Popolo o Partito della Gente sono evidenti utopie, perché alla fine della fiera essendo l'Italia una democrazia rappresentativa, in parlamento ci vanno i nostri rappresentanti e non noi. Berlusconi ora fa marcia indietro offrendo agli alleati il ramoscello d'ulivo (ogni riferimento all'ex formazione di centrosinistra è voluta) ma essi sdegnosamente e con giusta diffidenza, rifiutano.

Berlusconi fino ad un mese fa sembrava il più irremovibile tra tutti: Casini e Fini chiedevano il dialogo sulla riforma elettorale ma egli rifiutava, coerentemente con quanto chiesto dal suo elettorato. Magari Silvio era solo un pò pedante a causa delle sue previsioni ottimistiche (ed errate) sulla caduta di Prodi. Poi si sveglia una mattina et voilà, scarica gli alleati mettendosi ad inciuciare con Veltroni. No, Silvio, così non va. La lealtà e la coerenza nei confronti degli alleati sono le prime qualità che il popolo di centrodestra chiede ai suoi leaders, un popolo che, se vi fossero le primarie, non so se ti eleggerebbe ancora in maniera così massiccia. Io certamente non ti darei il mio voto.

Ora, come da infausta previsione, Berlusconi si trova in mezzo al guado mentre la piena del fiume sta arrivando: per usare un'espressione più colorita ma meno chic, direi che si trova nella xxxxx fino al collo. E scusate se è poco.

Attualmente Berlusconi è come quel cacciatore che, nella foga di preparare una trappola per l'animale feroce rimane impigliato nella rete insieme ad esso. La mossa a sorpresa di Silvio ha costretto Veltroni e Prodi a litigare sul conflitto d'autorità in seno alla sinistra ed ha diviso ulteriormente quella riformista da quella radicale, ma ad un prezzo troppo alto: il boomerang ha colpito anche il centrodestra e se volano gli stracci in casa degli avversari, anche in casa nostra mi pare che il vento sia bello sostenuto.

Non c'era bisogno, insomma, di forzare i tempi e le divisioni tra riformisti di sinistra e massimalisti: il tempo avrebbe fatto scorrere molti cadaveri lungo l'ansa del fiume. In questo modo, invece, dentro al fiume ci è caduto anche lui trascinando il suo elettorato e tutti gli alleati.

Impari questa lezione, Berlusconi: quando un combattente ottiene una vittoria a metà significa però che ha anche subito una mezza sconfitta.

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