Libere Risonanze: gennaio 2008

31 gennaio, 2008

Entaconsulta

Con la situazione creatasi in Italia al limite del ridicolo e già ampiamente scaduta nel tragico potremmo scrivere il libro della saga "Il Signore degli Anelli" in chiave moderna. La vicenda inizia con l'occupazione del potere da parte dei sinistri, che hanno trovato l'anello stregato in una legge elettorale con la quale, pur avendo perso, hanno vinto. Costoro si lamentano del fatto che il potere li sta consumando ma custodiscono gelosamente all'anello, più esattamente al Ministero del Tessoro che permette loro favorire le coop rosse. Molto è il potere che hanno accumulato e la Terra di Mezzo (ovvero quella tra le Vetta d'Italia e Capo Passero) è ormai in preda al terrore ed alla violenza. Le genti libere sono sopraffatte da ondate di extracomunitari che entrano clandestinamente nei territori mentre i subumani al potere fanno razzia di tutto ciò che c'é da razziare. Ma a questo punto il colpo di scena: vi è un Gollum che viene da Bologna il quale ha appena perso l'anello e si prende del cretino 161 volte: egli farebbe di tutto per riprenderlo. Nonostante l'aiuto di Saruman, il suo ministro delle finanze che è un vero mago nel far sparire i soldi dalle tasche degli italiani Gollum viene scaricato da tutti ed ora vagabonda in A1 tra Roma e Bologna. C'é il Grande Occhio di Sauron, per l'occasione trasformatosi in Grande Orecchio, ovvero una buona parte di toghe che tutto vedono e tutto sanno, ma solo dei nemici politici.

Ora siamo all'Entaconsulta. Eh, sì, perché "occorre molto tempo per dirsi qualcosa in entese". E mentre il mondo tutt'intorno s'infiamma, mentre da Isengard le catapulte scaricano su Napolgondor montagne d'immodizia gli Ent, la cui nascita è datata approssivamente all'ascesa dei dinosauri, ci mettono cinque giorni a stabilire se c'é stata una crisi ed alla fine Barbalbero proclama che lascierà a Castagno un'altra sessione di entaconsulta perché gli Ent preferiscono rifuggire dalle responsabilità. Castagno con la sua pipa fumante potrà così ricominciare la consulta e stabilire che c'é perfino un'emergenza ma che gli Ent non si muoveranno non essendo più l'Italia territorio loro. "Noi non diciamo mai niente senza prenderci molto, molto tempo" disse Barbalbero. E così fu.

Riuscirano i nostri leaders del centrodestra a far dirigere Barbalbero verso sud?

MAH...

30 gennaio, 2008

E' dittatura !

Lo sapevo. Sapevo che sarebbe finita così.

Dopo la pagliacciata delle consultazioni, l'oracolo: Marini va alla guida del governo.

Era già tutto previsto, tutto scontato.

A nulla sono valse le prese di posizione del centrodestra, ormai maggioranza; come nel 2006 fummo usurpati di una vittoria elettorale ora siamo usurpati della possibilità di andare a votare. E che aspettarsi, in fondo, da un "giudice" che fa parte della stessa schiera dei terrorizzati sinistri? Nulla. Napolitano ha semplicemente sostituito Prodi con Marini e chissà quando andremo a votare, se non demoliamo subito questa situazione.

A nulla valgono le opinioni degli italiani che per una maggioranza schiacciante vorrebbero andare alle urne. A nulla valgono gli appelli d'urgenza di situazioni insostenibili come quella campana. A nulla vale la morte cerebrale di una ex maggioranza frazionata e rivoltosa. A nullla vagono le opinioni di tutti i giornali. Niente. Le urne rimangono tabù perché la sinistra deve potersi riprendere e si deve arrivare alle nomine, poi alla pensione. E gli italiani? Chissenefrega.

In questa situazione si capisce perfettamente il gioco di chi cerca di andare alla legge elettorale solo per perdere tempo: in realtà per la sinistra sarebbe controproducente andare al voto con una legge elettorale stabile che garantisse 5 anni di governo, visto che le elezioni le stravincerà il centrodestra. Alla sinistra converrebbe invece andare al voto con questa legge elettorale, in modo da aver la speranza di poter mandare in crisi la CDL.

Ebbene, ora l'unica strategia che ci rimane è quella di non giocare più la partita e di opporci a qualunque ipotesi, dialogo e provvedimento, di dire un NO secco a tutto ciò che ci verrà proposto, ogni mediazioni, ogni singola parola che ci verrà rivolta. Vogliono il muro contro muro? Perfetto, diamoglielo!

Quando anche l'arbitro ti gioca contro l'unica strada è quella di far catenaccio.

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29 gennaio, 2008

Tribunale Orfei

Con tutto il rispetto della famiglia Orfei i cui spettacoli sono gradevolissimi, siamo messi molto peggio dei circhi: questi sono allo stato attuale i tribunali in Italia.

Oggi si è consumato il rito d'iniziazione del solito gossip che purtroppo terrà banco per altri 8 anni come fece la vicenda Franzoni e quella dei bambini della scuola i cui insegnanti vennero accusati di pedofilia.

In Italia accade di tutto ma questo è davvero troppo: in tribunale sono state montate telecamere alla "Grande Fratello", si accreditano giornalisti come ad un volgare campionato del mondo e, novità, si pagano 200€ per potersi riservare un posto in aula. Io francamente rimango a bocca aperta.

Chi pensa che la giustizia non debba essere riformata si vergogni: è una rotta non solo del buon gusto ma anche dei più semplici princìpi elementari della riservatezza. E' vero che il processo è pubblico ma a tutto c'é un limite, morale ed etico.

Questo paese è uno schifo, colmo di una giustizia lassista solo quando c'é da spettacolarizzare i processi o gli avvisi di garanzia ed ampiamente sconfinante nel sopruso quando è pilotata al punto di permettere l'irregolarità perfino nei confronti dello stesso codice di procedura penale.

Non solo: schifo fanno anche i giornalisti, che con tutte le notizie importanti quotidianamente offerte dal mondo dedicano mezzo minuto alle inondazioni in Sri Lanka che fanno centinaia di migliaia di vittime ed un quarto d'ora a telegiornale nel descrivere il colore del maglione di Olindo Romani, il gesto di sistemarsi i capelli di sua moglie o l'occhiale firmato di Azouz.
E poi via, con dibattiti e merchandising mediatico di una tragedia la quale richiederebbe solamente dolore e silenzio.

Non immuni dalle responsabilità siamo anche noi cittadini, che facciamo schifo anche più dei giornalisti (i quali in fondo fanno il loro lavoro e danno in pasto alla folla ciò che la folla stessa vuole). Oggi in tribunale oltre alla coppia di Erba, i giudici e gli avvocati sono entrati anche il chiacchericcio da comare, il gossip più sfrenato, il più perverso protagonismo: io c'ero, anche al costo di pagare. Bello spettacolo.

La verità è che questo popolo nell'ultimo scorcio del precedente secolo è involuto ad uno stadio che definire primitivo è un eufemismo. Lo dico con la tristezza nel cuore e con l'amore per le cose belle di cui in passato è stato maestro per tutto il mondo.

Ora possiamo offrire solo spazzatura nelle strade, nella società, nelle aule di giustizia (?), in parlamento ed anche in televisione: il problema è che per questa tipologia d'immondizia non esiste un inceneritore adatto.

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28 gennaio, 2008

Si fa presto a dire programma!

In questi giorni di dibattito post-prodiano stiamo assistendo ad una grande disquisizione da parte di alcuni partiti, in particolare di quelli di sinistra, sul varo di governi tecnici o di esecutivi "a termine".

Credo che alla fine si andrà ad elezioni: effettivamente è questo l'unico sbocco giusto e percorribile per uno stato che dev'essere finalmente governato con polso, rapidità ed efficacia.
In questo momento la compagine di centrodestra possiede sugli avversari un tale vantaggio che anche senza l'apporto dei voti di Casini arriverebbe ad ottenere la maggioranza assoluta.

In un momento di contingenza negativa, con un paese disastrato, un'economia alla bancarotta ed importanti scelte socioeconomiche da intraprendere immediatamente, è proprio un tale vantaggio a garantire la governabilità: ciò significa che ove non si stabilizzi il quadro elettorale a causa della mancanza di una legge ad hoc si può invece pensare che esso si stabilizzi, ovviamente in via provvisoria, grazie al grande distacco che la coalizione di centrodestra vanta su quella di centrosinistra. Ovviamente tale stabilizzazione può essere solo di natura temporanea in quanto non sempre le consultazioni elettorali si concludono con una debacle per l'avversario ma prima o poi, come si è visto per la precedente legislatura, si creano condizioni di sostanziale pareggio.

Per questo motivo sarebbe auspicabile andare alle urne e solo in seguito mettere a punto una nuova legge elettorale che garantisca la stabilità mediante una dolorosa ma necessaria legge del taglione nei confronti di tutti i piccoli ed inutili partiti.

Nella fattispecie è importante rilevare che pur con un'alta soglia di sbarramento le buone intenzioni programmatiche di cui è lastricato il pavimento dell'inferno sarebbero regolarmente disattese da partiti troppo diversi tra loro e che nessuna legge elettorale, a meno che non si tratti di lasciare il campo a due contendenti tra loro alternativi come i repubblicani ed i democratici negli USA, potrebbe mai rettificare.

Negli Stati Uniti che di democrazia sanno molto più di noi, è preferita una visione efficientista e drastica della politica. Due sono i partiti, ma l'importanza principale della politica USA viene rivestita dal presidente (che fa da premier) ed a lui sono avocate le decisioni: se il presidente agisce bene la sua popolarità aumenta, se egli agisce male la popolarità diminuisce. Questo è un sistema semplice e soprattutto efficace per evitare lo scaricabarile delle responsabilità.

Ebbene, pur con una riforma elettorale semplificata (ad esempio con lo sbarramento al 5%) in fatto di stabilità, in Italia non si risolverebbe nulla, prova ne sia che anche il "modello tedesco" amato dalla sinistra è stato messo in crisi da una sostanziale parità che in Germania ha costretto alla formazione della "grande coalizione". Anzi, sono convinto che nella nostra realtà si creerebbe un ulteriore polo, un centro che farebbe da ago della bilancia e che diventerebbe vitale come ora lo sono i partiti minori. Inoltre tale "centro" avrebbe più forza per ricattare le coalizioni con quel che ne consegue in fatto di svendita delle cariche e corruzioni varie.

Con un sistema di sbarramento alla tedesca, infatti, quattro sarebbero i blocchi che si verrebbero a creare: il primo, composto dalla sinistra antagonista la cui linea politica purtroppo già conosciamo. Il secondo formato dalla sinistra riformista (PD). Il terzo, quello del centro (UDC e/o UDEUR) che, come spiegato sopra, fungerebbe da ago della bilancia. Il quarto, composto da FI, Lega ed AN.

Tra tutti questi blocchi quello più omogeneo è indubbiamente il quarto (che in parte sconfina anche nel terzo). Il problema della stabilità, però, non sta nel raggruppamento dei partiti ma nella loro visione politica del paese e nella tipologia delle idee che si mettono in campo: mentre per FI, AN, Lega ed una parte dell'UDC le posizioni sono piuttosto similari tanto che la negoziazione permette quasi sempre di arrivare ad una decisione condivisa, per quanto concerne la sinistra ciò non vale perché le posizioni di un moderato come Veltroni (e tantomeno quelle dei centristi) sono letteralmente viste come il diavolo per la sinistra radicale.

La sinistra, quindi, ben conoscendo questa situazione cerca di ovviare alle contrapposte e pugnaci posizioni dei blocchi che la compongono mediante una fantomatica "condivisione di programma", che non significa assolutamente nulla in termini politici.
Una tale soluzione potrebbe essere valida se un governo si trovasse immerso in un ambiente sterile e sempre uguale a se stesso, isolato dal resto del mondo e privo di cambiamenti. In tal caso un governo di sinistra potrebbe prendere "alla lettera" il suo programma ed applicarlo, efficace o deleterio che sia per il paese.

Il problema invece sta proprio negli imprevisti che regolarmente ed ogni giorno si verificano sia nel mondo che in Italia. La vicenda dei mutui può essere portata come esempio visto che è esplosa senza che nessuno potesse prevederla. Altri esempi sono le decisioni da prendere su eventuali guerre ( Iraq, Afghanistan e la missione in Libano insegnano) e non ultimo il problema rifiuti nonché eventuali scontri tra magistratura e politica. Senza contare, poi, che anche una piccola variazione di politica economica in ottica congiunturale può essere un ostacolo insormontabile per un governo così difforme.

Facciamo un'ipotesi: mettiamo che a causa di accadimenti imprevedibili l'Italia cresca economicamente meno del previsto e che abbia bisogno di far cassa. Un simile problema esulerebbe dalle previsioni del programma ed i fondi destinati all'attuazione dello stesso dovrebbero essere destinati ad altro uso proprio per far fronte all'emergenza. Potrebbe essere che so, un terremoto, uno tsunami, una bolla speculativa, un attentato come quello dell'11 settembre o più semplicemente un aumento improvviso del prezzo dei carburanti. A questo punto si porrebbe il problema di quale sezione del programma dover tagliare e da questo prenderebbe vita un'aspra la tenzone. Si dovrebbe scegliere di eliminare la parte programmatica cara ai massimalisti, quella propria dei riformisti o quella avanzata dai centristi. Da dove prendere il denaro per riparare la falla? Sicuramente ogni blocco avrebbe una ricetta diversa e contrastante con le altre, da qui la crisi di governo. Una coalizione che invece fosse omogenea nei valori e nelle decisioni potrebbe "accorciare" il programma senza mettere in crisi l'intera maggioranza. La differenza non sta in una coalizione a tre od a quindici, sta nella compattezza del pensiero politico.

Proprio per questo motivo una politica credibile non richiede solo un programma ma anche concordanza di vedute. Una base americana in territorio vicentino sarebbe stata autorizzata da un governo di centrodestra senza tante storie. Per la sinistra non fu così. I lavori per la TAV, se fossero stati al governo i partiti della CDL sarebbero già a buon punto ed allo stesso modo sarebbero già state prese decisioni sulla costruzione di centrali nucleari. Invece abbiamo visto tutti a quale ignobile pagliacciata ci ha condotto la sinistra. Pertanto anche con una riforma elettorale alla tedesca il centrosinistra si troverebbe ugualmente paralizzato nonostante programmi ed accordi precedentemente intercorsi.

Da questi esempio si evince una verità molto meno standardizzata: rimanere al governo significa confrontarsi con una realtà viva e cangiante, un pò come la differenza che passa tra un albero ed un pezzo di roccia: entrambi in apparenza sembrano fermi ed immobili ma uno fiorisce, cresce, sfiorisce, si ammala e guarisce, mentre la roccia rimane lì, granitica ed invariabile.

Inguainare la politica in un programma sarebbe come voler incatenare un albero: prima o poi le catene si spezzerebbero. Tra l'altro anche studi matematici del caos applicati alla politica indicano che perfino eventuali microvariazioni sulle previsioni politico-economico-sociali potrebbero dare origine ad un effetto domino, il che richiederebbe lo stravolgimento di un eventuale programma concordato. Questo è tanto più vero quanto più si pensa di far durare una legislatura perché imprevisti e relative conseguenze si accumulerebbero nel tempo fuorviando sempre di più la realtà e le necessità da un originale accordo programmatico.

L'esempio più lampante ci viene offerto dalla storia: fu proprio tale immobilismo a condannare l'Unione Sovietica e tutti i paesi dell'area socialista alla miseria più nera, il credere che il mondo fosse immutabile e tutto racchiuso entro le alte mura della cortina di ferro entro cui non accadeva assolutamente nulla al di fuori dello "stabilito". Ma il mondo non era racchiuso tra le mura dell'Unione Sovietica. Ad esempio, quando il programma sul grano andava a gambe all'aria a causa di una produttività inferiore alle attese l'URSS si doveva rivolgere al resto del mondo spendendo cifre astronomiche (ed indebitandosi) pur di consentire ai suoi cittadini di mangiare.

E' evidente che né la sinistra massimalista, né quella riformista hanno capito la lezione che la storia ha impartito loro: purtroppo il medioevo risiede ancora nei crani dei loro leaders.

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27 gennaio, 2008

Il Giorno della Memoria

Oggi 27/01/2008 si celebra il giorno della memoria. Un popolo dovette subire bestialità inenarrabili, un altro popolo condotto alla guerra da un'ideologia blasfema e rivoltante divenne il suo aguzzino.

Questi due popoli albergano entrambi nella nostra realtà, perché essa è composta in parte da vittime ed in parte da carnefici. Non mi soffermerò sugli eventi storici che narrano di quell'olocausto, cosa che potrete trovare su un qualunque trattato di storia.

Oggi accompagnerò il pensiero di ciò che accadde oltre sessant'anni fa con la considerazione di quanto sia necessario combattere con tutti i mezzi chiunque, siano essi leaders, popoli o stati, predichi l'odio barbaro e cieco.

Esistono in verità due diverse guerre: quelle di conquista, di sopraffazione e di regime e quelle che tali eventi intendono eliminare.

Una bomba potrebbe sembrare la stessa identica e terribile arma perché uccide esseri umani.

In realtà gli esseri umani non sono tutti uguali. Tra una bomba in un mercato che dilania innocenti ed una bomba sulle teste di chi in quel mercato cerca di provocare una strage vi è una sostanziale differenza, la stessa che intercorre tra uno stupratore e la reazione della vittima per sottrarsi allo stupro, tra quella che vede un serial killer uccidere gente innocente e quella che il boia applica quando inietta nelle vene del killer il veleno.

Noi siamo in un mondo in cui prede e predatori si intrecciano: ebbene, siccome non possediamo poteri soprannaturali né bacchette magiche per trasformare questa nostra Terra in un paradiso, dobbiamo scegliere da che parte schierarci e da che parte combattere utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione.

Io la mia scelta l'ho fatta fin da quando ero piccino, come i popoli liberi sessant'anni fa fecero. Avrei voluto vedere che efficacia avrebbe avuto lo sventolare bandiere arcobaleno davanti ad Auschwitz, davanti ai Gulag russi, alle camere di tortura della Stasi e quelle di morte volute da Saddam, davanti al palazzo di Ahmadinejad od alla corte di Bin Laden.

Per questo credo che l'unico mezzo per combattere questa barbarie e questo inferno sia la forza quando occorre ed il dialogo quando l'interlocutore mostra di volerlo seriamente.

Le due cose non contrastano, contrasta il fatto che nel 2008 vi siano ancora bestie che credano nel genocidio e che costringano le donne ad indossare un burka, che sarà il loro sepolcro per tutta la vita.

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24 gennaio, 2008

Good morning, Italia

E' finita. Lo scrivo senza punti esclamativi e senza baldanza perché il paese esce a pezzi dalla peggior dittatura mai subita nella sua storia democratica. Sono italiano ed amerei vedere il mio paese all'apice del suo splendore, potermi fregiare dell'onore di appartenere ad una nazione il cui posto dovrebbe essere, di diritto, tra le grandi nazioni del mondo. Un paese, insomma, i cui cittadini che fanno parlare di loro somiglino all'eroe Quattrocchi e non ai bifolchi che l'hanno condotto alla rovina.

Non c'é esultanza nel mio post, né gioia. Certo, oggi leverò in alto il calice per festeggiare la sepoltura della tirannide, brinderò e sorriderò al collasso di questo cadavere che già dopo tre giorni dall'investitura puzzava di marcio. Ma a che prezzo!

Il mio primo pensiero quindi va al nostro paese che, come dopo la fine della seconda guerra mondiale, esce distrutto nel suo profondo e deriso dal mondo: per questo motivo non c'é gioia che possa prevalere rispetto ad un senso di angoscia e di umiliazione.

Ora bisogna ricostruire tutto quanto, tutto ciò che è stato mandato in briciole da questi miserabili: saranno tempi duri, il paese si dovrà rimboccare le maniche e si dovranno fare scelte giuste per la sua ripresa ma se non altro da questo momento in fondo al tunnel una luce c'é. Come diceva Aragorn nel Signore degli Anelli durante la vicenda del fosso di Helm quando tutto sembrava volgere al peggio "c'é sempre speranza".

In questi quasi due anni noi del centrodestra siamo stati umilmente e coraggiosamente in prima linea sfidando a voce alta il governo, specialmente nei momenti bui. Noi abbiamo portato in piazza i valori dell'amore per la nostra patria, per la famiglia, abbiamo cercato di difendere, con la diffusione delle nostre idee e senza violenza, la società civile dagli sfasciatori di professione. Talvolta abbiamo sbagliato ma crediamo di aver interpretato al meglio delle nostre possibilità il sentimento di ribellione che la nazione intera ci delegava di istanziare.

Ma non avevamo i numeri: non avrei mai pensato di dover ringraziare Mastella, evidentemente si è reso conto, anche se colpevolmente in ritardo, della spaventosa situazione in cui versa la nostra nazione ed ha preso una decisione drastica. Mi fa piacere, perché se le accuse a suo carico cadranno, significa che politicamente Mastella può essere ancora un uomo recuperabile.

Non avrei mai pensato, altresì, di dover ringraziare i diniani che hanno opposto il loro diniego alla decomposizione dell'esecutivo seppellendolo finalmente in una fossa molto profonda dalla quale difficilmente per i prossimi vent'anni riuscirà ad uscire.

Però, così come la puzza di marcio impregna i vestiti, ora anche l'Italia ne esce impregnata da un fetore nauseabondo che dovrà essere lavato con tonnellate di disinfettante, quello, appunto, della volontà e dell'impegno di tutto il popolo italiano.

Ed ora, tutti insieme al lavoro per riparare i danni!
Good Morning, Italia!

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22 gennaio, 2008

Loctite Prodi

Se l'avesse Loctite sbaraglierebbe la concorrenza. A cosa mi riferisco? Ovviamente alla formula chimica del collante che tiene i sederi di Prodi e della sua banda inchiodati agli scranni del parlamento. Sarebbe un prodotto fantastico, innovativo, avveniristico, non si userebbero più chiodi e perfino le saldature diventerebbero demodeé. Si potrebbe ricostruire il World Trade Center solo grazie all'uso di questo collante o che ne so, stabilizzare le zolle tettoniche terrestri attaccandole l'una all'altra così da evitare i terremoti. Niente esiste in natura di più solido.

Non è bastato mungere i cittadini come vacche, non è bastato scarcerare i delinquenti ed invitarne nel nostro paese di nuovi, non bastano gli unanimi strali lanciati dai giornali stranieri né la rovina morale ed economica a cui questo governo in due anni ci ha condannato. Nemmeno Dio sarebbe stato capace di tanto, Lui in sei giorni ha creato l'universo e per fortuna che al suo posto non ci sono Prodi e la sua maggioranza perché essi lo demolirebbero in trenta minuti.

Non sono bastati i fischi e le contestazioni che lo accompagnano ovunque, la popolarità mai così in picchiata per un governo democraticamente (?) eletto e nemmeno le figure da pezzenti fatte dai membri dell'esecutivo quando per settimane dichiarano cose che si rimangiano ciclicamente ogni sei ore.

Non sono bastate le figuracce a cui si sono esposti Visco e Padoa Schioppa né il controllo del potere tramite la nomina nei gangli istituzionali di fantocci cari alla sinistra e nemmeno sono bastate le sospensioni delle opere pubbliche iniziate dal precedente governo, la strenua difesa dei delinquenti incalliti, la neutralizzazione di giudici e finanzieri scomodi per il centrosinistra; non è bastata la caduta di credibilità del nostro paese in sede europea, la vergogna dei rifiuti a Napoli, la conseguente guerra civile, il bavaglio al Papa, i sondaggi al 25%, l'incompetenza di ministri come Scanio e le continue liti tra i partiti che polverizzano la credibilità di cialtroneschi figuri.

Ora, grazie a Mastella, la maggioranza è diventata minoranza: prendiamo tutti un pallottoliere e mettiamoci a contare. Non ci sono i voti necessari per prevalere, visto che l'UDEUR ora passerà all'opposizione: in Senato l'ex maggioranza avrà tre voti in meno e l'opposizione tre voti in più per un'emorragia un totale di sei voti. Basterà a farglielo capire? Macché. Eppure è professore. Fortuna non il mio, aggiungo.

Stasera l'ultima trovata, la chicca: Prodi, invece di correre a testa bassa da Napolitano ha deciso di "parlamentarizzare la crisi", una primizia in fatto di assurdità visto che essendo egli il Presidente del Consiglio dovrebbe sapere se possiede o no la maggioranza (che di fatto non possiede). Sarebbe come se un padre di famiglia non sapesse quanti figli ha. Assurdo, tragicomico e disperato. Ecco, in Italia siamo ridotti a questo incredibile livello, magari il capo del governo si aspetta che un difetto al computer di Palazzo Madama conti due volte alcuni suoi senatori. Siamo sicuri che se potessero questi saboterebbero anche il meccanismo di conteggio degli sfiducianti.

Pertanto oggi Prodi chiederà la fiducia, magari con calci e spinte l'avrà a causa di un voticino o due di qualche malato d'influenza assente nelle file dell'opposizione. Ma poi? Una lunga sequenza di sconfitte.

Aggrapparsi alla disperazione con le unghie e con i denti, ecco la parola d'ordine, fino al conseguimento della pensione che maturerà esattamente dopo due anni, sei mesi ed un giorno dall'inizio della legislatura. Perché quello è il vero traguardo che l'ex maggioranza si prefigge e fanculo l'Italia, gli italiani e chi il venti del mese non sa come portare a casa da mangiare.

Una vergogna infinita, insomma. Una vergogna, oserei dire, adesiva.

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21 gennaio, 2008

Muoia Mastella e tutti i filistei!

Stasera sono un pò più felice. Sono felice perché sembra che questo governo sia ormai alla frutta: oddio, non è detto, da certi politici ci si può aspettare di tutto. Il fatto comunque importante è che nella giornata di oggi Mastella, l'unico della banda con un pò di dignità, ha sottratto l'UDEUR a quella continua promulgazione di truffe e pagliacciate che da due anni a questa parte il governo riversa sulla cittadinanza.

Tre sono state le motivazioni che hanno portato a questa decisione:

Primo: il danno spaventoso che è stato fatto a Napoli in cui molti amministratori (tra cui, per la verità, anche molti dell'o stesso UDEUR) si sono visti "recapitare" le manette a domicilio.

Secondo: il vergognoso bavaglio che hanno messo al Papa all'università "La Saccenza" perché non la si può chiamare in altro modo.

Terzo: la possibilità, facendo cadere il governo, di evitare la legge elettorale od il referendum i quali, con gli sbarramenti previsti, escluderebbero di fatto l'UDEUR dal parlamento.

Speriamo bene ed incrociamo le dita...

(P.S: il titolo è ovviamente metaforico, nessuno vuole la morte di Mastella...)

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17 gennaio, 2008

Ipotesi su Mastella

Personalmente non conosco i termini di ciò che si imputa a Mastella e quindi resto neutrale finché non ne saprò di più, però mi nasce un sospetto.

Ipotesi numero uno: chi sta al governo è così compromesso ed impresentabile che davvero si merita la galera. Io francamente non avrei dubbi, forse ci siamo dimenticati che appena una settimana fa abbiamo tutti invocato le manette per i responsabili del disastro rifiuti ed ora che le manette arrivano gridiamo allo scandalo.
Buffo questo paese, siamo così abituati alle sopraffazioni da parte della casta che nemmeno ci immaginiamo che essa possa essere colpita.

Ipotesi numero due: Mastella è innocente ed allora è vera un'ipotesi ancora più inquietante: chi tocca la sinistra muore. Prima Berlusconi, che dava fastidio alla sinistra è stato bersagliato come un'oca impallinata dai cacciatori. Però Berlusconi è ricco e potente, è un bersaglio difficile da abbattere. Infatti ne è uscito perfettamente pulito, alla faccia dei magistrati che lo inquisivano. Poi la stessa sorte è toccata ai magistrati "non allineati" col potere, De Magistris e la Forleo. Per non parlare di Speciale, è stato abbattuto perfino un generale della finanza reo di voler indagare sulle attività poco chiare della sinistra. Poi è arrivata la condanna alla moglie di Dini, il quale rompe un pò troppo le scatole in parlamento. Ora è partita anche la freccia contro Mastella, un altro "irrequieto" non sempre allineato. Perché Pecoraro Scanio e Prodi non sono stati indagati per il disastro della Campania?

Che casualità, non è vero?

Forse sono vere tutte e due le ipotesi, che vi siano politici un pò corrotti ed un pò vittime. Però vi sono politici corrotti che non diventano mai vittime e guarda un pò, sono quasi tutti di sinistra.

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Università la Scemenza

Un NO secco all'ostracismo religioso della Sapienza viene anche anche dal mio blog che spesso lancia strali contro la Chiesa ed alcune sue posizioni e/o comportamenti inaccettabili.

Non mi piace questa dittatura, non mi piace che il Papa non possa parlare, non mi piace che non possa esprimersi. Questa è tirannide, una tirannide laicista e medioevale, una sorta di ritorsione per quello che la Chiesa fece a Galileo ed a Giordano Bruno: in questo modo, però, si diventa aguzzini come coloro che furono.

Si può criticare fin che si vuole il Papa, io per primo mi schiero contro di lui. Non sono d'accordo quasi su nulla, trovo frane di ipocrisia nel suo Verbo e nelle azioni della sua Chiesa, che così tanto si discosta dalle parole di Gesù.

Però la parola non dev'essere negata a nessuno, tantopiù se si è fatto parlare in pubblico un delinquente come Ahmadinejad. Il Papa, certo, predica la pace anche se la predica razzolando male e questo è comunque meritorio.

Su questo episodio esprimo la mia completa solidarietà al Papa, che difendo come uomo e come rappresentante di un'istituzione avente il diritto di esprimersi: ovviamente, però, quando lo fa ha il dovere di accettare le critiche di chi gli fa notare cose ad Egli scomode.

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16 gennaio, 2008

Anche oggi le comiche

Se non amate le comiche non pagate il canone RAI: al parlamento la maggioranza trasmette solo quelle.

Brevissimo post per sottolineare che Mastella, indagato (cara magistratura inizia ad indagare anche gli esponenti del PD e dei comunisti, please) insieme alla moglie fa quello che avrebbe dovuto fare da due anni: si dimette.

Pronto il solito soccorso di Prodi, che gli dà ragione (manfrina prevedibile).

A questo punto Mastella dice, con un atteggiamento similsconsolato: "Ci penso".

Ora vorrei aprire una votazione: secondo voi cosa deciderà il Mastellone nazionale?

Io ho già una mezza idea, spero di sbagliarmi. Comunque è tutto da ridere che il ministro di Grazia e Giustizia venga messo alla sbarra...dai giudici!!!

Ipotesi: secondo me Mastella, per quanto male se ne possa pensare (e si pensa il giusto), stavolta è davvero una vittima perché dava fastidio all'esecutivo con questi suoi proclami (a Dini che tuonava di non sostenere più la maggioranza non è capitata la stessa cosa? Moglie condannata...) ed allora ZAC! intervento chirurgico dei rossi per mezzo della magistratura ed il problema è bell'e risolto.

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13 gennaio, 2008

Il pulpito di Prodi

La vicenda napoletana dei rifiuti aggiunge l'ignobile al vergognoso.

Protagonista dell'ignobile è Prodi, che invece di stare zitto e nascondersi alza la cresta e si permette di criticare le regioni non solidali e non disposte ad accogliere i rifiuti.

"Ora basta!" ha tuonato Romano, "le regioni devono tutte contribuire allo smaltimento dei rifiuti per senso civico". Ebbene, a me non piacciono le botte ma quando fa queste dichiarazioni mi prudono le mani.

Ma porca di una miseria, da che pulpito e con che diritto questo personaggio ci fa la predica?

Il senso civico, dice: dov'era il senso civico degli amministratori del centrosinistra campani quando in ben 14 anni hanno inciuciato con la camorra? Dov'era il senso civico degli stessi quando hanno rubato due miliardi di euro destinati alla costruzione degli impianti, riducendo invece Napoli ad una pattumiera? E per gentile intercessione del nostro amico GABBIANO URLANTE http://gabbianourlante.splinder.com/ (vedi commento a questo post) dove sono i robespierre dell'informazione che strillano in faccia a Mastella "l'arroganza della politica" e con Bassolino ZITTI E MOSCA.... dov'è la magistratura che INTERCETTA qualunque cosa MA SU BASSOLINO è completamente AFONA? Dov'é il senso civico di Bassolino e della Jervolino che dopo aver causato una mezza guerra civile non hanno nemmeno il pudore di tornarsene a casa e chiudersi nel cesso per la vergogna (per non parlare del fatto che andrebbero messi in galera a vita)? Dov'é il senso civico di Pecoraro Scanio, che non si dimette e continua a fare disinformazione, per di più marciando con la popolazione locale contro qualunque scelta sensata in materia di ambiente?

Ma soprattutto dov'é il senso civico di Prodi che sapeva da più di un anno, che era stato avvertito e che se n'é fregato altamente causando tutto questo bailamme? Perché il Presidente del Consiglio, che continua a fare figure vergognose in Italia ed all'estero, che ha mandato in cocci il nostro paese e che non ha più nemmeno il consenso della sua ombra non torna a Bologna ma rimane invece indecentemente aggrappato alle poltrone insieme al suo esecutivo ed ai suoi senatori?

E poi dicono che la politica crei odio: come si fa a non odiare chi ti rovina?

Zitto Prodi, stai zitto !!!

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10 gennaio, 2008

Termovalorizzatore di Brescia (filmati)

Per chi volesse saperne di più, ecco due filmati sul termovalorizzatore di Brescia, con i soldi dell'emergenza di Napoli se ne potevano costruire 7 (SETTE !!!) uguali. Il termovalorizzatore non produce diossina perché opera a 1100°C, sta ad un km e mezzo dal centro città e nessuno s'ammala.

Filmato 1) Cliccare QUI

Filmato 2) Cliccare QUI

Caro Pecoraro, meglio che tu vada a fare il mestiere che il tuo cognome suggerisce!

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Aiutare Napoli, capitolo 2

Anche ieri sera ho guardato Porta a Porta e mi sono veramente arrabbiato. Seguo la vicenda dei rifiuti con particolare attenzione perché, da emiliano, sono sicuro che l'amministrazione di sinistra della mia regione farà sicuramente carte false per aiutare un'altra amministrazione di sinistra.

Ieri sera ho sentito Errani intervenire dicendo delle banalità che tutto lo studio ha liquidato con disinteresse. Errani, presidente di sinistra della regione Emilia-Romagna, ha affermato che tutte le regioni d'Italia dovrebbero contribuire a soccorrere Napoli mettendo a disposizione le loro strutture perché l'emergenza è, di fatto, nazionale e non confinata entro limiti regionali. Anch'io penso esattamente la stessa cosa, ma vi sono profonde differenze tra il pensiero di Errani ed il mio.

Innanzitutto l'emergenza va affrontata per senso di solidarietà con i napoletani e non per manovre politiche. L'improvvisato intervento di Errani (l'unico non richiesto) in trasmissione ha mostrato che in realtà egli ha ragionato in termini di visibilità politica e non in termini di solidarietà sociale. Se così non fosse stato, infatti, Errani avrebbe evitato di intervenire con discorsi già fatti e ripetuti, limitandosi a dare la sua disponibilità durante il consiglio delle regioni con un elegante basso profilo. Il suo intervento per dire cose ovvie e già trattate, invece, lo espone ad una visibilità personale indecente (ma i sindaci emiliani e romagnoli sono stati interpellati?) ed lo marchia del più bieco populismo, una sorta di guardate-quanto-siamo-generosi-noi assolutamente fuori luogo. In questo Errani mi ha fatto vergognare di essere emiliano, ha cercato di dimostrare che qui si è infinitamente buoni, compassionevoli e soprattutto coglioni.

Perché coglioni, direte voi? Veniamo al secondo punto: Errani si è ben guardato di porre dei paletti ma ha fatto un discorso che lasciava intendere una soluzione sine die, non provvisoria ma praticamente definitiva. Il Presidente dell'Emilia Romagna non ha menzionato alcuna condizione per l'assunzione di quest'onere, ha semplicemente detto che "è dovere di tutte le regioni collaborare"guardandosi bene dall'aggiungere "fino all'entrata in funzione dell'inceneritore di Acerra che dovrà essere costruito e funzionante in tempi rapidissimi". Mi preoccupa molto questa disponibilità incondizionata dell'Errani, non vorrei (e ci sono già molti segnali in questo senso di cui parlerò in seguito) che l'amministrazione campana scaricasse su di noi i propri problemi.

Personalmente sospetto una tattica sottile: non appena Napoli venisse liberata dall'immondizia, in Campania non si costruirebbero gli inceneritori né i CDR, non si preparerebbero altre discariche e tantomeno si attuerebbe una raccolta differenziata seria, così la sinistra potrebbe accaparrarsi i voti dei campani finalmente liberi di sporcare senza ritegno mentre qui in Emilia Romagna arriverebbero tutti i rifiuti da loro prodotti: in questo caso la sinistra con un puro calcolo politico salverebbe capre e cavoli, visto che qui da noi il voto è così radicato che comunque, pur perdendo qualche punto percentuale, vincerebbe lo stesso come da tradizione.

Qui, in Emilia Romagna, gli inceneritori ci sono e funzionano bene, pochi si lamentano (solo gli ignoranti guidati - ma guarda un pò, dagli ambientalisti) e nessuno fa blocchi. Non appena le centrali vengono costruite, poi, si capisce che i disastri paventati dagli ecologisti erano tutte bufale e si coltiva il mais o si fanno pascolare le mucche a duecento metri dalla centrale, cosa che invece a Napoli accade sopra discariche abusive piene di liquami tossici. Perfino Vespa ieri sera ha portato l'esempio della centrale di Porto Marghera, sul camino della quale egli ha allungato una mano e dopo averla odorata è rimasto stupefatto del fatto che fosse perfettamente pulita. Non si capisce quindi perché anche la Campania non si debba dotare di strutture simili se non per i giochini politici di Errani e del governo.

Quanto poi ai segnali che ci giungono dai napoletani, incomincio a preoccuparmi ed ad indignarmi. Anche ieri sera vi era il collegamento in esterna con gli abitanti interessati dal problema delle discariche: essi protestavano perché, effettivamente, la discarica situata vicino al loro paese aveva in passato provocato tumori e malattie. Ebbene, quando si è passati a parlare della necessità di costruire i termovalorizzatori come quelli presenti in tutto il Nord, la gente rumoreggiava, si ribellava e faceva ampi segni di NO con le braccia. Ho sentito inoltre che in alcuni cortei ci si opponeva con un NO assoluto anche ai termovalorizzatori (vedere post sul termovalorizzatore di Brescia, cliccare QUI).

Ebbene, voglio dire questo ai campani: se credete di farci scemi siete completamente fuori strada. L'Italia è disponibile a darvi una mano ma in cambio di scelte precise, responsabili e rapide. In caso contrario, cari napoletani, campani e soci, terrete l'immondizia nelle vostre strade perché anche noi siamo capaci di scendere in piazza e fermare i camion. In Sardegna già lo stanno facendo. Non crediate di fare i furbi come al solito e di sfruttare la bontà a vostro vantaggio perché vi trovereste contro l'Italia unita, me per primo ed in prima linea. Noi siamo capaci di arrabbiarci molto, ma molto più di voi e siamo pronti a tutto se ci sentiamo presi per i fondelli.

Sappiatelo ora perché poi non vi lamentiate di un razzismo inesistente.

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08 gennaio, 2008

Aiutare Napoli

Lunedì sera ho visto la trasmissione Porta a Porta sui rifiuti a Napoli.

Le risposte del governo sono state scandalose per non dire vergognose: addirittura Enrico Letta, Scanio e Bassolino fantasticavano di ipotetici siti in gestione all'esercito capaci di accogliere i rifiuti, cosa immediatamente smentita nel corso della trasmissione che ha svergognato i detti personaggi, i quali non sapevano da che parte sbattere la testa per inventarsi soluzioni improvvisate ma soprattutto per sottrarsi al fuoco di fila delle domande e delle accuse.

Governo assente, rimpallo delle responsabilità, Pecoraro Scanio imbarazzato (ed imbarazzante) che dopo aver sfilato e ringhiato con le popolazioni locali per un "NO" a tutto (discariche, impianti e termovalorizzatori) ora si trova costretto ad approvare la loro costruzione e cerca di motivare la sua scelta: in pratica questo atto significa che dopo aver avuto anch'egli la responsabilità di cacciare in questo guaio la Campania va talmente male che qualunque soluzione alternativa va bene. Terrificante e rivoltante pensare che questo signore sia ministro dell'ambiente, lo stesso che ci vuole tagliare fuori dall'Europa dicendo NO alla TAV e che ci ha costretto a dipendere dagli arabi facendo terrorismo informativo contro le centrali nucleari che tutti gli altri stati hanno, che sono sicure e che funzionano pure bene.

Abbiamo assistito in trasmissione ad un Bassolino con l'occhio lucido che sembrava più che altro un bassottino, visto com'era stato bastonato, mentre la gente, inferocita, urlava e spingeva la protesta fino alla guerra civile. Unico momento di cipiglio, vergogna delle vergogne, è stato quando hanno chiesto a Bassolino se intendeva dimettersi: la paura di perdere il posto gli ha sciolto magicamente la lingua, solo in quel frangente è venuto fuori il suo carattere combattivo ed il discorso è stato più o meno questo: il comandante non abbandona la nave che affonda.

Ebbene, in primo luogo un simile paragone richiederebbe che il comandante morisse con tutto l'equipaggio, eroicamente. Facendo le debite proporzioni occorrerebbe quindi che qualche tonnellata di immondizia fosse sversata nel salotto del suddetto e contro i muri di casa sua (che invece immaginiamo lindi come sale operatorie) così, tanto per solidarizzare un pò con i napoletani. Il comandante che affonda mica tiene nascosta una scialuppa per sé, o no?

In secondo luogo, questo incredibile discorso rasenta l'assurdo perché in tutti i paesi del mondo tranne quelli dittatoriali (ed in Italia ci siamo pericolosamente vicini) un esponente politico che provocasse una simile catastrofe verrebbe mandato a casa, se non in galera, immediatamente. Dire che Bassolino deve rimanere alla guida della regione perché "ha capito i suoi errori e perché non li ripeterà più" è come affermare che un omicida deve rimaner fuori di prigione perché non reitererà più il reato: la punizione, secondo questo incredibile modo di ragionare, non si comminerebbe per l'evento causato ma in base al probabile evento futuro. Se adottassimo lo stesso metro dovremmo rilasciare un assassino perché non può più ri-uccidere la vittima, il ladro perché non ruberà più la stessa vettura e lo spacciatore perché non venderà più la dose a colui che s'é impasticcato e c'è crepato.

Bene, questa è la situazione in Campania dopo la disastrosa gestione della sinistra che ormai dura da moltissimo e spero vivamente che gli elettori non solo campani ma di tutta Italia capiscano cosa significhi affidare alle sinistre la propria regione ed il proprio paese, visto che Prodi e compagnia bella stanno gestendo su piano nazionale ed in altri ambiti la politica dello sfracello allo stesso modo di come gli attuali esponenti della regione Campania l'hanno gestita a Napoli.

Ora però c'é da pensare all'immediata emergenza e poiché non si può lasciar morire la gente di malattia né sembrano profilarsi rimedi credibili sul territorio campano c'é da chiedersi se le regioni in possesso di termovalorizzatori non possano, d'accordo tra loro, eseguire un piano di sostentamento per la Campania offrendo di dividersi il lavoro e smaltire in via provvisoria (e soprattutto a termine) l'immondizia napoletana per un anno, in modo da consentire nel frattempo la costruzione dell'impianto di smaltimento di Acerra.

Questo, ovviamente, con tutte le garanzie del caso e soprattutto A SCADENZA perché se così non fosse siamo sicuri che non appena i rifiuti venissero rimossi prenderebbe il sopravvento l'inerzia ed il fatalismo, facendo slittare all'infinito la costruzione dell'impianto ed addossando, di fatto, l'onere alle altre regioni.

Da italiano residente a Ferrara farei volentieri uno sforzo per altri italiani a patto che non ci vogliano poi fare fessi. In Italia, ho sentito, vi sono più di una cinquantina di inceneritori: una quota di smaltimento proporzionale per ciascuno di essi sarebbe tollerabile e potrebbe tamponare la situazione liberando la gente di Napoli da terribili e disastrose conseguenze. Il tutto ovviamente a spese della giunta comunale e regionale in primis e poi della regione Campania, così anche i cittadini, quando dovranno pagare la bolletta dei rifiuti, si sveglieranno dal loro proverbiale torpore e capiranno che San Gennaro non li aiuta se non sono loro i primi ad aiutarsi.

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04 gennaio, 2008

Vedi Napoli e muori

Ebbene sì, quando sento alla radio certe notizie un pò antimeridionalista lo divento. Napoli anno zero. Come l'anno scorso, anch'esso zero e l'anno prima, zero pure quello.

Napoli, dove la logica ed il buonsenso non albergano, tutti producono spazzatura ma nessuno la vuole smaltire: potrebbe sembrare un problema regionale (in fondo io abito in Emilia, che mi frega?) invece non lo è. Non lo è innanzitutto perché sono italiano, esattamente come un napoletano, un calabrese od un siculo. Qui sta la differenza: il senso civico e da italiano mi dispiace che altri italiani si trovino in questa situazione. Nel nord ogni città ha il suo inceneritore attivo od in via di costruzione e grazie a ciò si producono pochissimi rifiuti, tanto che da noi la raccolta differenziata è già una consolidata abitudine. Di fronte a casa mia ho un bidone per la raccolta del vetro ed uno per quello dell'alluminio. Ebbene, sento in continuazione gente che, diligentemente, versa i propri rifiuti nei due appositi contenitori. Io stesso faccio molta attenzione alla raccolta differenziata, non mi costa che pochi secondi al giorno ma so che produce notevoli benefici alla società (e risparmi per lo stato, che poi sono soldi nostri). Questo risparmio viene però assorbito da regioni indegne di una società europea che colludono con la camorra, continuano a burocratizzare le istituzioni ed attuano rimedi assolutamente costosi ed inefficaci, come l'introduzione dei cosiddetti "commissari" che non decidono nulla, che vengono rottamati (loro sì!) in continuazione e che si circondano di staff strapagati dei quali gli altri cittadini d'Italia si devono far carico. Senza contare che lo smaltimento dei rifiuti, quando essi vengono portati in Germania, costa tantissimo e che quindi la regione Campania, sempre a corto di denaro, poi viene ad elemosinare i soldi dalla stato.

Francamente mi dispiace fare una distinzione tra "noi" e "loro", in fondo abitiamo tutti sotto il tricolore ma questa è la realtà tragica che ci divide. Non sono le innocenti abitudini quotidiane né i dialetti incomprensibili ma un modus vivendi efficientista che si scontra con uno fatalista e, diciamolo pure senza ipocrisìe, menefreghista.
I campani, poi, ci mettono del loro: non è difficile capire che appena la regione o chi per essa trova un sito di stoccaggio alternativo rimedia solo provvisoriamente all'emergenza: il sito si riempirà in breve tempo e saremo daccapo. E' anni che l'emergenza impone di trovare "siti alternativi" per ecoballe e similari ma appena i rifiuti vengono levati dalle strade, la gente invece di tirare i pomodori ai politici per costringerli nel frattempo a creare i famosi inceneritori se ne va tranquillamente a casa fregandosene fino alla successiva emergenza.

Per chiarire, anche da noi vi sono polemiche e proteste, purtroppo l'effetto NIMBY colpisce anche le nostre province: però la gente è più consapevole e moderata nei giudizi, sa perfettamente che l'alternativa allo smaltimento dei rifiuti è quello di invitare i topi a pranzo e molti di noi evitano di protestare.

Ora, mi sembra una cosa incredibile che in tutto il mondo vi siano impianti per il trattamento e l'incenerimento dei rifiuti mentre da noi non li si voglia, così come per le centrali nucleari. Forse che un napoletano sia più a rischio estinzione di un tedesco, un francese od uno svedese? Non direi proprio.

Napoli è una città bellissima, la sua cultura è millenaria e le sue tradizioni sono uniche al mondo, la gente poi è particolarmente intelligente: io conosco alcuni napoletani trapiantati qui al nord, sono lavoratori abili ed eccezionali, migliori anche di noialtri "nordici". Il problema però è che l'ambiente che si creano intorno è ostile e sono del tutto incapaci di autogestirsi, infatti solo imponendo loro le regole del nord essi fanno fruttare al massimo le loro qualità. La scuola mi ha sempre insegnato che l'intelligenza è niente se non si possiede il metodo per sfruttarla al meglio. In questo Napoli non è l'eccezione, è la regola.

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