Libere Risonanze: febbraio 2009

23 febbraio, 2009

Francé, fàcce rìde...

Vi sono persone che non sanno quel che dicono ed invece di esprimere qualcosa che li faccia apprezzare, nel loro desiderio di onnipotenza appena aprono bocca fanno uscire frasi perniciose ed autolesionistiche.
Lasciamo stare i soliti strali ed i luoghi comuni già ritriti da secoli contro il cavaliere che ormai lasciano tutti indifferenti: anzi, c'é chi, dopo due giorni di mancate invettive contro Silvio da parte dei surrogati di Veltroni si chiede allarmato se gli esponenti della sinistra non siano tutti a letto in isolamento con una grave malattia infettiva.
Comunque sia, Franceschini ha davvero superato ogni fantasia masochistica affermando un concetto che ai più è sfuggito ma che dovrebbe invece far meditare.
In occasione della sua elezione alla guida del partito, esibendosi baldanzosamente come l'uomo giusto al posto giusto (ovvero in un partito mediocre) Francé facendosi prendere dal demone della leadership ha affermato spavaldamente e temerariamente "gli errori di Veltroni sono anche i miei errori".
Ora, logica vuole che siccome Veltroni si è dimesso proprio a causa di questi errori anche Francé si dovrebbe ritirare dall'agone politico, avendo appoggiato incondizionatamente Walter (lo dice egli stesso) ed essendo successivamente con egli caduto in disgrazia.
La magìa dell'incoerenza che alberga nel PD e che ne fa la macchietta italica per eccellenza, invece, permette a Veltroni che fu l'artefice dell'attuale linea politica di cadere fragorosamente e colloca al suo posto il suo secondo, il quale dispone di meno capacità politiche del suo capo pur avendo dichiarato di aver fatto gli stessi errori.
A questo punto per quanto sia difficile scegliere e fare dei distinguo quando il livello politico è così basso, se fossi un elettore di centrosinistra alla fotocopia preferirei comunque l'originale, ma si sa che la sinistra parte a tavoletta con propositi che paiono spaccare il mondo e poi partoriscono il nulla od addirittura la classica zappa che i "compagni" amano tirarsi regolarmente sui piedi.
Berlusconi ringrazia ancora una volta.

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22 febbraio, 2009

Non in mio nome, Franceschini!

Oggi si è consumata l'ennesima pagliacciata della sinistra con il giuramento di Franceschini sulla costituzione (non richiesto) di fronte ad uno sparuto drappello di tifosi nella sua città, Ferrara.
Franceschini ha cominciato a tessere le lodi di Ferrara come città antifascita, civile, solidale e da sempre tutta schierata con la sinistra ed i sinistri.
Si dà il caso, però, che anch'io sia di Ferrara, che io sia ferocemente anticomunista e che la sinistra mi stia simpatica come un calcio nei coglioni: inoltre bisognerebbe informare Franceschini che qui da noi moltissimi ferraresi sono incazzati come vipere con i suoi compagni di partito e con tutti i suoi adepti, per cui sarebbe bene che quando parla di Ferrara il Sig.Franceschini evitasse di generalizzare.
Se vi sono avversari fieri e degni di essere chiamati tali ebbene, questi siamo noi, punta di diamante di un'opposizione fiera e combattiva, in crescita esponenziale ed immersa in una realtà locale difficile che avversiamo con tutte le nostre forze e con la quale ci scontriamo ogni giorno, quando invece per convenienza od apatìa potremmo uniformarci e godere dei vantaggi dell'essere sinistro in una città a maggioranza sinistra.
Siamo noi i più fieri e leali soldati del centrodestra, siamo noi che ci indignamo quando a nostro nome si fanno partire falsi messaggi da una città che non ha certo bisogno delle standardizzazioni attribuite dal Sig. Franceschini per vivere la sua normale realtà di maggioranza ma anche di opposizione.

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18 febbraio, 2009

Leader da bruciare cercasi

Dopo la caduta di Veltroni nel PD si apre la caccia a colui che dovrà prendere in mano la patata bollente di un partito putrefatto e senza speranze di resurrezione.
Si ha la sensazione, cioé, che a comandare nel PD non sia il segretario eletto ma il vincitore oscuro di altrettante oscure lotte intestine fatte di intrighi, veleni, sgambetti ed odi mai sopiti bensì solo nascosti sotto il tappeto.
Il Partito Democratico si definisce molto irrealisticamente "coeso" per addolcire la bocca di coloro che nel PD credevano e che da bravi boccaloni preferiscono sentirsi raccontare una dolce panzana anziché affrontare una tremenda verità.
Questo comportamento sociale dei sinistri non deve però sorprendere perché è sempre stato una costante da quando esiste il PCI. Se infatti andiamo ad analizzare le balle sparate dalla sinistra nel passato, risulterà che questo comportamento è perfettamente in linea con quando essa da sempre ama divulgare, ovvero che la verità non è l'evidenza lampante ma è ciò che afferma il partito.
In Unione Sovietica il partito raccontava che tutto andava bene, che il socialismo era il miglior bengodi mai concepito dall'uomo e che l'occidente era Belzebù in persona. Si magnificavano le imprese di Gagarin (ridicolizzando i viaggi sulla Luna del programma Apollo - ricordate? si diceva che era tutta una montatura), non si perdeva una guerra (mentre gli americani riempivano di botte gli eserciti sovietici), il cibo era sufficiente ed abbondante per tutti (poi in segreto si elemosinavano le derrate alimentari agli Stati Uniti) e si raccontava che tutto ciò al di fuori del muro di Berlino fosse corruzione, violenza e sopruso ma si fucilavano gli oppositori politici e si massacrava la povera gente.
Insomma, il DNA della sinistra non mi sembra poi tanto cambiato. Tornando ai giorni nostri, chi non ricorda il sorriso pacioso di Prodi quando raccontava urbi et orbi che il suo governo era unito e forte, che non c'erano contrasti al suo interno ma solo "punti di vista" e che egli sarebbe rimasto in carica per l'intera legislatura mentre ministri ed onorevoli dell'allora maggioranza facevano a seggiolate? Chi ricorda la frase che Berlusconi disse a Prodi sull'utile idiota?
La stessa cosa di allora accade ora nel Partito Democratico: "il progetto del PD è valido, solo dobbiamo cercare più coesione tra noi" si afferma. Fa sbellicare dalle risate quel suffisso "più", come se vi fosse coesione ma non abbastanza, quando invece sanno anche i sassi che di unità nel partito non se ne trova nemmeno una briciola. E poi quel bonario invito a "cercare coesione" la dice tutta sull'ipocrisia della sinistra: a parte che è da secoli che la sinistra si propone di essere coesa, comunque sarebbe come dire che sì, possiamo raggiungere la stella Aldebaran, solo dobbiamo trovare un modo per arrivare alla velocità della luce. Una quisquilia, insomma, ci siamo quasi...
Quanto alla validità del progetto PD in senso stretto io ho i miei dubbi perché come avevo già ripetuto in passato il Partito Democratico sembra essersi ficcato in un vicolo cieco nel quale ogni via d'uscita conduce alla distruzione.
Se il PD andrà alle elezioni da solo perderà sempre ed il suo elettorato si disaffezionerà gradualmente perché capirà di batosta in batosta che quello di Veltroni è un progetto perdente.
Se il PD si alleerà ancora con la sinistra radicale prenderà una batosta ancora peggiore e repentina, perché dopo aver fatto una figuraccia alla guida del governo passato nel quale la rissa era l'unico ordine del giorno ora nessun italiano con un minimo di senno si sognerebbe mai di avvallare una simile innaturale alleanza.
Se il PD si sposerà con Di Pietro verrà letteralmente fagocitato da quest'ultimo: l'opera di distruzione, come si può vedere facilmente, è già iniziata.
Se il PD farà la follìa di accordarsi con Casini accadranno due cose: la prima riguarda l'UDC che perderà quasi tutto il suo elettorato esattamente come è accaduto dopo il matrimonio tra DS e Margherita, perché mettere cattolici e sinistri insieme è come costringere all convivenza Don Camillo e Peppone. La seconda è che anche l'ala sinistra (quella dalemiana) del PD se ne andrà sbattendo la porta e frammentando ulteriormente il partito che a questo punto farebbe la fine di una supernova.
Insomma, nel PD l'unica possibilità di una timida ripresa è quella di aspettare che il governo faccia un errore tale da far incazzare tutti gli italiani, ipotesi peraltro remota visto che la Lega ed il PDL procedono piuttosto spediti sulla strada delle riforme e pur con qualche sporadico distinguo sembrano andare d'amore e d'accordo.
Nel frattempo, mentre il PD aspetta come nel Deserto dei Tartari un avvenimento che non avverrà mai, nel partito si deve pur eleggere lo sfigato di turno che si prenderà tutto il biasimo e che rovinerà la sua carriera politica trascinandosi da batosta elettorale in batosta elettorale. Non a caso si parla di "reggente" e non di segretario, come dire che in attesa di qualcuno che voglia mettersi sulla testa la corona del re si elegge un fantoccio. Mah.
Il poveretto a cui toccherebbe la pubblica esecuzione potrebbe essere Bersani o Franceschini (e lo dico con una nota di simpatia umana, di certo non li invidio), ovvero gente sacrificabile che nel partito conta come il due di coppe quando l'asso è bastoni; non a caso nessuno dei vecchi leaders storici si è fatto avanti (conosciamo bene il loro attaccamento alla poltrona e sappiamo che una macchia in tal senso rappresenterebbe la fine della loro carriera). Adottando invece questo stratagemma di sopravvivenza i vari D'Alema, Fassino, Bindi etc..., ovvero i veri capi storici del partito potranno tranquillamente continuare a litigare nel backstage del teatrino avvelenandosi vicendevolmente la minestra mentre sul palco un poveretto viene messo lì a prendere i pomodori in faccia tentando di raccontare che nel parito si tuba come colombe al tempo degli amori.
Nel Partito Democratico l'era del ridicolo continua...

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Fuori uno sotto un altro

E così si conclude ingloriosamente l'avventura di Veltroni alla guida del PD dopo una frana in campagna elettorale, una debacle a Roma e la Caporetto della Sardegna.
Ma siamo così sicuri che sia solo di Veltroni la colpa per tutto questo disastro? Secondo me no.
Certamente Veltroni con il suo comportamento ondivago, la sua inerzia politica, la proverbiale navigazione a vista che lo sballottava passivamente come una zattera in mezzo all'uragano tra prove di dialogo, improvvisi irrigidimenti, voglia di costruire "qualcosa di nuovo" pur tenendosi ancorato "al vecchio" (il che è un ossimoro) oltre che ad inciuci ed odi con di Pietro non lo hanno certamente aiutato.
E' certamente vero che Veltroni sia stato un "leader" debole così come lo era Prodi, inascoltato da tutti e ridicolizzato nel suo autoritarismo da spaghetti western perfino dalla Jervolino.
Ma ridurre la crisi del partito alla debole personalità di Walter significa compiere un errore madornale perché non si tratta di cambiare chi va alla guida della baracca, ma il percorso che alla baracca si fa fare.
Per intenderci, nessun leader politico potrà mai evitare le batoste al PD quando i suoi esponenti e parte del suo elettorato trovano sempre una giustificazione per difendere lo stupratore di turno, il romeno o megrebino che ammazzano il povero malcapitato o quando si favorisce l'immigrazione selvaggia fregandosene altamente di ciò che chiede l'opinione pubblica, ovvero durezza, certezza della pena ed inflessibilità.
La sinistra non ha ancora capito che la democrazia non viene dall'alto ma dal basso e che se il centrodestra dilaga è perché la linea politica che il popolo desidera è esattamente quella espressa dal governo Berlusconi. La sinistra, invece, soffre sempre del mal di Cina dove è l'establishment politico a scegliere cosa il popolo deve o non deve accettare. In una democrazia, invece, è esattamente il contrario: non si può imporre una scelta alla gente quando è la gente stessa, per mezzo di regolari elezioni, che impone la sua. Gli italiani hanno votato una coalizione affinché mettesse mano alle storture che portano un giudice a rilasciare dopo pochi giorni un assassino: ebbene, latrare contro la volontà popolare difendendo i giudici o peggio, i delinquenti, non può essere che autodistruttivo al massimo grado.
Accarezzare sempre la testa del clandestino (o dell'immigrato) che sbarca e poi si perde nell'oblìo di un quartiere in cui esso spaccerà droga, violenterà una donna o ubriaco investirà uno dei nostri figli non è, di fatto, molto popolare a meno che non si sia dei masochisti.
Parimenti il non prendere una posizione netta su alcunché, abusare del "sì ma..." ha stancato gli italiani che finalmente hanno deciso di buttare a mare tutti coloro i quali si rendono complici direttamente od indirettamente di un giurassico modo di fare politica. E' questo il motivo per il quale la Lega sta riscuotendo tanto successo: alla gente piace il decisionismo.
L'elettore, insomma, ha capito che le ideologìe non portano da nessuna parte e confronta pari pari l'operato di un governo efficiente e produttivo con quello di un'opposizione che non è nemmeno in grado di dire un no sincrono. Dalla valutazione dell'evidenza dei fatti, quindi, emerge che se la sinistra non riesce nemmeno a fare l'opposizione non è ovviamente nemmeno lontanamente in grado di governare un paese intero.
In queste condizioni, quindi, qualunque leader politico non si troverebbe altro nelle mani che la corda per traghettare il partito verso un'eutanasia annunciata: se poi tali "capi" si chiamano Franceschini o Bersani i quali quando parlano favoriscono il sonno, credo proprio che il centrodestra potrà vivere di rendita per due lustri almeno.

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08 febbraio, 2009

La vita si sconta morendo?

Beati voi, che sapete esattamente cos'é la morte e cos'é il coma, che potete decidere sulla base di dati "certi", che sapete capire se Eluana soffrirà più stando per sempre su un letto od al contrario, nel morire di fame e di sete.
Beato Lei, Papa Benedetto, che capisce tutto, che dà del tu a Dio, che sa valutare e quantificare la sofferenza umana, che sa gestire la vita con assoluta fermezza anche quando essa diventa peggio della morte.
Beati Voi, cari interventisti, che sapete sempre esattamente cosa fare, che potete staccare una spina con freddezza e lucidità procurando la morte di una donna innocente senza rimorsi, che siete decisi e forti di una solida coscienza pragmatica.
Invece io, essere umano pieno di dubbi, sono fortemente combattuto: perché pur da credente, a differenza del Papa, comprendo che la pietà talvolta supera la sacralità della vita ma al tempo stesso al contrario, nonostante mi affanni a mettere in campo tutta la logica possibile, emerge dalla mia coscienza una vocina che mi chiede se non sia meglio salvare la vita ad Eluana.
La scienza insegna che è impossibile formulare una qualsiasi tesi se non si parte da basi certe e quindi allo stesso modo è impossibile parlare del miglior destino per Eluana se non si sa prima esattamente cosa siano l'anima, la morte, la vita, la coscienza ed il coma.
Certo, possiamo discorrere filosoficamente di ciò che a noi sembra meglio, ma siamo sicuri che ciò che pensiamo sia effettivamente la soluzione più giusta per chi soffre e non semplicemente uno specchio della nostra coscienza riflesso su una realtà altrui?

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03 febbraio, 2009

E bravo Guzzanti!

Di Sabina meglio non parlarne, è già stato detto tutto in passato, è come sparare sulla croce rossa. Direi, più rossa che croce.

Di Guzzanti Sr. invece ne parliamo.

Sì, perché Paolo Guzzanti ha deciso un atto (per lui) clamoroso: quello di abbandonare il PDL. O meglio, di clamoroso non c'é proprio nulla, perché questo gesto è risibile e per nulla coraggioso.

Se Guzzanti fosse stato coerente con la sua decisione avrebbe rimesso il mandato, visto che è stato eletto proprio grazie alle liste di quel "mostro" di Berlusconi.

Col cavolo!

Accade invece che il suddetto non si dimetta e passi ad un altro partito, quello dei "liberali", continuando quindi ad incassare i soliti emolumenti da parlamentare.

Hai capito il Follini versione 2009?

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