Libere Risonanze: Chirac: pacifisti, ed ora come la mettiamo ?

30 marzo, 2006

Chirac: pacifisti, ed ora come la mettiamo ?

--- Vecchio Articolo ---
Ed eccoci finalmente a scrivere sulla miopìa politica del pacifismo italico, sempre volto a cercare trame asimmetriche per giustificare le sue nefaste posizioni politiche nonché immediatamente pronto ad ammantarsi dell'appoggio di improbabili alleati, come alcuni capi di stato esteri che per un motivo o per l'altro si sono in passato opposti alle tesi della guerra preventiva adottata dagli Stati Uniti D'America.

Per contrastare e mettere all'angolo questo pacifismo becero e fazioso, infatti, non occorre far molta fatica ma è sufficiente aspettare sulla riva del fiume ed attendere il cadavere secondo un saggio e lungimirante detto cinese. La situazione che vede oggi i pacifisti in empasse ricalca esattamente quella verificatasi a causa delle cretinerie ambientaliste sul rifiuto delle centrali nucleari con il risultato, come da previsione, di dover vivere in un clima di austerity finché i cittadini italiani non avranno svernato. Per colpa dell'autolesionismo ambientalista, infatti, ci ritroviamo a dover tagliare l'approvvigionamento di gas, a pagarlo ovviamente carissimo per via della legge del mercato e financo a dover inquinare l'ambiente più che con le centrali nucleari (le quali a dispetto delle cassandre verdi non sono più esplose) essendo noi costretti a bruciare olio combustibile per supplire al gap energetico.

Ma torniamo a noi: in questo contesto fa sorridere la dichiarazione rilasciata da Jaques Chirac alcuni giorni orsono. Il premier francese ha infatti dichiarato che "nel caso di un attacco terroristico in Francia, l'Eliseo si riserva l'opzione di colpire anche con armi non convenzionali i paesi i cui governi siano complici di tale atto criminoso". In tale frase si annida quindi la minaccia del ricorso ad armi nucleari, dal momento che gli agenti chimici sono stati vietati dal Protocollo di Ginevra e quelli batteriologici sono in via di smaltimento a causa dei rischi epidemiologici pandemici non confinabili in un'area ristretta.

Dopo questa dichiarazione, inutile dirlo, i sostenitori dell'arcobaleno che si erano sperticati in lodi nei confronti del pilatesco Chirac in occasione dell'attacco anglo-statunitense all'Iraq ora avranno da ricredersi e molti striscioni pro-Chirac si suppone debbano essere bruciati (così almeno i pacifinti potranno risolvere in parte il problema del riscaldamento esposto sopra).

Proprio in questa sede ho detto, confermato e ripetuto ad ignoranti e/o ipocriti pacifinti intervenuti nei dibattiti antecedenti che Chirac non è mai stato un pacifista ma che è sempre stato un nazionalista, un personaggio per cui l'interesse della Francia viene prima di quello dell'Europa e sicuramente antecede quello dell'Occidente intero. Mi si rispose con invettive ed offese, mi si disse che Chirac era "un grande uomo politico", che amava la pace, i poveri, gli oppressi e che finalmente un capo di uno stato civile aveva offerto ai paesi sottosviluppati un ramoscello d'Ulivo (ogni riferimento a Prodi è del tutto voluto).
Io che nei paesi subsahariani sotto il controllo francese ho lavorato per molti anni e che quindi conosco molto bene, risposi che i francesi sono come le cavallette poiché depredano le nazioni che Parigi controlla a livello politico, incuranti di ciò che accade all'estero purché questo non accada alla Francia.

E, come al solito, avevo ragione.

Il voltagabbanismo di Chirac, infatti, è dovuto ad una precisa considerazione: egli ha cercato di glissare sull'assunzione di responsabilità politiche nella lotta alle dittature ed ai terrorismi, forte del fatto che il World Trade Center fu abbattuto non nel suo paese ma al di là dell'Atlantico, che gli attentati in metropolitana avvennero a Londra e che i bambini massacrati nella scuola risiedevano a Beslan.

Nella sua miopìa politica, però, Chirac non si è accorto che il terrorismo aggressivo del nuovo millennio non distingue tra paesi orientati alla diplomazia o dediti all'interventismo ma solo tra paesi incivili e civili, con la predilezione per vari Al-Zarquawi di colpire questi ultimi appoggiandosi a dittatori che finanzino le loro imprese, come Saddam Hussein od i Talebani.

Chirac, forte dell'appoggio della stupidità pacifista (che porta un beneficio solo nell'immediato ma che sul un lungo periodo si dimostra disastrosa) ha navigato per due anni coltivando l'arcaica visione del mondo secondo cui ciò che accade in casa degli altri non deve riguardare paesi terzi finché poi non si è trovato anch'egli con le spalle al muro. Tutto è cominciato con le minacce alla Francia da parte dei fondamentalisti per le leggi che impedivano l'ostentazione del velo, poi si è passati alle minacce vere e proprie di Bin Laden, il quale ha incluso i transalpini tra i vari Satana che gli sovvengono periodicamente nel cervello, successivamente si è passati alle rivolte degli immigrati (i casseurs - ricordate ?) ed infine si è assistito alle demenziali affermazioni di Mahmud Ahmadinejad sulla cancellazione dello stato d'Israele, sulla ripresa dei programmi nucleari (a cui Parigi ha finalmente risposto facendo la voce grossa e chiudendo i negoziati) e sulla bieca alleanza Iran-Siria stipulata pochi giorni orsono, che non promette nulla di buono nel campo della politica estera. Chi invece aveva appoggiato la guerra preventiva si è trovato sì a sacrificare i propri soldati ma alla fine ha visto con soddisfazione la crescita democratica dei paesi temporaneamente presidiati, sfociata in ultima analisi in un inaspettato successo alla prova elettorale.

Essendosi così evoluta la situazione e dopo aver dormito mentre gli altri agivano, Chirac si è svegliato, tra l'altro pronunciando un'affermazione risibile. Le bombe atomiche non servono per abbattere i dittatori, sono sufficienti la determinazione di una diplomazia credibile che imponga ultimatum rigidissimi e se questa non basta, il ricorso alle armi convenzionali.

Per i pacifinti invece, basta una lacrimuccia ed una foto di baffone, visto che Schroeder ha lasciato il posto alla Merkel ed il paladino Chirac ora vuole atomizzare il globo.