Libere Risonanze: Dissertazioni sul terrorismo

30 marzo, 2006

Dissertazioni sul terrorismo

--- Vecchio Articolo ---
New York, Madrid, Londra. Capitali unite dalla linea di sangue che sgorga dal fanatismo e dall’abuso, esercizi perversi alimentati dalla sciocca illusione che il mondo tremi per le vigliacche porcherie di piccolo branco di animali.

E’ un pò la stessa filosofia degli idioti che gettano i sassi da un ponte colpendo nel mucchio ed esaltando il loro ego con gli amici al bar; questi rifiuti della società, anzi, delle società, credono di poter asurgere a modello dell’Islam e pensano di poter rappresentare una pietra miliare di un leggendario nonché risibile progetto politico, di una fazione religiosa fai-da-te o di un clan di qualsivoglia fattezza purché di natura antioccidentale; costoro però non si rendono conto di essere burattini con i fili tagliati, schegge vaganti e senza alcun valore di una società primitiva da tempo spazzata via dalla tecnologia e dalla globalizzazione.

Queste bestie, dicevo, sono esattamente come coloro che gettano i sassi dai cavalcavia. Vogliono essere qualcuno, vogliono far parlare di sé, vogliono sentirsi temuti e rispettati. Ad essi non importa della differenza che separa bene e male. A questi assassini basta far parlare di sé, perché il loro vero nemico è l’oblìo.

In questo contesto, che se non fosse per il rispetto per le vittime potrebbe essere definito come “pagliacciata”, eccoli insinuarsi come scarafaggi nei siti internet per scaricare la colpa delle loro azioni su “Allah”, che secondo questi malati di mente ispirerebbe azioni violente, suggerirebbe esecuzioni, detterebbe proclami politici. Esattamente come coloro che lanciano il sasso ed in tribunale invocano l’infermità di mente quale alibi per le loro demenziali imprese, questi fanatici non combattono con l’arma dell’intelligenza, della dialettica e delle idee ma con quella dell’odio e dell’impotenza. Ricalcando questa linea, anche se con modalità diverse, molte analogie comportamentali simili possono essere ravvisate nei black block, nei pacifinti e nei sinistri i quali, al loro pari, non avendo nulla da dire ed argomentando solamente per far branco usano rispettivamente ma non necessariamente in maniera mutuamente esclusiva la violenza, il disprezzo per i diritti dei cittadini ed il dileggio.

A questo punto una piccola dissertazione s’impone: il successo, quello veramente meritato, come tutti ben sanno, non è per nulla facile da ottenere; esso costa moltissima fatica, lavoro, studio, capacità, impegno, cultura, abnegazione, sacrificio ma soprattutto onestà intellettuale. Ebbene, alcuni nascono con tali capacità da intraprendere la via del successo senza molte difficoltà perché le loro qualità sono un dono naturale. Altri, anche senza una particolare dotazione naturale, per merito della loro costanza e di un grandissimo sforzo s’impongono di arrivare allo stesso risultato dei primi, spesso riuscendo anche a superarli.
Ovviamente in questa accezione la parola visibilità è positiva e meritocratica in quanto figlia del successo, biglietto da visita di notevole importanza che apre le vie al potere, alle responsabilità, alla capacità di battere gli avversari con la credibilità del proprio passato.

Tornando a noi, vi è però un altro concetto, questa volta di stampo negativo, che porta anch’esso il nome di visibilità ma che diviene il minimo comune multiplo del terrorista che commette la strage, del pacifinto che manifesta contro i soldati in missione, del sinistro con le tasche piene che piange le sventure dei poveri e del noglobal che sfascia le vetrine con criteri random. Questo tipo di visibilità è facilmente raggiungibile perché deresponsabilizzante e perché generata dal riflesso della notizia clamorosa, dello stupore per l’insolito, dal fascino per le ombre di chi non vuole accettare regole e buonsenso. E’ la visibilità di chi brama il potere senza meritarlo.

Sebbene con molteplici sfumature e diverse gradazioni, questa visibilità dà la sponda a comportamenti che vanno dalla mancanza di logica all’illiberalità; la visibilità del noglobal che sfascia le auto in sosta è garantita, due minuti sul telegiornale sono un trofeo importante da esibire per una nullità; così è altrettanto perniciosa la visibilità creata dallo scalpore suscitato dal sinistro, il quale vota contro una legge che difende il cittadino minacciato da un intruso (perché chi va controcorrente a tutti i costi è chic). Pure il contestatore in technicolor che chiede il ritiro delle truppe inviate per aiutare le popolazioni povere (quelle che paradossalmente dice di difendere) ha la sua visibilità: compagni, tutti in piazza ad affossare il buonsenso.
La visibilità fa moda perfino per il cantante famoso, che utilizzando questo stratagemma vende dischi piangendo calde lacrime a causa della povertà mondiale, mentre, splendido antropofilo, si fa immortalare dai giornali nell’atto di staccare l’assegno di beneficenza proporzionale ad una carità di 10 eurocents per i comuni mortali.

Infine, la visibilità per il terrorista: anche lui, in fondo, ha diritto a due righe sul giornale che sfoglia quando si compiace delle sue bravate.
Ma il gioco a cui prende parte il terrorista non è basato su una manganellata della polizia, sul semplice biasimo della gente, su un “vai al diavolo, ipocrita”.

Il gioco a perdere che ha intrapreso è riflessivamente devastante perché mortali sono i suoi scopi: ed in questo la visibilità non c’entra, c’entra solamente l’isolamento e l’insofferenza che tutto il mondo, provocato, inizia a dimostrargli.

Sappiate che la legge della natura insegna molto su quanto la forza più devastante sia quella posseduta dagli esseri che possono permettersi di scegliere. I dinosauri, animali a sangue freddo, si estinsero perché mancava loro la possibilità di scegliere come adattarsi al clima. Gli uomini divennero i padroni della terra per la loro capacità di scegliere come combattere gli animali feroci. La libertà fa gli uomini capaci di scelte e le scelte ne fanno dei predestinati alla sopravvivenza. Allo stesso modo le società civili, che sono composte da uomini liberi, si stanno unendo in questa lotta contro la barbarie poiché è data loro facoltà di scegliere con chi schierarsi e quale linea adottare contro le minacce. I terroristi, con tutte le loro bombe, i loro proclami, le minacce e le loro farneticazioni non hanno scelta alcuna. Per questo essi sono deboli.

E’ l’evoluzione che ci insegna come gli organismi meno adattabili si siano estinti: stiano certi i terroristi che noi, società civile, li estingueremo senza timori ed a qualsiasi costo.

England, you’ll never walk alone (Ogni riferimento con il calcio è puramente casuale).