Libere Risonanze: Per chi ama l'Europa

24 agosto, 2006

Per chi ama l'Europa

Come ampiamente previsto nel post del 26 Luglio 2006, eccoci qui a discorrere sulla grande determinazione dell'Europa nel far rispettare le risoluzioni ONU e del suo consistente peso internazionale.

Alcuni anni fa m'imbattei nei soliti sinistracci (più "stracci" che altro) i quali affermavano che solo l'Europa, la Grande Europa poteva farsi da portabandiera della pace e della stabilità internazionale portando sulle sue spalle la croce della pace. Noi siamo diversi, dicevano.

A parte che dichiarare di essere "diverso" senza un complemento di agente o di causa efficiente richiama alla memoria variopinte ed eccentriche manifestazioni bipartisan-sessuali dalle quali, francamente e decisamente mi svincolo schiena al muro.

Arguito comunque che gli attila-grammaticati sinistri intendessero dire che siamo diversi dagli americani, devo ammettere che su questa evidenza non posso essere che assolutamente d'accordo.
Ciò con cui non concordo è invece che questa affermazione sottintendesse un'implicita verità, ovvero che proprio perché diversi siamo migliori.
In verità non solo noi europei siamo puttane in vendita al miglior offerente ma siamo anche inveterati vigliacchi.

I banchi di prova a cui è stata sottoposta la sciagurata Europa nel corso di questi anni sono molteplici, tanto che polemizzando deridevo i sinistri che s'affannavano a dimostare le evidenti virtù della UE e la sua coesione. Certo, da chi afferma che l'Unione di Prodi è coesa non ci si può aspettare altro che una stupidaggine analoga anche in relazione all'altra Unione, quella d'Europa. In particolare i sinistri ed i pacifinti osannavano l'operato della Francia e della Germania a favore della pace mondiale, in contrasto con "l'aberrante politica americana ed inglese".

Lasciando perdere lunghe smentite storiche sulla filantropia franco-tedesca di cui traboccano i libri di storia mi accinsi a parlare in via prettamente sicronica, chiedendo conto del presente coloniale dei francesi, che conosco molto bene avendo vissuto per sei mesi all'anno e per molti anni in paesi dell'Africa subsahariana nonché del bieco gioco tedesco nel vendere armi a paesi retti da tirannide.

Ovviamente mi presi del guerrafondaio, Chirac e Schroeder (e di riflesso francesi e tedeschi) erano ai loro occhi una sorta di archetipi pacifisti; secondo loro essi non avrebbero mai esitato ad inviare truppe con compiti di peacekeeping ovunque vi fosse stato bisogno. Disquisivano della grande civiltà francese e tedesca, - altroché fare la guerra, bisogna dialogare e far sbocciare la pace per mezzo delle risoluzioni ONU - dicevano, insieme ad altre cretinerie simili.

Puntualmente, io che possiedo una memoria stratosferica mi appuntavo queste temerarie dichiarazioni per aspettarli al varco: ebbene, il varco è giunto.

Prodi, l'amicone dei francesi e dei tedeschi che girava l'Europa solo per diffamare Berlusconi è stato clamorosamente abbandonato nella sua intenzione di interporsi tra libanesi ed israeliani e con la solita perfetta scelta di tempo tipica della sinistra, si è imprudentemente sbilanciato a favore della nostra missione in Libano, dando l'assenso ancor prima che le regole d'ingaggio fossero fissate da un'ONU lenta, farraginosa e dilatoria.

Chirac, da bravo pacifinto, al momento della verità ha piantato in asso l'amicone Prodi ed ha voltato le spalle alla sua politica di carità universale, ritenuta genuina solo dagli ingenui (od ipocriti ?) sinistri.

Sì, perché chi vuol essere davvero pacifista non può esserlo solo a parole, lo deve dimostrare anche prendendosi rischi ed accettando di morire in nome della non-violenza, correndo in prima persona i pericoli che tale scelta comporta come fecero i Cristiani nelle fosse dei leoni o Gesù Cristo, e non scaricandoli sugli altri.

Tutti quelli che sventolano le bandiere con la pancia piena, tutti coloro che arcobalenano dalle finestre ma poi stanno ben tappati in casa e che prendono a pretesto una concerto per la pace allo scopo di far baldoria per una notte, tutti coloro che aprono le porte ai "poveri clandestini" ma che non se li prendono mica in casa (poi ce li troviamo noi a trafficare nella stanza da letto con una pistola), tutti quelli che giustificano i "guerriglieri" stragisti, quelli che rilasciano gli stupratori "perché vengono da un misero contesto sociale" e coloro che parlano di dialogo quando non sono stati toccati negli affetti da un extracomunitario ubriaco che ha travolto i loro figli, ebbene, tutti costoro non sono pacifisti ma fiancheggiatori dei delinquenti in questione e soprattutto scaricano le loro scelte sugli altri. Perché i pacifisti, insieme ai civilissimi francesi e tedeschi per le vacanze invece di andare al mare ed in montagna non vanno ad interporsi in Libano ?

La causa della pace da loro perorata lo richiede.

2 Comments:

Blogger Massimo ha detto...

Magari andassero ad interporre la loro inutile persona in Libano invece di mettere a repentaglio la vita dei nostri militari !
Purtroppo, come hanno dimostrato con le loro manifestazioni, scendono in piazza e fanno i rodomonti solo là dove sono sicuri che ci sia un sistema politico e giudiziario che garantisce ampia libertà di espressione e tutele. Col cavolo che si mettono a manifestare a Cuba o in Iran o in Corea del Nord ! E, guarda caso, quel sistema che garantisce le loro inutili piazzate, è proprio quello che vogliono distruggere. Si meriterebbero qualche anno, anzi decessio, di comunismo o di fondamentalismo islamico. Peccato che, come sempre, per difendere e tutelare noi stessi, siamo costretti a difendere e tutelare anche quegli esseri, persino dalla loro stessa stoltezza.

giovedì, 24 agosto, 2006  
Blogger Bisquì ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con tutti e due.

Conosco la storia del fare i belli e bravi col cxlo degli altri, fin troppo bene.

giovedì, 24 agosto, 2006  

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