Libere Risonanze: Gironi comici e politici

17 settembre, 2007

Gironi comici e politici

Quando si vuole declassare un discorso facendo capire all'interlocutore che ormai esso è giunto a considerazioni sciocche o pretestuose si dice "la buttiamo in politica".

Anche per le persone, spesso, vale lo stesso concetto: ci si butta in politica. Oggi in Italia si buttano in politica in molti, tutti coloro che non sanno nemmeno quel che dicono o che distorcono la verità.

Le discriminanti che separano in quattro sottogruppi infernali questa nutrita mandria di personaggi sono nell'ordine l'ignoranza, l'odio, il delirio e l'ipocrisia. Ad ogni peccato capitale ho assegnato un cerchio come faceva Dante per l'inferno, dal primo, l'ignoranza (il più lieve) all'ultimo, l'ipocrisìa (il peggiore).

Nel primo cerchio troviamo i politici meno pericolosi. Si può perdonare alla Vento il fatto di non sapere nemmeno chi è il ministro degli esteri ma al di là di una semplice esibizione di cattivo gusto questi "fenomeni" sono come meteore, votano col gregge, appaiono e scompaiono nell'arco di pochi mesi e vengono osservati dal popolo più con ilarità e pena che con rabbia, perché comunque si sa che nessun italiano psicologicamente normale metterebbe nelle loro mani il proprio futuro (magari il proprio pisello sì).

Più indignazione invece suscitano i dannati del secondo cerchio, i "convinti" dell'odio: ex-brigatisti, contestatori sfasciacittà, noglobal pseudopacifisti, ex spie al soldo dell'Unione Sovietica. Questa categoria di politici è più pericolosa della prima perché incarna una cieca fobìa classista e perché i suoi attivisti siedono in parlamento non grazie a meriti speciali ma al contrario, a causa di reati più o meno gravi. Fortunatamente e curiosamente nemmeno questi personaggi rappresentano un gran pericolo, in quanto al di là del codazzo piuttosto esile di "adepti" duri e puri, anch'essi non riscuotono molto credito nel paese.

Per quanto concerne la terza categoria, un girone più in basso, vi stanno i deliranti. Costoro rappresentano il nucleo della cosiddetta "casta" e sono i politici che mandano in rovina il paese con scandali insabbiati (leggi Unipol), ruberie di partito (leggi DC, PSI e PCI), abusi di potere (leggi "viaggi aerei a sbafo" o "finanziamenti pubblici ai partiti") o/e incompetenza (leggi "mortadella").
Costoro sono le cavallette dell'umanità, dove passano fanno tabula rasa e dietro la loro scia rimangono solo macerie. Sono attaccati al potere come una saldatura ben riuscita e non c'é verso di raschiarli dalle suole delle scarpe, rimangono sempre lì a far danni. Il loro peccato è il delirio di onnipotenza, sanno che stanno facendo delle porcherie però se ne fregano perché l'impunità ed il potere sta dalla loro parte. Costoro, una volta sputtanati, accampano scuse idiote per giustificarsi e continuano a mangiare a sbafo con i soldi degli italiani: sono dei veri parassiti.

L'ultimo cerchio è quello dei politici più pericolosi, gli ipocriti. Gli ipocriti sono spesso già inclusivi delle altre tre categorie però non ammettono di esserlo. Vi sono ipocriti che distorcono la storia raccontando frottole al popolo, ipocriti che distorcono la scienza in modo da poterne trarre un vantaggio politico. Gli ambientalisti, ad esempio, a causa del referendum sulle centrali nucleari hanno fatto del terrorismo informativo condannandoci così alla dipendenza dal petrolio, salvo poi lamentarsi delle emissioni di CO2 o del fatto che nascano guerre per le materie prime. Non vogliono gli inceneritori poi si lamentano della spazzatura di Napoli, odiano la TAV e poi se la prendono con il trasporto su ruote. In genere questi politici hanno un nutrito seguito come certe sette che predicano l'apocalisse o spericolati metodi di lettura della Bibbia. Essi sono tra i più pericolosi perché creano una realtà parallela di tipo ideologico, una specie di Second Life dell'assurdo finché, ovviamente, prima o poi non ci si trova a pagarne il conto.

Ma c'é una sottocategoria ancora più devastante degli ipocriti, quella che, se fossi Dante, metterei dritto nella bocca di Lucifero: i politicanti, ovvero i politici in erba che fanno politica ma che poi si nascondono affermando di non aver nulla a che fare con la politica essendo comici, cantanti od altro.
I politicanti sono fanfaroni che vaffanculeggiano tutto e tutti. Loro sanno di far parte del sistema, il loro cachet è invidiabile e fanno un sacco di soldi cavalcando il malcontento, parlano dei diseredati o cantano i poveri ma possiedono pingui conti in banca. Finché ci sono personaggi su cui sparare ben vengano, se l'Italia fosse un paese giusto e ben governato sarebbero disoccupati. Questi personaggi entrano nella politica quando fa loro comodo, colpiscono rapidamente, con precisione, esaltano la gente alla stregua di moderni Savonarola ma poi nascondono la mano dichiarando che "non sono politici, bensì comici".
A volte capita il paradosso: parlano di impedire ai condannati per reati di vario tipo di far politica, quando in passato essi stessi sono stati giudicati colpevoli (più precisamente ad un anno e tre mesi per omicidio colposo). Oppure capita che si autoproclamino fustigatori, che fanfaroneggino di non voler creare alcun movimento politico, che urlino quanto i partiti siano un cancro da estirpare ma che poi diano essi stessi vita a partiti (ovviamente evitando di guidarli, della serie vai avanti tu che se le cose vanno male io posso defilarmi). Un pò come fece Napoleone, che si fece divulgatore della Rivoluzione ma la tradì proclamandosi imperatore.

In quest'Italia di ciarlatani e di chiaccheroni, di ladri e falsi c'é davvero da augurarsi di imboccare al più presto la natural burella: così "finalmente uscimmo a riveder le stelle".

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