Libere Risonanze: Farsele cantare da un democristiano

20 ottobre, 2007

Farsele cantare da un democristiano

Che il governo fosse a pezzi ce ne eravamo accorti dopo un minuto dal suo insediamento, esattamente quando Mastella iniziò a litigare con Di Pietro a proposito della spartizione delle poltrone (link http://libererisonanze.blogspot.com/2006/04/prima-previsione-azzeccata.html#links). Da allora in poi un susseguirsi di guerre sanguinose, di lotte intestine, tradimenti, strali e minacce. Tutti contro tutti ad azzuffarsi come iene.

Che il governo fosse per giunta una mandria di incapaci ce ne siamo accorti quando gli si chiedeva di legiferare, mentre esso rimaneva bloccato per paura di scoperchiare il vaso di Pandora delle sue mille contraddizioni: l'unica decisione presa con sollecitudine fu l'indulto. E fu un disastro.

Che il governo fosse composto da gente spudorata lo sapevamo senza ombra di dubbio, le prese in giro di Prodi che racconta balle agli italiani sul reale stato dell'economia, i bamboccioni di Padoa Schioppa e le sue esternazioni sulle tasse bellissime. E via andare, così, tanto per prendere per il culo tutto lo stivale.

Che il governo fosse intrallazzato in oscure manovre lo si sapeva parimenti: il caso Unipol, il caso Speciale, ed ora il caso Why Not. E le indagini? Degne di Clouseau.

Ma che una maggioranza fosse così attaccata alle poltrone da farsi dire da un democristiano (il quale per tradizione in quanto tale non si schioda dalla poltrona nemmeno se legato ad un trattore) che "è meglio tornare a casa", ebbene, questa mi mancava.

Dove sono, cari compagni, i vostri tanto sbandierati ideali, la vostra politica dei "senza se e senza ma" quando perfino un democristiano si vergogna del vostro operato e vi fa la predica perché abbiate almeno la dignità di chiudere bottega?

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