Libere Risonanze: Vittoria a metà

03 dicembre, 2007

Vittoria a metà

L'ho già scritto nel precedente post ed ora sembra che le mie profezie si siano rivelate esatte: senza essere un Nostradamus o l'Oracolo di Delfi avevo previsto che Berlusconi Silvio, dopo l'errore madornale di fondare un partito fotocopia di F.I. (con l'aggravante di essersi tirato la zappa sui piedi) ora inizia a cedere, a calare i pantaloni nei confronti dei suoi alleati.

Forte del popolo dei gazebo che al massimo gli potrà regalare la maggioranza relativa, Silvio oggi si è svegliato dal suo bel sogno e sembra iniziare a capire che non di sogno si trattava bensì di incubo. Stronzate come Partito-Network, Partito del Popolo o Partito della Gente sono evidenti utopie, perché alla fine della fiera essendo l'Italia una democrazia rappresentativa, in parlamento ci vanno i nostri rappresentanti e non noi. Berlusconi ora fa marcia indietro offrendo agli alleati il ramoscello d'ulivo (ogni riferimento all'ex formazione di centrosinistra è voluta) ma essi sdegnosamente e con giusta diffidenza, rifiutano.

Berlusconi fino ad un mese fa sembrava il più irremovibile tra tutti: Casini e Fini chiedevano il dialogo sulla riforma elettorale ma egli rifiutava, coerentemente con quanto chiesto dal suo elettorato. Magari Silvio era solo un pò pedante a causa delle sue previsioni ottimistiche (ed errate) sulla caduta di Prodi. Poi si sveglia una mattina et voilà, scarica gli alleati mettendosi ad inciuciare con Veltroni. No, Silvio, così non va. La lealtà e la coerenza nei confronti degli alleati sono le prime qualità che il popolo di centrodestra chiede ai suoi leaders, un popolo che, se vi fossero le primarie, non so se ti eleggerebbe ancora in maniera così massiccia. Io certamente non ti darei il mio voto.

Ora, come da infausta previsione, Berlusconi si trova in mezzo al guado mentre la piena del fiume sta arrivando: per usare un'espressione più colorita ma meno chic, direi che si trova nella xxxxx fino al collo. E scusate se è poco.

Attualmente Berlusconi è come quel cacciatore che, nella foga di preparare una trappola per l'animale feroce rimane impigliato nella rete insieme ad esso. La mossa a sorpresa di Silvio ha costretto Veltroni e Prodi a litigare sul conflitto d'autorità in seno alla sinistra ed ha diviso ulteriormente quella riformista da quella radicale, ma ad un prezzo troppo alto: il boomerang ha colpito anche il centrodestra e se volano gli stracci in casa degli avversari, anche in casa nostra mi pare che il vento sia bello sostenuto.

Non c'era bisogno, insomma, di forzare i tempi e le divisioni tra riformisti di sinistra e massimalisti: il tempo avrebbe fatto scorrere molti cadaveri lungo l'ansa del fiume. In questo modo, invece, dentro al fiume ci è caduto anche lui trascinando il suo elettorato e tutti gli alleati.

Impari questa lezione, Berlusconi: quando un combattente ottiene una vittoria a metà significa però che ha anche subito una mezza sconfitta.

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