Libere Risonanze: Pizza con Porcini

03 aprile, 2008

Pizza con Porcini

Ricordate la tornata elettorale del 2001? Quando in quell'anno Berlusconi vinse le elezioni ma queste furono contrassegnate da un precedente mai visto prima, ovvero una demente gestione dell'afflusso ai seggi elettorali da parte del Ministero dell'Interno, allora come ora occupato dall'esecutivo di sinistra.

Ricordo le lunghe file ai seggi dopo le 22 (ovvero l'orario della chiusura delle votazioni), ricordo che il Viminale non sapeva dove sbattere la testa perché vi era una marea umana in coda al di fuori delle sezioni con la sua brava scheda in mano. La gente era infuriata, fu una gestione dell'evento così disastrosa che il Viminale prorogò la chiusura delle votazioni fino all'esaurimento dei votanti (mentre gli exit-poll andavano già in onda su tutte le reti nazionali). Vi furono comuni dove, addirittura, l'afflusso continuò per tutta la notte finendo dopo molte ore dalla prevista chiusura ufficiale della consultazione.

Questo avvenimento fece scandalo e la sinistra fu messa sul banco degli imputati per non aver saputo gestire nemmeno un appuntamento elettorale, tanto che essa subì un tracollo ancor più terrificante di quello previsto.

Con la figuraccia del 2001 pensavamo di aver visto il punto più basso del dilettantismo da strapazzo invece ci sbagliavamo.

A 7 anni di distanza ci risiamo: il Viminale, ancora una volta in capo alle sinistre, ne ha combinata un'altra delle sue, con un'aggravante. Mentre il 13 Maggio del 2001 la sinistra fece un semplice errore di "incapacità" (non ne avevamo dubbi dal momento che essa non è capace nemmeno di gestire il proprio programma), questa volta non si parla solo della vergogna di essere buoni a nulla ma anche della furbata pretestuosa di voler allontanare elezioni che la sinistra stessa sa di perdere fragorosamente.

Il Ministero degli Interni (ovvero l'istituzione attualmente occupata dal PD & soci) ha rifiutato di ammettere alla gara elettorale un partito con la scusa che il suo simbolo era uguale ad un altro. Parliamo della DC di Pizza, un candidato che si sarebbe dovuto presentare con le liste del PDL e che è stato energicamente cancellato a causa della somiglianza del simbolo del suo partito con quello dell'UDC. Ebbene, oggi il Consiglio di Stato ha dato ragione a Pizza, reintegrandolo nella campagna elettorale a pieno titolo. Subito il Ministro degli Interni Amato ha dichiarato "le elezioni potrebbero essere rinviate a tempo indeterminato". Con che tempismo Amato abbia rilasciato questa dichiarazione ve lo lascio immaginare: la sinistra non vede l'ora di rimandare a tempo indefinito l'ora della batosta.

Ebbene, indovinate un pò quale partito da questa situazione ci guadagna. Vi dò qualche indizio: è un partito che ha fatto di tutto per rinviare le elezioni, per posticiparle a data da destinarsi invocando prima "una nuova legge elettorale" poi "le riforme condivise". E' un partito il cui premier ha scaldato la sedia (perché dire che ha lavorato per il bene dell'Italia è una bestemmia) per due anni, un partito che teme come la peste il risultato elettorale ed ha cercato, anzi no, sta cercando di attaccarsi con le unghie alle poltrone pur di restare al potere. Un partito che appena si sono sciolte le camere è andato a latrare da Napolitano mendicando il rinvio delle elezioni (il quale ha prontamente risposto "ubbidisco"), un partito che spara balle ed ostenta sicurezza su sondaggi che lo vedono alla frutta sia alla Camera che al Senato, un partito che ha messo insieme cattolici ed anticattolici, giustizialisti e garantisti, magistrati parziali, sgrammaticati e vendicativi con politicanti riciclati.

Nessuno mi toglie dalla testa che questa trappola, a dieci giorni dalle elezioni, sia scattata con puntuale tempismo, come l'avviso di garanzia a Berlusconi durante il G8, come l'allontanamento di Speciale dalla GDF e quello della Forleo dalle indagini sul marcio delle sinistre. Nessuno mi toglie dalla testa che questo caos sia stato accuratamente e metodicamente preparato dal governo che ha fatto scoppiare la consueta bomba nei tempi ad esso più idonei e favorevoli. Nessuno mi toglie dalla testa che i politici di sinistra sapessero, che il Viminale abbia intenzionalmente scaricato Pizza immaginando già l'esito della pronuncia del Consiglio di Stato prima della scadenza elettorale, sapendo che questo imprevisto avrebbe prolungato a data da destinarsi l'appuntamento con le urne. Ovviamente i leaders della sinistra fanno finta di scandalizzarsi, ripetono che si deve votare ma queste dichiarazioni sembrano la prassi del pirata della strada che, dopo avere investito il passante, torna sul luogo dell'incidente e dice a tutti che si dovrebbero mettere in galera gli automobilisti indisciplinati.

La responsabilità di questa situazione è TUTTA e SOLO del governo in carica, ovvero di Prodi e di Veltroni (il quale ha dichiarato che il Presidente del Consiglio in carica ha lavorato bene, ricordiamolo!) che dopo due anni di sfascio, di merchandising di senatori e di oppressione fiscale ci lascia questo ultimo bel regalo: un tentativo di Colpo di Stato.

Come chiamare questa nuova furbata della sinistra? Una porcata? Visto che di Pizza stiamo parlando, sarebbe più consono parlare di porcinata. Un bella pizza ai porcini, la cottura della quale, ovviamente, può attendere fino a data "da destinarsi".

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