Dopo gli applausi si inizia a piangere
Inoltre vorrei manifestare la mia completa e sentita solidarietà a tutto quel volonteroso personale dell'Alitalia che purtroppo rischia il posto di lavoro per colpa di chi ama sfasciare. So benissimo che la maggioranza del personale NON APPROVA quella vergognosa sceneggiata inscenata da alcuni colleghi che applaudivano ed esultavano per la mancata ratifica del piano CAI. Se ci fosse un qualunque spiraglio di reversibilità della vicenda sarei felice che esso prendesse vita, se non altro per il rispetto che porto a questi lavoratori che stanno vivendo ore drammatiche.
Questa comunicazione mi sembra doverosa per chiarire ad alcuni lettori poco avveduti la mia posizione in merito agli ultimi fatti concernenti la vertenza Alitalia, visto che taluni evidentemente non possiedono un briciolo di intelligenza per capire.
Detto questo passiamo alle dolenti note: per tutta la trasmissione ho sentito parlare di aria fritta Fassino ed un rappresentante della CGIL. Costoro discutevano come se la cordata fosse ancora disponibile a trattare, speranzosi in una chimera, anzi, convinti che quello della CAI sia stato solo un bluff.
Fassino in particolare ha obiettato che il commissario Fantozzi dovrebbe vendere i cespiti (immobili e proprietà residue) di Alitalia per tirare a campare, in attesa che qualche compratore, mosso da pietà, si faccia avanti per l'acquisizione dell'azienda, per giunta immaginiamo a quali condizioni.
Il ministro Sacconi, però, gli ha risposto più volte che ciò è impossibile perché la vendita dei patrimoni di Alitalia è condizionata solo al fatto che esista una prospettiva di sviluppo o mantenimento della stessa nelle condizioni di patrimonio preesistenti.
In sintesi, Fantozzi è chiamato ad un duplice ruolo: cercare di salvare l'azienda ma nel contempo salvare i creditori della nostra compagnia di bandiera (e questo è prioritario rispetto agli interessi dell'azienda stessa).
Ciò si traduce nel fatto che il commissario deve, PER LEGGE, preservare il patrimonio dell'azienda a meno che non scorga una possibilità migliorativa in questo senso data da un piano industriale credibile e proponibile. In caso contrario, non essendoci alcun piano di salvataggio e/o di rilancio, Fantozzi dovrà tutelare gli interessi dei creditori preservando i cespiti di Alitalia per poter pagare i debiti.
Se Fantozzi vendesse il patrimonio di Alitalia tanto per tirare avanti e sperare, insomma, andrebbe dritto filato in galera.
Evidentemente Fassino o non ha sentito o ha fatto orecchie da mercante perché per tutta la puntata egli ha ripetuto pervicacemente lo stesso concetto, nonostante il ministro Sacconi gli avesse spiegato il meccanismo (che non mi sembra complicato perfino per lui).
Ciò che più ha divertito il sottoscritto, però, è stato l'atteggiamento di chi ha rifiutato il piano CAI: ora si inizia a tremare. "Si riapra il tavolo", "si tratti", "si cerchi un punto d'equilibrio", si diceva nella trasmissione.
Eh no, cari amici, la cordata se n'é andata ed ora Alitalia è nelle sabbie mobili, dentro fino il collo.
Il bello è che non vi sarà più alcuna corda, anzi, cordata per tirarvi fuori.
Etichette: Politica Interna, Sindacati
2 Comments:
Jet, ho linkato il tuo post sottostante sul piano Mengozzi che ho inserito nel mio ultimo su Alitalia. Dalla cordata siamo passati alla corda per impiccati e da questa al tenue filo di lana. Bella faccia tosta giovedi sera da Vespa quel Solari del CGIL a voler riannodare la trattativa. E' un ignobile trucco per gettare discredito sul governo anziché assumersi la LORO responsabilità.
Ok Nessie, grazie! Un bacione. Quanto alla trattativa temo che sia perduta. Sai, da una parte mi dispiace davvero perché ci prenderanno di mezzo molti innocenti. Dall'altra invece mi farebbe piacere che Alitalia fallisse davvero, specialmente quando vedo certe scene indegne alla tv. Francamente sono diviso. Esattamente come i sindacati... ;-)
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