Libere Risonanze: Catastrofe a sinistra

16 dicembre, 2008

Catastrofe a sinistra

Alle elezioni politiche di quest'anno la sinistra è stata associata ad un aggettivo: disastrosa.

Per le elezioni regionali dell'Abruzzo direi che il termine più consono è addirittura "catastrofica".

Le elezioni in terra del Gran Sasso, infatti, hanno messo in luce tre evidenze nella seguente scala di gravità:
Primo, che il centrodestra stende per K.O. il centrosinistra anche nelle regioni rosse, ultimo e misero baluardo di un'opposizione già morta e sepolta. Il centrosinistra perde un pò dappertutto ma ciò che più dovrebbe preoccupare la sinistra è che il centrodestra tiene molto bene le posizioni e che nonostante la solita campagna denigratoria messa in campo ad hoc, incrementa i consensi rispetto alle ultime politiche. Per contro, il centrosinistra retrocede di qualche punto e si piazza ancora più indietro di quanto non abbia fatto alle ultime elezioni.
La seconda ragione di preoccupazione, molto più grave della prima, riguarda i partitini della sinistra radicale. Si è capito che i partitini a livello regionale (Rifondazione, i Comunisti Italiani, Sinistra Critica etc...) separati tra di loro riescono a portare via a Veltroni il 7% circa dei consensi mentre insieme portano a casa un misero 3,2%. Su base regionale questo è un risultato drammatico perché significa che se il PD volesse un giorno governare dovrebbe per forza fare la parte dell'ostaggio in mano alla sinistra massimalista la quale, di fatto, prenderebbe per il collo lo spennato tacchino Veltroni. Il fatto ancora più grave, però, è che su base nazionale nessuno di questo partiti né coalizzati sotto un'unica lista né tantomeno separatamente, arriverebbe al 4%, soglia di sbarramento necessaria per essere rappresentati in parlamento. Per cui i massimalisti farebbero un duplice danno: a livello regionale sarebbero la classica spina nel fianco di una sinistra disorientata ed a livello nazionale sottrarrebbero inutilmente preziosi punti percentuali all'IDV ed al PD.
La terza considerazione, però, rappresenta la mazzata più terribile: quanto a preferenze ormai Di Pietro ha raggiunto il PD. Il Partito Democratico, abituato a dettar legge tra gli alleati ed ad essere identificato con la stessa definizione di "sinistra" (assumendo quindi questo ruolo di guida) sarà in continuazione avversato e contrastato da Tonino, il quale ha già detto a "Porta a Porta" che vuole creare una coalizione, facendo però capire di voler essere lui a dettare tempi, i modi e le regole. Siccome un ruolo di rincalzo per il PD è stato storicamente ed è attualmente del tutto inaccettabile per qualunque suo dirigente e siccome molte delle idee di Di Pietro sono avversate, se non da tutto il Partito Democratico, almeno da molte sue correnti interne, si può facilmente intuire quale sia la portata della deflagrazione che a breve scoppierà all'interno della sinistra.
Assisteremo quindi molto presto a cruente guerre e clamorosi colpi bassi tra Di Pietro e Veltroni, il quale non può nemmeno ipotizzare di allearsi con i massimalisti, perché in quel caso circa un terzo della sinistra (quella dipietrista) lo saluterebbe immediatamente lasciandolo affondare. Né Veltroni potrebbe legarsi a Di Pietro perché, come spiegato sopra, sarebbe condannato al ruolo del socio di minoranza a cui si intima "zitto e mosca".
Paradossalmente chi potrebbe aiutare Veltroni parrebbe proprio essere Berlusconi, il quale, sdoganandolo in un qualche modo, potrebbe regalargli una certa dose di autorevolezza. Non a caso i continui appelli di Berlusconi nei confronti di Veltroni perché molli Di Pietro sembrano proprio tendere a questo fine.
Ce la farà Veltroni a capire che il vecchio nemico di sempre in realtà gli sta tendendo una mano mentre egli sta affogando? A me invece sembra che, continuando pervicacemente a sproloquiare su argomenti che non interessano a nessuno quali ad esempio il conflitto d'interessi, Veltroni si stia decisamente allontanando dalla ciambella di salvataggio.
E come per il Titanic il cui comandante preferì dare ascolto ad uno stupido orgoglio nazionalista anziché lanciare subito l'SOS, l'oceano che lo circonda è freddo come l'Atlantico.

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