Libere Risonanze: Marrazzopoli

24 ottobre, 2009

Marrazzopoli

Era nell'aria, solo i sinistri non l'avevano capito: il fango gettato sui politici di centrodestra dal gossip e dal laido chiacchericcio, prima o poi torna indietro come un boomerang.

La vicenda Marrazzo dimostra due cose: la prima è che nessuno è immune alle chiacchere da cortile. Anche in quest'occasione, come per le vicende di Berlusconi sulla festa e sulla D'Addario, io sto con la vittima, cioé con Marrazzo. Non importa che il politico sia di destra o di sinistra: se non si hanno prove concrete di ciò che si afferma e se non le si esibiscono allora bisogna star zitti e piantarla.
Per questo solidarizzo oggi con Marrazzo come solidarizzai con Berlusconi, il gossip delle stronzate (che fino a prova contraria tali sono) fa male all'Italia e svilisce chi incolpevolmente viene preso di mira.

Questo per quanto riguarda il mio personalissimo modo di ragionare. Ma voglio fare un discorso indipendente dalle mie posizioni in materia, perché vi è da puntualizzare un "però" grande ed evidente come una montagna, essendo il trattamento riservato a Marrazzo molto differente da quello che fu riservato a Berlusconi.

Sarebbe ora di metterci definitivamente d'accordo su come si voglia procedere in caso di gossip da lavandaia, perché i casi sono due: o crediamo alla versione di Marrazzo e quindi gli chiediamo tante scuse per averlo importunato con un chiacchericcio da giornaletto scandalistico cacciando in galera i carabinieri responsabili del video e pure con infamia. Però lo stesso dovremmo fare con la D'Addario, visto che ha registrato all'insaputa di Berlusconi il presunto "incontro piccante" . Video e registrazione sono la stessa cosa, no? In questo caso, inoltre, dovremmo tutti porgere tante scuse al premier.

Oppure crediamo ai carabinieri incriminati ed allora pretendo che li tirino fuori dalla galera, li facciano diventare re degli show del gioverdì sera (vero Santoro?), che si chieda a Repubblica (la quale se ne guarda bene) di porre a Marrazzo dieci domande piccanti ed molto inquisitorie,: si potrebbe chiedere ad esempio "Perché Lei ha firmato assegni invece di correre alla polizia?" oppure "Lei dice che il video non esiste, poi che è un falso: allora il video esiste o non esiste ? E se esiste, perché non lo sottopone ad analisi di laboratorio così se è un falso lo scoprono e Lei ne esce pulito?". Infine lo si marchi a fuoco con infamia, indipendentemente dalla sua innocenza o meno. Questo è l'atteggiamento dell'infangatore di professione che la sinistra conosce bene.

Però io credo nella buona fede di Marrazzo e soprattutto nelle sue parole perché ricopre una carica pubblica importante (e questo mi dà un tantinino più di fiducia rispetto alle accuse di quattro ricattatori), perché non sono ancora saltate fuori le prove, perché non si conosce a fondo la vicenda e perché odio gettar merda addosso alla gente per le loro idee politiche dissimili dalle mie. Ed in ultimo, ma non per ultimo, perché quello che Marrazzo fa nella sua sfera privata deve interessare solo lui.

Però la vita d'altra parte è un boomerang, il problema è che la parte politica che lo scaglia per prima fa strage di uomini d'onore nella parte avversa ma anche nella propria.

Stavolta è capitato all'incolpevole Marrazzo. Chi sarà il prossimo a cadere sotto i colpi della stronzata di turno?

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