Libere Risonanze: Italiallah, akbar!

11 novembre, 2009

Italiallah, akbar!

Stamattina vado in ospedale per conto di una mia zia: fortunatamente non ho quasi mai avuto bisogno dell'ospedale e quindi i cambiamenti mi sono pressoché sconosciuti.

Ebbene, dicevo, oggi entro nel corridoio dell'ospedale e noto una cosa che apparentemente può sembrare insignificante ma che invece non lo è: sui cartelli dei rispettivi reparti vi è scritto il nome del reparto in italiano, in inglese ed in arabo.
La cosa mi indigna assai: perché in arabo? Fosse, che so, in francese od in tedesco, visto che siamo in Europa, capirei. Invece no, la scritta in arabo è in bella evidenza, anche più di quella in italiano.

Si dirà, Ferrara è una città con molti studenti arabi. Già, ma vi sono anche moltissimi greci, spagnoli, ebrei, i cinesi poi quasi non si contano. Perché ad un europeo o ad un cinese viene negato il diritto di orientarsi nell'ospedale mentre ad un arabo questo diritto viene concesso? Ma chi sono gli arabi per godere di tutti questi servilismi, visto che la loro lingua è pressoché sconosciuta alla maggioranza della popolazione mondiale e che poi ci ricompensano pure con rancore e pretenziosità?

Bene, esco dall'ospedale parecchio irritato e vado in posta: faccio una lunghissima fila per arrivare ad uno sportello, devo spedire un vaglia online. Arriva il mio turno ma la cassiera mi fa notare che quello non è lo sportello giusto perché sopra ad esso c'é una la stilizzazione di una busta su fondo verde. Come altri dietro a me sono costretto a rifare la fila, mettendomi in coda davanti ad uno di quelli che hanno come simbolo l'euro su fondo blu.
Addirittura nello sportello a fianco c'é scritto "Sportello Amico", al che mi inquieto perché io ho fatto la fila ad uno sportello normale, sta a vedere che quando arrivo al banco l'impiegato mi tira un cazzotto in testa.

Arrivato dal funzionario chiedo il perché non vi sia scritto niente ma vi siano solo simboli: potevano metterci un riferimento, che so, una legenda. Il funzionario mi spiega che è una scelta delle poste perché "siccome stiamo diventando una società multietnica hanno deciso di non adoperare l'italiano ma di stampare solo i simboli", con il risultato che nessuno ha capito un cazzo di quali fossero le esatte competenze dello sportello con la lettera e quello con l'euro e che mezza fila della busta si è fatta due volte la coda (e viceversa), tra l'irritazione generale ed il bailamme di bestemmie di poveri anziani costretti a stare in piedi per quasi un'ora.
Allora ho fatto notare al funzionario che però per lo "Sportello Amico" c'era scritto in italiano, non Friendly Window e nemmeno "Riservato al Sig.Abdullah". Come hanno scritto "Sportello Amico" in italiano con la faccina sorridente, potevano far sorridere anche noi clienti scrivendo in italiano le competenze dei vari sportelli.

L'impiegato dapprima mi guarda torvo come se gli avessi detto che sua moglie se la fa col suo pastore tedesco, poi con aria fintamente affranta cambia espressione ed allarga le braccia: lo capisco, per la miseria che prende al mese non è con lui che devo prendermela.

Il problema è che però in Italia non si sa mai con chi prendersela: si chiamano le società telefoniche per disservizi o ladrerie ed un operatore non può passarti il dirigente "perché non si può" come se esso fosse impegnato in un conclave ed allora alzi la voce con il centralinista del call center e poi lasci perdere perché capisci che purtroppo egli è il parafulmine predestinato delle porcherie dei piani alti. Molte società hanno addirittura adottato la tecnica del risponditore automatico, prema uno per le bollette, due per conoscere i bonus, etc... come dire bravo stronzo, prenditela con la macchina se ne sei capace! Oppure ti telefonano quelli dell'olio, dei vini, dei tappeti, degli utensili, delle altre compagnie telefoniche e tu fai notare loro che non hai concesso, secondo la legge sulla privacy, alcun consenso per trattare i dati personali per scopi pubblicitari. Loro, disarmanti, ti rispondono "che vuole, io sono solo un semplice operatore e prendo uno stipendio da fame". Pazientemente allora gli rispondi gentilmente fino alla successiva telefonata dalla stessa società, che arriva regolarmente dopo meno di una settimana, e la storia ciclicamente si ripete.

Così, mentre i cittadini italiani vengono trattati come imbecilli, privati dei loro diritti fondamentali e pure della propria lingua madre per non urtare il sensibile arabo, quest'ultimo viene qui a comandare, esige che le croci vengano staccate dai muri, che all'ospedale i reparti vengano scritti nella sua lingua (perché guai a sporcarsi la bocca con l'inglese o l'italiano, alla faccia dell'integrazione), che nella scuola s'insegnino il Corano e l'arabo in aule dedicate, che vengano messi a disposizione locali universitari perché bisogna pregare cinque volte al giorno; ed infine che in posta si trovino incomprensibili geroglifici invece che chiare istruzioni nella nostra lingua.

E la mia irritazione per queste amministrazioni pecorecce monta così tanto che talvolta mi viene voglia di costringerle a presentare i bilanci in urdu.

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2 Comments:

Blogger Maria Luisa ha detto...

Non lo sapevi delle scritte in arabo al S.Anna?hanno speso un sacco di soldi e , a detta di "esperti", alcune sono pure errate:oddio, non è che la cosa mi interessi più tanto :sgorbi sono e sgorbi rimangono.
Ma la loro invadenza non si limita a questo, un imminente padre islamico ha sbraitato come un matto perchè pretendeva una dottoressa invece che un dottore per la moglie che era in travaglio di parto:per fortuna che non gli hanno dato retta.

In ogni caso,tornando alle lingue, concordo con te a questo punto dovrebbero esserci scritte in graco, in ebraico, in cirillico e perchè no, financo in swaili.

Sono in pensione da circa un anno (ho approfittato della "rottamazione"dirigenti) e posso permettermi il lusso, dopo tanto tempo, di passeggiare in centro, bene non riconosco più la mia città

venerdì, 13 novembre, 2009  
Blogger passione65 ha detto...

Già, “troppo buonismo sconfigge i valori morali” come titolava un articolo del Giornale, tempo fa.
La politica dell'avanti c'è posto, senza regole e senza criteri, non funziona- lo stanno capendo in tanti-anzi rischia di privare anche l’Italia dell’«identità di genere».
Nel tuo elenco mancano inoltre le richieste di moschee per pregare, detti anche covi per terrorismo, e la pretesa di votare, come la recente dichiarazione del presidente del centro culturale milanese di viale Jenner, Abdel Amid Shari, che intende creare una lista civica per partecipare alle prossime elezioni amministrative milanesi!

martedì, 17 novembre, 2009  

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