Libere Risonanze: Perché ha ragione il Cav.

03 dicembre, 2009

Perché ha ragione il Cav.

Quando si preparano le elezioni, per i partiti che si alleano in una coalizione (ma anche per quelli che partecipano da soli) è consuetudine stilare un programma.

Tale programma è il kernel della coalizione stessa e di ciò che essa intende fare. Se un programma viene scritto, approvato da tutti e presentato agli elettori, i suoi propositi diventano pertanto vincolanti, perché proprio su di essi l'elettorato si rifà per poter concedere il proprio voto.

Se una coalizione non si trova d'accordo su alcuni punti è buona norma evitarli e non inserirli nel programma: in genere infatti, un programma si basa su accordi largamente condivisi, tralasciando i punti che potrebbero scardinare tutto l'apparato di governo. Così, visto ad esempio il problema delle coppie di fatto e considerato che entrambi gli schieramenti in Italia annoverano tra le loro file un buon numero di cattolici ma anche di laici e perché no, di laicisti, il problema viene accantonato ed escluso. Nei 5 anni di governo infatti subentra il tacito accordo che di quella questione non se ne parlerà, altrimenti le frizioni potrebbero rivelarsi esiziali.

Pertanto nei programmi intelligenti vi sono pochi, chiari, concreti ed unidirezionali punti. In quelli cretini come la sinistra è abituata a scrivere, vi è compreso tutto ed il contrario di tutto immerso in una cortina fumogena di propositi indefiniti e di vaghe promesse. Infatti si è visto il risultato ottenuto mediate accordi simili quando Prodi andò al governo.

Quasi sempre, però, accade che per situazioni contingenti un esecutivo debba prendere decisioni "improvvisando" in quanto gli avvenimenti non possono essere sempre prevedibili. Esempi di imprevedibilità e di eccezionalità sono la crisi economica od il terremoto. In questo caso un esecutivo non solo deve avere un programma rispettabile e rispettato ma anche la capacità di modificare parti di esso per far fronte alle emergenze. Voglio dire che se nel programma si era inserita una copertura economica per realizzare parchi giochi per i bimbi e poi si scatena un terremoto, credo che non ci siano dubbi che la priorità economica debba essere data agli sfollati.
Per far ciò, però, una coalizione deve possedere ideali nonché obbiettivi condivisi ed una visione del mondo similare, perché se uno contesta il fatto di far prima le case agli sfollati, l'altro vuole farle ed il terzo vuole le tende allora tutto va a farsi benedire ed il governo si sfascia.
Ma ripeto, questo può accadere quando gli eventi sono eccezionali ed imprevedibili sebbene anche in questo caso occorre far riferimento ad una leadership forte ed anche un pò autoritaria.

Quando invece gli eventi sono pianificabili, come lo è ad esempio un accordo sulle politiche dell'immigrazione, allora la Bibbia dev'essere il programma. Un programma deve contenere due precise indicazioni su ogni punto: la prima relativa a ciò che in concreto si intende fare. La seconda, quale implicita strada ciò che si intende fare comporta per altre scelte similari.

Ora, poiché il programma di governo che piaccia o no ha tracciato ben definiti punti votati ed approvati anche da Fini, tra i quali ad esempio il pacchetto sicurezza ed il freno all'immigrazione, sarebbe un vero e proprio golpe nei confronti degli elettori che si operasse su di esso una sorta di revisione, visto che non vi è nessuna motivazione di emergenza o di imprevedibilità per doverlo fare.

Pertanto il programma a cui anche Fini ha aderito rimane quello tracciato dalla Lega e dal PDL.

Ma vi è di più: un programma, come spiegavo, in base a ciò che si intende fare deve dare anche un'indicazione implicita di quella che è la linea guida su quell'argomento, nel senso che se ci si impegna ad approvare pacchetti sicurezza che prevedano norme per il controllo degli extracomunitari per motivi di ordine pubblico ed a voler fermare l'afflusso degli immigrati oltre che voler preservare i secolari usi, costumi e cultura di noi italiani (ciò non è meno importante), è logico supporre che diventi del tutto assurda e contrastante la concessione del voto agli immigrati.

Pertanto non è Berlusconi a sbagliare ma Fini e pure di brutto, perché vuole inserire unilateralmente nel programma leggi inesistenti e largamente aliene sia al gruppo politico a cui lui appartiene sia al suo elettorato.
Così facendo, Fini non solo attuerebbe una specie di golpe nei confronti degli impegni a cui invece si dichiarò fedele ma addirittura ne stravolgerebbe il senso, tracciando un solco che da quello originario invertirebbe la rotta ed andrebbe in direzione opposta a quella linea di pensiero votata dai suoi elettori.

Questo modo di agire è chiamato "trasformismo" e purtroppo l'Italia di trasformisti ne è piena, nella migliore clownesca tradizione petroliniana.

Etichette:

11 Comments:

Blogger Angelo D'Amore ha detto...

le maggioranze sono cadute sempre per loro implosione interna. questa poi, data l'assenza e l'inesistenza di una vera opposizione, puo' farsi male solo da sola.
http://nonsolonapoli.blogspot.com/2009/12/berlusconi-fini-bossi-il-governo-litiga.html

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Unknown ha detto...

Giusto per curiosità... sai chi ha scritto materialmente il programma del PDL?

Gionata Pacor

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Anonymous Anonimo ha detto...

Beh, non è che ci si possa appigliare alla "Bibbia" del programma, alla carta che canta, e poi lasciar passare come acqua fresca un continuo scivolamento da parole e concetti ad altre parole e ad altri concetti.

Se scrivi in riferimento neanche troppo celato a Fini che bisogna tener fede al programma e, in seconda battuta, che l'impegno è quello di "controllo degli extracomunitari per motivi di ordine pubblico" (oltre che preservare i costumi ecc. che non è scritto da nessuna parte), ti riferisci a due cose diverse: il programma del Pdl parla di (cito) "contrasto dell’immigrazione clandestina" (il grassetto è mio), e extracomunitari e clandestini sono due categorie differenti. Sfido io a mostrare che Fini, o altri nel Pdl, sia mai stato portatore di istanze tolleranti nei confronti dell'immigrazione clandestina.

In secondo luogo, o si sostiene che si mette nero su bianco ciò di importante su cui si è d'accordo, oppure si sostiene che si deve seguire anche ciò che non è scritto, ma che tendezialmente (forse) consegue ciò che è scritto - che è come dire che c'è l'obbligo di essere d'accordo su ciò su cui non c'è accordo o che non è importante.

In terzo luogo, dimentichi che oltre alle iniziative - dettate dal programma o da più o meno gravi emergenze - del governo, vi è anche la legittima, importante, addirittura doverosa, iniziativa parlamentare.

Trascurare tutto ciò significa consegnare il Pdl ad una deriva tristemente leninista.

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Angelo D'Amore ha detto...

questa volta mi trovi in disaccordo. ormai berlusconi non ha piu' ragione in niente, a prescindere. e' improponibile. le polemiche intorno alla vita pubblica e privata del premier, i suoi problemi o presunti tali con la giustizia, sono solo metodi creati ad arte per non parlare dei veri problemi del paese che lui ha detto di aver affrontato meglio degli altri ma che non hanno prodotto gli effetti desiderati per la gente comune.

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Scusa Angelo ma chi le crea le polemiche attorno alla sua vita privata? Lui stesso o i suoi nemici?

Allora tu credi a ciò che i sinistri inventano?
Ed in secondo luogo, è un bell'azzardo scrivere che i problemi affrontati non hanno prodotto gli effetti desiderati.
Mah...

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

corradom mi fa piacere che si tratti di questo argomento: ti posto una parte del programma.

• precedenza per l'immigrazione regolare ai lavoratori dei paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti, impediscono la partenza di clandestini dal proprio territorio e accettino programmi comuni di formazione professionale negli stessi paesi;
• conferma del collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro e contrasto allo sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati;

Ora, qui si menziona il permesso di soggiorno che, secondo accordi tra Lega e PDL dev'essere dato con cautela e con oculatezza, almeno così fa intendere il programma. Pertanto mi sembra più che plausibile che se un permesso di soggiorno dev'essere dato col contagocce e con grande attenzione, a maggior ragione si deve evitare di dare il voto agli immigrati.

Innanzitutto per motivi costituzionali: la costituzione recita che "è elettore ogni cittadino italiano". Ebbene, io direi che l'essere nato in questo paese darà pure qualche diritto in più, oppure l'essere italiano implica solo doveri?

Vedi, un immigrato può benissimo decidere da un momento all'altro di non esserlo più. Può far su le canne e trasferirisi altrove o nel suo paese nel caso in cui qui le leggi varate dal nostro governo (o comune) non gli stiano bene. L'italiano invece no, perché lui vive stanzialmente in quel comune ed in quel paese. Per questo motivo il mio voto non è uguale a quello dell'immigrato regolare.

Io ho la casa qui, sono nato nella mia terra e cresciuto per 45 anni, i miei genitori pure ed i miei nonni anche. Per questo ho il diritto di scegliere. Arriva uno qualunque dal Brukina Faso, prende un appartamento in affitto, lavora un pò ed in 5 anni può decidere il mio futuro. Oppure vota alle comunali non essendo nemmeno italiano, solo perché ha un cazzo di contratto di lavoro.

A te pare giusto? A me per niente, non se ne parla nemmeno!

A questo proposito avevo fatto un post molto esplicativo, ti invio il link e ti prego di leggerlo attentamente.

http://libererisonanze.blogspot.com/2009/09/sotto-la-presidenza-niente.html#links

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Neoliberale non so chi l'abbia materialmente scritto, probabilmente una segretaria. Però so chi l'ha presentato: Fini e Berlusconi insieme.

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger PensieroLiberale ha detto...

Berlusconi parlò di rivoluzione liberale.
Tuttavia nei principali dicasteri che avrebbero fatto fare il tanto necessario salto in avanti (in un paese in cui le 3 culture dominanti...cattolica social comunista e social fascista sono ovviamente ultra stataliste) sono in mano a satalisti convinti.
A firma di Fini è uscito
un libro che è un bellissmo programma politico.
Ma i maligni dicono che quel libro non solo non l'ha scritto ma non l'ha ancora letto.
La cosa è probabile visto che il Fini reale spesso non è in sintonia nemmeno con il "suo" libro.
Dunque alla fine non saprei chi scegliere.
(La cosa diventa proccupante se poi si volesse scegliere qualcuno che non è nè Fini nè Berlusconi).
Questo è il discorso generale.
Dunque per me pari sono.
Aggungerei che molte delle cose che sono nel libro di Fini servirebbero per una destra moderna dinamica e liberale, destra che purtroppo in concreto entrambi non vogliono.
E anche qui pari sono.
Tuttavia non si capisce bene cosa Fini voglia fare da grande.
Inoltre il suo comportamento moralmente lascia adesiderare.
Infatti è giusto non sottostare ad un monarca.
Ma qui, vista dall'altro lato, si tratta del tradimento di un benefattore.
E quel tipo di traditori anche Dante li metteva nel profondo inferno.

Venendo a noi proporrei uno scambio di link.
Complimenti per il blog.

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

corradom anzi, guarda te lo posto qui:

Titolo: Sotto la presidenza, niente

Facciamo un esempio così ci capiamo:

il vostro idraulico, il vostro elettricista, il vostro muratore ed il vostro piastrellista vengono da voi per riparare un tubo, cambiare un filo elettrico, fare un buco nel muro e cambiare una piastrella rotta. Ad un certo punto, mentre stanno trafficando, vi chiamano e vi dicono:

1) L'idraulico: "guardi che non mi piacciono i suoi sanitari, non sono in stile con la casa e questo non mi garba".
2) L'elettricista: "questi fili elettrici sono tutti da cambiare anche se non hanno niente perché a casa mia si cambiano ogni anno".
3) Il muratore: "la disposizione delle stanze è orribile, ora voglio tirare su due muri in modo da dividere in due sia la camera la letto sia il soggiorno".
4) il piastrellista: "i suoi pavimenti fanno schifo, a me non piace il cotto, li voglio vedere di gres porcellanato".

Ed insieme vi dicono: "dovete subito fare ciò che abbiamo detto noi, immediatamente e poche storie. Mettiamo la cosa ai voti".

Mettiamo che siate così pazzi da dar loro retta, perché avevate stabilito che chi viene in casa vostra a lavorare ha diritto di esprimere un parere vincolante. Si vota, voi siete in tre e loro in quattro e loro hanno la maggioranza. Oppure in teoria sareste quattro contro quattro (voi ed i vostri due figli) ma vostra figlia è innamorata dell'idraulico e vota con lui contro di voi (la sinistra, la Chiesa). Siete costretti a cambiare i sanitari, l'impianto elettrico, a tirar su i muri e a mettere le piastrelle solo perché avevate introdotto una regola idiota.

I quattro artigiani la prossima volta entreranno nuovamente a casa vostra e pretenderanno di rivoluzionarvi ancora la casa, così voi spendete e loro guadagnano. Alla fine della fiera voi non sarete più padroni in casa vostra.

Ho fatto questo esempio per farvi capire quanto l'idea di Fini di dare il voto a chi lavora qui (non a chi è già cittadino e che già vota) sia demenziale e pericolosa. I lavoratori stranieri vengono qui A LAVORARE ma NON SONO ITALIANI, così come gli artigiani dell'esempio non fanno parte della vostra famiglia. NON HANNO e NON DEVONO avere diritto di veto e di scelta su come noi gestiamo il nostro paese: l'idraulico, l'elettricista, il muratore ed il piastrellista si devono limitare ad eseguire il lavoro ad essi commissionato senza metter bocca nelle scelte di una famiglia che non è la loro.

Invece Fini, Casini e la sinistra ci vengono a dire che chiunque venga a lavorare qui deve avere diritti esattamente come un italiano: la cosa è sconvolgente.
Il buonismo, d'altra parte, conduce ad una spirale molto ma molto perniciosa non solo perché sparge di borotalco il culo dei malintezionati ma perché confonde i diritti UMANI con quelli COSTITUZIONALI. Le due cose sono ben diverse.

Insomma, Fini confonde il rispetto per l'immigrato non italiano che viene a lavorare ed a cui si garantiscono i diritti umani ed anche molti diritti legali (contributi e quant'altro) con una peculiarità che è sempre stata e deve restare degli italiani, ovvero quella dei diritti costituzionali in materia di voto.

Certo che un Presidente della Camera che confonde questi due concetti mi fa riflettere e rabbrividire: ma chi diavolo abbiamo messo a capo dell'aula dei deputati?

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger Angelo D'Amore ha detto...

ti cito io vari esempi.
munnezza.
la citta e' pulita, l'hinterland no.saranno chiusi i centinaia di comuni che non riusciranno a giungere alla soglia del 25% di differenziata?

arresti di camorra.
sono avvenuti per la presenza dei militari o per le confessioni dei pentiti? e queste valgono per i boss per poi non essere attendibili per eccellenti politici che devono concorrere alle elezioni regionali?

occupazione.
la disoccupazione aumenta. termini imerese sta per chiudere, di pomigliano non si sa piu' nulla.
ci si incaponisce per la realizzazione del ponte sullo stretto, senza la presenza di vere infrastrutture ordinarie, motivo principale per cui secondo la lega, termini andrebbe chiusa.

immigrazione.
gli stranieri aumenteranno, non puo' essere fermato questo flusso naturale. siccome l'epoca dei crematori per fortuna e' lontana e siccome gli italiani non vogliono andare a zappare, accettare questa convivenza non deve essere prerogativa della sola sinistra.

giovedì, 03 dicembre, 2009  
Blogger rasiallavita ha detto...

Secondo me la carne al fuoco è, obiettivamente, troppa. ma questo è un momento storico particolare in cui tutti i nodi stanno venendo al pettine e, secondo me, il pettine si spezzerà. Il ragionamento di Jet non è troppo schematico è troppo lucido: si fa un programma lo si accetta lo si vota lo si rispetta. Fuori da questa logica, qualunque sia la parte politica, c'è solo l'ingovernabilità. Esistono poi gli uomini e i loro "attributi": dignità, serietà, coerenza, etica sociale, cultura, tutte cose sconosciute alla maggioranza dei politici, anche di Fini, sopratutto di Fini. Su immigrazione e sicurezza al momento delle elezioni il programma del cdx era stato siglato, affermato e propugnato anche da chi oggi mette distinguo sussiegosi e si atteggia a libero pensatore. Nessuno è obbligato a pensarla come me ma tutti siamo obbligati al rispetto della volntà popolare che ci ha portato a rappresentarla; fuori da questo principio basilare è difficile discutere, fuori c'è solo la fiera delle vanità e il trasformismo. Jet ha ragione.

venerdì, 04 dicembre, 2009  

Posta un commento

<< Home