Libere Risonanze: Di batosta in batosta

30 marzo, 2010

Di batosta in batosta

Hanno ingoiato un rospo. Ne hanno ingoiato un altro. Poi un altro ancora. Ora, però, pare di stare alla Sagra della Rana.

Così è riassumibile la situazione per una sinistra che esce per l'ennesima volta sconfitta e bastonata da una competizione elettorale: nemmeno con gli aiuti da parte del PDL (che ha fatto di tutto per poter perdere) si riesce a far portare a casa alla sinistra un risultato decente.

Innanzitutto l'analisi del voto: 7 a 6, dicono la matematica ed i sinistri, che si vantano di questo risultato come se fosse foriero di chissà quale vittoria. Questa sarebbe una considerazione corretta se le regioni fossero abitate con densità uniforme e fossero tutte delle stesse dimensioni ma così non è. Se mi nutrissi di polli o di fagioli, con 7 fagioli al giorno farei la fame mentre con 6 polli ingrasserei come una botte.

Pertanto quando ci si spende in questi calcoli si deve tener conto che il peso delle regioni è essenziale e che quindi questo voto fornisce alcune considerazioni:

  1. Il centrodestra ha vinto in Lazio dove tutto sembrava perduto. Per la verità il casìno di cui il PDL si era reso responsabile pareva aver regalato la regione nelle mani dei suoi avversari, perché tutto faceva credere che per il centrodestra sarebbe stata una vera debacle. Invece la Polverini ha vinto pure se azzoppata. Sarebbe come se un saltatore in alto delle paralimpiadi vincesse una competizione olimpica confrontandosi con saltatori senza menomazioni. Un trionfo, insomma.
  2. Il centrodestra ha strappato il Piemonte, area industriale di primaria importanza.
  3. Le regioni "fedeli" al centrosinistra sono in genere poco popolose. A parte la Toscana dove il centrosinistra ha ottenuto un innegabile ottimo risultato (dell'Emilia Romagna discuteremo a parte) le regioni in cui la discrepanza tra CSX e CDX è più ampia annoverano pochi elettori (Marche, Umbria, Basilicata).
  4. Il centrosinistra si è aggiudicato una buona regione (e pure popolosa) come la Puglia. Però questo successo appare più un successo personale di Vendola che non della coalizione che lo sostiene, in quanto il voto di lista tende ad essere più equilibrato. Inoltre c'é da considerare il fatto che in Puglia ha vinto un personaggio sgraditissimo al PD che è stato più costretto che felice di candidarlo.
  5. Dalla mia terra, ovvero dall'Emilia Romagna mi sembra giunga il dato più clamoroso. Errani si ferma a qualche briciola in più del 50% con una Lega al 14%. Ora, per essere una roccaforte della sinistra, mi sembra che la solidità di tale fortino si stia per sgretolare. La sinistra in L'Emilia-Romagna passa dagli anni d'oro di un quasi 70% ad un 62% circa nelle consultazioni di 5 anni fa, per arrivare ad un misero (si fa per dire) 50% di oggi. Dalla mia regione, quindi, si è passati di colpo ad una riduzione di più di 10 punti percentuali in soli 5 anni. Continuando con questo trend credo che l'Emilia Romagna sarà il prossimo territorio a rischio capitolazione, la qual cosa mi farebbe andare in piazza Trento e Trieste per prendere una ciucca a base di Moet.
  6. Per il resto i risultati della sinistra nelle regioni industrialmente più potenti e popolose sono andate verso il tracollo. Del Veneto e della Lombardia non ne parliamo perché in tali regioni il CSX è uscito in polvere. La Campania, regione importantissima e molto popolosa, ha regalato al PDL una vittoria squillante con moltissimi punto di distacco. La Calabria, altra regione molto importante avuto analogo risultato.
Cerchiamo ora di bilanciare a spanne la forza delle regioni e trarne un risultato globale:

Per il centrosinistra registriamo una forte vittoria in Toscana che vince in percentuale 60 a 34. La Toscana è piuttosto popolosa e la vittoria è netta, qui non c'é nulla da obiettare, hanno vinto loro ed alla grande.
Molto meno netta rispetto al passato, invece, la vittoria in Emilia Romagna. Il distacco è sempre alto ma si riduce drasticamente (52 a 37). In questo caso il centrodestra non guadagna moltissimo ma il centrosinistra si lecca le ferite ed in una regione popolosa nonché industrializzata come la mia, perdere 10 punti di elettorato significa una botta terribile.

Sostanzialmente in parità troviamo Lazio, Piemonte, Puglia, Liguria. Scarti di pochi punti percentuale non influiscono sul risultato complessivo e quindi non li conteremo né a favore dell'una coalizione né dell'altra.

Per il centrosinistra ampi scarti sono registrati in 3 regioni, Basilicata (61 a 28) Umbria (57 a 38) e Marche (53 a 40). Insieme, però, queste regioni fanno molto meno di una grande regione.

Per contro il centrodestra annovera tra le sue vittorie schiaccianti regioni chiave popolosissime come Lombardia (56 a 33) e Veneto (60 a 29).
Un'altra importantissima regione in cui il centrodestra ha fatto a pezzi il centrosinistra è la Campania (54 a 33). Ricordiamoci dell'importanza che Napoli riveste nel mezzogiorno, la cui provincia da sola è di 3.000.000 di abitanti.
L'ultima regione in cui ha vinto il CDX è la Calabria (59 a 32), importante regione del Sud "ponte" tra il continente e la Sicilia che da sola vale quasi come Marche e Basilicata in mano al centrosinistra.

Ora, letti correttamente questi dati, la disfatta del PD e dei suoi alleati appare evidente. Il PD tiene saldamente solo in alcuni dei suoi feudi entro i quali si arrocca. In tali fortini, però, penetra con sempre maggiore incisività la Lega mentre la gente anziché mettere la croce sul simbolo del PD decide di andare al mare a prendere il sole.

Per quanto riguarda il centrodestra il comportamento dell'elettorato fa capire che anche nella coalizione di Berlusconi il voto si è radicalizzato: la netta affermazione della Lega rivela che il Popolo della Libertà preferisce le tinte forti a quelle tenui e che gli elettori chiedono decisioni dure che non passino per tentennamenti ed inciuci. I sinistri raccontano la barzelletta che questo rafforzamento della Lega indebolirà Berlusconi e la sua coalizione, però abbiamo potuto testare che da molti anni essi ventilano questo spauracchio in quale invece non si è mai nemmeno lontanamente concretizzato, cosa che ironicamente al contrario è sempre avvenuta per la sinistra nei rapporti i suoi alleati. Comunque sia, l'intero elettorato di centrodestra ha chiesto con forza a Berlusconi di abbandonare l'illusione delle riforme condivise e di cominciare una stagione fatta da bracci di ferro nonché di battaglie campali.

Il PD, invece, si trova sempre più in balìa di Di Pietro con il quale litiga un giorno sì e l'altro pure, con la sgradevole novità di dover ora anche fare i conti con il partito di Grillo che gli sottrae voti intercettando le lamentele dei "compagni" scontenti.

Insomma, ancora una volta il centrosinistra esce dalle elezioni frammentato e con le ossa rotte a dispetto di tutte le manifestazioni viola, rosse, verdi ed arcobaleno che riesce ad organizzare, segno inequivocabile che, come scrivevo alcuni post fa, una manifestazione conta zero indipendentemente da quanti partecipanti si possano portare in piazza mentre la primaria manifestazione, quella che davvero conta, viene dalle urne.

E, nel frattempo la Sagra della Rana continua...

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3 Comments:

Blogger unedame ha detto...

Hanno la pancia piena di rane, ma stanno ancora a cercarne! :-))
Lontana

mercoledì, 31 marzo, 2010  
Blogger Maria Luisa ha detto...

Se dovesse succedere posso aggregarmi anch'io in piazza Trento e Trieste?mi porto il Moet, non si sa mai che si aggiungano altri ai festeggiamenti...

Maria Luisa

mercoledì, 31 marzo, 2010  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Se succedesse, cara Maria Luisa, il Moet per entrambi lo porto io, ma un bottiglione magnum!

mercoledì, 31 marzo, 2010  

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