Libere Risonanze: Ahmadinejad parli pure!

25 settembre, 2007

Ahmadinejad parli pure!

Di cosa ha paura un dittatore? Delle bombe? Sì, ma occorre fare una guerra per poterlo intimorire. Del suo popolo? No, il popolo è tenuto in scacco dalle forze armate perché come prima cosa un dittatore scatena gli apparati militari contro i dissidenti. Del suo stesso esercito? Nemmeno, perché le forze armate sono, per ordine suo, meglio retribuite di tutte le altre "caste" e possiedono privilegi sostanziali nei confronti degli altri cittadini. Forse che un dittatore abbia paura dei suoi ministri? Nemmeno, se è abile e feroce alla prima occhiata storta il ministro in questione è un mucchietto di ossa.

Di cosa ha paura, allora un dittatore? Semplicemente della verità e che la gente scopra che il re è nudo.

Ho letto alcuni articoli scritti da bloggers i quali disapprovano il fatto che si sia lasciato parlare Ahmadinejad alla Columbia University. Personalmente non sono per nulla d'accordo, innanzitutto perché sono un garantista sulla libertà d'espressione, anche nei confronti di coloro che dicono idiozie. Anche Bin Laden ha il diritto di fare i suoi proclami, pur se poi sia auspicabile che qualcuno gli diriga una bomba sulla testa: in fondo anche ai condannati a morte si permette un'ultima dichiarazione, no?

In secondo luogo, ritengo che la libertà di espressione debba essere partimonio comune perché proprio il permettere di dire idiozie qualifica la persona che le dice. In fondo se non avessero messo alla prova i ministri di questo governo e non avessimo tutti sentito i loro deliri, molti italiani penserebbero ancora che Prodi & Co. siano capaci, coraggiosi ed intelligenti uomini di stato.

Ma ciò che più di tutto spaventa i dittatori è la contestazione, la verità sbattuta in faccia, il grido "bastardo criminale!" che si leva dal mondo intero, come stanno in queste ore urlando i monaci di Birmania: il bello di tale pratica è che il dittatore sotto accusa, abituato nel suo paese a sentirsi come il Padreterno, non può farci nulla. Ahmadinejad finalmente ha sentito che aria tira, ha dovuto ingoiare il rospo, è rimasto suonato come un pugile alle corde e si è arrampicato sugli specchi cadendo anche nel ridicolo. Gli studenti gli hanno riso in faccia, sciocchi ventenni hanno deriso la Spada di Allah sulla terra...: non c'é cosa più blasfema e pericolosa per un dittatore del fatto di essere deriso e sbeffeggiato. E lui, questa volta, non ha potuto indire vergognose pseudoconferenze, incarcerare, torturare ed uccidere chi lo guardava in faccia.
Aveva le mani legate, Ahmadinejad, dimesso e confuso come un gattino davanti alle parole di fuoco di Lee Bollinger il quale gli ha ricordato che lui non è nessuno, non rappresenta Allah (che è lo stesso nostro Dio e Padre) ma Iblis in persona e che per schiacciarlo come un rospo sull'asfalto occorre solo una leggera pressione su un bottone.

Tornerà in patria più debole e scornato, Ahmadinejad, il quale è stato costretto ad affermare che "non attaccherà Israele" dopo che aveva dichiarato che l'avrebbe spazzato via: un'indubbia dimostrazione di debolezza e di panico, mi ricorda Prodi quando ventila una legge e poi precipitosamente smentisce perché la gente monta le barricate.

Ahmadinejad grazie alla possibilità di esprimersi ha quindi fatto la classica figuretta da pagliaccio, pur se rappresenta lo standard di buffone che il mondo non può permettersi di lasciare in vita ancora a lungo.

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1 Comments:

Blogger gabbianourlante ha detto...

non ero d'accordo a dare APERTURE ad un somaro simile.... ma vedendo la figura che ha fatto, mi devo ricredere. quando ha detto che in iran non ci sono gay e la fragorosa risata.... beh avrei voluto esserci per ridergli in faccia.... che soddisfazione...

mercoledì, 26 settembre, 2007  

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