Libere Risonanze: Birmania, pacifinti assenteisti

26 settembre, 2007

Birmania, pacifinti assenteisti

E' davvero incredibile: in Birmania (ora chiamata Myanmar) si sta consumando una tragedia terribile che potrebbe sfociare in una guerra civile, la quale vede contrapposti i monaci buddisti appoggiati dalla cittadinanza ed un feroce regime militare che da anni opprime la popolazione con modalità che definire "da tirannide" è uno scherzo.

Miccia della rivolta popolare (peraltro sviluppatasi in maniera molto più tranquilla delle manifestazione "pacifiste" nostrane) è stato il rincaro della benzina del 500% imposto dal regime per poter mantenere un apparato di repressione efficiente, dal momento che le politiche interna ed estera del governo (o meglio, degli assassini in capo al governo) hanno ridotto il paese all'isolamento ed alla fame.

In questa vicenda hanno assunto un'importanza centrale i monaci buddisti, che a differenza di quelli tibetani non vivono come asceti, chiusi nelle loro pagode ma si confrontano e si mescolano attivamente alla gente vivendo una vita molto simile ai civili. Il regime, negli anni passati ha creduto che piccole donazioni alla causa religiosa potessero mantenere lo status quo ed accontentare l'ordine monastico locale. I monaci, molto legati alla popolazione, invece, hanno dato vita alla rivolta che proprio oggi è stata repressa nel sangue.

Tra tutte le grida di indignazione che si levano dal mondo in ordine sparso (l'UE e gli USA hanno minacciato sanzioni così come molti altri paesi) mancano come al solito due voci: la prima, quella dell'ONU, da sempre accondiscendente con i paesi tirannici e fortemente critica con quelli democratici e civili. Ma si sa, l'ONU è quello che è, un'inutile accozzaglia di fessi che fingono di decidere ad uso e consumo degli intellettualoidi creduloni, mistificatori ed ipocriti.

La seconda voce che manca (ed è intimamente collegata alla prima) è quella dei pacifinti.

Da parte loro non una manifestazione, non un grido di protesta od un sit-in con le loro vigliacche bandiere davanti all'ambasciata: niente. La Birmania non interessa perché protestando contro il regime non si contestano USA, Gran Bretagna od Israele.

E dunque? Dunque tutto bene, in Myanmar si muore e lo straccio colorato con cui i "compagni" hanno addobbato vergognosamente le loro finestre se ne sta ripiegato nel cassetto. Che i monaci vadano affanculo.

Tra un pò aspettiamoci anche un V-DAY promosso dai pacifinti e gentilmente dedicato ai loro "fratelli" birmani.

Etichette:

5 Comments:

Blogger Unknown ha detto...

La ginta militare definisce quello birmano un "socialismo intriso di buddhismo" . Sio vede che la medaglietta socialista è reliquia talmente potente da mutare i macellai in angeli della pace, per i nostri pacifinti.

mercoledì, 26 settembre, 2007  
Blogger Antonio Candeliere ha detto...

Concordo con John.

mercoledì, 26 settembre, 2007  
Blogger no name ha detto...

I pacifinti nostrani non hanno alzato un dito per due ragioni: la prima perchè il regime di cui tanto si parla è un regime comunista (ma che sia comunista non lo dice nessuno), secondo perchè i "religiosi" in questione sono buddisti e non musulmani.

mercoledì, 26 settembre, 2007  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

E' normale, amici: i pacifinti protestano solamente quando nelle azioni militari sono coinvolti gli Stati Uniti o la Gran Bretagna. Se l'Europa si alleasse con Hezbollah non avrebbero nulla da ridire.

D'altra parte all'ipocrisia arcobalenata non c'é confine.

mercoledì, 26 settembre, 2007  
Blogger Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

I media italiani sono scandalosi: nessuno che dica che il regime militare birmano è comunista, che la costituzione comunista del 1974 è sospesa, ma è ancora attuata. Che la bandiera reca simboli comunisti, approvati da quella costituzione.
Ed anche in TQV, mi spiace, l' unico a titolare post chiamandoli "comunisti", rimango io...

PS

nessun pacifinto si mosse nemmeno per la repressione neocomunista in romania di Iliescu nel 1990.

giovedì, 27 settembre, 2007  

Posta un commento

<< Home