No, le squadracce no!
Per questa eventualità, ovvero il levare la vita ad una persona, occorrono però due fattori essenziali e certi: primo, la flagranza del reato o prove schiaccianti (e quando dico schiaccianti intendo talmente evidenti da non lascare alcun remoto margine di dubbio). Qui si parla della vita di una persona e non si scherza con le esecuzioni facili.
Il secondo elemento essenziale dev'essere l'efferatezza dell'atto criminoso. E' ovvio che io non invochi la pena di morte per un semplice omicidio preterintenzionale o colposo, né per omicidi in cui vi siano motivazioni di carattere adeguato. Il figlio che ammazza il padre che per anni rientra ubriaco e picchia selvaggiamente la madre non può essere punito con troppa durezza.
Vi sono però categorie di delitti per cui la pena di morte è sacrosanta.
Queste categorie sono:
- Omicidi di particolare efferatezza (la vicenda delle bestie di Satana, ad esempio o la vicenda della strage di Erba).
- Violenza sulle donne (gli stupri, ad esempio).
- Violenza sui bambini (pedofilia inclusa).
- Gravi reati di terrorismo e stragismo.
- Gravi reati di mafia, camorra ed n'drangheta.
- Omicidi in cui sia riconosciuta una violenza gratuita (come coloro che gettano i sassi dai cavalcavia per vedere l'effetto che fa).
- Reati acclarati continuati connessi alla produzione, importazione o spaccio di sostanze stupefacenti.
Ricordo inoltre che proprio una ROM ha chiamato le forze dell'ordine ed ha permesso l'arresto della bestia che ha massacrato Giovanna: questo dimostra che anche tra gli stessi ROM vi è gente con un certo senso civico. Poi, se vogliamo parlare di espulsioni per il fatto che chi viene qui senza un lavoro va a rubare è un'altro paio di maniche, ma non colpiamo persone innocenti solo per il gusto di bastonare nel mucchio: questo non è civile né degno di una società avanzata e moderna.
Anch'io ho subìto un furto ad opera di romeni (poi presi - ma della refurtiva ho trovato pochissimo). Mi sfondarono una porta, misero a soqquadro casa mia, rubarono a man bassa. Ebbene, quando tornai ed aprii la porta la mia reazione fu di rabbia ma non fu rabbia cieca: se avessi avuto sotto le mani uno dei ladri probabilmente l'avrei percosso con un bel cazzotto ma non l'avrei certo pestato a morte e tantomeno mi sarei scatenato contro un romeno innocente che passava nel mio quartiere.
Io ho un'amica, romena, proprietaria di un bellissimo bar. E' fidanzata con un italiano, è fine, onestissima, intelligente, ha un figlio, lavora come una macchina giorno e notte molto più di tanti italiani fancazzisti, rischia del suo e disprezza non solo i romeni ma anche gli italiani che delinquono. Giustamente, aggiungo. Io sono uno dei suoi migliori amici e mi onoro di fregiarmi di questo titolo.
Invito perciò tutti quanti a pensare con il cervello ed a saper distinguere le mele marce da quelle sane. Ve lo dice un giustizialista incallito.
Etichette: Cronaca, Politica Estera
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