Libere Risonanze: No, le squadracce no!

03 novembre, 2007

No, le squadracce no!

Per quanto riguarda il giustizialismo di cui sono un acceso sostenitore, tutti coloro che conoscono il mio pensiero sanno che politicamente sono un "falco", una persona che ama l'ordine e la legalità, considerate da me il bene da proteggere e difendere perfino con metodi cruenti come la sedia elettrica.

Per questa eventualità, ovvero il levare la vita ad una persona, occorrono però due fattori essenziali e certi: primo, la flagranza del reato o prove schiaccianti (e quando dico schiaccianti intendo talmente evidenti da non lascare alcun remoto margine di dubbio). Qui si parla della vita di una persona e non si scherza con le esecuzioni facili.
Il secondo elemento essenziale dev'essere l'efferatezza dell'atto criminoso. E' ovvio che io non invochi la pena di morte per un semplice omicidio preterintenzionale o colposo, né per omicidi in cui vi siano motivazioni di carattere adeguato. Il figlio che ammazza il padre che per anni rientra ubriaco e picchia selvaggiamente la madre non può essere punito con troppa durezza.

Vi sono però categorie di delitti per cui la pena di morte è sacrosanta.
Queste categorie sono:

  • Omicidi di particolare efferatezza (la vicenda delle bestie di Satana, ad esempio o la vicenda della strage di Erba).
  • Violenza sulle donne (gli stupri, ad esempio).
  • Violenza sui bambini (pedofilia inclusa).
  • Gravi reati di terrorismo e stragismo.
  • Gravi reati di mafia, camorra ed n'drangheta.
  • Omicidi in cui sia riconosciuta una violenza gratuita (come coloro che gettano i sassi dai cavalcavia per vedere l'effetto che fa).
  • Reati acclarati continuati connessi alla produzione, importazione o spaccio di sostanze stupefacenti.
Quello che però è accaduto nel Lazio quando una squadraccia di picchiatori si è scatenata contro quattro persone colpevoli solo di essere rumeni è assurdo e deprecabile. Ricordo a lorsignori che nessuno di questi quattro ha commesso un atto criminale e che, essendo la responsabilità una questione del tutto soggettiva, essi sono innocenti. Questo non significa che io non appoggi l'introduzione di ronde atte a prevenire ed a scoraggiare eventuali reati, anche con la forza, ma prendere un rumeno e massacrarlo al posto di un assassino è come riempire di botte una persona bionda solo perché lo è un criminale. Una follìa da imbecilli.

Ricordo inoltre che proprio una ROM ha chiamato le forze dell'ordine ed ha permesso l'arresto della bestia che ha massacrato Giovanna: questo dimostra che anche tra gli stessi ROM vi è gente con un certo senso civico. Poi, se vogliamo parlare di espulsioni per il fatto che chi viene qui senza un lavoro va a rubare è un'altro paio di maniche, ma non colpiamo persone innocenti solo per il gusto di bastonare nel mucchio: questo non è civile né degno di una società avanzata e moderna.

Anch'io ho subìto un furto ad opera di romeni (poi presi - ma della refurtiva ho trovato pochissimo). Mi sfondarono una porta, misero a soqquadro casa mia, rubarono a man bassa. Ebbene, quando tornai ed aprii la porta la mia reazione fu di rabbia ma non fu rabbia cieca: se avessi avuto sotto le mani uno dei ladri probabilmente l'avrei percosso con un bel cazzotto ma non l'avrei certo pestato a morte e tantomeno mi sarei scatenato contro un romeno innocente che passava nel mio quartiere.

Io ho un'amica, romena, proprietaria di un bellissimo bar. E' fidanzata con un italiano, è fine, onestissima, intelligente, ha un figlio, lavora come una macchina giorno e notte molto più di tanti italiani fancazzisti, rischia del suo e disprezza non solo i romeni ma anche gli italiani che delinquono. Giustamente, aggiungo. Io sono uno dei suoi migliori amici e mi onoro di fregiarmi di questo titolo.

Invito perciò tutti quanti a pensare con il cervello ed a saper distinguere le mele marce da quelle sane. Ve lo dice un giustizialista incallito.

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