Libere Risonanze: Pacifisti e Pacifinti

08 aprile, 2008

Pacifisti e Pacifinti

Nel mondo vi sono due tipi ben diversi e distinti di manifestanti per la pace:

la prima categoria è quella rappresentata dai pacifisti, ovvero gente che antepone il concetto di libertà e democrazia a quello di popolazione. Per un pacifista un popolo prima di tutto e per essere tale deve essere libero per definizione, ovvero in grado di autodeterminarsi e di poter scegliere il suo destino tramite libere elezioni.

Questi pacifisti tendono spesso ad inscenare manifestazioni piuttosto eclatanti, mai violente verso il prossimo ma anzi, quasi sempre autodistruttive (si danno fuoco ed affini) ed ancor più spesso pagano di persona per le loro convinzioni facendosi ammazzare per le strade o quantomeno arrestare e torturare brandendo la semplice arma del coraggio (esempio tipico fu il ragazzo che col suo corpo fermò la colonna di carri armati nella piazza Tienanmen).

Vi è però una seconda categoria di dimostranti, i pacifinti. I pacifinti sono coloro che non credono effettivamente nei valori delle suddette "libertà e democrazia" ma che fanno uso politico delle proteste per poter strumentalizzare la piazza a fini propagandistici e costantemente secondo la convenienza offerta sull'altare della loro ideologìa politica. Questa tipologia di manifestanti è la stessa che ha appeso alle finestre delle proprie case la bandiera della pace, che devasta le città ogniqualvolta si tiene un vertice internazionale, che pesta a sangue chiunque non aderisca in toto alla proprio fanatismo, che occupa piazze e strade non appena l'occidente tenta di difendere i valori di cui i veri pacifisti sono portatori. I pacifinti protestano solo quando entrano in campo le democrazie, qualunque cosa esse facciano e qualunque decisione di contrasto alle tirannidi prendano mentre si scordano ipocritamente delle feroci repressioni perpetrate da governi aventi sistemi politici assimilabili al loro stesso credo, ovviamente comunista (o sinistro in genere). I pacifinti, inoltre, non manifestano nei paesi in cui la democrazia è negata ma se ne stanno tranquilli a schiamazzare in nazioni tolleranti che invece di rompere loro le gambe con i manganelli sono costrette perfino a mettere sotto accusa le loro stesse forze dell'ordine, quando cercando di riportare ordine e legalità in climi di guerriglia urbana, provocano loro un graffio od un bernoccolo.

La questione Tibet in questi giorni ne è un esempio. Quante bandiere tibetane abbiamo visto appese alle finestre delle nostre città? Quante bandiere della pace sono state fatte sventolare in nome della feroce repressione cinese nei confronti di monaci disarmati?

Non so voi, io non ne ho vista alcuna. Ecco perché esistono due diversissimi modi di manifestare: quello che prevede l'innocuo spegnimento di una fiaccola inutile e beffarda senza alcun spargimeto di sangue e quello che porta la guerriglia paraterroristica nelle nostre strade.

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1 Comments:

Blogger Gilesteta ha detto...

IRREPRENSIBILE POST

martedì, 08 aprile, 2008  

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