Libere Risonanze: FAO FArlOcco

03 giugno, 2008

FAO FArlOcco

Tra tutti i carrozzoni dell'ONU (che a buon titolo potremmo definire la carovana circense principale) la FAO è uno dei più costosi ed inutili.

Mi correggo: una scala di valori per inutilità è assolutamente impossibile da commensurare, dal momento che tutta l'ONU, le sue para-organizzazioni, le sue "risoluzioni" ed i suoi moniti sono rispettivamente evanescenti visioni oniriche e carta straccia.

Solo la sinistra guarda ancora all'ONU pensando se non di risolvere, di tamponare qualche problema: la moratoria sulla pena di morte è stata istanziata da Prodi, accettata dall'ONU e come al solito violata da tutti i paesi che dell'ONU se ne strafregano (ovvero la totalità), ma in particolare da quelli che condannano la gente all'impiccagione perché hanno letto una Bibbia od alla famosa pallottola nel cervello per aver parlato male del regime.

Ebbene, in questa occasione si è pensato di non invitare i criminali Ahmadinejad e Mougabe "alla cena della FAO" a Roma.
Tié, così si fa, avrà pensato Ban-Ki-Moon (vivrà costui sulla Luna?), tu minacci Israele di olocausto e così non potrai gustare i manicaretti che esperti chef internazionali hanno preparato alla faccia di chi crepa di fame per non aver nemmeno un pugno di riso con cui ingozzarsi.

Eh sì, l'ONU sa davvero imporsi quando lo vuole, soprattutto contro quei paesi che cercano di salvare i propri cittadini dalle bande di clandestini che imperversano impuniti nelle loro città. Che poi essi accoltellino, sbudellino, violentino, rubino e travolgano, ubriachi, è un dettaglio marginale, l'importante è far sentire la propria voce nei momenti sbagliati e con i paesi sbagliati: con Cuba, la Somalia, la Cina, la Birmania, la Siria invece si può ammiccare al Gran Galà.

Però non con Ahmadinejad e Mougabe: essi non potranno raccontarsi le barzellette con i commensali (ovvero su come la FAO si adopera per risolvere il problema della fame nel mondo), non potranno scroccare una cena luculliana, non potranno fumarsi un buon sigaro dopo che, ben pasciuti e soddisfatti, avranno finito la loro mousse di cioccolato con vellutata alla fragola: dovranno tornarsene a casa, costoro, a massacrare inermi civili con la pancia vuota. E magari grazie a quest'iniziativa, l'ONU tutta si augura che essi muoiano di fame, visto che la loro pancia non si può riempire nemmeno con il piombo, essendo i tiranni intoccabili e protetti dal loro status diplomatico anche se si chiamano Lucifero.

Una giusta punizione, non c'é che dire, e se alla prossima riunione Ahmadinejad avrà già nuclearizzato Tel Aviv magari si potrebbe pensare anche di non rimborsargli il biglietto aereo.

La giustizia delle Nazioni Unite lo richiede.

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3 Comments:

Blogger gabbianourlante ha detto...

vero eh? che sgarbo vergognoso!
senza cena..... magari anche a nanna presto... e senza cartoni animati!
ciao

martedì, 03 giugno, 2008  
Anonymous Anonimo ha detto...

ROTFL
Bellissimo articolo!

martedì, 03 giugno, 2008  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ho sempre pensato che coi soldi che si usano per mantenere quel costosissimo carrozzone che è la FAO si potrebbero sfamare tranquillamente tutti i poveri del mondo. Come all'ONU anche alla FAO il più semplice impegato guadagna stipendi da manager, e può usufruire di inimmaginabli benefit dalla piscina a massaggi di vario tipo: iatsu ecc. passando tra innumerevoli corsi, sempre gratuiti, che vanno dalle lingue, al flamenco fino all'arpa birmana, oltre ad assistenze di vario tipo.
Poi non si sa bene il perchè tanti posti siano occupati dagli scandinavi.
Scrivo sconvolta dalla notizia delle navi statunitensi stracariche di aiuti che sono dovute tornare indietro perchè il regime birmano non li ha accettati.
Dovrebbe essere un caso di cui farsi carico per la commissione dei diritti umani dell'ONU, se questa non fosse così impegnata a impicciarsi degli affari nostri. Considerato che la Birmania, come tanti altri paesi poco liberi e democratici ma ricchi, è piena di risorse naturali: che si costringano quei regimi a sborsare per i loro cittadini.
Saluti,
Lorenza.

giovedì, 05 giugno, 2008  

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