Libere Risonanze: Muoia la Bad Company e tutti i filistei

22 settembre, 2008

Muoia la Bad Company e tutti i filistei

Lunedì 22 Settembre: la CGIL ha affermato a chiare lettere che intende "trattare" solo con Fantozzi.
Bene, una preoccupazione in meno per il governo che dovrebbe a questo punto lasciare Alitalia al suo infausto destino: gli attori della pantomima hanno preferito affidarsi al commissario (a lui tutta la mia solidarietà, poveraccio) e quindi auguri e figli maschi.

In particolare, però, in qualità di contribuente ci terrei a precisare che a questo punto, dopo aver offerto il piano CAI sdegnosamente rifiutato, approverei senza riserve la vendita di Alitalia ad una società straniera ma, poiché il governo è stato messo fuori gioco, sono contrarissimo alla separazione tra Good Company e Bad Company.
Chi eventualmente intendesse comprare lo faccia accollandosi i debiti di Alitalia.

Da italiano avrei sopportato volentieri uno sforzo per salvare Alitalia: solo per il fatto che la nostra compagnìa di bandiera fosse stata acquistata da una società italiana (la cui imposizione fiscale sarebbe rimasta a vantaggio dello stato italiano) e registrata la sua connaturata importanza strategica per il paese, avrei soprasseduto al sacrificio di dovermi accollare una piccola parte dei debiti della Bad Company.
Insomma, qualche euro dalle tasche del contribuente si sarebbe potuto levare, a patto che Alitalia fosse restata italiana in modo che, una volta risanata, avrebbe in parte od in toto ricoperto i debiti nei confronti del contribuente grazie al prelievo fiscale.

In questa considerazione economica e non in un romantico patriottismo stava "l'italianità" decantata da Berlusconi.

Non vorrei invece che ora i sindacati si sognassero di scaricare sul contribuente i debiti della Bad Company mentre un'eventuale società straniera acquistasse la Good Company. Tale società, una volta che ipoteticamente Alitalia fosse in attivo, subirebbe l'imposizione fiscale del proprio paese (e quindi allo stato italiano non ne verrebbe un euro) mentre noi dovremmo caricarci sulle spalle le perdite. Inoltre, mentre CAI avrebbe garantito l'operatività di Alitalia, un possibile acquirente straniero potrebbe acquisirne gli slot e le rotte per poi chiudere la società. Questo significa che il contribuente italiano si caricherebbe di debiti per regalare letteralmente rotte, slot e vantaggi ad una società estera che nulla ha a che fare con l'Italia.

Questo punto è fondamentale e sarebbe bene che Sacconi lo chiarisse, visto che tra l'altro il piano di separazione fu proprio del governo (che ora è stato tagliato fuori per la diffidenza di alcuni sindacati): l'ipotesi di separazione tra Bad Company e Good Company decade con il decadere della proposta CAI. Inoltre, dal momento che il governo rappresenta i cittadini ed i sindacati non vogliono più trattare col governo, per transitività i sindacati hanno interrotto ogni rapporto con i cittadini, che non sono disposti a pagare di tasca propria per fare un favore al sindacato regalando a sconosciuti la parte buona della società ma prendendosi in carico quella debitoria.

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