Libere Risonanze: Giustizia cieca, giustizia bieca

22 maggio, 2009

Giustizia cieca, giustizia bieca

Quanti sono i sinistri che conoscono la vicenda Mills? Provate a farvelo spiegare da coloro che abbaiano quotidianamente contro il Presidente del Consiglio e li prenderete in castagna.
Sentirete balbettii improvvisi e cercheranno di sviare il discorso, mentre voi affonderete la lama nell'ignoranza di chi parla solo per dar aria alla bocca.

In parole semplici avvenne che l'avvocato inglese Mills fu contattato dall'armatore Diego Attanasio allo scopo di vendere una nave. Come compenso per tale vendita l'avvocato Mills percepì 600.000 dollari che egli versò in un conto corrente senza dichiararli al fisco britannico.

Accadde però che il fisco britannico se ne accorse e, chiamato a rapporto, l'avv.Mills cercò di far passare i 600.000 USD come donazione. Alla domanda di chi fosse il donatore l'avv.Mills dichiarò che fu Mediaset.

Il fisco inglese però non si fermò, le indagini andarono avanti e l'avv.Mills ritrattò, confessando la verità, ovvero di aver ricevuto i soldi da Attanasio. Tra l'altro saltò fuori una lettera firmata da Attanasio indirizzata ai gestori di trust delle Bahamas in cui egli scrive che l'Hadrian trust avrebbe dovuto ricevere 10 milioni di dollari e che prima della fine del mese i trustees avrebbero ricevuto da Ginevra una somma compresa tra 2,5 e 3 milioni di dollari. Nella lettera era specificato che la causale di ogni importo sarebbe stata il ricavato della vendita della nave in questione. Inoltre, prosegue Attanasio, "Ho già consegnato al signor Mills di Whiters una nota con le mie direttive riguardo all'amministrazione del trust, che egli è autorizzato ad inoltrarvi".

Per questo motivo il fisco inglese, dopo aver accertato la natura dei proventi che riguardavano l'avv.Mills, gli comminò una multa.

Questi atti sono depositati in Gran Bretagna e sarebbe bastata una rogatoria internazionale da parte del giudice per acquisire le carte e chiarire definitivamente la provenienza del denaro.

Invece no. I giudici ignorarono le ripetute richieste di rogatoria da parte della difesa di Berlusconi e procedettero come se nulla fosse, come se né la lettera, né le testimonianze di Attanasio, né i documenti legali del fisco inglese esistessero.

Sarebbe come se voi foste accusati di un omicidio avvenuto a Palermo mentre nel momento del delitto foste stati fermati dai carabinieri per un controllo a Torino e nel conseguente processo cercaste di sottoporre al giudice i tabulati dei carabinieri che vi scagionano ma il giudice non autorizzasse la difesa a presentare tali prove.

Ma non solo: sarebbe come se sul posto di lavoro per questo motivo vi chiedessero di licenziarvi. Ovvero, dopo il danno, la beffa.

Cosa direste voi? Non v'infuriereste? Mi sembra il minimo!

Perché quindi Berlusconi dovrebbe dimettersi? Perché dovrebbe mantenere un aplomb impeccabile? Io mi rivolterei come un leone ferito.

La verità è che vi sono magistrati che vìolano sistematicamente regole e buon senso, che in nome del loro credo politico si possono permettere di fare tutto ciò che a qualunque categoria professionale non è permesso e non pagano mai per il danno che causano con dolo o colpa grave, come per quei giudici che lasciano decorrere i termini di custodia cautelare per pericolosi mafiosi. Al massimo vengono trasferiti.

Sarebbe come se un medico, essendo di destra, lasciasse morire un paziente perché egli è di sinistra. Il medico verrebbe radiato dall'albo e finirebbe dritto filato in galera. Al limite ciò che può accadere ad un giudice, invece, è un semplice richiamo e chi risarcisce (sempre che la vittima abbia denaro, coraggio e pazienza per intentare una causa contro un membro di un potentato così forte) è non lui ma lo stato (ovvero noi stessi).

Lo sapevate? Sapevate che siamo noi cittadini a pagare gli indennizzi per gli sbagli in buona o cattiva fede dei magistrati? Bene, se non conoscevate questo dettaglio ora lo sapete.

E' così che funziona la "giustizia" in Italia: nel nostro paese c'é una dittatura ma non fa certo capo al Presidente del Consiglio...

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