Libere Risonanze: Il muro della malafede

10 novembre, 2009

Il muro della malafede

Ieri a Berlino si è festeggiato un evento storico: il ventennale dell'abbattimento del muro che divise l'Europa in due blocchi contrapposti, in seguito divenuti radicalmente diversi tra loro. Da una parte vi era l'occidente che dopo la seconda guerra mondiale divenne, grazie alle sue politiche economiche flessibili ed ad un imprimatur costituzionale rispettoso della difformità di pensiero, libero e ricco. Dall'altra vi era la cortina di ferro, un nazismo coercitivo e violento, un potere dispotico e primordiale il cui unico obiettivo era l'autoconservazione a scapito di milioni di vite umane.

Questa assurda ideologìa venne messa in pratica da Stalin, a causa delle "purghe" del quale l'impero del male poté annoverare come "biglietto d'ingresso" nel circus delle tirannie mondiali una ventina di milioni di morti, senza contare poi quelli causati da altri paesi che si definivano comunisti (Cina, Cuba, Corea, Ungheria, Romania, etc...) che uccisero e massacrarono con più ferocia di quanto non fece Stalin. I più giovani, coloro che oggi hanno 20-30 anni o meno non possono sapere cosa fu il comunismo se non grazie ai libri di storia contemporanea, spesso neanche studiati alla fine del quinto anno di superiori o sbrigativamente liquidati con poche parole, perché in Italia c'é l'assurda abitudine si soffermarsi per mesi nello studio degli elefanti di Annibale e non di ciò che è capitato nel mondo poche decine di anni fa e che più che mai ha condizionato la nostra storia, il nostro futuro, la nostra civiltà.

Ebbene, a causa dell'ideologia comunista una parte del mondo precipitò nella barbarie e nel dolore. Come il nazismo, per volere dei comunisti furono costruiti i campi di lavoro forzati ed i Gulag, veri e propri luoghi di sterminio per gli oppositori del regime. Vennero presi, incarcerati, torturati ed uccisi tutti coloro che anche fossero solo sospettati, a torto od a ragione, di non condividere le idee folli della dittatura. Pure gli intellettuali erano mandati là a morire. Non esisteva un minimo di privacy, i cittadini venivano schedati e seguiti anche in casa (che solitamente era abitata non da una famiglia ma da più famiglie, spesso delatrici per conto dello stato). Se si osava anche solo pensare qualcosa di sconveniente contro il regime, i militari entravano in casa con la forza, prendevano i figli, separavano le famiglie e mandavano a morire di stenti bimbi, mogli ed anziani nei Gulag della Siberia, dove spesso le persone erano costrette a crepare nude nella neve, esattamente con le stesse metodologìe usate dai nazisti nei confronti degli ebrei. Gli uomini invece erano picchiati e torturati, poi bruciati vivi o fucilati sul posto.

Anche la situazione economica di questi paesi rispecchiava la pazzìa e l'ottusità di un sistema criminale: alla popolazione non era destinato alcun piano riformistico, le fabbriche non facevano altro che produrre carri armati ed armamenti, mentre la gente, ridotta alla stregua di un branco di straccioni, elemosinava un pò di pane nei negozi e quando lo stato centrale sbagliava i piani agricoli (che in genere erano quinquennali - alla faccia della flessibilità) la popolazione doveva digiunare e morire di fame. Il tutto mentre i soloni della nomenklatura viaggiavano in auto ed aerei privati, possedevano dacie in tutto il paese, si scopavano le ragazzine e portavano i proventi della vendita delle materie prime nei paradisi fiscali, proprio come fossero monarchi assoluti.

Questa era la Russia dell'ante-caduta muro: settant'anni di soprusi e guerre, di morte e distruzioni.

Poi arrivò il crollo del muro, causato da molti fattori quali il collasso del sistema, l'impossibilità di seguire l'occidente sul piano economico-militare quando esso iniziò lo studio di fattibilità delle "guerre stellari". Senza contare la montante ribellione che i paesi satellite quali la Polonia con "Solidarnosc" instillarono nel fino ad allora granitico tessuto socialista. E, non ultimo, Papa Giovanni Paolo II, ebbe il merito di appoggiare in maniera "carbonara" queste ribellioni.

La Russia di Gorbaciov, come la Cina attuale, dopo la caduta del muro cercò di passare all'economia di mercato ed alla libertà di opinione con saggia gradualità. Un sistema sociale imbrigliato per 70 anni in un contenitore le cui pareti erano costituite da violenze e da inettitudini poteva costituire, come in realtà poi si rivelò essere, una vera bomba etnica e sociale.

Purtroppo la Russia, al contrario della Cina, fu costretta improvvisamente a prendere una decisione, a "saltare il fosso" sempre a causa dei comunisti, perché due anni dopo la caduta del muro i vecchi conservatori provarono a riprendersi il potere ed a distruggere la perestroika con un golpe fortunatamente fallito. A questo punto la Russia dovette operare una scelta radicale e netta, che da una parte la liberò dal giogo della tirannide ma che dall'altro la gettò nelle mani della mafia e della corruzione. Il vuoto di potere lasciato dal vecchio regime, il quale invece di guidare lentamente la Russia fuori dal pantano la costrinse a gettarsi nelle braccia di un capitalismo alla quale non era preparata, venne occupato da personaggi biechi, da criminali e da gruppi di potere che potremmo tranquillamente definire mafiosi. Ma la Russia doveva scegliere il male minore ed il male minore era rappresentato dall'apertura all'occidente.

Tutt'ora vediamo quanto gli effetti del comunismo in Russia siano stati esiziali: le guerre tra etnie non si contano, il paese è nelle mani di mafie e di clan, nulla di ciò che è prodotto in Russia si esporta perché di scarso valore aggiunto (avete mai visto un prodotto russo nei centri commerciali che non sia caviale o vodka?) e, non ultimo effetto di un regime che ha massacrato un popolo regalandogli solo terrore, miseria e fame. L'unica cosa che viene esportata da noi sono belle ragazze che si prostituiscono per un pò di denaro.

Ebbene, dopo aver ripercorso questo excursus storico, pare incredibile che vi siano ancora degli idioti in malafede che in Italia che si definiscano "comunisti" ed invochino la libertà e la democrazia (ovviamente quella che fa comodo loro, ovvero se la pensi come me bene, altrimenti tento di rovinarti e sfascio tutti in piazza).

In Italia vi è una legge che condanna coloro i quali fanno apologìa di fascismo.

Ora, visti i loro trascorsi, invece di concedere ai comunisti di presentarsi alle elezioni e siedere tranquillamente in parlamento dove continuano a far danni, si dovrebbe promulgare una legge uguale a quella contro i fascisti ed i nazisti, cominciando a sbattere in carcere tutti coloro che fanno "apologìa di comunismo", perché tale ideologìa non è libero pensiero ma sinonimo di odio, sopruso e, come insegnano le Brigate Rosse, di morte.

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3 Comments:

Blogger passione65 ha detto...

Gran bell’excursus storico!
Aggiungo che nei libri di storia fino a pochi anni fa non si parlava delle Foibe e che il film di Andrzej Wajda, KATYŇ, sull’eccidio stalinista di 22.000 soldati ed ufficiali polacchi, candidato all’Oscar 2008 come miglior film straniero,è boicottato e, nonostante abbia ottenuto vari riconoscimenti internazionali di prestigio, non trova spazio nelle sale cinematografiche italiane...

martedì, 10 novembre, 2009  
Blogger Unknown ha detto...

e per continuare questa veramente la sanno in pochi e nessun testo scolastico lo contiene http://www.peacelink.it/ecologia/a/3420.html
diffondete

giovedì, 26 novembre, 2009  
Blogger Unknown ha detto...

e per continuare questa veramente la sanno in pochi e nessun testo scolastico lo contiene http://www.peacelink.it/ecologia/a/3420.html
diffondete

giovedì, 26 novembre, 2009  

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