Libere Risonanze: Pronto intervento mondiale

14 gennaio, 2010

Pronto intervento mondiale

Vi sono cose che distruggono l'anima, che ci fanno non solo pensare ma anche inorridire.

Il mondo è da sempre soggetto a disastri naturali di proporzioni bibliche ma sembra che a nessuno, né ai paesi ricchi né a quelli poveri, nè alle destre né alle sinistre interessi più di tanto la creazione di una potente e rapida una struttura ben organizzata che in casi come quelli di Haiti intervenga tempestivamente in ogni parte del mondo.

Purtroppo, attualmente ci si mette a soccorrere le persone in difficoltà in ordine sparso ed ognuno con i propri mezzi, con il risultato che il coordinamento va a farsi benedire e così pure l'efficiacia degli aiuti. Mettendo poi in conto che gli aiuti sono spesso inadeguati, alla fine possiamo affermare senza tema di smentita che ogni paese che subisce un dramma del genere viene sostanzialmente abbandonato a se stesso. E noi sappiamo tutti, vista la vicenda dell'Aquila, cosa significhi un buon coordinamento e la tempestività degli interventi.

D'altra parte con le istituzioni internazionali che ci ritroviamo, stiamo freschi: l'ONU non ha altri obiettivi che far banchettare i suoi delegati e rompere le scatole a paesi come il nostro i quali cercano di regolare i flussi immigratori. Insomma, le Nazioni Unite fanno sempre ciò che non dovrebbero fare e non fanno ciò che sarebbe necessario.

Ebbene, in questo quadro generale una sola cosa è sicura: prima o poi, sarà questione di mesi o di anni, ma qualche disastro naturale mieterà le vite di centinaia di migliaia di persone in qualche parte nel mondo. Lo sappiamo per certo perché a distanza di qualche anno queste previsioni di catastrofi si sono sempre avverate: statisticamente, intendo.
Sarebbe come se in casa vostra voi aveste un varco nel muro che permette ai ladri di entrare ciclicamente ogni mese da quando siete nati: il non chiudere la breccia sarebbe idiota e scellerato.

Allo stesso modo, nel mondo, sappiamo che in media ogni tre-quattro anni capitano disastri di proporzioni bibliche e che i problemi sono sempre i soliti, difficoltà di raggiungere i luoghi, impreparazione, inadeguatezza dei mezzi di soccorso, mancanza di medicinali e di attrezzature.

Ora mi chiedo: se invece di crapulare attorno ad una tavola imbandita diramando comunicati inutili ed imbecilli, all'ONU si decidesse davvero di destinare, proporzionalmente alle capacità di ciascun paese, una buona cifra per la creazione di una grande e potente task force di soccorso, forse che questa organizzazione non sarebbe la più utile in circolazione?

Perché l'ONU non destina i principeschi fondi che i paesi le devolvono per iniziare a strutturare una specie di "Pronto intervento mondiale" invece che spenderli in convegni, tartine e ciclostili?
Si potrebbe ad esempio, con l'accordo di tutti quanti, destinare il 3 per mille di ogni transazione finanziaria, acquisto e prestazione d'opera in tutti i paesi del mondo alla creazione di questa forza di intervento rapido. In Italia si potrebbe destinare l'8 per mille non allo stato od alle chiese che sono già piene di soldi, ma obbligatoriamente ad un'iniziativa del genere.

Invece ogni volta ci tocca assistere a gente che muore di peste perché nemmeno riesce seppellire i morti.

E pensare che all'ONU hanno il coraggio di dare dei razzisti a noi...

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