Libere Risonanze: Veltroni e gli eroismi della classe operaia

06 marzo, 2008

Veltroni e gli eroismi della classe operaia

No, non sono impazzito: riporto nel titolo un ridicolo commento di Veltroni a proposito del terribile incidente sul lavoro occorso a Molfetta. Sì, perché se non fosse per l'entità della tragedia avvenuta a causa dell'irresponsabilità di un singolo individuo, una simile affermazione sarebbe del tutto risibile.

Come ho già scritto nel mio articolo "Sicurezza (di morire) sul lavoro" la maggior parte delle morti bianche non sono causate dai datori di lavoro che la sinistra vuole far passare per avidi strozzini pronti a calpestare la vita altrui. Certo, vi sono casi come quello della ThyssenKrupp che gridano vendetta ed i cui responsabili andrebbero messi in galera a vita. In quel frangente ed in un delirio di onnipotenza Prodi gridò al mondo uno stentoreo MAI PIU'!!!.

Ma poiché Prodi non riesce a mantenere nemmeno la parola data cinque minuti prima figuriamoci se ci possiamo fidare di una previsione imperativa e roboante proiettata nel futuro. Eccoci infatti qui a scrivere nuovamente le stesse cose, con la differenza che rispetto alla vicenda della Thyssen le responsabilità dell'accaduto sono tutte dovute alla superficialità ed al menefreghismo di un membro dei lavoratori sempre commiserati dalla sinistra.

Oltre a ciò, ieri si è superato il limite: ho sentito al telegiornale che Veltroni, intervistato, ha rilasciato una dichiarazione nella quale si affermava che "l'episodio di Molfetta prova l'eroismo della classe operaia". Una dichiarazione stolta, oltre che fuori luogo ed errata, come se l'eroismo non fosse prerogativa che di metalmeccanici e del personale operaio e non DELLE PERSONE IN QUANTO ESSERI UMANI. Credo che molti, in simili concitati momenti, avrebbero fatto ciò che gli eroici colleghi dell'operaio finito dentro alla cisterna hanno fatto, sia essi fossero operai piuttosto che commercianti, avvocati, medici o disoccupati. Inoltre un'affermazione del genere se riferita a questa specifica vicenda è anche errata, in quanto una delle vittime che ha dato la vita per salvare i compagni era un uomo che sprezzantemente la sinistra chiama "il padrone".

Pertanto rendiamo onore ai cinque eroi che hanno compiuto un gesto commovente ed altruista ma non dimentichiamoci che il primo addetto alla manutenzione della cisterne è entrato senza alcuna protezione, senza maschera ed in maniera del tutto sconsiderata segnando in questo modo la sorte degli altri innocenti.

Ma c'é di più: fuori luogo è anche lo sciopero del mondo operaio per protestare contro la mancanza di sicurezza. Uno sciopero simile potrebbe andar bene in relazione al caso Thyssen ma mi domando invece a cosa serva quando la colpa è proprio di chi ne è rimasto vittima. Scioperare così, genericamente contro le morti sul lavoro è come scioperare contro la guerra senza partire dal fondamentale presupposto che c'é sempre il dittatore che la provoca fregandosene altamente delle risoluzioni dell'ONU. Parimenti, scioperare contro le morti sul lavoro serve come scioperare contro la nebbia in Val Padana, visto che di sicurezza proprio i diretti interessati sembrano fregarsene alla grande.

Giusta quindi l'attenzione per la sicurezza sul lavoro in quanto le proposte di miglioramento vanno sempre accolte con grande serietà e responsabilità ma a patto che le leggi non siano scritte dai beneficiari sulla carta igenica, esattamente come lo sono i programmi della sinistra.

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