Libere Risonanze: Inutilmente Europa

10 ottobre, 2008

Inutilmente Europa

Dopo aver subito anni di sacrifici, spese, crescita abnorme dei prezzi, diktat e manovre oscure da parte di un'Europa litigiosa e polverizzata pensavamo di esserci almeno messi in tasca una minima dose di sicurezza.
Si diceva che l'Europa ci avrebbe protetto contro l'immigrazione clandestina, che le unità militari congiunte avrebbero pattugliato le nostre coste per impedire la transumanza delle folle che dall'Africa spingono per entrare nel Vecchio Continente usando come porta principale il nostro paese.
Questo sogno è durato un tempo pari a zero. L'Italia ha dovuto imparare a fare tutto da sé, anzi, non appena si cerca di varare una piccola legge che perlomeno freni tale fenomeno gli intellettualoidi di Bruxelles ci bastonano sonoramente dandoci dei razzisti (sotto la sapiente regìa delle sinistre che sul fronte interno rincarano la dose) per poi rimangiarsi le accuse affrettate ma già ben consolidate in seguito ad una lettura più attenta di detti provvedimenti.
Si diceva che l'Europa si sarebbe fatta sentire all'unisono in politica estera quando si fosse presentata la necessità di fare la voce grossa contro i paesi che finanziano, appoggiano e tollerano il terrorismo.
Niente di tutto questo, dalla guerra dell'Iraq ad oggi l'Europa si è spaccata a metà come una mela su qualunque questione e quelle rarissime volte che ha partorito un ectoplasma di convergenza lo ha fatto edulcorando così tanto la propria voce da risultare ancora meno incisiva delle risoluzioni-straccio emanate dall'ONU.
Ora si presenta la questione economica: la crisi ci ha portato sull'orlo della scarpata, una volta tanto si chiede all'Europa l'unica medicina in grado di far migliorare la moribonda economia dei ventisette, ovvero un'azione congiunta e decisa per poter contrastare l'attuale crollo delle borse e dei mercati. Si chiede finalmente di incassare un minimo dividendo di quell'investimento che facemmo quando decidemmo di entrare in Europa, accollandoci sacrifici e tramonti incerti.
Ebbene, che fa l'Europa nell'unica occasione che ha per potersi dimostrare utile? Esattamente il contrario. Ogni nazione agisce disordinatamente, in ordine sparso e come meglio crede. Ognuno dei ventisette paesi possiede per sé una ricetta diversa, applicandola in tempi e modalità differenti. Nessuno vuole unire i propri sforzi a quelli degli altri e l'ovvia conseguenza è una sciagurata e penosa corsa sul ponte del Titanic, cercando di attaccarsi dove si può per piombare in acqua il più tardi possibile.
E così, pur essendo trainata nella crisi finanziaria solo di riflesso, l'Europa, come un kamikaze, punta dritta al centro del buco nero invece che accendere i motori per uscirne.
E' il festival dell'assurdo: si pensa agli effetti di un'inflazione controllabilissima e comunque temporanea quando servirebbe tagliare da subito e con decisione i tassi d'interesse: sarebbe come se un paracadutista in caduta libera perdesse tempo per sistemarsi il casco in attesa della zuccata sull'asfalto anziché pensare di tirare la cordicella del paracadute.
E' per questo motivo che le economie dei paesi facenti capo a quest'Europa assurda, marcia e primitiva deflagrano senza un lamento, tanto il conto lo paga l'eurocontribuente.
E pensare che c'é ancora chi si stupisce quando i cittadini dei paesi membri mandano regolarmente a fanculo la ratifica della sua costituzione.

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2 Comments:

Blogger Nessie ha detto...

Jet, sei una persona intelligente, e francamente mi stupisce il tuo stupore :-) (scusa il bisticcio) . Ma li leggi gli articoli di Ida Magli su Italiani Liberi? E anche il libro EURSS di Vladimir Bukovskij?
L'Ue è stata progettata come area mercantile proprio per farci sprofondare meglio (privarci d'ogni sovranità, annullare ogni identità, impedirci l'autodeterminazione, le leggi ecc.). Ovvio che la troika che guida questa "bancocrazia" repressiva ci lasci nella merda. Berlusconi è furioso anche coi protocolli di Kyoto: alla Gb il 10% delle emissioni. A noi koglions il 20%. A Maroni, gli Eurokommisssar hanno spacchettato il pacchetto sicurezza su praticamente tutto. E il rimpatriare i detenuti stranieri alle patrie galere (le loro) sarà un pio sogno. Così come è un sogno il reato di clandestinità.
Per saperne di più su cos'è il Trattato di Lisbona che però hanno RATIFiCATO TUTTI (la sinistra e la destra al governo, senza nessun senatore o deputato che si sia opposto) Leggi qui:

http://padus996.blogspot.com/search?q=il+trattato+di+lisbona

Eppoi dimmi se tutta questa casta non sarebbe da prendere a calci nel didietro. E quel che stiamo vedendo è ancora niente...

domenica, 19 ottobre, 2008  
Blogger Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Cara Nessie, il mio articolo non voleva contenere stupore, solo un atto d'accusa contro questa schifosa Europa.

Il mio intervento era atto a sottolineare l'inutilità di questo carrozzone, però speravo che almeno per una volta, essendo sull'orlo del baratro economico e trovandoci tutti nella stessa barca, i paesi europei facessero di necessità virtù muovendosi all'unisono. In ciò certamente non nutrivo molta fiducia ma francamente un piccolissimo augurio me l'ero riservato.

La prova di quanto siamo stolti la sta appunto nella gestione della crisi: gli USA, da cui è iniziato tutto questo bailamme (e che per logica dovrebbero risentirne più di noi) ad oggi perdono in borsa meno dell'europa, che pur se di riflesso sta invece scivolando nell'abisso molto più velocemente. Sarebbe come se il palo di una banda di rapinatori prendesse l'ergastolo mentre l'omicida se la cavasse con cinque anni. Gli Stati Uniti si sono mossi bene e subito, piuttosto furbescamente, aggiungo. Noi coglions invece siamo rimasti lì, chiusi in pantaloni troppo stretti.

Quindi nessun stupore e tu lo sai: noi due siamo tra i più acerrimi e feroci nemici di quest'europa con l'e minuscola, così come di quel branco di frequentatori di ricevimenti che frequentano ONU e FAO e che si rimpinzano di pasticcini quando al mondo vi sono persone che crepano di fame o sotto le dittature.

Un forte abbraccio da jetset!

domenica, 19 ottobre, 2008  

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