Libere Risonanze: agosto 2010

24 agosto, 2010

Fuori come i balconi

Erasmo da Rotterdam sarebbe stato felice di veder usato un titolo così azzeccato, anche se il contesto della sua opera è del tutto avulso dal contenuto di questo post: il suo "Elogio della follia" sarebbe una chiosa perfetta per descrivere una proposta che definire vergognosa ed indecente sarebbe minimizzante.

Credo che non sia nemmeno necessario ricordare cosa Italo Bocchino (capogruppo dei finiani) è stato capace di inventarsi, per cui salto la cronaca che lascio ad un link e vengo alle considerazioni.

La proposta di Bocchino è offensiva per chi in buona fede candidò questi rappresentanti da Bagaglino, offensiva per l'elettore che ha concesso il voto ad un partito avente certe specifice e si troverebbe invece a regalarlo all'opposizione, offensiva per la Lega (l'unico alleato davvero leale del PDL) ed offensiva per Berlusconi che già si trova una serpe in seno, figuriamoci se stringesse alleanze con Casini e Rutelli, ovvero con i peggiori rappresentanti democristiani che la storia del dopoguerra abbia mai potuto annoverare.

Una proposta offensiva anche per l'opposizione, che seppur in modo che reputo blasfemo e turpe fa il suo lavoro, ovvero quello di gettar merda su Berlusconi ed i suoi alleati. Sono così scarsi nel contrastare Berlusconi che un ingresso di Rutelli nell'alleanza col PDL e con la Lega significherebbe l'erosione a tavolino dei loro deputati e senatori in favore dello schieramento opposto. Non c'é che dire, anche la sinistra ne ricaverebbe una bella figuraccia e l'immondizia politica sparsa sulle istituzioni sarebbe di molto peggiore rispetto a quella della Prima Repubblica, in cui almeno almeno il pentapartito con l'appoggio dei socialisti reggeva e gli schieramenti in fondo erano due nonostante la cagnara delle correnti.

Ma vi sono solo tre soggetti politici per cui la proposta non è offensiva: per i finiani che sembrano aver smarrito ogni pudore e si attaccano agli specchi, per Casini abituato alle "alleanze variabili" che tradotto significa "sto con chi mi dà le poltrone" e per Rutelli che ormai ha girato tutto l'emiciclo da destra a sinistra con biglietto A/R.

Cosa dirà ora l'elettore finiano, colui che si è schierato con l'ex leader di AN e che ha creduto di votare per una "destra moderata" (parole loro) mentre gli viene imposto urbi et orbi di allearsi con Rutelli, ovvero con i sinistri?

La proposta è stata così vergognosa e priva di dignità che perfino la sinistra, notoriamente amante della mercificazione politica e del tradimento alle spalle, l'ha rifiutata. Cori di NO salgono alti dall'IVD e dal PD, che nonostante la loro natura voltagabbanesca dubito fortemente possano accettare un simile livello di squallore. Peggio dei peggiori, insomma e gli italiani lo sanno: il nuovo partito nasce già a pezzi.

La trasmutazione di Fini e dei suoi ha dell'incredibile: se penso che una volta proprio egli incarnava le migliori tradizioni di destra ed una raffinata visione politica d'insieme oso credere che sarebbe il caso chiamare rapidamente un esorcista: il demonio od un jinn dev'essersi impossessato delle menti di costoro. Sarebbe come se dall'oggi al domani Israele si alleasse con l'Iran per distruggere gli Stati Uniti.

A questo punto, quindi, direi che ha ragione Bossi: si vada decisi alle elezioni e se son rose fioriranno ma finalmente non sui balconi sbagliati.

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05 agosto, 2010

Tanto tuonò che venne il sole

Barzelletta: accadde il 4 Agosto 2010, votazione in aula sulla sfiducia a Caliendo. Fermiamo per ora il nastro.

Spingiamo il tasto REWIND fino a pochi giorni orsono: Fini tuona sulla questione morale, non si deve dar scampo agli indagati in politica, essi non possono godere di uno scranno in parlamento.

Litigio con Berlusconi, se le dicono di santa ragione, Fini s'impunta sulla questione morale. Secondo lui essere indagato equivale ad essere condannato, vista l'asprezza con cui si scaglia contro il PDL ed il suo leader. Berlusconi ovviamente ritiene che l'equazione sia errata e reagisce, anch'egli s'impunta e strappa gli ormeggi dell'alleanza con Fini, cacciandolo. Fini se ne va (dicono lui ed i suoi amichetti) a testa alta a latrare dall'invertebrato politico centrista. Non glie l'abbiamo data la soddisfazione a Berlusconi, tié, e gli fa idealmente il gesto dell'ombrello. Nessuno potrà farci desistere dalle nostre idee, nessuno ci può dire cosa sia giusto e cosa non lo sia. Noi la pensiamo all'opposto di Berlusconi ed anche un indagato deve andarsene subito, che possa essere colpevole o innocente a noi non importa.

Apriti cielo, il coro della sinistra che gli fa da contrappunto. Di Pietro, indagato pure lui, fa orecchie da mercante e tuona incredibilmente contro il governo, Fini ha ragione, quei delinquenti degli indagati devono andarsene. Mister Memoria Corta finisce il suo strale, poi siede sulla sua poltrona in aula e non la molla più. Grande esempio di coerenza.

Si fa la conta, i numeri sono risicati o sembrano non esserci. Fini fa il buonista, "io resterò fedele al mandato degli elettori". Avrei voluto vedere se Fini avesse dichiarato di voler concedere la cittadinanza agli extracomunitari in 5 anni ed il voto amministrativo ai lavoratori non italiani come l'avrebbero pensata i suoi elettori alla vigilia del voto, visto che lui afferma di restare fedele al voto dei "suoi" elettori (che sono poi quelli di Berlusconi).

Ebbene, Fini fa sapere che appoggerà il governo dall'esterno quando vi saranno leggi che lo aggraderanno. Visto lo strappo e tutto il Can Can che ne è venuto fuori, per coerenza ci si aspetta pertanto che Fini voti a favore della mozione di sfiducia insieme all'invertebrato centrista (un democristiano che fa la predica sulla morale è tutto dire ma avendo visto Di Pietro indagato che tuona contro gli indagati ci possiamo aspettare qualsiasi buffonata).

Arrivano circa le 18.30 del 4 Agosto 2010.

Il nastro è fermo ad un secondo dalla lettura del voto. Tensione in aula, ci si picchia tra ex alleati. Fini non può sopportare che passi la fiducia a Caliendo, ne va della sua credibilità. Eh, cazzo, in politica gli ideali sono ideali, mica si mira a conservare lo scranno, Fini si batte per una politica pulita anche se non c'é ancora alcuno sporco rimuovere. E' una specie di Mastro Lindo in sala operatoria.

Schiacciamo il nastro PLAY: si sente echeggiare la voce del Presidente di turno.
Risultato: 299 contro la sfiducia, 229 a favore, 75 astenuti, alcuni scappati cesso per non votare. La camera respinge.

Sbigottito mi chiedo: ma come 75 astenuti? Non dovevano i finiani forse attenersi a tutti quegli ideali di "pulizia" ed "igiene politica" tanto sbandierati, a quella trasparenza perfino eccessiva che ha causato la rottura con Berlusconi?

Ma se consentono che la sfiducia venga respinta e ritengono di essere nel giusto, non sono forse corresponsabili del fattaccio? Ed allora, perché hanno spaccato il PDL se poi gli consentono di far respingere una mozione secondo loro sacrosanta?

O vuoi vedere che...ma no, non è possibile!!! Beh, oddio, ripensandoci l'idea mi sovviene: vuoi vedere che dopo che Berlusconi ha dichiarato che in caso di agguati si andrebbe tutti a casa, i 47 astenuti se la sono fatta sotto all'idea di perdere la poltrona (ed ecco spiegarsi anche le motivazioni di coloro che sono corsi al cesso)?

No non è possibile, non ci credo. Da un uomo politico LEALE e FEDELE del calibro di Fini, da uno che non ha mai rinnegato il suo passato, uno che non ha mai contraddetto il suo elettorato una cosa così bieca è da escludersi.

Però un tarlo mi rode, accidenti: l'unico democristiano che sapeva il fatto suo diceva che a pensar male si fa peccato...
Ebbene, ieri mi sono dannato definitivamente l'anima.

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04 agosto, 2010

Mens Bersana in corpore insano

C'é da chiedersi se l'aereoporto che Bersani ha sulla testa ed il severo sole agostano non stiano giocando brutti scherzi all'attuale leader del PD: sono davvero preoccupato perché Bersani non è un nemico ma un avversario ed un tracollo neuronale che va dalla vile insolazione al Parkinson non è da augurarsi a nessuno, nemmeno a Camomillo, che ieri se n'é uscito con altre tre perle di raro umorismo.

Innanzitutto Camomillo si è prodigato in uno slancio di divismo affermando che chi porterà il governo alla transizione sarà Tremonti.

Ebbene, una persona normale farebbe notare a Camomillo Bersani che Tremonti non fa parte del suo schieramento e che magari sarebbero altri a decidere, e non certo lui, chi eventualmente potrebbe guidare un eventuale governo tecnico. L'errore nell'errore, però, sta nel fatto che questo governicchio raffazzonato non prenderà mai vita perché Bossi e Berlusconi hanno dichiarato che se l'esecutivo andasse sotto si tornerebbe alle urne. Pertanto Camomillo mette non uno ma due carri davanti ai buoi, un pò come faceva Lippi quando diceva che non avrebbe fatto salire nessuno sul carro dei vincitori (e guardacaso Lippi ha dichiarato che avrebbe votato per il PD) sentendosi già vincitore e scegliendo già chi portare sul carro. Ma almeno Lippi la nazionale italiana la guidava veramente, Bersani invece è leader di un derelitto elettorato senza speranze e senza idee.

Anche il terzo errore sta nella frase estiva malandrina ed è un errore di merito molto evidente nonché decisamente più grave di quelli sopra elencati: Camomillo finora si è espresso contro Tremonti facendolo apparire una specie di ragoseo, un taccagno curvo sui denari ed affamatore di popoli, un apprendista stregone dell'economia che calpesta le vecchiette. Non importa che all'estero si ammetta che egli sia il ministro dell'economia più stimato a livello europeo e mondiale, non importano le lodi dei vari istituti finanziari per come l'Italia abbia saputo operare una politica di rigore pur nella drammaticità della crisi. Camomillo da sempre si scaglia contro Tremonti e le sue finanziarie, considerate da egli poco meno che da negrieri.

Ma basta una dose di U.V.A. particolarmente massiccia e l'aereoporto di Camomillo cuoce.
Con una megavirata chi propone Camomillo alla presidenza del consiglio pro tempore?
Udite udite: l'orrido Tremonti.

Ma non è finita: dopo poco, evidentemente dopo aver rinfrescato l'areoporto sotto ad una doccia, Camomillo afferma che lui di nomi non ne ha mai fatti. E, sommando alla virata di 180° di prima una seconda virata di altri 180° arriviamo all'angolo giro di 360° (o 2Pigreco fate voi), una specie di Ivan il Matto come quello che i sottomarini russi eseguono per vedere se sono seguiti da unità navali occidentali.

Ma se Ivan è Matto al popolo italiano più di tanto non frega.
Il problema è se Matto non è Ivan ma un nostro connazionale dell'opposizione.

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