Libere Risonanze: ottobre 2007

30 ottobre, 2007

Medioevo now

E dai! Ancora un'indebita intromissione della Chiesa negli affari italiani.

Ieri Papa Benedetto XVI ne ha detta un'altra delle sue. Premetto che non sono cattolico e che quindi da perfetto laico non ho la benché minima soggezione sia nei confronti della Chiesa che nei confronti del Papa. Non riconosco, tra l'altro, al Papa alcun primato ed alcuna autorità morale se non quella che egli esercita nei confronti dei suoi adepti perché la Chiesa a causa di quel suo predicar bene e razzolar molto male (non solo da oggi ma da secoli) mi è stata sempre invisa.

E non si confonda il mio essere laico con il laicismo: così come quando il Re è evidentemente nudo non si può dire che si è dei sovversivi se lo si fa notare, allo stesso modo quando leggo o m'indigno contro l'operato di certa parte della Chiesa (non quella dei missionari, di Padre Pio, di Madre Teresa etc..., intendiamoci!) non accetto che mi si etichetti come laicista.

Iniziamo dal pulpito da cui viene la predica: la Chiesa si è macchiata nei secoli di tanto di quel sangue da alimentare tutto il Mediterraneo, a partire dalla vicenda dell'inquisizione passando per i vari scandali Marcinkus fino alle banche vaticane, che tutt'ora macinano denaro come grano e che ogni anno sono tra le prime finanziatrici per intermediazione relative all'esportazione di armi (salvo poi venire a proporre candidamente ai propri clienti i cosiddetti "fondi etici", oh, anime immacolate!). Non parlerò del vergognoso comportamento del clero relativamente al caso Welby, che gli negò il funerale né del continuo tentativo da parte della Chiesa di frenare la scienza anche quando il buonsenso vorrebbe che invece la si potesse aiutare in ogni modo allo scopo di salvare vite umane.

Disquisirò dell'ultima boutade di Benedetto XVI: ieri il Papa ha esortato i farmacisti all'obiezione di coscienza nei confronti di quei farmaci che impediscano la nascita di embrioni. Devo supporre che tra questi vi siano anche e perfino i preservativi.

Ora, il Papa non può e non deve permettersi la libertà di incitare le categorie professionali a negare ciò che al cittadino è dato di diritto dalla legge, fortunatamente laica, dello stato italiano. Fosse per me io caccerei dal loro lavoro anche i medici obiettori, non solo i farmacisti, perché sono medici e farmacisti ad essere al servizio della gente e non il contrario.

Se si sceglie di fare il soldato non ci si può rifiutare di sparare addosso al nemico, parimenti se si fa il medico legale non ci si può certo rifiutare di eseguire le autopsie sui cadaveri per questioni "etiche", se si fa il becchino non si può diniegare la cremazione dei cadaveri e se si decide di fare il pizzicagnolo, pur se si è musulmani, non ci si può astenere dal servire prosciutti e mortadelle alla gente.

Il concetto mi sembra chiaro e nitido ma, come si può arguire dalle parole del Papa, egli presume che tutti gli italiani siano cattolici e che dipendano dal suo Verbo (spesso e volentieri costruito "ad hoc" dai poteri forti del clero).

Ebbene, questa ipocrisia deve finire, l'ipocrisia di possedere verità e la moralità assolute, il tutto mentre la Chiesa di Roma spende e spande milioni di euro per ogni viaggio del Pontefice che parla dei poveri. Notatelo: la "casta ecclesiastica" si appropria di intere città acquisendo immobili di valore inestimabile per poi piangere per i senzatetto, ci chiede di accogliere gli extracomunitari salvo poi protestare quando viene costruita una moschea vicino ad una chiesa, ci domanda di fare figli (come se fosse facile mantenerli) ma costringe i suoi ministri al celibato, vorrebbe che noi disprezzassimo il capitalismo ma è infognata in giri d'affari miliardari, non paga una lira di tasse (vedi ICI) e, dulcis in fundo, ci chiede moralità e castità quando ogni giorno se ne sente una su preti lussuriosi e strane perversioni all'interno e fuori dei conventi.

Ma nella Città del Vaticano il medioevo sembra essere ancora di moda, con tutte le sue contraddizioni.

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26 ottobre, 2007

Penultimatum Prodiani

Ultimatum, forma sostantivata neutra del participio passato latino "ultimare", ovvero fornire un avvertimento intransigibile prima di procedere nel compiere un'azione.

Ebbene, un ultimatum secondo la definizione sopra esposta è tale e credibile in due casi, entrambi necessari in maniera equivalente: primo, la persona che lo lancia dev'essere credibile, altrimenti si copre di ridicolo. Per esempio, George Bush Sr. lanciò un ultimatum a Saddam al fine di evitare la prima guerra del golfo. Saddam gli rise letteralmente in faccia e l'esercito del dittatore fu annientato due giorni dopo la scadenza della data prefissata. Stessa cosa fece George Bush Jr., lanciò il suo ultimatum, la risposta fu negativa e l'esercito di Saddam venne fatto a nuovamente a pezzi, con la novità che questa volta la sorte di Saddam fu di penzolare dalla forca (vedi sezione VIDEO di questo blog).

Porto questo esempio per dimostrare che un ultimatum è serio solo se la capacità di far seguire i fatti alle minacce è credibile: se a minacciare Saddam fosse stato S.Marino, con tutto il rispetto per lo Stato del Titano, l'ultimatum sarebbe divenuto una comica.

Appurato questo primo punto occupiamoci della seconda questione: l'ultimatum deve essere, per l'appunto, inderogabile. Un ultimatum che venisse reiterato non sarebbe appunto un ultimatum ma un bluff, una rappresentazione teatrale, una smargiassata come quella dei bulli che minacciano di fracassare ossa e crani ma che poi, quando si alza la voce, se ne vanno brontolando offese.

Bene, fatte queste considerazioni Vi invito ad analizzare sotto questa luce gli ultimatum di Prodi il quale anche ieri, essendo la sua "maggioranza" andata in minoranza su ben sette emendamenti alla finanziaria, ha strigliato i partiti della coalizione chiedendo ai rispettivi capigruppo di dichiarare espressamente le loro intenzioni a proposito dell'appoggio all'attuale esecutivo.

Prima domanda: è Prodi credibile, ovvero, possiede egli la capacità di porre ultimatum alla sua coalizione?
La risposta è NO. Prodi dipende interamente dalle briglie dell'uno o dell'altro partito della maggioranza, non è a capo di un partito con un qualsivoglia peso politico sul piatto della bilancia ed anche se lo fosse, dato il risicatissimo numero dei senatori a sua disposizione, sarebbe continuamente ostaggio della sinistra radicale, di Mastella, di Di Pietro, dei socialisti, dei Verdi e di quant'altro. Ma anche se Prodi fosse capo di un partito che avesse una maggioranza consistente egli non potrebbe far altro che abbassare la cresta di fronte alle bizze dei suoi alleati, perché da solo il suo partito non arriverebbe nemmeno lontanamente alla soglia della maggioranza assoluta.
Alla luce di tali osservazioni si può dunque concludere che Prodi possieda un'arma spuntata e che fare la voce grossa minacciando di mandare a casa il governo sia una presa di posizione risibile e velleitaria.

Seconda domanda: possono gli ultimatum di Prodi spaventare i senatori dei partiti di governo?
La risposta è ancora NO. Ricordiamo che questo è il governo dei penultimatum, ovvero degli ultimatum ripetuti che a causa di questa loro natura, come ricordato sopra, si chiamano bluff (ed i senatori sanno bene che Prodi tiene alla poltrona anche più di loro).
Bluffò Napolitano quando durante la crisi di governo sul voto per l'Afghanistan affermò che da quel momento in avanti la maggioranza in Senato sarebbe dovuta essere autosufficiente, sostenendosi SENZA l'apporto dei senatori a vita. Oggi ho assistito alla seduta del parlamento via internet, ebbene, tutti gli emendamenti a favore delle posizioni del governo passavano con l'approvazione di due senatori in più. Quanti sono i senatori a vita? Sette? Ebbene, allora Napolitano dovrebbe richiamare Prodi e chiedergli di dare le dimissioni. Invece l'ultimatum è caduto nel nulla. Quello addirittura non fu un ultimatum ma un "nultimatum".

Bluffò D'Alema quando, sempre durante la vicenda della votazione sull'Afghanistan, affermò solennemente in Parlamento che si sarebbe subito dimesso dalla carica di Ministro degli Esteri. Ma D'Alema è ancora lì e l'ultimatum andò a farsi benedire. Altro nultimatum.

Bluffa Mastella quando afferma un giorno si e l'altro pure che "non si può più continuare così, se non mi danno precise garanzie faccio cadere il governo". Poi intervento di Prodi, "stai buono Mastelluccio, hai la mia solidarietà" e l'ira furente di Clemente, si placa. Cantami, o Musa, l'ira funesta del pelide Clemente! Poi Mastella va da Santoro, gli sputano in faccia e lui ricomincia a minacciare la caduta del governo. Altra solidarietà di Prodi ed altra solidarietà per Mastella, il quale pensa bene di volare a sbafo con la famiglia, venendo giustamente impallinato dall'opinione pubblica e da alcuni esponenti della maggioranza: ebbene, la storia si ripete: "se Prodi non mi difende faccio cadere il governo". Alé. "Tranquillo Clemente, hai la mia solidarietà" manda subito a dire Prodi: e si ricomincia con l'inchiesta "Why Not".
E' proprio vero che imparare la storia serve per capire il futuro.

E che dire di Di Pietro, che vuole anch'egli la solidarietà di Prodi quando si scanna con Mastella minacciando, ma guarda un pò, la caduta dell'esecutivo? Prontissimo Prodi interviene, è solidale anche con lui: Prodi è solidale con tutti, col cane e col gatto, tra un pò mi aspetto che solidarizzi con Israele e con Bin Laden (ma ci siamo vicini visto che D'Alema voleva invitare al tavolo delle trattative anche Hamas). Siamo alla schizofrenìa più nera.

E così, esattamente come per il resto della maggioranza, anche Prodi non è da meno: quando fu sul punto di cadere sull'Afghanistan ed andò da Napolitano (che prontamente respinse le sue dimissioni-farsa) tuonò che da quel momento in avanti tutti i partiti di governo avrebbero dovuto approvare i famosi "dodici punti", lanciando il suo bravo ultimatum. "Alla prima difficoltà" disse "si va tutti a casa". Ebbene, oggi il governo è stato impallinato ben sette (1-2-3-4-5-6-7) volte e per la prima volta nella storia della Repubblica il numero degli emendamenti presentati dalla maggioranza nei confronti della SUA STESSA legge finanziaria ha superato quota novecento, staccando nettamente il numero di quelli presentati dall'opposizione che, mancando di fantasia, si è fermata più o meno ad ottocento. Ebbene, Prodi ha rilanciato il suo ultimatum, "ditemi se mi sostenete, sennò andiamo a casa tutti" ha affermato declassando il precedente ultimatum a penultimatum. Aspettando che anche quest'ultimo bluff venga declassato a penultimatum (ri-declassando il primo a ter-ultimatum) andiamo a vedere la mano pokeristica del Presidente del Consiglio, che rilancia continuamente sul piatto i soldi degli italiani giocando una mano in cui egli possiede al massimo una coppia di sette.

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24 ottobre, 2007

Napolitano...

Evito di parlare di Napolitano come vorrei (o come dovrei) perché sul mio Blog le parolacce sono limitate solo a rare espressioni enfatiche ma anche per non scadere nel vilipendio nei confronti del Capo dello Stato.

Il fatto però che Napolitano invochi, anzi, con un certo accento autoritario, imponga ai partiti l'inciucio per salvare quei suoi amici politici che stanno portando al disastro l'Italia è a dir poco scandaloso. Un Presidente della Repubblica dovrebbe occuparsi, appunto, della Res Publica, ovvero di ciò che più è positivo per la gente, invece cerca spasmodicamente di salvare i suoi ex-compagni di partito dalla cacciata a casa con un calcio nel culo (e stavolta l'espressione enfatica ci vuole tutta).

In una coalizione in cui non solo i massimalisti si massacrano con i centristi ma anche i centristi si scannano tra di loro l'introdurre elementi come UDC, FI, AN e Lega equivarrebbe ad un Big Bang dal quale l'Italia non si risolleverebbe mai più. Ma possibile che Napolitano non se ne accorga? Oppure è in malafede?

Benissimo ha fatto Berlusconi a gettare in faccia a Napolitano le sue proposte di inciucio: si vada alle elezioni e poi vedremo se non avremo la maggioranza sia alla Camera che al Senato, matusalemme esclusi.

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23 ottobre, 2007

Il giorno degli zombies viventi.

Non avevamo dubbi: inutile infuriarsi, inutile gridare ed inutile anche sperare. Anche oggi, 23/10/2007 il governo se l'é cavata per il rotto della cuffia.

E' accaduto, infatti, che in aula siano state messe ai voti due pregiudiziali di costituzionalità sulla finanziaria presentate da Forza Italia ed una sospensiva, sempre inerente alla finanziaria, presentata dalla Lega.

Ebbene, il governo si è salvato nel primo caso per due voti (158 a 156), nel secondo per uno (157 a 156).

Ebbene, ammettiamo pure che abbiano ragione i sinistri, che sia inutile alterarsi, gridare allo scandalo per maggioranze così risicate o per figuracce così indegne.

Sta di fatto che dal punto di vista puramente numerico hanno ragione loro, un voto in più od in meno determina la maggioranza e quindi essi hanno tutti i diritti di governare.

Con lo stesso metro, però, potremmo esigere che in passato come in futuro quando il governo andò (così come fu per il voto sull'Afghanistan) od andrà in minoranza, Il Presidente del Consiglio presenti immediatamente le sue dimissioni e si vada alle urne, cosa che invece non concesse il Presidente Napolitano e di cui ancora ci priverà, sbilanciando di fatto l'equazione in senso salvifico per l'attuale governo.

Le elezioni non si faranno, con buona pace di Berlusconi, sia che il governo passi l'esame delle votazioni parlamentari sia che esso cada rovinosamente, perché Napolitano s'inventerà qualcosa con la scusa di una legge elettorale imperfetta, ad esempio un Prodi-Bis, un Veltroni-One, un governo tecnico od un governo "di salute pubblica", con l'obbiettivo malcelato di riportare il potere nelle mani dei suoi compagni di partito.

D'altra parte Napolitano si è già rimangiato il finto monito lanciato a Prodi in seguito alla vicenda dell'Afghanistan: l'esecutivo sarebbe dovuto essere autosufficiente, aveva detto, ovvero possedere la maggioranza al Senato anche senza l'appoggio dei senatori a vita.
Ebbene, la differenza di un solo voto dimostra che i senatori a vita sono ancora determinanti per l'accanimento terapeutico su questo governo cerebralmente morto e totalmente asfittico dal suo primo vagìto, eppure la voce del Presidente della Repubblica non si sente.

Per il resto lascio a Voi ogni altra considerazione in merito.

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21 ottobre, 2007

Quando futurismo equivale ad idiozia

Uno dei movimenti artistici più ricordati dagli ex-studenti liceali è, senza ombra di dubbio, il futurismo.

Sarà per via di quel modo strampalato di irrompere sulla scena di un '900 che pigiava sull'acceleratore dell'industrializzazione e che avrebbe conosciuto due guerre mondiali sanguinosissime, sarà per la sua contiguità con temi tanto cari ai partiti nazionalisti che iniziavano a consolidarsi, sta di fatto che l'aspetto eccentrico ed anticonformista di questo movimento è rimasto nella memoria dei sui sostenitori e dei suoi detrattori anche dopo la fine delle scuole medie superiori.

Ricordiamo più o meno tutti il nome di uno dei più illustri esponenti di questo movimento, Filippo Tommaso Marinetti. In particolare ricordo una sua poesia della raccolta Zang Tumb Tumb, uno spasso per me studente, una specie di fumetto: "Bombardamento", si chiamava, ovviamente una poesia sui generis costruita con lo stile poetico delle "parole in libertà".

Molti furono i documenti futuristi costellati da incitamenti alla rivolta contro le opere e gli stili artistici del passato, ma si trattò di provocazioni, di modi di dire, di esempi di rottura portati all'esasperazione: nonostante si incitasse a mettere al rogo le vetustà dell'800 nessuno si sognò mai, infatti, di bruciare le opere letterarie ed i monumenti in nome di un movimento d'avanguardia come il futurismo, prova ne sia che con l'avvento del fascismo vennero addirittura recuperate ed esaltate simbologie nonché architetture di tipo classico-imperiale.

Ebbene, dopo quasi un secolo un idiota munito di secchiello di vernice rossa pensa bene di fare il "neo-futurista" e colora (addirittura il colore dei comunisti) l'acqua della Fontana di Trevi, mettendo a rischio l'integrità del monumento stesso. Un gesto di un cretino, un atto che nulla ha a che fare con il futurismo ma che molto ha a che fare con l'ottusità imbecille di coloro che, esattamente come a sinistra si definiscono "disubbidienti", a destra si fanno chiamare "estremisti di destra". Ricordo a costoro che, con tutti i difetti che può aver avuto il fascismo, esso aveva invece un grandissimo rispetto per le opere d'arte che fecero grande il nostro paese e che se oggi possiamo ammirare tante opere così ben conservate fu, appunto, per merito di Mussolini.

La prossima volta consiglio agli imbrattatori di virare verso la pop-art bevedosi il secchiello di vernice e chiudendosi in una bara così da aspettare l'avvelenamento secondo ispirazione artistica. E l'opera d'arte che ne conseguirebbe potremmo chiamarla "Cadavere variopinto".
Di rosso, per giunta, onta tremenda per un estremista di destra...

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20 ottobre, 2007

Farsele cantare da un democristiano

Che il governo fosse a pezzi ce ne eravamo accorti dopo un minuto dal suo insediamento, esattamente quando Mastella iniziò a litigare con Di Pietro a proposito della spartizione delle poltrone (link http://libererisonanze.blogspot.com/2006/04/prima-previsione-azzeccata.html#links). Da allora in poi un susseguirsi di guerre sanguinose, di lotte intestine, tradimenti, strali e minacce. Tutti contro tutti ad azzuffarsi come iene.

Che il governo fosse per giunta una mandria di incapaci ce ne siamo accorti quando gli si chiedeva di legiferare, mentre esso rimaneva bloccato per paura di scoperchiare il vaso di Pandora delle sue mille contraddizioni: l'unica decisione presa con sollecitudine fu l'indulto. E fu un disastro.

Che il governo fosse composto da gente spudorata lo sapevamo senza ombra di dubbio, le prese in giro di Prodi che racconta balle agli italiani sul reale stato dell'economia, i bamboccioni di Padoa Schioppa e le sue esternazioni sulle tasse bellissime. E via andare, così, tanto per prendere per il culo tutto lo stivale.

Che il governo fosse intrallazzato in oscure manovre lo si sapeva parimenti: il caso Unipol, il caso Speciale, ed ora il caso Why Not. E le indagini? Degne di Clouseau.

Ma che una maggioranza fosse così attaccata alle poltrone da farsi dire da un democristiano (il quale per tradizione in quanto tale non si schioda dalla poltrona nemmeno se legato ad un trattore) che "è meglio tornare a casa", ebbene, questa mi mancava.

Dove sono, cari compagni, i vostri tanto sbandierati ideali, la vostra politica dei "senza se e senza ma" quando perfino un democristiano si vergogna del vostro operato e vi fa la predica perché abbiate almeno la dignità di chiudere bottega?

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19 ottobre, 2007

Superpotenze superimbecilli

La mia posizione di appoggio agli Stati Uniti d'America è nota: sono quasi sempre stato in linea con le scelte delle recenti amministrazioni americane e spesso le ho difese a spada tratta non per partito preso ma perché ero convinto sulla loro giustezza delle difficili decisioni prese.
Ultimamente, però, in fatto di riarmo devo ammettere che gli USA stanno facendo di tutto per mettere alla prova la mia comprensione.

Lo scudo spaziale, ad esempio, è una scemenza grande come l'universo: come si possa immaginare uno scudo che costi una cifra stratosferica di dollari per difendersi da nemici inesistenti è pura idiozia.
Innanzitutto una notazione tecnica: un simile sistema, composto da vettori (SDI) antimissile tipo Patriot od un progetto di copertura laser satellitare sarebbero ampiamente insufficienti e lascierebbero il tempo che trovano in una guerra nucleare che vedrebbe gli ICBM ed i vettori su sottomarino arrivare a bersaglio entro venti minuti dal primo allarme. Migliaia di missili, tutti lanciati contemporaneamente sarebbero impossibili da fermare e calcolando che per le aree sensibili verrebbero almeno raddoppiati o triplicati i lanci secondo usuale rindondanza, è ridicolo pensare che colpendo due missili il terzo (il quale lo ricordiamo, porta spesso quattro o più testate) causi un danno minore. Poiché l'equivalente dei missili nucleari permetterebbe di far fuori l'intera vita sulla terra per almeno dieci volte, non è per nulla consolante pensare che con lo SDI possa venir fatta fuori solo tre.
Inoltre, da come ha mostrato la tragedia di Chernobyl, eventuali contrattacchi nucleari si rifletterebbero comunque sull'atmosfera terrestre, contaminando ed uccidendo anche gli stessi statunitensi ed in modo più brutale perché più lentamente, alla faccia dell'ombrello antinucleare.
In terzo luogo, i nemici: da quali nemici crede di tutelarsi Bush? Dai russi? Dai cinesi? Dagli indiani? dall'Iran? Voler dar vita all SDI è un'idiozia da guerra fredda, sarebbe come se l'Italia volesse muover guerra a Cartagine.

Il vero pericolo, invece, è quello del terrorismo perché nessuna nazione con un governo savio potrebbe mai lanciare armi nucleari su un'altra potenza atomica, specialmente sugli Stati Uniti, senza aspettarsi il totale annientamento: questo deterrente garantito la pace finora e non vedo come, di fornte alla stessa minaccia, la situazione possa cambiare. Certo, alcune nazioni più piccole sono rette da dittatori che possono dare di matto (la Corea ormai non è più pericolosa, restano solo Siria ed Iran). Ma a questo punto basta far fuori le centrifughe e gli impianti (dittatori ed enturages compresi) con una piccola squadriglia di Prowler seguiti da Intruders e da F-18, F-15 ed F-16 o bombardieri stealth F-117 e B-2 mentre gli F-22 o gli F-14 pattugliano i cieli.

Il pericolo reale, dicevo, come è prospettato nel libro "The sum of all fears" di Tom Clancy, in italiano tradotto nel titolo "Paura senza limite" e nel film "Al vertice della tensione", è quello che un'organizzazione terroristica venga in possesso di una bomba nucleare e che voglia farla detonare all'interno di un paese occidentale. In questo caso la ritorsione affidata alle bombe atomiche è del tutto inservibile, contro chi dovremmo muovere guerra? E se le atomiche fossero ipoteticamente necessarie ne abbiamo comunque anche troppe: occorre invece studiare e spendere le vagonate di soldi che sarebbero utlilizzate per lo SDI in armi avanzatissime a bassissimo impatto collaterale per fanteria ed aviazione, nella creazione di gruppi speciali hit-and-esacape, in mezzi ed attrezzature speciali (come ad esempio i droni comandati da operatore) che possano muoversi liberamente e colpire fulmineamente ma specialmente occorre una rete informativa superlativa, che tenga sotto controllo l'intero pianeta. Un simile orientamento strategico sarebbe più fattibile, meno costoso e grandemente utile, specie se esso venisse unito al diritto di intervento rapido contro chiunque si azzardasse, direttamente od indirettamente, ad aiutare i terroristi. In fondo anche Putin ha affermato che "abbattere Saddam fu giusto".

Dall'altra parte abbiamo un altro bell'idiota: Putin dovrebbe pensare più a far mangiare la sua gente, visto che qui arrivano solo prostitute, anziché voler rimodernare un esercito senza avere i soldi per farlo e la forza per minacciare i suoi vicini. Se proprio volesse usare un'arma efficace potrebbe usare quella energetica, ammesso ovviamente che l'occidente non decida di chiudere i rubinetti dell'export di cibo, visto che ora la Russia ha perso l'Ucraina (che era il granaio sovietico) e tutti gli altri stati satellite. Ma una soluzione simile non converrebbe a nessuna delle due potenze e da qui l'equilibrio strategico post guerra fredda.

Invece di fare ridicole dichiarazioni bluffando con una coppia di dieci ad un tavolo in cui gli avversari hanno una scala reale, Putin dovrebbe a mio parere legarsi di più all'occidente e schierarsi con esso, mandando al macero tutti i regimi totalitari che finora ha sempre sostenuto: solo così la Russia potrebbe davvero giganteggiare, aprendo ai capitali esteri come e meglio della Cina.

Ma si sa, purtroppo la stupidità del comunismo è dura a morire.

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16 ottobre, 2007

PD ovvero Poveri Disperati

In questi giorni di primarie i cittadini italiani sono stati letteralmente bombardati dalla finta esaltazione delle sinistre riformiste le quali hanno millantato risultati stupefacenti, evidentemente come quelli che hanno assunto prima di discorrere di questo argomento.

In particolare vi è molto da eccepire quando gli esponenti del PD parlano del nuovo partito democratico lanciandosi in temerarie e false dichiarazioni. Esaminiamo ora le incongruenze fondamentali:

1) Gli esponenti di sinistra asseriscono che i 3.300.000 votanti siano stati "una grande vittoria democratica", come se avessero vinto le elezioni politiche. Per contestare questo punto Vi rimando al post precedente "PD, aritmetica dell'entusiasmo".

2) Gli esponenti di centrosinistra asseriscono che il PD sia un partito nuovo, guidato da gente nuova. Ebbene, nel partito troviamo ancora Veltroni, Rutelli, Prodi, Fassino, D'Alema, la Bindi, Letta, Franceschini e compagnia bella. Alla faccia delle nuove facce! (scusate il gioco di parole).

3) Il preponderante slogan che circola tra gli ambienti della sinistra è che il PD sia "il partito delle idee". Ebbene, nulla si sa delle "idee" che questo partito vorrebbe esprimere perché ancora non è nemmeno stata formata la costituente. Potremmo ironicamente scrivere che non hanno ancora idea delle idee che vogliono istanziare. Un bella scatola vuota, insomma, in cui l'unica cosa sicura è il nome dei segretario del partito. Il PD sarà legato ai nostalgici di Baffone od ai centristi, come Veltroni lascierebbe intendere?

4) Un altro slogan diffuso tra la gente è quello di far credere che il PD sia la forza politica che intenda cambiare l'Italia. Affermazione risibile perché senza Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani ed i Verdi questo partito non potrà mai avere, anche nelle più rosee previsioni, la maggioranza assoluta: quindi il Partito Democratico continuerà, come prima separatamente accadeva con DS e Margherita, ad essere preso per il collo dalla sinistra massimalista. Anzi, visto che Veltroni ha accennato al fatto che il PD dovrà essere una formazione spostata verso il centro, prevediamo che la conflittualità tra "ortodossi" e "riformisti" si esasperi ancora di più.

5) Sentendo gli esponenti del PD si vuole far passare l'idea che il nuovo partito imponga i suoi diktat a tutti i rimanenti partiti della sinistra in virtù della sua preponderanza numerica all'interno della coalizione. Non so di quale sostanza stupefacente facciano uso coloro che dichiarano una simile stupidaggine, dal momento che i massimalisti se ne strafregano dei rapporti di forze, come dimostra la manifestazione indetta tra un paio di giorni proprio contro la stessa componente riformista del governo.

6) Si cerca di far credere agli italiani che il PD si sia costituito spontaneamente "per migliorare le risposte da dare i cittadini". La verità è che il PD è nato come operazione di facciata, un restyling disperato per cercare di raggranellare qualche voto dopo che agli italiani era stata promessa la "fase due" che nessuno ha visto ma che al contrario si è concretizzata in una spaventosa impennata della pressione fiscale ed in adirati richiami di tutte le istituzioni internazionali, prime tra tutte quelle europee di cui Prodi, ricordiamolo, era ahinoi, il Presidente.

7) Si racconta che non vi sia alcuna conflittualità tra il Veltroni e Prodi ma intanto Veltroni ha già bacchetato Prodi e Padoa Schioppa per via delle tasse, ritenute dal leader del PD troppo alte.

8) Si racconta la frottola delle radici comuni, ovvero che DS e cattolici siano confluiti in un unico partito "grazie alle profonde radici che li accomunano". Ebbene, gli esponenti del futuro PD evidentemente hanno bevuto un bel pò di alcoolici prima di affermare una simile idiozia: i DS infatti derivano dal PCI, mentre la Margherita scaturisce da una parte della DC. Questo significa che fin dai tempi di Camillo e Peppone i due schieramenti furono giurati nemici storici, altroché radici comuni! Forse sarebbe il caso che lorsignori PD-essini la smettessero di raccontar balle e che riaprissero un libro di storia contemporanea per informarsi meglio sulla loro stessa provenienza che pare abbiano rinnegato.

9) Si dice che il PD non sarà diviso da correnti ma ciò non è per nulla vero, basti pensare che ogni esponente ha la propria corrente politica distinta. Infatti alle primarie (ovvero perfino prima della costituzione del partito) i candidati si sono messi in lizza dandosi battaglia ognuno sostenuto dalla propria corrente sub-elettorale e solo la mancata discesa in campo dei soliti noti ci ha risparmiato quelle dalemiane, rutelliane e prodiane.

10) I PD-essini vogliono raccontarci che in Italia il clima di antipolitica coinvolga gli elettori di destra esattamente come quelli di sinistra. Grave errore: l'antipolitica nasce e si sviluppa esclusivamente nell'elettorato inferocito dell'attuale maggioranza, noi del centrodestra sapevamo già a cosa si andava incontro ed i sondaggi (ma anche la comune chiacchera da negozio) dimostrano che mai il nostro elettorato sia stato in passato più compatto di oggi.

E' proprio vero: alla clownaggine dei deliranti sinistri non c'é mai fine.

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15 ottobre, 2007

PD, aritmetica dell'entusiasmo

Domenica abbiamo assistito ad una vera farsa, un roboante balletto di dichiarazioni entusiastiche sulla nascita del Partito Democratico: la gente è andata a votare, Il PD ha un sacco di elettori, evviva il PD!

Ebbene, questa masquerade fa sorridere basta fare due calcoli per capire che questi numeri dovrebbero invece smorzare l'entusiasmo per queste pseudoelezioni. E siccome l'aritmetica non racconta balle facciamo un pò di calcoli insieme.

In primis occorre ricordare che il centrosinistra è accreditato attualmente al 42% dei votanti. Se calcoliamo che alle recenti politiche gli aventi diritto al voto sono stati 47.129.008 italiani residenti in Italia e 2.600.000 all'estero per un totale di 49.729.000 italiani e che il centrosinistra quando era in auge ottenne circa la metà dei voti (circa 25.000.000) ricalcolando la cifra su un 42% di elettori del centrosinistra, oggi essa dovrebbe avere, a spanne, all'incirca il 42% di 49.729.000 = 20.886.000 elettori. Essendo stato l'Ulivo (Margherita + DS) percentualmente al 31,3% alle scorse elezioni politiche ed ammettendo un calo proporzionale a quello del centrosinistra (consideriamo che ora la percentuale dei votanti centrosinistra è più bassa e che il PD ha perso pezzi al centro ed a sinistra) dovremo togliere dal 31,3% di allora un buon 5-6%, per cui calcoliamo che i votanti del PD dovrebbero attestarsi, ottimisticamente per il centrosinistra, su per giù intorno al 26%. Ora, su 49.729.000 di votanti complessivi il 26% fa circa 12.929.000 (ovvero sempre a spanne sui 13.000.000).

Pertanto, fatti questi calcoli il PD dovrebbe possedere attualmente all'incirca 13.000.000 di elettori: ebbene, le primarie, che avrebbero dovuto chiamare a rapporto l'intero popolo del PD hanno registrato un'affluenza di 3.300.000 elettori che, confrontati con i 13.000.000 di elettori attuali del PD, danno il 25,38 % degli elettori andati alle urne alle primarie di domenica.

Ciò significa che un solo elettore su 4 ha sentito il dovere di partecipare al voto, altroché vittoria e grande partecipazione, è un fallimento su tutta la linea!
Ma c'é di più: l'affluenza relativa a queste elezioni primarie è stata ancora più falsata dal fatto che tra gli aventi diritto al voto vi erano anche tutti i cittadini extracomunitari con PERMESSO DI SOGGIORNO, quindi, in sede di reali elezioni politiche od amministrative, NON AVENTI DIRITTO AD UN EVENTUALE VOTO. Questo dato fa scendere ancor di più la percentuale di partecipazione del popolo del centrosinistra alle attuali primarie, relegando il dato di molto sotto ad un quarto dei votanti.

Ora, confrontando i dati di affluenza delle primarie 2007 con quello delle primarie per la scelta del leader del centrosinistra (16 ottobre 2005) in cui Prodi ottenne 4.300.000 votanti (escludendo gli altri partiti NON Margherita e NON DS che arrivarono al 26,9%) si vede subito quanto le elezioni primarie attuali siano state fallimentari perché se leviamo circa 1.156.000 elettori NON PD e NON Margherita corrispondenti a quel 26,9%, si ottiene che da 4.300.000 votanti per le primarie del 16 ottobre 2005 all'incirca 3.154.000 furono quelli di PD+Margherita MA senza extracomunitari al voto. Nel raffronto con il voto attuale in cui sono andati a votare 3.300.000 elettori (extracomunitari compresi) il PD ha poco da stare allegro perché ha sostanzialmente pareggiato l'affluenza di allora.

Ovvero, tirando le debite conclusioni, potremmo arguire che chi è andato a votare siano sempre gli stessi che votarono per Prodi, ovvero quell'irremovibile zoccolo duro cattocomunista convinto delle sue scelte politiche. Gli altri, ovvero coloro che si sono persi per la strada e che sono inferociti contro i partiti e gli esponenti che formano il PD non sono andati a votare, da qui le sorprese che abbasserebbero la cresta al Partito Democratico in sede di VERE elezioni nazionali.

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12 ottobre, 2007

Studenti, è finita la pacchia

La sinistra sconfessa se stessa, o meglio, il governo nella persona del ministro Fioroni stavolta ne ha fatta una buona, cancellando in toto ciò che irresponsabilmente l'allora ministro Berlinguer provocò con la sua famigerata riforma: il disastro totale della scuola ed una schiera di asini patentati.

La riforma che introdusse i famosi "debiti formativi", infatti, fu una delle più infauste decisioni che un governo potesse prendere a proposito di istruzione perché eliminò la deterrenza nei confronti degli studenti (ah, quanto mi piace questa parola) e diede origine ad un menefreghismo diffuso la cui filosofia era quella di approfittare dell'assenza di filtraggio dei meno meritevoli rimandando di fatto alle calende greche il recupero delle carenze, che in ultima analisi avveniva blandamente e senza un minimo di ordine.

Alla fine dell'estate, infatti, il lavativo di turno poteva tranquillamente sollazzarsi al sole di una spiaggia riminese senza pensieri di sorta e senza dover render conto di ciò che per sua negligenza (od incapacità) aveva trascurato. Il recupero nelle materie difficili avveniva secondo la solita logica sinistra, cioé senza "urtare la sensibilità del somaro". Durante l'anno seguente l'annullamento dei debiti avveniva in maniera confusa e disordinata per il fatto di sovrapporre lezioni che necessariamente richiedevano la conoscenza di basi non apprese l'anno prima a lezioni che dovevano già essere state assimilate dallo studente, creando in tal modo un caos logico-sequenziale senza pari.

In sostanza, a parte la sensazione di impunità e la declassazione dei propri doveri con cui gli studenti venivano deresponsabilizzati, era come chiedere ad un meccanico in ritardo sul lavoro da eseguire di installare le ruote ad una vettura incidentata prima del montaggio del semiasse oppure ad un cinema di proiettare il secondo tempo in contemporanea con il primo, secondo una perfetta logica da deficienti.

Ben vengano quindi le scelte di Fioroni e della sinistra che, svegliatisi ed accortisi di questa incredibile anomalia, hanno avuto il merito di correggere le permissive ed illogiche scelte che la stessa sinistra ed il ministro Berlinguer fecero a suo tempo: il problema, però, è che attualmente questo governo nulla promulga di effettivamente innovativo ed efficace; semmai il massimo che riesce a decidere è di tornare allo status quo ante dopo aver fatto a pezzi i settori in cui aveva messo le mani e questa tardiva virata di 180° lo dimostra ampiamente.

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I sardi possono violentare

Evidentemente l'idiozia italiana è contagiosa. Dal 2001 siamo nella nuova Europa (che fa schifo più di quella vecchia) e già in sei anni i tedeschi, da sempre popolo rigoroso ed inflessibile, avvertono i sintomi dell'instupidimento italico.

Un uomo italiano di 29 anni, cameriere ed emigrato ad Hannover è stato condannato ad una pena detentiva in quanto molestatore, torturatore e stupratore della sua ex-fidanzata.

Lo stupore non deriva però tanto dalla condanna ma dalle attenuanti riconosciutegli le quali hanno decurtato la pena detentiva di ben due anni (infatti l'uomo - o meglio dire, la bestia - era stato originariamente condannato ad 8 anni ma ne sconterà 6) per il fatto che "si deve tenere conto delle particolari impronte culturali ed etniche dell'imputato. È un sardo".

Innanzitutto una considerazione simile sarebbe come dire che siccome ho gli occhi azzurri sono esentato dal pagare le tasse e tenendo conto della mia formazione culturale potrei permettermi di cecchinare i passanti con una carabina declamando Dante.

I tedeschi, evidentemente, hanno subìto il contagio del virus delle sinistre ed invece di mettere al rogo (ma proprio al rogo) il bastardo lo hanno graziato, offendendo così i sardi, popolo orgoglioso, capace ed estremamente creativo.

Ma c'é di più: l'avvocato Annamaria Busia sta cercando di far scontare la pena al detenuto in Italia, il paradiso dei carcerati le cui galere rieducano con piscina e solarium. In questo modo, come insegna la Baraldini, invece di sei anni non abbiamo dubbi che la pena sarà ridotta a pochi mesi o magari gli verrà consegnato anche un premio per aver diffuso "la cultura sarda nel mondo".

In questo schifoso mondo c'é da aspettarsi di tutto tranne, come sarebbe giusto, il rogo menzionato prima, il quale sarebbe l'unica e più consona soluzione a tanto scempio contro i diritti degli innocenti.

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08 ottobre, 2007

L'arteriosclerosi è bellissima

"Sogno un mondo fatto di debiti e di tasse, in cui i ricchi piangano così da diventare poveracci ed i poveracci diventino ancor più poveracci, poveracci-bis od iper-poveracci, verrebbe da dire.

Sogno un mondo in cui ogni notte i clandestini entrino in casa mia e mi rapinino, è bello globalizzare il patrimonio con gli altri e poi volete mettere quante civiltà diverse potrei conoscere?

Sogno che i terroristi facciano scoppiare le loro bombe nelle nostre città così da portare i nostri bambini a godersi lo spettacolo della deflagrazione, poi se li riportiamo a casa col cucchiaino potremo eliminare la cameretta dei bimbi che costa un occhi di ICI.

Sogno di potermi fare una bella cammellata sotto le stelle e potermi eccitare davanti ad un burka di mille colori e se non posso conquistare una donna la posso sempre comprare come schiava, ammesso che non goda di più nel versare le imposte del punto primo.

Sogno di passare gli inverni senza luce né gas, sotto un ponte eco-compatibile in compagnia di barboni eco-logici come un eco-glione.

Sogno di affrancarmi dalla famiglia con venticinque euro al mese e far la fame in un tugurio però volete mettere la soddisfazione di non essere chiamato "bamboccione"?

Ma più di tutto, sogno di pagare le tasse, tante, tante tasse, più sono meglio è, perché le tasse sono il carburante per la scuola e per gli ospedali: infatti oggi ne pagassi il doppio di prima e ne devolverebbi un casìno allo stato."

(Brano tratto dall'epitaffio di un uomo che morì durante l'asportazione di una verruca).

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07 ottobre, 2007

La corrida di San-Toro

L'avevamo detto mille volte quando alla guida del governo di centrodestra c'era Berlusconi: le trasmissioni condotte da Santoro sono faziose, scorrette, delle vere ghigliottine mediatiche in cui il conduttore assume il ruolo di giudice e giustiziere costruendo assunti, tacitando interlocutori o frantumando discolpe a suo piacimento, mentre la totalità del pubblico invitato in studio forma una sorta di Colosseo di sinistra che scatta ad applaudire solamente quando parlano coloro che sono in linea con il San-Toro pensiero. Essendo un tempo Raitre a mandare in onda questi veri e propri agguati televisivi, non abbiamo mai avuto alcun dubbio sul ciarpame che ci veniva propinato mentre la sinistra riteneva che tale immondizia fosse, come ha ricordato Gianfranco Fini, "garanzia di libertà e democrazia" almeno fintanto che il bersaglio predestinato era il centrodestra. Ora, con l'occupazione della RAI da parte delle sinistre, questa TV trash si è estesa anche a Raidue ma il bersaglio è mutato.

Ultimamente San-Toro sembrava soddisfatto, le sue trasmissioni non pungevano più come una volta pur se i problemi rimanevano gli stessi, anzi, si acuivano drammaticamente. Per giunta eravamo arrivati all'assurdo che il presentatore suggeriva implicitamente la risposta cammuffata all'interno della domanda al politico sinistro di turno, così il compitino era facile facile: nessuna aspra contestazione, al massimo veniva chiesta una precisazione tanto per fingere un'equidistanza tra i poli che non esisteva, insomma, bastava dar ragione a San-Toro ed il pubblico giulivo applaudiva bovinamente.

Il menage è però durato giusto il tempo di farsi un pò di reciproci salamelecchi quando i rapporti tra politici di sinistra ed i centristi si sono fatti così repentinamente tesi da cambiare tutto l'impianto accusatorio ed in particolar modo l'imputato di turno, che è diventato per estensione il politico dello schieramento catto-sinistro-moderato.

In tale contesto il capro espiatorio più facilmente sacrificabile è stato ovviamente Mastella, un bersaglio fin troppo facile in quanto corresponsabile, ma anche parafulmine, delle nefandezze di cui questo governo si è reso responsabile: quando si sente parlare un qualsiasi esponente della sinistra pare infatti di intendere che le leggi votate dalla maggioranza non siano state promulgate da Camera e dal Senato nella loro interezza ma dal solo Mastella, al quale viene attribuita tutta e sola la responsabilità del disastro a cui i sinistri ci hanno condannato. Insomma, non che Mastella non se la sia cercata tra indulti e viaggi a sbafo ma certo è che in fatto di demolizioni si trova in buona compagnìa, concetto su cui le faziose trasmissioni di sinistra, però, glissano abilmente.

Dunque, il fatto che Mastella rappresenti una voce di dissidenza nei confronti del soviet comunista ha fatto scattare all'interno della trasmissione "Annozero" ed in perfetto stile birmano la consueta gogna mediatica costruita ad arte, la stessa che riempiva di fango e di ludibrio gli esponenti del centrodestra durante il governo della CDL: la novità invece sta nel fatto che Santoro ed il pubblico suo adepto non infamino più gli avversari politici di sempre ma un membro della sua stessa coalizione, addirittura il Ministro della Giustizia.

Evidentemente questo modus operandi non è piaciuto molto ai vertici delle segreterie rosse le quali, dovendo scegliere se schierarsi con il fido alleato mediatico San-Toro o disinnescare le polemiche contro un governo già traballante di cui anch'essi fanno parte, hanno preferito buttare a mare il primo esibendosi in dichiarazioni apparentemente roboanti ma che invece suonano come la scoperta dell'acqua calda. "Annozero è un programma fazioso" hanno dichiarato i politici sinistri, "Il programma di RaiDue non è serio né professionale" hanno aggiunto, svegliandosi dal coma profondo solo per il fatto che ora fossero stati toccati i loro stessi interessi. Ma guarda, la CDL l'aveva ricordato e ripetuto fino allo sfinimento per ben 5 anni e lo si scopre solo ora!

E così San-Toro, scaricato dal governo che egli stesso aveva contribuito a supportare è stato trattato come uno straccio usato, esattamente come faceva l'Unione Sovietica con le spie al suo servizio: quando venivano compromesse erano lasciate al loro destino.

Non mi fa per nulla pena, San-Toro, perché comunque la sua scelta l'ha fatta giocando nel campo sbagliato, quello in cui si svolge una corrida nella quale lui ha le corna spuntate ed i matadores rossi gli stanno infilzando pesanti banderillas sul groppone.

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06 ottobre, 2007

Sex on the road

Oggi apro il giornale e scoppio in una risata: a Roma, in Via Marconi, alcune prostitute durante la notte su espressa richiesta dei clienti eseguivano le loro prestazioni dietro ad una pompa di benzina.

Certo, pompa più, pompa meno...

Il problema però è che, pare, da quel benzinaio il cui distributore era in regime di self-service vi fosse la fila: tutti ordinati con la patta dei pantaloni slacciata, come in una catena di montaggio (mai termine potrebbe essere più appropriato).

Già me l'immagino: invece della freccia d'entrata all'area di servizio un cartello con una freccia di entrata nell'area del "servizietto", le prostitute che si danno il cambio ed i clienti che chiedono un controllo della pressione aprendo le loro "valvole". Et voilà, una bella bagnata al "parabrezza" e si riparte, altroché quei rincoglioniti della Ferrari che in Giappone hanno montato gomme intermedie mentre diluviava.

E poi il gestore del distributore, con un sorriso da orecchio ad orecchio: chissà che affari d'oro con tutto quel viavai.

E' proprio vero: al giorno d'oggi la benzina costa così tanto che dal benzinaio, conviene spendere un centone, estrarre la pistola e fare il pieno...alternativo.

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Ahmetovic: certezza della pena?

Come volevasi dimostrare: la vicenda di Marco Ahmetovic che sei mesi fa, ubriaco al volante della sua vettura investì ed uccise quattro ragazzi fermi sul marciapiede mentre stavano organizzandosi per andare a prendere un gelato ripropone il tema della sicurezza dei cittadini ed ancor di più quello dei rapporti difficili che intercorrono tra italiani e stranieri.

Premetto che il fatto che Ahmetovic sia straniero non cambia di una virgola il baricentro delle responsabilità. Italiani e stranieri sono e debbono, di fronte alla legge, essere egualmente perseguibili.

Il problema di fondo, però, sta proprio nella perseguibilità e nella crescente intolleranza nei confronti degli extracomunitari percepiti come un notevole elemento di aggravio alla già difficile situazione contraddistinta dalla carenza di sicurezza da parte dei cittadini.

Effettivamente quando fu commesso l'omicidio di Tommy (il bambino rapito ed ucciso a badilate) la gente scese in strada e con rabbia cercò di linciare i responsabili, di nazionalità italiana. Lo stesso accadde per quella famiglia sterminata dai vicini non molto tempo or sono: la gente assiepata all'uscita del tribunale lanciava ai coniugi assassini insulti e minacce.
Ora accade la stessa identica cosa: ieri al Tribunale di Ascoli ha trovato sfogo l'ennesima esplosione di frustrazione dopo telefonate anonime di minaccia all'avvocato difensore di Ahmetovic: la gente ha iniziato a scandire minacce contro il clan di cui Ahmetovic fa parte. "Vi bruciamo tutti" è stato urlato, mentre la folla tirava pietre contro il cellulare della polizia.

Ora, queste vicende rivelano due cose: la prima è che si commetta un errore l'affermare che gli italiani siano razzisti in quanto le stesse reazioni della folla sono state registrate per omicidi efferati commessi da italiani come per quelli la cui responsabilità ricade sugli stranieri. La seconda considerazione è ovvia: gli italiani hanno sete di ordine, sicurezza, deterrenza e certezza della pena.

Sei anni ad un delinquente che si mette al volante ubriaco (questo già è equiparabile ad un omicidio volontario) dei quali nemmeno un giorno verrà scontato in carcere è davvero troppo: invece di comminare immediatamente una altissima pena e di farla scontare tutta ai lavori forzati in Italia si "favorisce la reintegrazione sociale" per sei mesi in una comunità di recupero. Ecco allora che i sei anni diventano sei mesi, la pena diventa un soggiorno, la deterrenza va a farsi benedire e dividendo per 4 vittime si può arguire che una vita umana costi più o meno un mese e mezzo di soggiorno, vitto ad alloggio gentilmente pagati dallo stato, ovvero da noi.

In questo periodo volevo prenotare una crociera da 21 giorni: facendo i conti è inutile spendere soldi, basta che mi ubriachi, investa un pedone e gli rompa una gamba e tre costole.

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05 ottobre, 2007

Schioppa ed i bamboccioni

Qui siamo messi peggio della Corea del Nord, dell'Iran, della Birmania. Ora i nostri ministri si permettono anche di offendere il popolo sovrano con dichiarazioni rivoltanti ed inaccettabili.

Schioppa ha dichiarato che questa finanziaria "servirà a mandare i bamboccioni fuori di casa, cioè incentivare l'uscita di casa da parte dei giovani che adesso restano fino a età inverosimili con i genitori. Non crescono mai, non si sposano, non si rendono autonomi".

Innanzitutto nelle parole di Schioppa c'é un totale disprezzo per la famiglia. Rimanere single, con i genitori oppure no è scelta personalissima e rispettabilissima tantopiù che molti genitori se non avessero l'aiuto dei figli sarebbero su una strada grazie proprio a questi politici famelici e dalla faccia di bronzo.

Io conosco persone la cui scelta è vivere con i genitori piuttosto che con una donna sbagliata, alcuni di loro sono timidi, altri hanno avuto brutte esperienze, altri non se la sentono di impegnarsi (scelta più che legittima) ed altri ancora vogliono semplicemente fare i cazzi loro, detta in maniera volgare ma efficace. Ed allora che cavolo vuole questo ministrucolo? Come si permette di criticare le scelte di vita personali? Sappia, il caro Schioppa, che di questi conoscenti alcuni sono ingegneri come me, altri medici, altri operai, altri impiegati e tutti nel loro campo sono di una tale onestà, bravura e senso civico che al confronto Schioppa dovrebbe nascondersi per tutta la vita. Ho un amico in particolare che è stato chiamato nelle più prestigiose università americane e quando torna vive regolarmente con i genitori. Ebbene, per bontà, altruismo, devozione e senso del dovere è uno dei miei migliori amici e MI ONORO di esserlo anch'io per lui.

NON SI PERMETTA QUINDI PADOA SCHIOPPA di dare dei bamboccioni a persone che amano la loro famiglia, né di criticare le loro scelte: Padoa-Schioppa sarebbe meglio che andasse lui a casa, E DI FILATA, dopo una simile affermazione. Personalmente vivo da solo ma ho avuto anch'io periodi nei quali, per necessità o per mia volontà, ho vissuto con i miei meravigliosi genitori (e sottolineo, meravigliosi, al confronto dei quali Padoa Schioppa è una mezza calzetta usata): ebbene, ricordo quei periodi con grandissimo sentimento.

In secondo luogo se molti giovani non escono di casa e rimangono "a fare i bamboccioni" è proprio perché questo governo di cui egli fa la sua parte infesta l'Italia aumentando le tasse, colpendo la casa, glissando su di una politica energetica a basso costo ed ostacolando la famiglia (la finanziaria a dispetto delle bugie di Schioppa va esattamente in senso contrario): tutto ciò mette i ragazzi nell'angolo, impedendo loro di fatto di vivere con la propria compagna e di poter comprare casa.

Quando infatti al bamboccione viene puntata la pistola alla tempia da uno stato famelico che gli intima di pagare l'ICI, la tassa sui rifiuti, il gas, l'acqua, la luce, l'affitto od il mutuo, di acquistare il mobilio, di matenere i bambini, di pagare il bollo auto e l'assicurazione, il telefono, il canone di quella schifosa TV di stato, l'IRPEF e tutte le varie tasse accessorie comunali e statali, senza contare che se si ammala si deve pagare le cure (ma glie ne devono anche avanzare perché gli imprevisti sono dietro l'angolo) e poiché ognuna di queste tasse è cara come il platino, il "bamboccione" è al contrario una persona avveduta mentre il vero bamboccio è chi fa dichiarazioni stolte e demenziali.

Ma dove vive Schioppa? Potrei portargli innumerevoli esempi. Che inizi a devolvere il suo stipendio ai "bamboccioni", vedrà quanti potranno metter su famiglia con un solo stipendio come il suo! Sarebbe ora che il ministro si facesse il mazzo con una famiglia sulle spalle ad 800€ al mese, allora sì riacquisirebbe presto la percezione della realtà!

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02 ottobre, 2007

Fischiettando a Mirafiori

Con una finanziaria piena di nulla e sotto vuoto spinto a causa dello stralcio della sezione più importante (ovvero quella concernente il welfare) l'armata Brancaleone che decide di non decidere sta pettinandosi i capelli per tentare di darsi un aspetto più decente: il tempo, però, scorre in maniera unidirezionale ed i nodi stanno inesorabilmente arrivando al pettine.

Dopo aver ingannato gli italiani con una presunta riduzione dell'ICI (controbilanciata da un aumento della base imponibile), dopo aver fissato un'una tantum per i pensionati più indigenti (ben 300€ che verranno subito riassorbiti dagli aumenti di gas, luce ed acqua, dalle imposte comunali sempre più alte e dagli aumenti delle tasse statali) ecco profilarsi l'ennesima degradante scenetta a cui "l'Unione" ci ha abituati, ovvero il valzerino di "concedo e pretendo" - più pretendo che concedo - da parte di tutti quanti.

L'unica faccia rubiconda e sempre giuliva è quella di Valium che, ahinoi, deve istituzionalmente dimostrare calma e gesso (o forse, ipotesi più plausibile, neanche se n'é accorto) mentre tutto intorno a lui infuria un olocausto nucleare.

Analizzando l'attuale situazione di conflittualità politico-istituzionale devo ammettere che si tratta di un vero record Schumacheriano il quale difficilmente potrà essere battuto negli anni a venire: come riuscire a scontentare tutti su tutto e specialmente come riuscire a far incazzare il proprio elettorato è stata un'operazione di soprusi concatenati così elaborata che nemmeno Barbablù si sarebbe mai sognato di progettare. Un guinness storico, insomma, mai nessun governo ha potuto annoverare una fila così nutrita ed imponente di scioperi, proteste, fischi e vaffa più o meno coloriti.

Forse chi si trasferisse solo ora in Italia potrebbe credere che i fischi a Valium & Co. giungano in gran parte dagli elettori del centrodestra: niente di più inesatto, noi popolo della CDL sapevamo già a cosa si sarebbe andati incontro se fosse stato eletto un governo di sinistra ed a tempo debito avevamo avvertito l'altra metà degli elettori che ora vorrebbe scorticare i suoi leaders. Ebbene, siamo rimasti inascoltati ma ora eccoci qui sulla classica sponda del fiume e di cadaveri ne stanno passando davvero tanti.

In realtà la nostra voce non si sente più da un bel pezzo perché tutti i telegiornali ed i quotidiani dedicano la maggior parte del tempo o dello spazio a loro disposizione per raccontare le guerre, i tradimenti, i voltafaccia, le rimostranze e le nefandezze intestine alla sinistra focalizzando su di essa tutta l'attenzione: noi del centrodestra, purtroppo, in questa abilità siamo dei dilettanti, ogni tanto ci diamo da fare con Bossi o Calderoli che riescono a rubare qualche minuto di critica degli osservatori, i quali ci guardano distrattamente, commentano un pò annoiati e si rituffano anima e corpo a commentare il caos in seno alla sinistra. Non è una situazione normale, questi ci snobbano pure, secondo me l'authority delle telecomunicazioni dovrebbe istituire una par condicio sulle cazzate, perché non è giusto che le dicano e le facciano solo loro.

Comunque sia i fischi a Mirafiori sono uno dei molteplici esempi di transitività circolare della protesta, una nuova proprietà scientifica della politica inventata da Prodi. Seguite attentamente: la sinistra estrema è contro i centristi e con loro forma il governo. I sindacati sono contro il governo e per non farlo cadere calano le braghe. Gli operai metalmeccanici sono contro i sindacati perché capiscono che sono state calate le braghe. I centristi sono contro gli operai perché non vogliono concedere loro quel "troppo" che avevano promesso in campagna elettorale. I massimalisti che con i centristi formano il governo, però, sono contro i centristi. E si ricomincia da capo.

Intanto tra le file della sinistra deflagra la regola del tutti contro tutti: Grillo contro Valium, Mastella e Di Pietro. Di Pietro con Grillo contro Mastella e Mastella con Valium contro Di Pietro e Grillo. Il Presidente della Repubblica contro il modo di operare del governo, che va avanti a colpi di fiducia. Bordon contro il PD, Dini contro il governo, i radicali contro i massimalisti e viceversa, la Margherita contro i DS (e non è ancora stato fatto il nuovo partito...). Diliberto e soci sfilano contro il governo ed i centristi s'arrabbiano. Padoa Schioppa si mette di traverso rispetto a Valium sulla questione fiscale, poi Valium cambia idea mettendosi contro Veltroni e D'Alema i quali criticano Schioppa. Mastella e Rutelli si mettono contro l'elettorato grazie ai loro viaggi aerei e l'elettorato di sinistra che non arriva a sbarcare il lunario s'indigna inviando ai loro blog offese, bestemmie e minacce. Poi, ciliegina sulla torta di Valium: "l'elettorato non è migliore della sua classe politica", afferma, ed apriti cielo! In questo sono parzialmente d'accordo con Valium, i coglioni non sono mai comandati dai neuroni, c'é anche il detto "ragionare con l'uccello".

E pensare che noi del CDX siamo orfani delle corna di Berlusconi ad Aznar!

Che dilettanti, siamo...

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