Libere Risonanze: marzo 2008

29 marzo, 2008

Poltrone snobbate, poltrone desiderate

Uno dei vizi che da sempre mi fa più irritare è l'ipocrisìa. Ipocrita è colui che tende a mostrare un atteggiamento che non corrisponde a ciò che invece pensa, spesso e magari per ottenerne un vantaggio.

Ebbene, in questi giorni di campagna elettorale ho potuto notare tra le file della sinistra ma anche dei partiti minori una sinfonia di snobismo collettivo. O meglio, sarebbe più corretto scrivere "falso snobismo" traducibile nella pratica con il concetto di ipocrisia dilagante.

Molti partiti vorrebbero presentarsi agli elettori facendo credere di essere "puliti", di non cercare a tutti i costi la poltrona ma di essere guidati da altri valori, gli ideali, l'onestà, la correttezza e balle simili.

Analizzando il quadro politico italiano, direi che la desolante verità è che nessun partito è immune dal nascondere le sue amanti nell'armadio: poi, che nell'armadio della stanza da letto di quel partito le amanti siano accalcate o stiano comode in un largo spazio, dipende da partito a partito e dalla capienza dell'armadio. Pure Grillo, il fustigatore pret-a-porter dei costumi, colui che parla nelle piazze come se fosse Savonarola ha da farsi perdonare un omicidio colposo che nel 1980 costò la vita a tre persone. Eppure questi demosteni della politica vanno nelle piazze arringando il loro schifo nei confronti dai voti di scambio; loro non vogliono i voti "sporchi", a loro non interessa vincere ma solamente tenersi aggrappati ai loro ideali. Ideali che, nell'esempio di Grillo, s'infrangono miseramente dal momento che il comico genovese (che comico rimane anche quando cerca di parlare seriamente) afferma che gli indagati ed a maggior ragione i condannati non debbono far politica mentre proprio lui chatechizza il mondo dall'altro della sua condanna a tre anni e tre mesi. Lo stesso dicasi per i soldi: gli fanno schifo, il capitalismo è peste bubbonica, lui è un puro. Però il cachet di un suo spettacolo finisce dritto nel suo conto in banca.

Oggigiorno, quindi, si moltiplicano i politici-santi, gli integerrimi che rifiutano "le poltrone" ottenute grazie a furbate, alchimie, frottole o peggio, voti dati o presi a o da personaggi discutibili.

Il casting delle stupidaggini è ampio: si va da quelle dei rappresentanti dei partiti minori ai quali non interessano "le poltrone" ma "gli ideali" (ognuno ha un proprio sistema di valutazione di questi ultimi e gli unici ideali buoni sono i propri mentre quelli degli altri sono amenità su cui sputare) a quelle di schifiltosi politici della sinistra, che cercano di dare a bere agli italiani il fatto che essi compiano manovre evasive davanti alla possibilità di conquistare più voti possibili.

L'ultima buffonata è stata quella del discorso di Veltroni, che annuncia stentoreamente di non volere i voti dei mafiosi e dei camorristi in modo da sperare di presentare il suo partito come quello più pulito del circus, tralasciando ovviamente lo sfacelo a cui esso ha condotto l'Italia, il caos dei rifiuti a Napoli, il mercato dei voti che i suoi compagni di merende hanno gestito per due lunghi lunghi anni con l'unico scopo di poter arrivare alla pensione, i litigi con tanto di sputi in faccia tra i leaders della maggioranza uscente, l'allontanamento di giudici e generali della GDF che indagavano sulle porcherìe delle sinistre, il menefreghismo più assoluto nei confronti di un paese che spesso non ce la fa nemmeno a pagare una bolletta.

Tutto scordato.

Loro non vogliono i voti provenienti da riciclaggi di droghe politiche, no! Loro vogliono vincere con i voti degli onesti, della coerenza e degli operai. Poi candidano il fior fiore degli industriali, cercano di far votare anche i clandestini (a cui promettono pure la casa), non costringono Bassolino alla resa dei conti, gettano nell'immondizia Alitalia - ammesso che vi siano ancora discariche ricettive -, s'inventano il voto disgiunto per fregare artificiosamente un pò di voti a Berlusconi e per far trionfare la coerenza leccano pure i piedi sia ai radicali che ai cattolici. Fantastico esempio di pulizia politica, complimenti per la perfetta asepsi.

Infine, la considerazione generale di merito: chi ipocritamente dice che "non vuole il voto" ma si presenta "per gli ideali" è il più sporco ed ipocrita di tutti, come colui che dice di partecipare ad una gara per il gusto di esserci e non per cercare di vincerla.
Le poltrone in politica non sono uno schifoso mobilio da snobbare: le poltrone permettono di avere la maggioranza e quindi far passare una linea politica rispetto ad un'altra.
Senza le poltrone vincerebbero gli avversari, così come in una guerra anche lo stato più civile e generoso senza un esercito potente sarebbe sopraffatto dagli stati totalitari ed illiberali. Non è una questione di ideali, è una questione pratica. Tutti sappiamo che per conquistare le poltrone bisogna sgomitare, e colui che afferma di non volere vincere perché vuole combattere secondo le regole ed a petto nudo in politica è un emerito falso.

Certo, vi sono gradi di moralità, è ovvio che una poltrona non può essere zozza al punto di costituire un nido di peccati capitali, questo è ovvio. Al politico è chiesta una certa serietà e su questo non ci piove, ci mancherebbe.

Però sentir dire alle anime candide che appoggeranno il loro deretano sugli scranni parlamentari che ad essi non importa il risultato ma "l'ideale" che diffondono è cosa non credibile in partenza e sa tanto di presa in giro, perché quell'ideale che tutti dicono di possedere può essere diffuso solamente grazie a quella poltrona che si fa finta di snobbare mentre, per chi resta fuori dal parlamento, "l'ideale" rimane lettera morta destinata all'oblìo.

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27 marzo, 2008

Fascisti persi nell'ideologia

Anche oggi mi sono fatto un giro su alcuni blog di sostenitori de "La Destra": ho trovato che le parole più inflazionate erano Dignità, Onore ed Ideali.

Dignità ed Onore sono due sostantivi di cui si abusa un pò troppo dalle parti della Destra, come se gli altri elettori non li possedessero come e quanto loro. Essi sono incattiviti con Berlusconi, dicono che se fossero confluiti nel partito unico sarebbe mancata loro la visibilità, io invece credo che se avessimo fatto un accordo mantendendo il loro simbolo sarebbe aumentata la litigiosità. Loro parlano di simboli, io parlo di polverizzazioni. Loro parlano di accucciarsi nei confronti di un padre-padrone, io dico invece che è giusto dare il timone a chi il centrodestra l'ha costruito.

Vedete quante sicurezze vanno a farsi benedire a seconda del punto di vista?

A proposito, ieri sera a Porta a Porta ho ascoltato la Santanché...credo che la scelta di Miss Duepercento sia stata la peggiore possibile, è roba da farsi cadere le braccia, sa solo litigare come una comare. Antipaticissima e poco preparata politicamente. Meno male che non andrà a ricoprire la carica di Presidente dl Consiglio.

L'opinione che più circola negli ambienti della destra fascista è il fatto di ritenere dannosa la perdita della "loro identità": ovviamente solo di loro importa. Anche FI ed AN avevano un'identità alla quale hanno rinunciato per poter battersi insieme. Io invece ritengo che se tutti i partiti rivendicassero la propria identità, ognuno di essi sarebbe autorizzato a prendere gli altri per il collo. Quando si combatte una battaglia su uno scacchiere, un generale deve essere in grado di poter controllare il proprio esercito, tutto e senza discussioni. Ecco perché si chiede alle divisioni la disciplina (strano che proprio i fascisti non lo comprendano) e di mettere in pratica le scelte del proprio comandante. Se ogni divisione, peggio, ogni plotone rivendicasse "l'identità" e facesse di testa sua, le guerre si perderebbero l'una dopo l'altra. Pertanto sarebbe stato più intelligente che i fascisti avessero istanziato le loro richieste all'interno del PDL, accettando ovviamente anche quelle degli altri.

Però il problema con i fascisti (che si comportano esattamente come i rifondarli dall'altra parte) è che sanno tutto loro, sono tutto loro, non sono flessibili e non si degnano di votare anche le proposte degli altri. Così facendo, in un mondo globalizzato come il nostro nel quale o ti fondi o sei fuori da ogni comparto, essi si autoescludono.

Al di là delle chiacchere da cortile sugli ideali de "La Destra"(a proposito: non sono ideali, sono IDEOLOGIE - ma allora anche i comunisti a modo loro le possiedono, così come chiunque fondi un partito), qui c'é da mandare avanti un paese ed affrontare sfide durissime.
Imperneare la politica sull'ideologìa quando vi sono scelte difficili che necessitano della collaborazione di tutti è, ora come ora, suicidio politico. Per questo occorre qualcuno che faccia piazza pulita di tutti i distinguo e tenga decisamente il timone tra le sue mani.

Come i fascisti amano dire, la democrazia in momenti di emergenza è deleteria, perché se ognuno dice la sua e vuole una "visibilità", "un'identità" o altre sciocchezze simili, si crea solo un gran polverone ed invece di mandare avanti il paese con metodo ed ordine si dà vita ad un'arena "alla Prodi", nella quale tutti stanno contro tutti.

Ebbene, Berlusconi questo l'ha capito ed ha eseguito un gran un colpo di mano attribuendosi la guida del centrodestra; giustamente, direi, visto che senza di lui la CDL sarebbe rimasta allo stadio pre-larvale.

Il problema, come al solito, è che ai fascisti il DUX piace solamente quando è il loro e somministra l'olio di ricino agli oppositori, mentre quando al comando ci stanno gli altri essi iniziano a latrare sulla "democrazia perduta" e sugli "ideali traditi".

E' per questo motivo che La Destra è condannata a rimanere al 2% se va bene: la gente non ne può più di partiti-molecola intransigenti e ricattatori. Finché non capiranno che bisogna anche dare per poter ricevere, i fascisti resteranno rintanati lì, con i loro "ideali", le loro chiacchere ed il loro "onore", ma fuori dal parlamento. Con la differenza che le loro chiacchere rimarranno chiacchere, mentre Berlusconi andrà a governare il paese e quelle richieste in parte giuste che avrebbe potuto recepire grazie alla collaborazione interna degli uomini di destra, rimarranno lettera morta a causa del loro stesso pervicace ed irritante snobismo.

Mi piace ricordare una frase che Gene Hackman pronunciò nei confronti di Denzel Washington in una scena del film "Allarme Rosso": Hackman era il comandante di un sottomarino lanciamissili di classe Ohio, Denzel Washington era il secondo. Siccome Washington iniziava a contestare le sue scelte, Hackman lo chiamò in cabina e gli fece un gran cazziatone. "Noi siamo qui per preservare la democrazia, non per praticarla", disse.

Oggi come oggi è lampante come questa frase calzi a pennello per la sofferta ma giusta scelta di Berlusconi di cancellare gli inutili.

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26 marzo, 2008

Omiciadi

Il capo di stato della Francia oggi ha fatto finta di prendere una posizione leggermente decisionista: Sarko ha dichiarato che i transalpini potrebbero boicottare la cerimonia inaugurale delle olimpiadi di Pechino.

A me francamente sembra una dichiarazione piuttosto ipocrita, se si vogliono boicottare le olimpiadi lo si deve fare del tutto, oppure se non lo si vuol fare si può invocare quella che molti chiamano "realpolitik" che tradotta in italiano significa "che i tibetani crepino pure, non ce ne frega un ..zzo". Queste mezze misure hanno del ridicolo, come quando non si condannò la McLaren in primo grado di giudizio pur riconoscendole la colpa di aver copiato i progetti della Ferrari. Sarebbe come dire che si riconosce la colpevolezza di un serial killer e per punirlo gli si ritira per venti giorni la patente.

La soluzione pilatesca di non partecipare alla sfilata, peraltro l'unica cosa inutile delle olimpiadi, sembra assurda e premiante di crimini contro l'umanità perpetrati dalla preistorica amministrazione comunista cinese. Una comica, insomma.

Aspettiamo con ansia il prossimo atto in cui il premier francese, attualmente forse distratto dalle curve della Bruni, dichiarerà che per protesta la Francia non farà scorrere sulla televisione i titoli di testa e di coda, ovviamente scritti con ideogrammi cinesi.

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25 marzo, 2008

Magdi Allam: questo è un Uomo.

Lo scrivo con la lettera maiuscola: Magdi Allam è uno dei miei Giornalisti preferiti, lo sarebbe stato se fosse rimasto Musulmano, se fosse Induista, Ebreo, Buddista o adoratore di Totem.

Quindi non mi soffermerò sulla sua Fede, in quanto a mio avviso tutte le fedi, se volte al bene ed all'amore, sono degne di rispetto. Le Fedi dovrebbero essere tutte uguali, volte alla considerazione per le sofferenze del prossimo ed al rispetto per sé e per gli altri.

Magdi però ha dato un imprimatur particolarissimo alla sua conversione dimostrando che la LIBERTA' PERSONALE è più forte e radicata di qualunque costrizione e di qualunque fanatismo.

Non sto parlando dell'Islam buono, cioé l'Islam che fa di Allah un Dio Misericordioso e dei suoi seguaci uomini e donne altrettanto civili.

Sto parlando dell'Islam fanatico, quello che insegna ad un genitore di uccidere sua figlia perché ella ama i costumi occidentali. Mi rifersico all'Islam che odia ogni progresso ed ogni personalità, quello che vorrebbe vederci tutti come capre adorare una divinità in maniera acefala ed acritica rispetto alle nostre stesse azioni, quello che dichiara ancor oggi guerre dal sapore medioevale nonostante il suo nemico non ci sia più da un pezzo, quello che fa strage di donne, bambini ed innocenti nel momento in cui i suoi tirapiedi collocano bombe nei mercati, nei treni e nelle metropolitane o si lanciano con aerei di linea nei centri abitati, quello che innesca rivolte mondiali e spargimenti di sangue per due vignette buffe su un giornale.

Questo è l'Islam che ha fatto allontanare Magdi dalla sua precedente Fede, una religione divenuta troppo spesso coacerbo di violenza e di sopruso, una religione che, se mal interpretata discrimina le donne, incita all'odio ed alla guerra.

Mi rifiuto di pensare che l'Islam appena descritto sia IL VERO ISLAM, una religione non può amare la morte ed il suicidio allo scopo di togliere la vita ad altri, semplicemente perché in tal caso non sarebbe una religione.

Però bisogna fare i conti con la realtà: troppo spesso gli estremisti si rendono autori di stragi e delitti efferati con la silente colpevolezza degli islamici moderati che altrettanto spesso se ne stanno zitti, nascondendosi nell'oblio e lasciando a questi delinquenti il vanto di essersi appropriati della religione come mezzo per uccidere e schiacciare i popoli.

L'Islam, così come fu per la Chiesa Cattolica, ha bisogno di evolversi per potersi esprimere nella sua grandezza e così come gli eserciti del Papa dovettero essere sconfitti perché si fosse potuto costringere la Chiesa a riformarsi, ora l'Islam ha bisogno della sconfitta dei terroristi per poter splendere come una religione del bene e non di morte.

No, non è stato Magdi ad abbandonare l'Islam, è stato l'Islam a perdere Magdi, perdendo insieme ad egli un grande uomo.

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22 marzo, 2008

Buona Pasqua!

Libere Risonanze augura a Voi, ai Vostri cari e perfino ai comunisti

BUONA PASQUA !

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Alitaglia

Ci vuole poco a prevedere gli assurdi argomenti del centrosinistra contro Berlusconi: nel mio precedente post avevo affermato che, se Berlusconi avesse avanzato una qualunque proposta, magari facendo intervenire direttamente nella trattativa i suoi figli in qualità di finanziatori di un piano di recupero che eviti il più possibile i licenziamenti, la sinistra avrebbe attaccato con la solfa del conflitto d'interessi.

Così è stato.

Alla sinistra non importa nulla del personale Alitalia e di far licenziare migliaia di persone: pur di non dare appoggio al centrodestra (che sta facendo ora anche ciò che sarebbe compito della sinistra, ovvero salvare più posti di lavoro possibili) essa consente ad Air France di umiliare la nostra compagnia di bandiera e cacciare a casa 2.100 (duemilacento!) operatori del settore, rovinando tra l'altro Malpensa che anch'essa dovrebbe licenziare. Perfino i sindacati si sono detti disponibili a valutare il piano di Berlusconi: la sinistra no, ha fretta di concludere la trattativa perché sa che se Berlusconi ce la facesse e salvasse posti di lavoro senza svalutare troppo Alitalia in campagna elettorale segnerebbe una goleada.
Pertanto la sinistra preferisce svendere frettolosamente e permettere i licenziamenti piuttosto che dare una mano al suo avversario per il bene del personale della nostra compagnìa di bandiera.

Ecco come la sinistra tiene ai ceti deboli ed ecco come intende le larghe intese: e pensare che vi sono ancora degli illusi (in particolare ne La Destra) i quali affermano che il centrodestra dopo le elezioni convergerà verso una collaborazione con il centrosinistra! Convinzione ridicola e di miserabile fattura.

Un'ultima precisazione: Bersani ed alcuni leaders del PD hanno ultimamente detto che "Berlusconi ha avuto due anni per organizzare la cordata".
Ebbene, a me risulta che l'offerta avanzata da Air France sia stata formalizzata solamente la settimana scorsa perché prima non si sapeva nulla né delle intenzioni di acquisto in sé, né del piano di riassetto di Alitalia, vi erano solo voci da cortile.

Quindi l'affermazione di Bersani è pura ipocrisia, visto che non si può rifiutare od accettare un piano ristrutturativo finché non se ne conoscono sia le parti economiche che quelle d'impatto sociale. Come avrebbe fatto Berlusconi a creare una cordata migliorativa rispetto all'offerta di Air France senza conoscere i piani dell'offerta stessa? Divulgare una fesseria simile sarebbe come pretendere, ad esempio, nel caso voleste vendere la Vostra automobile e metteste un annuncio sul giornale, che prima di conoscere l'offerta del compratore Voi gli chiudeste la porta in faccia. Assurdo!

Il PD, evidentemente con il fiato grosso, o sta perdendo la testa o rilascia affermazioni cretine di per sé, il che non mi sorprende visto che lo spazio per gente capace e razionale nel Partito Democratico è del tutto inesistente. O forse entrambe le cose, considerando come questi incapaci hanno gestito l'Italia per quasi due anni.

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20 marzo, 2008

Quando la destra fa la sinistra

In questi giorni ha fatto scalpore la vicenda Alitalia che vede i francesi di Air France strozzinare la nostra compagnia di bandiera.

Oddio, non che non ce lo meritiamo: scioperi selvaggi, rivolte sindacali, voli cancellati e disagi per i passeggeri a go-go hanno fatto perdere alla società oceani di denaro. Non so se una società sia mai stata aiutata tanto da governo e privati, forse solo la Fiat, che però è riuscita a tornare in attivo dopo momenti molto difficili ed una ristrutturazione generale.

Per Alitalia si è invece rifiutata tale strategìa: ricordiamo che durante il governo Berlusconi fu approvato un piano che prevedeva il risanamento della nostra compagnia di bandiera, un piano efficace ed approvato dall'Europa con la partecipazione di governo e privati che iniettarono valanghe di capitali. Ebbene, appena Prodi s'insediò al potere per paura di innescare lotte tra centristi, riformisti e sinistra massimalista che sull'argomento la pensavano difformemente tra loro, il governo non diede attuazione alle intese raggiunte ed abbandonò Alitalia al suo destino: la compagnia vivacchiò per un pò, perse mediamente un milione di euro al giorno finché, andando per sottrazioni, non finì il denaro ed attualmente si trova piena di debiti.

Il tutto per colpa della parte pidiessina un governo inetto, tremebondo nell'approvazione un qualunque piano che prevedesse la ricollocazione degli esuberi ed il taglio dei rami secchi nonché criminale nel disinteresse di ciò che era un bene per i lavoratori di Alitalia, interessato solo ed esclusivamente a non irritare la parte della sinistra estrema che avrebbe fatto crollare anticipatamente l'esecutivo in cui è tutt'ora incluso l'attuale PD, il quale invece di cospargersi il capo di cenere fa lo gnorri e sfotte pure.

Ebbene, ora il governo non contento di aver condannato al patibolo Alitalia leva anche le otturazioni d'oro dai suoi denti: vuole svendere la compagnia ad Air France che la comprerebbe per la classica "sporta di prugne". Il contratto capestro dei francesi è formalizzato: prendere o lasciare, noi abbiamo i soldi e comandiamo noi: si comincia con il cacciare a casa 2.100 persone, si chiede alla SEA di rinunciare alla causa giustamente intentata contro Alitalia per il risarcimento danni dell'indotto mancante, della riduzione dell'HUB e del mancato rilascio degli slot e, dulcis in fundo, si offre una cifra umiliante. Prodi che a suo tempo svendette l'IRI (ricordiamo che cercò anche di svendere la SME ma Craxi glie lo impedì) ha accettato subito; non avevamo dubbi che questa consuetudine sarebbe valsa anche per Alitalia. Chiediamoci però cosa ne pensino coloro che ora potrebbero perdere il posto a causa sua e del PD.

In questo quadro s'impone una considerazione: la sinistra che accusa sempre secondo un logoro e menzognero copione i partiti di centrodestra di badare più al mercato che non ai lavoratori, si è comportata e si comporta attualmente ESATTAMENTE in questo modo, facendo prima fallire una società sacrificandola sull'altare del potere ed poi permettendo ai francesi di umiliarci e cacciare a pedate migliaia di lavoratori, i quali si troveranno presto senza uno stipendio. Il tutto senza colpo ferire, senza opporre una minima resistenza, senza tutelarli minimamente e senza cercare con tutte le forze una soluzione alternativa. La sinistra invece di avere a cuore la sorte dei futuri disoccupati preferisce mandare i suoi rappresentanti a girare con i pullman come i pagliacci del circo per raccontare balle agli italiani nelle piazze delle città. Ma sì, in fondo mica sono metalmeccanici, questi possono pure perdere il posto! Ecco come la sinistra difende i salari: semplicemente eliminandoli.

A questo irresponsabile comportamento si contrappone Berlusconi, il quale, poveretto (ovviamente in senso metaforico) si sta dando da fare per cercare di salvare per quanto possibile capra e cavoli. Cerca di convincere una cordata di imprenditori a rilevare Alitalia ed a risanarla impattando il meno possibile sugli esuberi, ma sono sicuro che se trovasse imprenditori che licenziassero solo la metà dei lavoratori previsti da Air France e comprassero Alitalia ad un prezzo più congruo, la sinistra attaccherebbe la litanìa del licenziamento facile e del conflitto d'interessi del leader del PDL.
Come dire, meglio 2100 licenziamenti e la svendita della società ma sotto la gestione della sinistra che la metà di licenziamenti ed una vendita equilibrata in capo al centrodestra. Ah, le elezioni, che spauracchio!

Siamo arrivati alla conclusione delle considerazioni riassumendo la nuda verità, finalmente rivelata dai fatti anche ai più dormienti: la destra fa anche il lavoro della sinistra. E' il centrodestra (e stavolta anche con l'apporto de "La Destra" di Storace) a fare da sinistra, a difendere i lavoratori ed i loro salari. A tutti gli altri incluso Casini che parteggia per la vendita immediata ad Air France, dei lavoratori non frega niente come non è importato nulla di mandare al macello una delle società che costituivano il vanto dell'Italia nel mondo.

Alle elezioni di Aprile prima di mettere la crocetta sul PD pensateci bene: i prossimi stipendi da sacrificare potrebbero essere i Vostri...

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Un paese di pezzenti

Oggi 20/03/2008 entro in un centro commerciale per fare la spesa di Pasqua.

Infilo un euro nella fessura per sbloccare il carrello e parto: prima tappa, il negozio dove si effettuano le ricariche dei telefonini. Acquisto una ricarica che viene eseguita prontamente via telematica e riparto, mettendo la ricevuta della ricarica eseguita nel carrello insieme alla lista della spesa.

Passo per un negozio di software per PC e decido di entrare lasciando il carrello fuori per non intralciare i clienti in quanto il negozio non è dotato di molto spazio. All'uscita mi accorgo che il carrello non si è mosso e la ricevuta della ricarica è ancora lì ma manca la lista della spesa. Mi chiedo il perché. Vabbé, poco male, fortunatamente possiedo un'ottima memoria e ricordo tutto ciò che devo acquistare.

Mi dirigo alla cassa, pago ed arrivo alla vettura. Carico tutta la spesa e vado a rimettere al suo posto il carrello. Inserisco la chiavetta, il dispositivo scatta e che mi trovo nelle mani? Un gettone di latta. Ho subito capito: qualcuno si è preso la briga di seguirmi, aspettare che entrassi nel negozio, sostituire il carrello con quello nel quale aveva infilato il gettone di latta (ovviamente lasciandolo nella stessa posizione in cui si trovava il mio) ed addirittura si è preso la briga di spostare la ricevuta in modo che non mi accorgessi di nulla, dimenticandosi però di spostare anche la lista della spesa.

La cosa avrebbe dovuto farmi sorridere invece mi ha fatto innervosire. Se mi avessero rubato 50€ avrei capito, magari qualcuno per Pasqua voleva fare una gita fuori porta e non aveva i soldi per portarci i propri bambini o forse doveva comprarsi una dose o magari doveva mangiare, chissà. Almeno il lavoro del ladro ed il pericolo insito nello sgraffignare il denaro altrui sarebbe stato motivato dalla cifra, insomma, 50€ sono pur sempre 100.000 delle vecchie lire, pur se il potere d'acquisto è drammaticamente calato.

Ma rubare un euro è una cosa svilente e deprimente, neanche il famoso "ladro di galline" sarebbe capace di tanto, visto che un pollo costa €3,25. Certo si potrebbe obiettare che il "Lupin del supermercato" magari accumuli euro rubando più di un carrello, però mi pare un lavoraccio sottopagato, visto che per comprare due colombe pasquali dovrebbe procedere a ben 10 scambi, aumentando così notevolmente la percentuale di rischio a suo carico.

Ebbene, questo atto mi fa pensare: se in Italia vi è gente che si mette a girare per il centro commerciale allo scopo di fregarti un euro, come possiamo pensare che un contratto che ne prevede migliaia, che una transazione commerciale, una bolletta, un pagamento od un semplice acquisto non sia viziato da qualche e ben più sostanziosa ruberìa? Come ci si può fidare di un paese in cui i mentecatti abbondano e ne approfittano del fatto che i tribunali sono intasati per poterti spillare soldi che non vedrai mai più a causa della decorrenza dei termini o che potrai recuperare solo dopo dieci anni (se va bene e se il giudice non è anch'esso un paladino dei delinquenti) dopo aver speso almeno cento volte da un avvocato ciò che, a ragione, si pretende?

Mi chiedo come ci si possa fidare di un paese in cui si scoraggia la denuncia perché i tempi e le modalità per il recupero dei crediti si rivelano gineprai inestricabili che possono pure condurre alle sabbie mobili.

Innervosito ed intristito torno a casa, accendo la televisione ed appare il telegiornale: Alitalia ha debiti per 3 miliardi di euro e nella Napoli di Bassolino è sparita una fiumana di soldi. Chissà quanto carrelli si sono fregati...

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17 marzo, 2008

Come boicottare le olimpiadi?

E' da un pò di giorni che un'ideuccia ce l'ho. Come potrebbe, l'Occidente, boicottare le olimpiadi di Pechino e come queste potrebbero rivelarsi controproducenti per la stessa Cina?

Non andare alle olimpiadi significherebbe dimezzarle ma lasciare completa visibilità a paesi come la Cina, l'Iran, la Russia, la Corea del Nord che di libertà non vogliano sentir parlare.

La mia idea va oltre a questa concezione del boicottaggio perché farebbe da enorme cassa di risonanza a livello mondiale. In fondo ciò che ho pensato è semplice:
perché non iscriviamo gli atleti e poi quando vanno in semifinale od in finale si atteggiano a clown facendo DI FATTO saltare tutta la competizione?

Che ne so, si potrebbe arrivare con la fiaccola al bracere e poi accendersi una sigaretta ed aspettare seduti, oppure si potrebbe dotare gli atleti dell'atletica leggera di un giornale ed uno sdraio, poi quando si apprestano ai blocchi di partenza li si fa comodamente sedere con il giornale ed una bella gazzosa ghiacciata nel bel mezzo della pista, magari anche aprendo un ombrellone. Oppure durante il colpo di pistola fare la sceneggiata napoletana e crollare a terra con un pò di salsa di pomodoro all'altezza del cuore. Per i saltatori si potrebbe organizzare un salto come fanno i conigli o come nel ballo del qua qua, piedi pari e braccio alzato, ad emulare superman che cerca di darsi spinta per volare. Coloro che lanciano il giavellotto potrebbero saltare come quelli dell'asta, e viceversa, lanciare l'asta come un giavellotto. Sarebbe da sganasciarsi dalle risate e l'inquadratura più che sui primi andrebbe sui guastatori! Nel lancio del disco potremmo tirar fuori improvvisamente una bella amatriciana e mangiarcela sull'attrezzo in pedana, per il martello potremmo legare l'attrezzo alla rete di protezione in modo che poi sia difficile slegarlo. Nel nuoto potremmo tornare indietro a metà vasca, nei tuffi lanciarci di sedere gridando "Geronimo!" o magari "Free Tibet!". Nella boxe e karate potremmo scappare per tutto il ring ed appena ci acchiappano distenderci al tappeto gridando "Perdono, perdono!". Nella maratona potremmo deviare dal percorso e farci un giro nelle risaie, oppure correre intorno come criceti, nel calcio farci seicentotrentacinque autogol e nella pallacanestro schiacciare nel canestro un litro di latte ed un pò di Parmigiano Reggiano, così faremmo anche un pò di pubblicità ai nostri prodotti. Nel ciclismo potremmo presentarci con una bicicletta a ruote quadre, oppure ad un certo punto appendere le sacche della spesa al tubolare, o fare tutto il percorso in impennata. Nel corpo libero sarebbe divertente, durante i 3 minuti a disposizione, vedere gli atleti tenere un comizio sul Tibet in pedana (e non potrebbero fermarli perché hanno diritto ai loro 3 minuti) agli anelli arrivare con le dita piene zeppe di fedi, alle parallele arrivare con un metro per vedere se effettivamente sono parallele ed alla sbarra appenderci un pò di salami.

Così, improvvisamente ed inaspettatamente si potrebbe fare i pagliacci, rovinar loro la festa catalizzando però l'attenzione. Sarebbe un'edizione storica e comicissima, altroché ZELIG, sarebbe un format di enorme successo che attirerebbe la curiosità e l'ilarità di tutto quanto il mondo per fantasia di contestazione. Ogni atleta di un paese che intende protestare sarebbe tenuto fare un suo show, magari alla staffetta iscriviamo Moreno Morello e poi appena partito gli diamo un microfono come testimone.

In questo modo contemporaneamente l'edizione delle olimpiadi 2008 avrebbe uno share strepitoso (sapete che risate?) e focalizzerebbe la protesta costringendo la Cina alla trasmissione della contestazione in casa ed all'estero, oppure all'oscuramento delle reti con gravissimo danno d'immagine ed economico. In entrambi i casi per il regime questo tipo di boicottaggio rappresenterebbe un colpo terrificante.

Sarebbe davvero una bellissima edizione, la più bella di sempre, la più seguita e divertente da quando le olimpiadi sono state inventate!

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Comunisti assassini

Sembra una profezia. Proprio nell'articolo del 10 Marzo 2008 chiamavo "assassini" i comunisti. Ebbene, dopo pochi giorni la storia mi dà ancora ragione.

Tibet, metà marzo 2008: la repressione cinese schiaccia ogni tentativo di protesta delle popolazioni locali e dei monaci che accorrono in loro appoggio. Si noti che i monaci sono disarmati e la popolazione al massimo possiede un pò di sassi da tirare. Una protesta legittima, anzi, doverosa visti gli spaventosi soprusi di cui la Cina è responsabile nei confronti della propria popolazione e di quelle limitrofe, ree solamente di cercare un pò di indipendenza, di democrazia e perché no, di benessere.
I comunisti, ovvero i nazisti rossi entrano prontamente in azione: eccidi, bagni di sangue, stragi, deportazioni: questo però è solamente ciò che si vede, quello che non si vede sono le pallottole con cui eseguiranno le loro sporche condanne capitali e che faranno pagare alle famiglie dei rivoltosi.

Diliberto e compagni, che dovrebbero seppellirsi dalla vergogna per continuare a fregiarsi della bestemmia di essere comunista, parlavano della "sporca guerra" riferendosi all'Iraq. Ed ora? Ora che gli aguzzini sono comunisti per Diliberto la guerra non è più sporca, si tiene il solito basso profilo, tutto scorre via nell'oblio delle enormi distanze tra noi ed il Tibet. E si dimostra ancora una volta, se mai ve ne fosse bisogno che l'equazione è ben bilanciata: Comunismo = Nazismo.

E l'O.N.U. dov'é? Dove sono i diplomatici che dovrebbero mettere la Cina nell'angolo? Naturalmente se ne stanno a gigioneggiare e sollazzarsi ai costosissimi pranzi di gala, che paghiamo noi di nostra tasca in cambio dell'inutilità totale di soldi gettati dalla finestra. Dov'é la veemenza usata nei confronti degli statunitensi quando invasero l'Iraq e regalarono libere elezioni al sofferente popolo iracheno? Ci si indigna solo quando uno stato forte ne aggredisce uno piccolo anche se il piccolo se lo merita. Ma allora perché non ci si infuria contro Cina quando fa a pezzi il Tibet, che tra l'altro ha ragioni da vendere?

Nessun pacifinto a sfilare per le strade, nessun corteo oceanico, nessuna indignazione, i comunisti amano il rosso. Già, quello del sangue.

Boicottiamo le Olimpiadi !!!

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13 marzo, 2008

Sposate i figli di Berlusconi!

Un giorno fui mollato da una ragazza bellissima dopo due anni di fidanzamento, faceva la fotomodella ed era affascinante come non mai. Ero giovane e non capivo che di donne con un fascino molto ma molto più intenso del suo ne avrei trovate a frotte, però allora mi sembrava che il mondo mi cascasse addosso. Errori di gioventù. Ne parlai con una signora amica di mia madre, io stavo male, non dormivo la notte, non mangiavo più, non studiavo più.

"Cosa devo fare per smetterla di soffrire?" le chiesi. La risposta fu "Portati a letto Carol Alt e vedrai che tutti i tuoi guai passeranno". Ebbene, fu l'unico momento nel quale acquistai un pò di buonumore, risi alla battuta e quella donna mi divenne subito simpatica. Purtroppo non andai mai a letto con Carol Alt.

Oggi Berlusconi ha più o meno fatto la stessa cosa, una battuta, una semplice battuta: "cosa devo fare per risolvere il problema dell'essere precaria?" gli chede una ragazza. "Sposi il figlio di Berlusconi" è stata la risposta umoristica, ed aggiunge "Con il sorriso che ha potrebbe anche permetterselo!".

Se fossi una donna ne sarei davvero lusingata (a parte che il figlio di Berlusconi è un bellissimo e capace uomo). Comunque non sta a me giudicare sulla bellezza di Piersilvio, rilevo solo che a Prodi, Veltroni e compagnia bella si è permesso di fare a pezzi l'Italia, di ridurre le famiglie sul lastrico, di smerdare Napoli con i rifiuti a causa di assessori che mettere in galera sarebbe troppo poco e che invece sono pervicacemente al loro posto ma a Berlusconi non si perdona nulla, nemmeno un complimento, ovviamente fatto in maniera galante.

Forse i detrattori di Berlusconi credono che gli italiani siano tutti degli imbecilli, che non sappiano distinguere un complimento od una battuta dalle cose serie. Personalmente finché non vedrò sul programma la voce "sposare il figlio di Berlusconi" prenderò la cosa come una facezia e pure piuttosto azzeccata: con la situazione economica che quei delinquenti della sinistra ci hanno lasciato, forse davvero sposare uno dei figli di Berlusconi può essere un'alternativa alla prostituzione.

Per quanto mi riguarda io la figlia di Berlusconi la sposerei di corsa, senza volere da nessuno della famiglia del papà un soldo ed esclusivamente perché la considero una donna capace, intelligente, forte ed anche molto bella, il che non guasta mai.

Comunque sia, la bassezza e la povertà degli argomenti di chi attacca Berlusconi per una simile stupidaggine è sintomatica della campagna elettorale di partiti e leaders che non possiedono argomenti validi per controbattere: le corna di Berlusconi, la bandana di Berlusconi, il trapianto di capelli di Berlusconi, le cinque ragazze di Berlusconi che passeggiavano nel suo giardino. Gli argomenti dell'opposizione sono questi ed appena è uscita la notizia sui giornali essa ci si è buttata subito a capofitto, mentre un'Italia disperata e rottamata affonda nelle viscere di una crisi che in due anni la sinistra ha sistematicamente e matematicamente preparato come una trappola per topi.

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10 marzo, 2008

Finché Oliviero va lascialo andare

Ciao ciao Oliviero.

Diliberto non mai è stato simpatico, non ho mai pensato nulla che fosse minimamente compatibile con le sue idee, sempre che di idee sia capace al di là degli slogan leninisti: è uno di quei personaggi che vive politicamente sulla retorica e sull'ANTI. Antiamericano, anticapitalista, antiliberista, insomma, se facesse il medico lo potremmo chiamare antibiotico.

Diliberto ci tiene che lo si chiami comunista e ne va pure fiero: visti i macelli che hanno combinato i comunisti nel mondo, i quindici milioni di morti solo in Russia, i Gulag che erano nientedimento che campi di sterminio, viste le dittature che appoggiavano per non parlare dei disastri economici e della povertà a cui hanno condannato le loro genti, i comunisti sono molto peggio dei nazisti. Ed allora chi va fiero di definirsi "comunista" dovrebbe essere messo alla sbarra per il reato di apologia di comunismo.

Ma la magistratura, si sa, ci sente solo dall'orecchio destro mentre il sinistro è turato da un bel tappo di cerume ed i politici sinistri evitano l'argomento "comunismo" riscrivendo la storia a modo loro: ultimamente si sono scandalizzati che Berlusconi abbia stracciato il loro programma ma essi stracciano continuamente le pagine dei libri di storia che li vedono feroci aguzzini e delinquenti incalliti.

Il nostro amico Oliviero, sapendo che il suo partito certamente sarà fatto a fette dall'elettorato (la somma dei partiti che compongono l'Arcobaleno vale più o meno la quota della sola Rifondazione Comunista delle ultime elezioni) decide di ritirarsi: o meglio, non di ritirarsi del tutto, lui alla presidenza del partito rimane sempre, che, scherziamo? Oliviero cede il suo posto in parlamento ad un operaio della Thyssen scampato alla morte, tal Ciro Argentino già consigliere provinciale in Piemonte. Lacrimuccia e frase di rito: "noi comunisti siamo diversi". Per fortuna, aggiungo io, siete anche quattro gatti.

L'esibizionismo dei politici è cosa triste e molto populista. I comunisti pensano di aver fatto una gran mossa propagandistica, invece io credo di no, perché non si può raggiungere un posto di parlamentare solo grazie ad una tragedia scampata. Per fare il parlamentare occorrono capacità ed un lungo tirocinio, visione imprenditoriale dell'azienda Italia e soprattutto molta, molta cultura. Per far politica occorrono capacità, si può entrare in politica per meriti sul lavoro guadagnati sul campo o per intelligenza politica dimostrata ma non perché ci si è salvati da un incendio, per quanto io ne sia felice. Non si può sbattere uno in parlamento solo perché è comunista e perché ha corso più velocemente degli altri. Siamo certi, infatti, che se non fosse avvenuto il fatto della Thyssen il Sig.Argentino il posto da parlamentare l'avrebbe visto col radiotelescopio. Ed allora qual'é il discriminante tra la candidatura e l'anonimato? La fatalità. Bel modo di scegliere i parlamentari.

Vabbé che far politica peggio di Diliberto è molto difficile. Forse ci sono riusciti Stalin, Mao e Chavez, chissà. Ma la sostituzione di un comunista con un altro comunista solo perché questo si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato è un'ottusità incredibile.

Sarebbe come se candidassimo un imprenditore non per i propri meriti ma perché è stato rapinato e picchiato nella sua villa o che eleggessimo le donne violentate perché hanno subito uno stupro. Ridicolo.

Altra cosa ridicola è il motto che ultimamente va di moda negli ambienti comunisti e che recita "mai con i padroni", richiamando ancora quelli "dali beli braghi bianchi" di antidiluviana memoria: una visione di società arcaica ed estinta, ancora impantanata in uno scontro classista già fossilizzato dalla storia. Oggi i "padroni" (ma padroni di che? semmai titolari dell'azienda!) hanno bisogno di far squadra unica con i loro operai e gli operai hanno bisogno di titolari intelligenti e capaci. Questo sì è un discorso da promuovere. I comunisti invece dopo ormai 60 anni dalla fine della guerra non ci sono ancora arrivati. Essi non capiscono che se si tira troppo la corda contro gli imprenditori, i "padroni" si rompono le scatole, vendono tutto e se ne vanno in Cina od in Vietnam e gli operai, di conseguenza, se ne tornano a casa.

Ma forse è proprio questo l'obbiettivo dei comunisti: niente più fabbriche, niente più incidenti sul lavoro: solo rapine ai panifici per una pagnotta.

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08 marzo, 2008

Auguri per le nostre donne!

8 Marzo, auguri per le donne di tutto il mondo!

A volte diavoli quando ci tentate con il vostro sorriso e molto spesso angeli quando ci state accanto nei momenti bui, noi uomini vi abbracciamo teneramente e vi chiediamo scusa per i soprusi e le violenze a cui alcuni personaggi che uomini non sono ma bestie, vi sottopongono.

Noi, uomini al vostro fianco nella giustizia e nell'alleanza che Dio ci ha dato e che si chiama amore, ci stringiamo a voi che siete le nostre madri, mogli, fidanzate e figlie.

jetset, Libere Risonanze.

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07 marzo, 2008

Siamo tutti fascisti?

La scorsa sera ho assistito al dibattito organizzato dalla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa. Un dibattito per la verità poco interessante, con un improvviso colpo di scena mediatico che mi ha svegliato dal torpore per quattro secondi e trentasei centesimi, il tempo di accorgermi che nel dibattito c'era anche Boselli che se n'é andato indignato perché, a suo dire (e per fortuna è così) al suo partito accreditato di uno zerovirgola non viene dato lo stesso spazio mediatico di un partito che rappresenta quasi la metà dei cittadini italiani.

Ospite di Bruno Vespa c'era pure la Santanché, il debole candidato leader de La Destra che ha parlato di strategie politiche e di ripudio delle sinistre ma ovviamente non di programmi. O meglio, qualche accenno ad un embrione di programma c'é stato ma tra un fioccare di "bisogna" e senza mai il merito di entrare nel particolare. Il solito "bisogna" politico, insomma, un bisogna che tutti saremmo in grado di esprimere, perfino il mio gatto Pinky. Bisogna dare più soldi ai bisognosi, bisogna fermare l'immigrazione, bisogna aiutare le famiglie, bisogna questo e bisogna quello. Per me, che avevo sentito le interviste a Berlusconi ed a Tremonti in cui tecnicismi e gli approfondimenti erano la regola, il brodino caldo dei "bisogna" è stato fonte di noia mortale. Se non fosse stato per le gambe della Santanché abilmente estroflesse, il sonno avrebbe preso il sopravvento. E poi dicono che questo partito si batte col cuore...beh, effettivamente hanno solo questo da mettere in campo (oltre alle suddette gambe) perché di abilità tecnica per risolvere i mali del paese non se ne vede nemmeno l'ombra.

Comunque sia, vi è stato solo un momento in cui sono balzato dal divano indignato ed offeso: quando la Santanché ha fatto un ragionamento tutto suo ed impostato su un'affermazione temeraria. Ad un certo punto della trasmissione la leader de La Destra ha detto che "fascismo" significa "ciò che si contrappone ai comunisti" e che chi combatte i comunisti è fascista. Poi si è lasciata andare ad un'affermazione ancora più fantascientifica, affermando che il Papa in quanto oppositore del comunismo è fascista. E che dire allora dei preti che nei paesi retti da tirannide di destra sono stati trucidati per la libertà del loro popolo? Certo, di cose bizzarre ne ho sentite ma quando ascolto i membri de "La Destra" parlare come se fossero gli unici depositari della lotta al comunismo mi ribolle il sangue. Nel mondo vi sono forze ben più grandi, organizzate ed efficienti che combattono il comunismo di quanto non facciano i fascisti, che sono l'esatto opposto dei comunisti ma i cui metodi ed ideologia si somigliano molto.

Nel quadro politico italiano, ad esempio, si annoverano tra gli strenui oppositori del comunismo PDL e Lega. Nel mondo vi sono gli ebrei, i cattolici, gli statunitensi, gli inglesi, i tedeschi, gli australiani, i canadesi, i sudcoreani, i giapponesi, i paesi dell'est Europa, insomma, vi è uno sterminato elenco di nazioni, popoli, culture, società e partiti che ripudiano e condannano il comunismo. Ma secondo la Santanché tutta questa gente è fascista solo in quanto non comunista, aggregando di fatto ed unilateralmente mezzo mondo tra sue file, reclutando miliardi di persone che di essere definiti fascisti NON CI PENSANO NEPPURE. Oltretutto l'incredibile reclutamento del Papa considerato fascista somiglia molto all'operazione di acquisizione dei sinistri, che definirono Gesù Cristo "il primo dei comunisti": una stronzata siderale, un delirio inclusivista grazie al quale una sballatissima tesi viene estesa a "chiunque non appartenga a..." piuttosto che a "chiunque appartenga a...". Facendo un parallelismo, sarebbe come dire che sono caucasiche tutte le popolazioni che non hanno la pelle nera. Una stupidaggine cosmica.

Io stesso non ho mai potuto soffrire il comunismo, l'ho combattuto sempre ed in ogni luogo ma certo non sono fascista né lascio che candidati da operetta mi etichettino secondo le loro fantasie bizantine.
Io non mi schiero con i fascisti perché odio il comunismo, non amo l'occidente perché non sopporto le dittature: la logica "dell'alleanza contro..." sarebbe troppo semplicistica ed innaturale. E' proprio a causa di questo modo di ragionare che Prodi ha sfasciato il paese, insistendo nel mettere insieme partiti antitetici nella consapevolezza che la loro unica coesione fosse esclusivamente subordinata all'odio per Berlusconi. Ebbene, si è visto com'é finita. Io mi schiero perché i miei valori e le mie idee sono il mio faro ed indipendentemente dall'esistenza dei comunisti o dei fascisti possiedo il mio modo di vedere il mondo, per cui non sarà certo una presunta leader da due percento che mi allineerà nel quadrato delle sue truppe.

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06 marzo, 2008

Veltroni e gli eroismi della classe operaia

No, non sono impazzito: riporto nel titolo un ridicolo commento di Veltroni a proposito del terribile incidente sul lavoro occorso a Molfetta. Sì, perché se non fosse per l'entità della tragedia avvenuta a causa dell'irresponsabilità di un singolo individuo, una simile affermazione sarebbe del tutto risibile.

Come ho già scritto nel mio articolo "Sicurezza (di morire) sul lavoro" la maggior parte delle morti bianche non sono causate dai datori di lavoro che la sinistra vuole far passare per avidi strozzini pronti a calpestare la vita altrui. Certo, vi sono casi come quello della ThyssenKrupp che gridano vendetta ed i cui responsabili andrebbero messi in galera a vita. In quel frangente ed in un delirio di onnipotenza Prodi gridò al mondo uno stentoreo MAI PIU'!!!.

Ma poiché Prodi non riesce a mantenere nemmeno la parola data cinque minuti prima figuriamoci se ci possiamo fidare di una previsione imperativa e roboante proiettata nel futuro. Eccoci infatti qui a scrivere nuovamente le stesse cose, con la differenza che rispetto alla vicenda della Thyssen le responsabilità dell'accaduto sono tutte dovute alla superficialità ed al menefreghismo di un membro dei lavoratori sempre commiserati dalla sinistra.

Oltre a ciò, ieri si è superato il limite: ho sentito al telegiornale che Veltroni, intervistato, ha rilasciato una dichiarazione nella quale si affermava che "l'episodio di Molfetta prova l'eroismo della classe operaia". Una dichiarazione stolta, oltre che fuori luogo ed errata, come se l'eroismo non fosse prerogativa che di metalmeccanici e del personale operaio e non DELLE PERSONE IN QUANTO ESSERI UMANI. Credo che molti, in simili concitati momenti, avrebbero fatto ciò che gli eroici colleghi dell'operaio finito dentro alla cisterna hanno fatto, sia essi fossero operai piuttosto che commercianti, avvocati, medici o disoccupati. Inoltre un'affermazione del genere se riferita a questa specifica vicenda è anche errata, in quanto una delle vittime che ha dato la vita per salvare i compagni era un uomo che sprezzantemente la sinistra chiama "il padrone".

Pertanto rendiamo onore ai cinque eroi che hanno compiuto un gesto commovente ed altruista ma non dimentichiamoci che il primo addetto alla manutenzione della cisterne è entrato senza alcuna protezione, senza maschera ed in maniera del tutto sconsiderata segnando in questo modo la sorte degli altri innocenti.

Ma c'é di più: fuori luogo è anche lo sciopero del mondo operaio per protestare contro la mancanza di sicurezza. Uno sciopero simile potrebbe andar bene in relazione al caso Thyssen ma mi domando invece a cosa serva quando la colpa è proprio di chi ne è rimasto vittima. Scioperare così, genericamente contro le morti sul lavoro è come scioperare contro la guerra senza partire dal fondamentale presupposto che c'é sempre il dittatore che la provoca fregandosene altamente delle risoluzioni dell'ONU. Parimenti, scioperare contro le morti sul lavoro serve come scioperare contro la nebbia in Val Padana, visto che di sicurezza proprio i diretti interessati sembrano fregarsene alla grande.

Giusta quindi l'attenzione per la sicurezza sul lavoro in quanto le proposte di miglioramento vanno sempre accolte con grande serietà e responsabilità ma a patto che le leggi non siano scritte dai beneficiari sulla carta igenica, esattamente come lo sono i programmi della sinistra.

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05 marzo, 2008

Torture sugli animali

Oggi per la prima volta da moltissimo tempo ho pianto. Se avete stomaco forte, se siete maggiorenni e soprattutto se quest'estate avete intenzione di abbandonare le vostre bestiole su una strada allora guardate, ricordatevi di questo video e stringete al petto il vostro amico a quattro zampe, accarezzandolo con amore.
Mi vergogno di appartenere al genere umano al pari di questi bastardi e, per ciò che potrò fare, mi batterò SEMPRE con veemenza e rabbia per tutta la vita contro questi maiali. Ditemi voi se la moratoria sulla pena di morte non è sbagliata e se la sedia elettrica non andrebbe ripristinata. Mi scuso per i contenuti fortissimi e se urterò la Vostra sensibilità ma questo video è stato pubblicato volutamente, non lo ritengo un documento inutile perché se può servire a salvare degli animali innocenti sono pronto a correre il rischio di farvi venire il voltastomaco e magari qualche lacrima.

N.B: in un primo momento avevo pubblicato il video che però si apriva con un frame impressionante del muso di un cane appena scuoiato. Poi, pensando che un minore potesse inavvertitamente imbattervicisi, ho sostituito il video con il suo link. Se volete vedere il filmato cliccate sul seguente link ma solo se siete preparati ad una galleria degli orrori e a non dormire la notte:

http://www.youtube.com/v/MDIZwq7RVco

ATTENZIONE !!! QUESTO VIDEO NON E' ADATTO A MINORI !!!

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Masochismo radicale

Sembra una barzelletta ma nel mondo politico c'é chi sbatte la testa contro il muro e continuando a rompersela ci corre di nuovo incontro.

Stiamo parlando dei radicali, il partito più eccentrico del panorama politico italiano e promotore di iniziative a volte discutibili ed a volte meritorie.

Ciò che però accade strategicamente in ambito radicale lascia tutti interdetti, anche i più accesi sostenitori di questa formazione politica: vi sono stati partiti che, preso atto che non potevano stare insieme, si sono separati andando ognuno per la propria strada. Nel centrodestra è capitato al PDL, alla Lega ed al Movimento per l'Autonomia del Sud che si sono affrancati dai ricatti di Casini, di Storace e di Mastella. In campo sinistro un repulisti, anche se parzialmente finto, c'é comunque stato: Sinistra Arcobaleno da una parte, PD e Di Pietro dall'altra. Il centro va in ordine sparso perché fa il gioco delle tre carte e la sua inaffidabilità è malvista sia da destra che da sinistra dal momento che è considerato una sorta di appestato da cui tenersi alla larga.

Rimangono i radicali, esempio lampante di continui tentativi di eutanasia politica: dopo essere entrati in una coalizione eterogenea e raccogliticcia ed aver sparato su Prodi e la sua banda per ben due anni rilasciando in continuazione dichiarazioni al fulmicotone, dopo essere stati fregati praticamente su tutto, dopo aver permesso alla compagine di centrosinistra di vincere con i fatidici 25.000 voti alla Camera ed avendone ricevuto in cambio solo schiaffi, soprusi e disinsteresse, ci si aspettava che i radicali facessero su le canne e si separassero definitivamente dalle sinistre sbattendo la porta.

Macché: la logica di svendita del partito è stata perseguita ancora una volta, i radicali sono confluiti addirittura nel PD, ovvero con i loro aguzzini. Chissà, magari trattasi di sindrome di Stoccolma, però la realtà è che la Bonino & soci si sono davvero messi in bocca all'ennesimo mostro famelico. Ebbene, oggi leggiamo dello sciopero della fame di Pannella, il quale ritiene di "essere stato fregato" dai compagni. Ma va - ho pensato - guarda che novità, non erano bastate le umiliazioni dei due anni precedenti; l'insana alleanza tra Radicali e sinistre continua e così ricompare anche l'autolesionismo dei dirigenti di un partito che evidentemente non ha imparato nulla dall'ultima esperienza di governo.

Non che mi dispiaccia, sia chiaro, questo fatto dimostra quanto ancora una volta i sinistri pur di vincere mettano insieme capre e cavoli, cattolici della Margherita e laicisti Radicali. Ed ora come allora il virus inoculato ha cominciato a lavorare ai fianchi il partito di Veltroni: stessa musica, stessi litigi, stesse chiacchere da comari, stessa impossibilità di decidere, di governare, di condurre al traguardo una linea politica condivisa. Si ripete, insomma, la situazione che fece saltare il banco del governo Prodi, ed anche oggi il partito di Pannella si piega a 90° dopo aver cercato di vendere al mercato la sua dignità. Contenti loro...

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04 marzo, 2008

Un NO al simbolo di Storace

Scusatemi se oggi mi faccio una bella risata ma il Ministero dell'Interno ha impedito a La Destra di presentare il suo simbolo. Ancora non si sanno le ragioni dell'esclusione che appare clamorosa ma ci chiediamo come si possa votare un partito che non sa disegnare nemmeno il proprio simbolo correttamente. Un divertimento infinito!

Tratto dall'articolo del Corrire della Sera, clicca qui.

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Padre Pio, ciak si gira!

L'altra notte in tutta fretta (e soprattutto di nascosto) la Chiesa ha fatto ancora una volta ciò che non doveva: dopo quarant'anni dalla sua morte ha esumato il cadavere di Padre Pio. Poco importa se sia consuetudine esaminare le salme dei santi dopo un certo periodo di tempo: speravo che la Chiesa si fosse finalmente svincolata da questa crudele e macabra usanza, invece mi sbagliavo. Come in un film, un bruttissimo film medioevale nel quale il voyeurismo e le prospettive di guadagno prevaricano il buon gusto la bara del Santo è stata scoperchiata, violata ed esposta alla visione collettiva in una sorta di horror moderno, come se dell'orrore di questi tempi ne sentissimo il bisogno.

Che cosa credevano di trovare dentro alla bara coloro che hanno caldeggiato l'esumazione?
Forse cercavano conferma al mito che il corpo di Padre Pio si sarebbe conservato nel tempo, così da invocare al miracolo e richiamare l'adorazione dei fedeli che avrebbero acquistato gadget, foto, santini e porcherie varie.

Invece Padre Pio li ha fregati: il corpo è devastato dall'umidità e le uniche parti ancora parzialmente integre sono mani e piedi. Grazie, dolcissimo Santo, per non esserti prestato a questo massacro!

A questo punto s'impone una considerazione: dovrebbe essere inspiegabile che una Chiesa la quale predica il valore ed il primato dell'anima rispetto alle cose materiali e corruttibili, che ci racconta di come il corpo sia solo un pezzo di carne (polvere siamo e polvere diventeremo, ricordate?) e che ciò che conti sia "il nostro spirito" conservi una mummia - anzi mi correggo - un cadavere putrefatto e lo esponga svergognatamente "all'ammirazione" delle folle. Scrivo che dovrebbe essere inspiegabile perché temo che invece una spiegazione ci sia e non abbia a che fare con la metafisica: con l'anima non si fanno soldi, meglio sconfinare nel truce e nell'orrido, la gente accorrerà e pagherà fior di denari pur di impressionarsi. Ma se volessimo proprio impressionare la gente basterebbe una gita a Napoli, in mezzo ai rifiuti.

Una sola volta (e ringrazio Dio per questa unicità) mi è personalmente capitato di entrare in contatto con le reliquie dei santi: ero con la mia fidanzata, avevo circa 25 anni e per Natale venne costruito un presepe a S.Rita, una chiesetta di Ferrara. Entrai insieme a lei una domenica pomeriggio e dopo aver ammirato il bellissimo presepe, prima di andare a cena facemmo un giro all'interno della chiesa. Ebbene, erano state esposte le reliquie dei santi e credetemi, un museo dell'orrore non poteva essere più schifoso. Dentro le teche si scorgevano unghie ammuffite, capelli marci, pezzi di ossa, di lingua, di occhi, di carne avvizzita e frollata, il tutto in mezzo ad una puzza di conservante che a malapena copriva quella della carne mummificata: una mostra spaventosa, rivoltante, oscena e blasfema.
Quella sera ebbi il voltastomaco e non riuscii a mangiare, perfino la mia fidanzata che lavorava come assistente di base e quindi era avvezza a spettacoli poco piacevoli si scandalizzò e diede forfait di fronte ad un bel piatto di tortellini serviti nel ristorante migliore della città. Insomma, quella fu l'esperienza più nauseante della mia vita e non la auguro a nessuno, tantomeno auguro ad un Santo che tutti amiamo di esserne il soggetto che insensibilità o sconcezza di chi ancora crede di rappresentare un'autorità morale per la gente permette di esporre e vilipendere in quel modo.

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