Le "carte di redito" del Manifesto.
Ecco ciò che si leggeva nella pagina delle elemosine, a questo indirizzo
Le considerazioni sono tre e non certamente mutuamente esclusive: Primo, al manifesto non si sa nemmeno di cosa si scrive (non che ne avessimo alcun dubbio). La "carta di redito" (ripetuta per ben due volte) è l'ultima barzelletta, segno che l'abilità in campo economico di costoro è tale in primis da aver rovinato il loro stesso giornale ed in secondo luogo da non essere adatta nemmeno per una questua. Sarebbe una considerazione buffa, se non fosse per il fatto che ora i loro rappresentanti politici si apprestano a far fare all'Italia la fine del loro quotidiano. Secondo, essi non sanno cos'é una "carta di credito" e scrivono per sentito dire, come una donna con cui parlai tempo fa che era convinta che sulla carne si mettesse "l'osmarino" in luogo del "rosmarino". Certo la loro poca dimestichezza con il denaro fa fare queste figuracce (esattamente come la loro incapacità di basarsi sulla realtà li ha sempre portati a scrivere fandonie terrificanti). Terzo, la "carta di redito" somiglia più ad una minaccia che ad una questua. Che sia un lapsus freudiano sulle prossime iniziative del governo ? Forse il soviet di Prodi vorrebbe costringere gli italiani al possesso di una "carta di reddito", in modo da tartassarli di tasse fino al midollo ? Chissà.
Nel frattempo registriamo con grande e malcelato piacere il collasso del Manifesto, ricordando a tutti un'importante legge fisica: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Finalmente a forza di balle questi si trovano imballati.