Libere Risonanze: aprile 2008

29 aprile, 2008

Roma, Italia in miniatura

Certo che la sinistra da due anni a questa parte deve sentir bruciare il sedere come se fosse andata a letto con Rocco Siffredi...e lo scoprirsi piena di emorroidi certo non le giova.

Prima i fischi e le contestazioni a Prodaccio, poi la batosta elettorale, la cancellazione dei massimalisti, l'illusione dell'ennesima vittoria a Roma dopo le percentuali del primo turno ed infine una strapazzata a Rutelli nel ballottaggio come nemmeno la Ferrari dei tempi di Schumacher (o quelli attuali) avrebbe saputo riservare agli avversari.

Meno male per loro che non vi sono più elezioni da perdere: i rossi escono dal confronto con i cittadini italiani ridotti talmente male da sfiorare la compassione. Caspita, gli italiani sono davvero un popolo particolare, portano una pazienza certosina ma quando si rompono le scatole vanno giù durissimo, altroché rivoluzione francese...

Oggi in Italia è veramente cambiato tutto: la gente sa guardare molto più avanti di quello che i politici pensano. Il popolo vuole i risultati, nulla importa agli italiani di ideologìe che da sessant'anni puzzano di marcio e di giochini in salsa politichese. Alla gente interessa il poter uscire per strada senza trovarsi un coltello alla gola, il poter portare i propri figli a scuola, una scuola severa che prepari al mondo del lavoro e non un covo di spinellati fancazzisti dotati del sei politico.

Il sessantotto è molto, molto lontano, più di quarant'anni fa. E' lontano non tanto nel tempo ma nella mentalità della gente, che a forza di farsi spingere verso il ciglio dell'orrido da politicanti farseschi, arrivata all'orlo del burrone si ferma e si ribella con decisione.

La gente ha capito che in un clima di terrore diffuso le città devono essere amministrate con il pugno di ferro invece che con il solito buonismo e lassismo made in PD. Il popolo ha compreso che le notti bianche erano solamente panem et circenses, anzi, solamente circenses visto che ormai le fascie sociali più deboli che la sinistra aveva giurato di difendere "facendo piangere i ricchi" sono costrette a raspare nell'immondizia per poter mangiare.

Nemmeno dopo la disastrosa seconda guerra mondiale eravamo ridotti in questo modo: allora c'erano sì macerie dappertutto ma erano macerie fisiche, non morali.
Però, siccome ogni batterio ha la sua cura l'italiano ha deciso di intervenire con pesanti antibiotici delegando al centrodestra il gravoso compito di curare il moribondo, affidando all'unica forza credibile che ha dimostrato di saper fare qualcosa di positivo un'Italia allo sbando ed allo sfascio.

Non interessa agli italiani quanto possa essere forte la cura e quali possano essere gli inevitabili effetti collaterali: di fronte ad una malattia curata con placebo e che ha portato prima alla febbre alta, poi al coma ed infine al blocco di tutte le funzioni vitali, il popolo ha scelto la via dell'interventismo.

Interventismo nei confronti della criminalità diffusa ed imperante. Interventismo nei confronti della magistratura che sbatte arbitrariamente e senza prove in galera chi ruba una gallina ma lascia libero di girare lo stupratore, l'assassino ed il pedofilo. Interventismo nei confronti di un paese spermuto come un limone e ridotto alla bancarotta che anche oggi ( Vedi Articolo ) svela il suo vero volto al di là delle balle raccontate per due anni dai ministri di Prodi. Interventismo nei confronti di quelle fascie sociali più disagiate alle quali la sinistra non ha saputo proporre un piano di salvataggio credibile ma solamente acuire un fantomatica guerra contro i datori di lavoro, snobbando il fatto che né gli uni né gli altri possono sopravvivere senza una stretta collaborazione tra essi. Interventismo nei confronti di uno schieramento che chiacchera di poltrone e di seggi per poter sopravvivere grazie al voto dei Matusalemme a vita quando le persone si prodigano con l'algebra lineare allo scopo di far tornare i conti a fine mese. Intrventismo nei confronti dei NO su tutto e di quelli sindacali, vetuste vestigia di una lotta di classe che non ha più senso e non è più di alcuna utilità per chi la combatte.

Anche se ad un osservatore poco attento tutto ciò potrebbe sembrare scollegato con l'elezione di Alemanno al ruolo di sindaco di Roma, queste considerazioni sono invece essenziali per capire le motivazioni dei correnti esiti elettorali in un clima nel quale i cittadini hanno dato vita ad un trend che ha asfaltato tutte le spocchiose velleità delle centinaia di sinistre unite solo dall'odio per Berlusconi.

Roma, insomma, non è altro che un'Italia in miniatura. Stessi problemi e stesse paure.

Il paese e la città di Roma ringraziano i loro stessi cittadini: basterà una convalescenza attiva di soli cinque anni, un lustro che darà lustro all'Italia ed alla città eterna.

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27 aprile, 2008

Castello/Triares: svolta nel baratro

La scelta di costituire un ”partito moderato, di centro e liberale” escludendone Conservatori e Destra.
Una campagna elettorale impostata non sulla dialettica dei Valori e degli Ideali, ma dell’accattonaggio dei voti, brandendo come una clava il “voto utile”, poi il “voto disgiunto”, quindi addirittura con una “supplica” in prima serata ha fatto macerie di ogni progetto di unire la Destra al centro, i liberali ai conservatori.
La prossima costituzione di un governo formato dalla Lega e dal “partito di centro, moderato e liberale” porterà quindi anche a diverse e contrapposte opinioni tra chi, credendo per 14 anni al progetto del Centro Destra, si era ritrovato in varie iniziative che avevano come scopo il ricercare una unità di intenti.
Evidentemente i Valori e gli Ideali della Destra non sono compatibili con quelli (?) del “partito moderato, di centro e liberale”.
Dopo una approfondita discussione per esaminare la possibilità politica di mantenere una unità di azione, abbiamo deciso di separare le strade.
Il Castello sarà l’aggregatore dell’area di riferimento della Destra e dei Conservatori.
I Principi e Valori non cambiano, si ridefiniscono solo i confini in base all''attualità ed alla realtà politica, rimandando a tempi migliori la ripresa – se mai ci sarà – di un dialogo con i liberalcentristi.
Le modifiche alla struttura verranno di volta in volta annunciate, è però, da subito, richiesta una rinnovata adesione al nuovo Castello da inviare alla mail XXXX con nome, cognome, nome del blog e nick con il quale si vuole aggregare.
Questo messaggio resterà in evidenza fino al prossimo fine settimana quando saranno apportate piccole modifiche per rendere visibili i nuovi "confini" del Castello.
Fino ad allora tutto rimarrà inalterato, anche le modalità e le facoltà di accesso all'aggregazione.
Salutiamo in amicizia le persone che ci lasciano per seguire Berlusconi.

Così esordisce un delirante comunicato proveniente da "Il Castello/Triares", una volta aggregatore aperto, democratico e funzionale a tutte le esigenze di coloro che
credevano nel centrodestra e nella grande famiglia dei democratici.

Ho fatto parte di questo aggregatore fin dalla sua nascita ed ho trovato in esso solidarietà, amicizia e moltissima cultura. Mi piaceva postare per Il Castello, la nostra attività politica era esaltante ed il dialogo tra i vari membri franco, cordiale e talvolta anche acceso, specialmente su questioni morali di natura trasversale.

Ebbene, sembrava tutto bellissimo, tutto fortemente coeso da persone che ammiravo e che stimavo:

fino all'entrata dei fascisti, che vennero accettati come tutti gli altri.

Da quel momento il Castello/Triares iniziò lentamente a scivolare nel baratro del sopruso, del "tu non capisci niente" e del "non hai abbastanza cultura per". Insomma, chiunque si faceva portavoce di un partito o di una visione del mondo che non fossero legate od in simbiosi con quelle dell'estrema destra veniva tacciato come uno scemo da compatire, una sorta di macchietta fastidiosa. Io, di natura ribelle, quando sentivo la storia stravolta e revisionata in maniera indecente venivo bacchettato come un bimbo di due anni da gente la cui bibbia era solo il Verbo di Mussolini. E mi ribellavo litigando ferocemente.

Per un pò di tempo lasciai perdere, le polemiche s'innescavano ma ad un certo punto dello scontro le mettevo da parte per il bene dell'aggregatore. Mi presi del nevrotico a tempo pieno, dello psicopatico e dell'isterico quando difendevo le mie posizioni e le mie interpretazioni. Effettivamente combattevo con proiettili di grosso calibro perché quando mi si vuole raccontare cazzate o si cerca di farmi fesso io, di norma, non ci sto e reagisco adeguatamente.

La prima frattura del Castello/Triares avvenne quando, con un colpo di mano, furono esclusi altri membri dell'aggregatore che (a ragione - ma me ne resi conto in seguito) non volevano i fascisti all'interno di esso. Allora il Castello/Triares era separato in due distinti aggregatori (Il Castello e The Right Nation) ed alcuni membri facevano parte sia dell'uno che dell'altro gruppo. The Right Nation subì una vera e propria scissione forzata: senza dire nulla a nessuno alcuni dei membri fascisti di The Right Nation durante la notte cambiarono i diritti d'accesso al portale, di fatto escludendo molti dei moderati che The Right Nation avevano contribuito a creare.

Vi fu una lite furibonda tra i golpisti e gli esclusi, tanto che il gruppo d'aggregazione venne separato in due parti, Triares più vicino alle posizioni dei fascisti e The Right Nation (la nuova versione) in mano a coloro che furono esclusi e che iniziarono un nuovo percorso insieme.

Con grande eleganza i membri nel Castello/Triares (nel quale ancora militavo) in una comunicazione simile a quella che appare oggi, augurarono a quelli di The Right Nation "buona fortuna" ed amicizia immutata. In realtà ridacchiavano tra di loro per fatto di aver compiuto una palese scorrettezza. Io non conoscevo bene i membri dell'allora Right Nation perché postavo solo sul Castello e quindi non mi permisi di mettere becco nella faccenda.

Il tempo passò ed i fascisti presero sempre più il timone dell'aggregatore, che nel frattempo si unì diventando Triares/Castello. Io fui il primo tra tutti che si accorse che la situazione stava diventando insostenibile. Le frizioni tra fascisti e moderati diventarono sempre più frequenti ed ormai non si poteva più scrivere liberamente. Esistevano argomenti tabù, come per esempio quelli riguardanti la Chiesa o le cellule staminali, il federalismo ed il mercato del lavoro. Addirittura si arrivò all'assurdo che l'aggregatore, nato su posizioni filoisraeliane e filostatunitensi ripudiasse proprio gli ebrei e gli statunitensi. I fascisti, ancora scottati dalla batosta dell'ultima guerra (60 anni fa...sigh!) mal sopportavano i nostri liberatori. Non parliamo poi delle reazioni provocate quando si nominava il fascismo nella sua accezione negativa, paragonabili a quelle di un branco di lupi che devono difendere la propria prole.

A tali attacchi io rispondevo con veemenza tanto che spesso, a parte pochi coraggiosi moderati che mi davano ragione e che venivano subito zittiti, venivo costretto al litigio più di quanto non sarebbe stato se mi fossi trovato in un aggregatore di proprietà dei centri sociali.

Ebbene, vista la situazione ed il clima bollente presi la mia decisione: dopo l'ennesima furibonda polemica per dichiarazioni offensive dei fascisti contro i leghisti, io, che ero uno tra i primissimi aggregati del Castello, mi cancellai senza preavviso sbattendo loro la porta in faccia ed iniziando il mio percorso da solo. Purtroppo nel Castello lasciai anche tanti amici moderati che ricordo sempre con moltissimo affetto e che furono correttissimi nei miei confronti, fino all'ultimo ed anche dopo la mia uscita. Per la verità fui anche gentilmente invitato a rientrare da qualche fascista altrettanto corretto e degno di rispetto.

Arrivando al recente passato, prima delle ultime elezioni e dopo lo strappo tra La Destra ed il PDL le cose cambiarono: mi accorsi (stavolta dall'esterno) che alcuni moderati erano stati plagiati dai fascisti dal momento che scrivevano articoli completamente anomali e contrastanti con le idee che essi avevano istanziato nel passato: questi personaggi inoltre attaccavano con rabbia i moderati ed i partiti che li rappresentavano. Siccome io sono un notevole rompicoglioni, polemizzai esternamente con alcuni di essi ma ottenni solo risposte generiche piene di parole come "ideali" e "valori": nello specifico, invece, buio assoluto, tanto che molti miei commenti in cui li mettevo all'angolo non vennero nemmeno pubblicati sui loro blog.

Ebbene, oggi scopro che l'ennesimo colpo di mano si è consumato. I moderati sono stati amichevolmente messi alla berlina dai fascisti, quelli "duri" e "puri" i quali hanno preso definitivamente il timone dell'aggregatore Castello/Triares.

Io, comunque, m'impegnai in passato a starmene zitto e non raccontare nulla di questa storia per il bene del Castello/Triares, che al suo interno ospitava anche tanti miei amici. Ora però, vista la scissione e visto che il Castello/Triares è divenuto acerrimo nemico di tutti i democratici di centrodestra, io non posso più tacere l'accaduto perché tale aggregatore sta sparando su tutto e tutti.

Questo voglio dire ai miei amici che non sottoscriveranno più la loro permanenza nel sopracitato aggregatore: avete la mia solidarietà, meglio uscire da un Castello in macerie che rimanerci sotto quando crolla. Ed ora, cari amici, iniziamo a governare, cosa che nel Castello sognano oggi e sogneranno di notte per secoli e secoli.

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24 aprile, 2008

La Destra non ne azzecca una!

Certo che è difficile trovare un partito più sgangherato de "La Destra". Pensavo che i comunisti dell'Arcobaleno fossero i più pittoreschi di tutti ed invece devo ricredermi: la palma d'oro dell'umorismo pre e post-elettorale va proprio al partito di Storace e della Sanatanché, che raccoglie (o forse sarebbe meglio scrivere "raccogliticce") un elettorato politicamente maldestro in fatto di previsioni e strategìe.

La Destra nasce dopo lo strappo con il PDL perché alcuni dei componenti più ortodossi dell'ex CDL (Er Pecora, Storace...) rifiutano sdegnosamente la proposta di Berlusconi di entrare a far parte della grande famiglia del centrodestra. Da allora La Destra raccoglie solamente pesci in faccia e risate di scherno e sembra impegnarsi a fondo per non farne una giusta, ma nemmeno una. Viaggiando sui blog degli elettori de La Destra più che da una strategìa politica, infatti, questo partito e molti (ma non tutti) dei suoi elettori sembrano animati da livore e da invidia.

Dopo essere stati filoberluscioniani forsennati improvvisamente i più radicali tra loro hanno imboccato la via dell'identità ad ogni costo, dell'attacco di tipo personale e della rabbiosa veemenza contro i loro ex-alleati parlando di tradimenti, inciuci e fantasie oniriche simili. Hanno accusato Berlusconi di averli cacciati dall'alleanza quando invece si sono autoconfinati in un angolino ed hanno iniziato ad adorare il loro simbolo come il vitello d'oro.

Si definiscono eredi dell'MSI (ma l'MSI era tutt'altra cosa, ben più radicata e di alto spessore rispetto al partito che attualmente sostengono) e combattono una battaglia assurda contro tutti credendo di contare come coloro che hanno la maggioranza relativa.

Si riempiono la bocca (o le penne, o le tastiere, fate voi) della solita menata dei valori e degli ideali facendo una politica di vecchio conio di cui la gente ha le palle piene e pensano di essere necessari al mondo come l'azoto nell'aria.

Ebbene, ha cominciato la Santanché con le sue invettive contro Silvio, Fini e contro gli inciuci, ovviamente rinnegando e cancellando tutto il suo passato in CDL.
Ricordate? Non passava giorno che non si leggesse sui giornali o non passasse per TV l'immagine di Miss Duepercento che affermava con sicurezza sfrontata: "Il PDL dopo le elezioni farà l'inciucio con la sinistra". Errore clamoroso perché il PDL con Veltroni dopo le elezioni ha cominciato subito a litigare e la prova è che la presidenza di entrambe le camere sia proprio andata ad uomini selezionati dal magnate di Arcore. Anche i bloggers della rete allineati con questo partito sono stati contagiati dagli aruspici Santanchéiani: giù a spellarsi le dita sui tasti dei computers per scrivere fiumane di ipotesi, di fantasie, di tranelli, di sogni, di polpette avvelenate, di romanzi gialli e storie d'amore passionali tra Berlusconi e Veltroni. Ebbene, le elezioni sono passate e della parola inciucio non ce n'é più nemmeno l'ombra. Sparita. Berlusconi è al potere e la sinistra rimane paonazza di collera all'opposizione, insieme a coloro che avevano alimentato queste chiacchere da Bar Sport.

Contemporaneamente a ciò abbiamo sentito La Destra ed i suoi bloggers spostare il tiro su una previsione di ricatto postelettivo: il risultato sarà sicurmante di parità, dicevano di Destrorsi, noi otterremo oltre il 4% (ed al Senato più dell'8%...) cosicché quando Berlusconi cercherà i voti per governare dovrà venire a Canossa, Filippi ed altri posti storici con il cappello in mano a mendicare il nostro aiuto. Bene, le elezioni sono passate, Berlusconi ha una montagna di parlamentari e chi è tornato a Filippi scalzo e bastonato è stato proprio l'elettorato de La Destra che, più incollerito che mai, cerca da una parte di presentare la batosta come una mezza vittoria e dall'altra non perde occasione di scatenarsi contro il PDL per ogni facezia. Ma le elezioni hanno decretato impietosamente che alla Destra fosse attribuito poco più del duepercento, un risultato da miseria che la Santanché (per alleggerirsi dalla figuraccia) si è azzardatamente messa a dividere in "200.000 persone guadagnate al mese" dalla creazione del partito fino alla tornata elettorale, producendosi in una statistica di trend assolutamente errata e del tutto arbitraria che se così fosse porterebbe la Santanché ad avere tra 5 anni oltre 12 milioni di voti.
Insomma, sarebbe come dire che siccome 10 giorni fa per la strada ho trovato un portafoglio con 1.000€, ogni giorno ne ho trovato uno con 100€ dentro e soprattutto che tra 10 giorni ne avrò 2.000. Assurdo.


Bastonati ed incavolati, gli elettori de La Destra si sono allora messi a fare l'opposizione dura ed acefala, rimediando più o meno le stesse figure che erano usi a fare i comunisti. Hanno iniziato con Alitalia dicendo che non c'era alcuna cordata interessata alla nostra compagnia aerea, arrivando fino al punto di sostenere che essa doveva essere venduta ad Air France, proprio come diceva Prodi. Incredibile, i neri si sono messi a fare i rossi. Potenza dell'ideologia!
Ebbene, è di questi giorni la notizia che la cordata per l'acquisto di Alitalia si sta sviluppando ed i bloggers della Destra la tacciono perché notizia scomoda.

L'ultima figuraccia in ordine cronologico riguarda le posizioni dei destrorsi sull'elezione a sindaco di Roma di Alemanno: i "duri e puri" hanno dichiarato a lettere cubitali che non sosterranno la sua candidatura "perché a noi non interessa votare i rappresentanti di partiti che ci hanno tradito". Secondo il loro solito immaginario, Alemanno così come Berlusconi, sarebbe dovuto andare col cappello in mano ad elemosinare i voti dalla Fiamma oltre che quelli dell'UDC. Ebbene, Alemanno pochi giorni fa ha dichiarato che a lui dei voti della Destra non frega niente e che correrà da solo, senza apparentamenti di sorta. Altro sberlone, stavolta con comica finale: oggi Storace ha dichiarato che indicherà in Alemanno il candidato a sindaco di Roma. Già, meglio salire sul carro della tenzone elettorale ed ottenere un pò di visibilità in extremis senza esserne invitati piuttosto che essere snobbati e dimenticati.

Insomma, attualmente è proprio chi pensava di avere il potere di fare il bello ed il cattivo tempo a farsi un giro a Canossa e per giunta in condizioni piuttosto malvage, visto che oggi molti bloggers de La Destra pensavano che il loro partito si sarebbe dovuto unire a Forza Nuova, cosa che, con un +0,8% in più li avrebbe indubbiamente proiettati nell'iperuranio di quelli che contano.

Che figure...

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20 aprile, 2008

Lega, motore del centrodestra

Chi pensava alla Lega come un partito naif dedito a semplici sparate propagandistiche in clima di voto di protesta e campagna elettorale, ebbene, si ricreda: questi fanno sul serio e lo fanno pure bene.

Non a caso nelle città amministrate della Lega i cittadini sono molto contenti dei loro sindaci: il risultato della Lega Nord è stato fenomenale proprio per merito di questa capacità organizzativa ed esecutiva a dir poco splendida.

Sogno un'Italia federale e federata in cui possano svilupparsi tre Leghe sorelle che collaborino tra loro pur mantenendo la propria autonomia territoriale: Lega Nord, Lega Sud e Lega Centro. Leghe dotate di amministratori capaci e volenterosi, combattivi e ben preparati. Un simile progetto politico sarebbe veramente la panacea dell'Italia.

Dopo un biennio di follìa lassista, dopo essere stati letteralmente soverchiati da immigrati clandestini d'ogni tipo e spacciatori di morte, dopo che le nostre città sono state ridotte come la spettrale metropoli del film "1999: fuga da New York" finalmente qualcuno ha deciso di prendere in mano immediatamente la situazione senza curarsi di moralismi, falsi razzismi, sobismi e buonismi. La situazione è drammatica e meno tempo si perde a discutere del sesso degli angeli, meglio è.

"Ogni giorno di ritardo significa vittime in più". Questo è stato l'appello di Roberto Calderoli nei confronti della coalizione, proprio per far capire che è ora di agire con il pugno di ferro. La studentessa originaria del Lesotho stuprata a Roma da un romeno di 37 anni grida vendetta ma è compito di uno stato serio e responsabile non solo l'infliggere una punizione esemplare agli assassini ma anche ripulire l'Italia con tutti i mezzi e da subito.

Noi vorremmo che il primo consiglio dei Ministri al di là dell'eliminazione dell'ICI potesse mettere mano a questo terribile problema che si risolve non solo con leggi durissime ma anche (e specialmente) con la cacciata dal nostro paese di tutti coloro che non hanno un lavoro decentemente retribuito. In particolare dovrebbe essere eliminata la norma che consente agli immigrati di gironzolare per i quindici giorni successivi dalla notifica del foglio di via. Occorre creare dei centri di accoglienza vicino ad aeroporti e porti, confinare i clandestini all'interno di essi non appena l'immigrato viene colto in falgrante e caricarli a scaglioni nel più breve tempo possibile su navi ed aerei per rimpatriarli o riportarli nei paesi dai quali si sono imbarcati. Occorre anche stringere accordi con i paesi rivieraschi affiché anch'essi, una volta che i clandestini sono stati riportati nel luogo da cui sono partiti, s'impegnino per il loro rimpatrio definitivo.

I provvedimenti, infatti, dovrebbero comprendere questi punti:

1)
Annullamento dei tempi di espulsione, arresto immediato, confinamento nei CPT e rimpatrio.

2) Rafforzamento delle forze dell'ordine e devoluzione ai sindaci ed ai comuni dei compiti legati alla regolamentazione dell'immigrazione.
3) Promulgazione di leggi durissime contro reati legati alla rapina, stupro, violenza per scopo di rapina ed alla vendita, commercializzazione e spaccio di sostanze stupefacenti e/o merci contraffatte.
4) Immediata confisca di eventuale denaro o proventi ottenuti dalle attività illecite.
5) Archiviazione informatica delle impronte digitali, foto e del DNA dei clandestini e messa a disposizione di tutte le procure e forze dell'ordine del materiale in questione.
6) Istituzione del reato di "clandestinità" per cui un immigrato che entrasse nel nostro paese senza autorizzazioni sarebbe già ritenuto responsabile di un reato punibile con la cancellazioni dei sui diritti passati, presenti e futuri nonché ovviamente sottoposto al rimpatrio come da punto 1.
7) Limitazione per tutti gli immigrati delle norme che regolano il ricongiungimento famigliare a casi essenziali ed eccezionali .
8) Istituzione alle ambasciate delle "liste di collocamento". All'immigrato che volesse entrare in Italia per cercare lavoro non dovrebbe essere consentito l'accesso nel nostro paese ma dovrebbe invece presentarsi alle ambasciate o consolati italiani del paese d'origine per l'iscrizione compilando un apposito modulo (e quindi esibendo i propri documenti così da evitare l'ingresso di persone ignote). In qualsiasi momento le aziende che assumessero personale potrebbero comunicare all'Ufficio immigrazione la quantità di immigrati di cui abbisognano per l'impiego e solo allora le ambasciate potrebbero rilasciare il visto d'ingresso, ovviamente commisurato alla capacità ricettiva ed alle caratteristiche del lavoro richiesto.

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18 aprile, 2008

Silvio, la Russia ti ammira

Che differenza! E' bastata una settimana, anzi, meno, quattro giorni ed il governo entrante ha subito messo a segno un colpo formidabile: muovere le acque in tema di energia ed Alitalia.

Sembrano secoli fa i tempi in cui il Presidente del Consiglio Prodi cincischiava per mesi senza far approvare neanche uno straccio di legge e non era ascoltato nemmeno dall'immagine riflessa nello specchio della sua camera da letto. Invece sono bastati quattro giorni e via, si inizia a parlare con Putin per integrare la Russia, importare materie prime e salvare Alitalia.

Davvero, Berlusconi è infallibile. Al di là di frasi più o meno azzeccate, di atteggiamenti talvolta evitabili ma sempre veniali, il leader del PDL ha la straordinaria capacità di calamitare attenzione, rispetto e fiducia sulla sua persona e di convincere ad agire chi può fornire al nostro paese ciò di cui esso ha bisogno.

Irrefrenabile Berlusconi, che può essere a buon titolo considerato il mediatore ideale tra USA e Russia per risolvere contrasti, appianare divergenze e sanare fratture.

E nondimeno è apprezzabile il pragmatismo di Bossi, altro leader di grandissimo di spessore, colorito finché si vuole ma concreto com'é nel DNA della gente del Nord: egli non vuole aspettare nell'attesa del risanamento, considerando addirittura le riunioni "perdite di tempo". Basta la parola di Berlusconi, a lui. E' il segno di una fiducia e di una stima che hanno il sapore antico di una stretta di mano tra persone che non necessitavano di contratti per onorare i propri impegni: questa virtù, siamo sicuri, gli tornerà sicuramente nelle tasche da parte dell'elettorato di centrodestra sottoforma di un'ulteriore valanga di voti alle successive elezioni, pescando pure quelli dell'elettorato di sinistra che vede i suoi leaders chiaccherare e litigare assai ma non agisre per nulla.

Proprio in questi due giorni i cittadini hanno avuto sentore di ciò che capiterà all'Italia nei prossimi 5 anni: una ripresa tumultuosa dell'economia, uno snellimento drastico, un grande ruolo in politica estera e siamo sicuri che gli italiani, intelligenti come lo sono stati alla prova del voto, capiranno che le lacrime e sangue non sono chieste per ingrassare politicanti e banche senza scrupoli come accadde durante il governo Prodi ma avranno un senso ben preciso, una direzione consolidata che mira a riconfluire nell'alveo del benessere per tutti, soprattutto in quello dei più deboli.

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17 aprile, 2008

Matto la Lega-re

Oggi sono uscito di casa, sole splendente, comunisti non più al governo né in parlamento, centrodestra al 47%. Giornata quasi perfetta se non fosse per un pò di problemi d'amore (sigh!).

Ok.

Vado ad un incontro di lavoro e per strada trovo un amico di mio padre. Sapendo che mi interesso di politica ma non conoscendo le mie idee, gira intorno alla mia dichiarazione di voto come uno squalo.
Dopo essersi esibito in molti giri attorno alla preda e notando che insistevo nel defilarmi, finalmente si decide a farmi la domanda diretta: "tu per chi hai votato?".
Alla risposta "Lega Nord" il suo viso si fa arcigno, strabuzza gli occhi, le mani si agitano: "Lega Nord? Ma sei matto?".
Improvvisamente il mio interlocutore da gentile qual'era diventa istintivamente aggressivo. "Ci vuole un bel coraggio per votare Lega Nord, io non capisco" - afferma - "che educazione abbiamo dato ai nostri giovani" (riferendosi a mio padre). Da notare che mio padre ha votato PDL...
"Io ho votato l'Arcobaleno, è l'unico partito ad avere conservato dei valori, gli altri dicono tutte minchiate, l'Italia ora è governata da fascisti di merda, porcatroia, e lo vedremo, quanto durerà e bla bla bla...", osserva, con linguaggio postelettivo-futurista.

In altre occasioni ed avendo meno fretta gli avrei piazzato un bel pugno sui denti, invece, annoiato da una sterile polemica gli rispondo che i suoi valori sono stati messi in soffitta dagli italiani insieme a100 milioni di morti che la storia del comunismo ha prodotto ad est ed ad ovest di Greenwich. Poi salutando molto freddamente il mio interlocutore ed allontanandomi ho pensato "ma come ha fatto mio padre ad essere amico di un idiota simile?". A mezzogiorno e mezza vedo mio padre e gli chiedo "ma chi è quel tuo amico che giocava a biliardo con te?". Dopo averlo descritto con dovizia di particolari mio padre mi guarda e dice "Chi, quel deficiente? Scommetto che ti ha fermato per parlare di politica, ma mica è amico mio!"

Oggi ho imparato tre cose: la prima, di rispondere più frequentemente "fatti i cazzi tuoi". La seconda, che il comunista è specie umana con la quale non si potrà mai interloquire pacatamente. La terza, che i comunisti stanno mangiando tanto fiele da diventar rossi come la loro bandiera.

Dio, quanto godo! Dio, che bella giornata, oggi!
E fanculo l'amore.

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16 aprile, 2008

Governi Ombra

Lo dico francamente, a me l'idea di Veltroni di creare un governo ombra sembra un'emerita cretinata.

Se vogliamo entrare nel merito, poi, dovremmo ricordare che governo ombra fu anche quello di Prodi, il quale in questi due anni ha governato l'Italia appunto con l'evanescenza di un'ombra.

Quindi non mi pare che Veltroni abbia portato molte novità nel dopovoto: ombre erano al governo ed ombre sono all'opposizione.

Un eventuale governo ombra mi sembra francamente una specie di contentino, i rugbisti direbbero "il cucchiaio di legno" per rendere più digeribile un'amarissima pillola. Siccome ai politici della sinistra manca tanto la poltrona a cui si erano comodamente abituati infischiandosene delle necessità dei cittadini, ecco saltar fuori ora l'idea del governo ombra, una specie di illusionismo, un gioco di ruolo virtuale per fingere di contare ancora qualcosa: insomma, questa iniziativa la dice tutta sulle condizioni pietosamente poco dignitose del centrosinistra, che subliminalmente non sa accettare l'idea della sconfitta e prodursi in una dignitosa opposizione.

Comunque, per puro vezzo ammettiamo che un tale governo possa essere dotato perfino di una qualche legittimazione. Ebbene, il governo ombra sarebbe de facto decurtato di una fondamentale componente: la prova dei fatti.
Si possono fare tutti i governi ombra che si vuole, si possono proporre leggi-replica a raffica, anche giuste o con una parvenza di giustezza ma quello che alla fine manca è il risultato che tale leggi produrrebbero, test fondamentale per capire se un governo ha governato bene oppure no. La prova dei fatti, appunto.

Da ciò ne consegue che se un governo reale promulga una legge reale, essa deve possedere una certa coerenza, poi se ne vedono i risultati in un senso o nell'altro. Una legge promulgata da un governo ombra invece non richiede coerenza nello schieramento pseudolegifearante (tanto rimane inapplicata magari contrastando pure con il quadro generale reale del paese in cui quella legge dovrebbe essere approvata) e per di più non si sa che esiti produrrebbe, visto che essa rimane sulla carta.

Mi spiego meglio con un esempio: se fossi il ministro di un governo in carica e reale dovrei fare attenzione a non scrivere leggi idiote, perché i risultati sarebbero disastrosi e ricadrebbero sul mio partito o coalizione. Inoltre dovrei lavorare per ottenere il via libera di tutta la maggioranza in parlamento e non è detto che ci riesca. Infine, ammesso che sia così bravo da far approvare una legge così com'é, dovrei valutarne gli effetti sul paese reale e, se riscontrassi difetti o falle, dovrei emendarla o ritirarla.

Ebbene, per le eventuali leggi di un governo ombra tutte queste tematiche sono ininfluenti. Potrei per esempio scrivere una legge nella quale si riduce il bollo auto anche agli ippogrifi, tanto non sarebbe compito del mio schieramento approvarla e quindi rimarrebbe un semplice sogno delirante. Inoltre potrei presentare la legge nonostante l'opposizione di una parte del parlamento ombra, tanto il nulla lo si può concedere tranquillamente senza inalberarsi troppo. In terzo luogo non saprei mai quanto quella legge potrebbe essere valida ed efficace perché per un provvedimento che rimane solo sulla carta non avrei mai un benchmark di riferimento.

Concludendo, questa grandissima novità annunciata dalla sinistra mi sembra solamente un modo per mettere più ghiaccio sull'echimosi della bastonata: è in fondo un espediente disperato dei sinistri per drogarsi di potere in astinenza da poltrone: costoro s'illudono che lo spinello politico sia pieno di hascisc quando invece contiene solo di un pò di rucola secca.

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15 aprile, 2008

Non è un paese per comunisti

L'Italia non è un paese per comunisti. Punto.

Parafrasando il titolo di un famoso film ed il nome di una famosa vettura prodotta a Torino, oggi l'Italia si è liberata dei rottami di derivazione stalinista importati dalla decrepita Russia degli Stalin e dei Breznev.

Finalmente i comunisti non siederanno più nel parlamento italiano, spariti, estinti come i Tirannosauri, i Mammuth ed i Dodo. La selezione naturale ha fatto il suo corso lenta ma inesorabile ed ha avuto come strumento la matita degli italiani. Dopo la Gioconda di Leonardo credo che l'espressione da me più apprezzata di tutti i tempi sia la faccia di Giordano a Porta a Porta, il quale poteva esibile una magnifica faccia da funerale. Perfetta sintesi di dolore e shock, una delizia per le mie pupille.

Ho sentito alcune interviste: giornalisti accreditati ed opinionisti televisivi affermano di dispiacersi che i comunisti non abbiano più rappresentanti in parlamento. Ipocrisia d'altri tempi, in realtà al di là del grande successo del centrodestra il dato più esaltante è proprio che i sostenitori di chi nella storia ha causato 100 milioni di morti, dei terroristi, degli sfasciatori di città, dei liberalizzatori di droghe, di chi vorrebbe trasformare l'Italia in una gigantesca moschea, di chi vede come fumo negli occhi la modernità, il benessere, lo sviluppo e la democrazia, di chi prova a fare a pezzi la famiglia ed impedire agli altri di parlare, ebbene, costoro non avranno nemmeno un deputato né un senatore. Mai killeraggio fu più spietato di quello uscito oggi dalle urne.

Né si può accettare un discorso che ho sentito stasera su una rete televisiva il quale suonava come la speranza che la sinistra radicale non fosse cancellata "perché se continuasse ad esistere convoglierebbe in un canale costituzionale i malcontenti che altrimenti si verificherebbero in piazza".
Siamo alla follìa, è come dire che siccome il popolo non ha eletto i rappresentanti dei comunisti allora si legittimano le rivolte popolari e gli atti di intolleranza. Propongo al nuovo ministro degli interni di andar giù duro di manganello nel caso vi fossere violenze perpetrate nel paese.

E' una bellissima giornata per l'Italia che finalmente si allinea a tutti i paesi più civili e progrediti: il comunismo è una coperta troppo corta che lascia fuori i piedi della civiltà.

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14 aprile, 2008

Grazie , Popolo Sovrano!

  • A tutti gli elettori di PDL, Lega e MPA dico: grazie di cuore, saremo un esecutivo serio e governeremo con responsabilità.
  • A tutti gli elettori del PD e dell'IDV dico: tié!
  • A tutti gli elettori dell'UDC dico: i saltimbanchi spesso non afferrano il trapezio.
  • A tutti gli elettori della Sinistra Arcobaleno & Sinistre Varie dico: i comunisti ora andateli a fare in Cina. Siete finalmente FUORI, cacciati dal popolo e dalla storia !!!
  • A tutti gli elettori de La Destra dico: venite con noi, vi appoggeremo nelle vostre istanze ed uccideremo insieme il vitello grasso!

GRAZIE DI CUORE ITALIA, NON VI DELUDEREMO!!!

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Quanto mi piace aver sempre ragione!

Tiresia (ovvero io) ci ha beccato:

Ricordo i risultati elettorali da me pronosticati nel post del 13 Aprile 2008, ore 9.00 PM.
http://libererisonanze.blogspot.com/2008/04/cos-parl-tiresia-previsioni.html#links

PDL+LEGA+MPA: 45% (con strepitoso successo della Lega)
PD+IDV: 38% (buono il dato di Di Pietro)
SINISTRA ARCOBALENO: 6%
UDC: 5%
LA DESTRA: 2,8%

Ebbene, a parte il terrificante risultato della Sinistra Arcobaleno, francamente imprevedibile, Tiresia ha capito tutto.

A questo punto mi candido per compilarVi le schedine del superenalotto a due euro a schedina.
Vincita assicurata !!!

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Notizie dalle regioni rosse!!!

Oggi ho acquistato il Resto del Carlino, giornale delle regioni rosse (ma che rosso non è!).

Ebbene, nella mia regione, l'Emilia Romagna ma anche in Liguria, in Toscana e nelle Marche (regioni tradizionalmente in mano alla sinistra) la percentuale di astensione rispetto alle ultime elezioni politiche va dal -4% della mia città (Ferrara) ad oltre il -7% di Genova.

Qui i sinistri danno per disastroso il risultato delle loro liste, ho parlato con conoscenti che votano a sinistra e mi dicevano che onestamente si aspettano una debacle: se il buongiorno si vede dal mattino direi che questo sembra essere per loro un colpo mortale.
Tra un'ora circa vedremo, però oggi un raggio di sole in più illumina il nostro paese.

Ve lo dice uno che è in prima linea come guastatore in una regione di inveterati comunisti.

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13 aprile, 2008

Così parlò Tiresia: previsioni

Come Tiresia sono sempre stato un buon indovino, per fortuna non sono però cieco. Molte volte ciò che ho scritto nei miei post si è avverato, anzi, oltre l'ottanta per cento delle mie previsioni sono sempre state confermate da eventi successivi.

Cercherò ora di prevedere il voto (N.B. la previsione è costruita esclusivamente sulla base dei sondaggi antecedenti al periodo di oscuramento e sulla mia sensazione personale).

PDL+LEGA+MPA: 45% (con strepitoso successo della Lega)
PD+IDV: 38% (buono il dato di Di Pietro)
SINISTRA ARCOBALENO: 6%
UDC: 5%
LA DESTRA: 2,8%

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Viaggio in abito da sposa

Spiace dover parlare di una persona defunta in maniera critica, però quello che è successo a Pippa Bacca è davvero la dimostrazione di come chi si va a cercare guai alla fine li trova, eccome.

Giuseppina (è questo il suo nome di battesimo) è "un'artista" dei tempi nostri, ovvero uno di quei personaggi che compongono "opere d'arte" che francamente ritengo secondo un mio soggettivo e personalissimo gusto quantomeno discutibili (potete trovare alcuni esempi qui). Secondo me per essere degli artisti occorre ben più che spiaccicare una mano nella vernice, ritagliare un pò di carta o sbattere una foglia in cornice. Quest'arte non l'ho mai capita ma forse sono io che non ci arrivo, chissà: personalmente preferisco un Michelangelo qualsiasi, che ci volete fare, sono un tradizionalista.

La Bacca, in uno slancio pacifisto-sensazionalista ha iniziato a girare il mondo in autostop e per giunta vestita da sposa, così, tanto per non farsi notare. Il suo intento era appunto quello di apparire in zone di guerra o di crisi indossando un abito stridente con la realtà del posto diventando un ossimoro vivente per richiamare l'attenzione su un messaggio "di pace". Mah.

Il problema è che queste esibizioni "per la pace" si concludono invece spesso in tragedie, può andar bene una, due, dieci volte ma alla fine prima o poi si va a sbattere contro qualche guaio. Se non da un terrorista il guaio può venire da un rapinatore, da un fanatico, da un pazzo o da un comune delinquente da strada. Andarsene poi in giro in un paese islamico come la Turchìa vestiti da sposa (e quindi esibendo un sacramento cattolico in una nazione nella quale l'intolleranza non è certo merce rara) è come mettersi a ballare il liscio fuori da una trincea mentre i cecchini nemici se ne stanno appostati.

L'hanno violentata e gettata come uno strofinaccio, Giuseppina: in questo caso si è trattato di criminalità comune, sarebbe potuto capitare in Italia, in Germania o nel Bronx visto che le strampalate forme di comunicazione come questa putroppo non hanno confini, ma la percentuale di rischio che si deve affrontare quando ci si muove in paesi in cui vige una società così difforme dalla nostra aumenta esponenzialmente.
Quando capirà, la gente, che questi rischi sono del tutto inutili?

Addio, Giuseppina, siamo addolorati per ciò che ti è successo: però, caspita, sarebbe stato meglio se fossi rimasta qui ad incorniciare foglie...

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12 aprile, 2008

Ci siamo!

Oggi non vi farò una ramanzina su chi votare e perché: ognuno di voi sa a chi dare il voto per motivazioni varie o convinzioni ideologiche.

L'unica osservazione che vorrei avanzare è che vi è un unico schieramento che ha bisogno di voi per poter arginare la tracotanza delle sinistre e che vi chiede di dargli forza.

Gli altri schieramenti del centrodestra non hanno alcuna possibilità di competere né di opporsi alla forza del PD perché divisi e perché ormai superati dalla storia. Esiste insomma solo un argine valido al ritorno dei comunisti al potere: il PDL+Lega+MPA.

Ora, anche chi tra voi sogna di veder vincere uno dei partiti minori dell'ex CDL al di là dei proclami da campagna elettorale, in cuor suo sa perfettamente che ciò non è possibile, che non vi è nessuna possibilità di vittoria perché il fatto di affidare ad essi la conduzione della lotta politica contro le sinistre sarebbe come scegliere un bambino per un match di pugilato contro Tyson.

Per contrastare un fuoco d'artiglieria, insomma, non è possibile usare le baionette, occorre un'artiglieria più potente di quella nemica.

Con ciò ho detto tutto. Confidiamo nell'intelligenza e nel realismo che ha da sempre contraddistinto la civiltà e la razionalità del Popolo della Libertà.

Buon voto a tutti voi del centrodestra e che Dio ce la mandi buona!

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11 aprile, 2008

Proposta di legge elettorale

Anche in questi ultimi giorni di campagna elettorale i partiti-molecola ed i partiti minori non perdono occasione di far sentire la propria rabbia e frustrazione, schiumando per il fatto che non verranno eletti in parlamento (se non con pochissimi deputati o senatori quando andrà bene per essi) e che quindi non conteranno più un accidente nel quadro politico italiano.

Finalmente ed alla faccia di questi ricattatori patentati, una volta finite le elezioni verrà aperto un tavolo con cui le coalizioni in capo al PDL ed al PD sciveranno di comune accordo una nuova legge elettorale bipolarista, decretando di fatto la morte dei partitini che finora sono stati parte in causa dello sfascio e dell'immobilismo italico.

L'unico modo per seppellire tali partiti è infatti un accordo elettorale che intercorra tra le due maggiori coalizioni e che intenda eliminare alleanze "di convenienza": in questo modo il potere dei partitini da enorme qual'era nel passato diventa risibile data una capacità ricattatoria degli stessi pari a zero.

Per spuntare loro le armi bisognerà:

1) Stipulare un accordo per eliminare una camera od emendarne i compiti, facendola diventare un semplice organismo regionale.
2) Se si decidesse di conservare il Senato quale istituzione legiferante (eliminando cioé la Camera) sarebbe necessario eliminare il diritto di voto ai senatori a vita trasformando la loro carica in una semplice onoreficenza.
3) Aumentare il premio di maggioranza per le liste vincitrici.
4) Imporre uno sbarramento al 10% per tutti i partiti non coalizzati.
5) Imporre un handicap alle coalizioni che si presentano con più di due partiti. Più partiti si presentano in una coalizione, più viene ridotto proporzionalmente il premio di maggioranza. Questo provvedimento scoraggerebbe i partiti maggiori a creare alleanze con una molteplicità di micropartiti perché l'inclusione degli stessi ridurrebbe drasticamente il premio di maggioranza portando alla coalizione polverizzata un danno anziché un giovamento.

Questa norma sarebbe importantissima, semplice e di facile attuazione.

Per esempio, in caso di liste aventi tre partiti coalizzati si potrebbe prevedere una riduzione del premio di maggioranza del 30%, del 40% se la coalizione fosse composta da quattro partiti e così via, aumentando di un 10% l'handicap per ogni partito incluso in coalizione.

Ovviamente con questo sistema una coalizione non avrebbe nessun interesse ad accettare tra le sue file una lista che portasse un numero insufficiente di voti, perché il danno sarebbe ben maggiore del potenziamento in dote allo schieramento da parte di quel partito.

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10 aprile, 2008

Giudici, Napolitano ed unità d'Italia

Ieri Silvio Berlusconi ha rilasciato dichiarazioni al fulmicotone che riguardano i magistrati, il Presidente della Repubblica e l'unità d'Italia. Subito le sinistre hanno sollevato il solito vespaio nei confronti di tutte tre le questioni, con leccata di culo finale ai vari soggetti (magistrati, Presidente ed istituzioni varie).

Punto uno: Berlusconi ha dichiarato che bisognerebbe promuovere test attitudinali e psichici nei confronti dei giudici per garantire la loro piena efficienza ed equilibrio.
Ebbene, questa posizione mi trova parzialmente d'accordo e scrivo parzialmente perché un test attitudinale per i giudici è assai poco. Bisognerebbe invece non solo istituire tali test ma anche regolamentare radicalmente la casta dei magistrati che non pagano mai di persona ed il cui strapotere in Italia è spaventoso. In particolare bisognerebbe introdurre la responsabilità civile e penale del giudice che, per leggerezza, per corruzione o per apatia causa danni ai cittadini.

Quindi non solo Berlusconi ha detto il giusto, ma avrebbe dovuto pigiare molto di più sull'acceleratore ventilando l'introduzione di norme severissime contro i giudici incapaci, incompetenti o peggio, corrotti e scorretti.

Punto due: quanto a Napolitano, Berlusconi ha ragione: l'attuale Presidente non è per nulla imparziale, lo si è visto dal comportamento in occasione dell'incarico a Marini. Pur di non rimandare l'Italia alle urne ha fatto tutto ciò che era in suo potere per favorire la sinistra. E non mi dicano i sinistri che la Presidenza della Repubblica è sempre stata un'istituzione "equilibrata ed imparziale", quando ricordiamo con disgusto l'operato di Scalfaraccio.

Punto tre: vi è poi la vicenda della lettera inviata da Veltroni a Berlusconi in cui si chiede al PDL di "garantire l'integrità e l'unità della nazione" nel caso di vittoria di qualunque schieramento.
A parte che forse Veltroni non conosce la costituzione, visto che l'unità della nazione è sancita dalla costituzione e non dai partiti, questa frase, tradotta dal politichese significa: "sbaraccate la Lega". E' una polpetta avvelenata che Berlusconi ha intelligentemente e sdegnosamente rimandato al mittente, perché la condivisione di una simile affermazione avrebbe significato ammettere che la Lega vuole distruggere l'Italia, quando invece il partito di Bossi vuole semplicemente introdurre il federalismo (e l'apparentamento con il Movimento per l'Autonomia del Sud dimostra che le tesi Veltroniane sono campate in aria).

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08 aprile, 2008

Pacifisti e Pacifinti

Nel mondo vi sono due tipi ben diversi e distinti di manifestanti per la pace:

la prima categoria è quella rappresentata dai pacifisti, ovvero gente che antepone il concetto di libertà e democrazia a quello di popolazione. Per un pacifista un popolo prima di tutto e per essere tale deve essere libero per definizione, ovvero in grado di autodeterminarsi e di poter scegliere il suo destino tramite libere elezioni.

Questi pacifisti tendono spesso ad inscenare manifestazioni piuttosto eclatanti, mai violente verso il prossimo ma anzi, quasi sempre autodistruttive (si danno fuoco ed affini) ed ancor più spesso pagano di persona per le loro convinzioni facendosi ammazzare per le strade o quantomeno arrestare e torturare brandendo la semplice arma del coraggio (esempio tipico fu il ragazzo che col suo corpo fermò la colonna di carri armati nella piazza Tienanmen).

Vi è però una seconda categoria di dimostranti, i pacifinti. I pacifinti sono coloro che non credono effettivamente nei valori delle suddette "libertà e democrazia" ma che fanno uso politico delle proteste per poter strumentalizzare la piazza a fini propagandistici e costantemente secondo la convenienza offerta sull'altare della loro ideologìa politica. Questa tipologia di manifestanti è la stessa che ha appeso alle finestre delle proprie case la bandiera della pace, che devasta le città ogniqualvolta si tiene un vertice internazionale, che pesta a sangue chiunque non aderisca in toto alla proprio fanatismo, che occupa piazze e strade non appena l'occidente tenta di difendere i valori di cui i veri pacifisti sono portatori. I pacifinti protestano solo quando entrano in campo le democrazie, qualunque cosa esse facciano e qualunque decisione di contrasto alle tirannidi prendano mentre si scordano ipocritamente delle feroci repressioni perpetrate da governi aventi sistemi politici assimilabili al loro stesso credo, ovviamente comunista (o sinistro in genere). I pacifinti, inoltre, non manifestano nei paesi in cui la democrazia è negata ma se ne stanno tranquilli a schiamazzare in nazioni tolleranti che invece di rompere loro le gambe con i manganelli sono costrette perfino a mettere sotto accusa le loro stesse forze dell'ordine, quando cercando di riportare ordine e legalità in climi di guerriglia urbana, provocano loro un graffio od un bernoccolo.

La questione Tibet in questi giorni ne è un esempio. Quante bandiere tibetane abbiamo visto appese alle finestre delle nostre città? Quante bandiere della pace sono state fatte sventolare in nome della feroce repressione cinese nei confronti di monaci disarmati?

Non so voi, io non ne ho vista alcuna. Ecco perché esistono due diversissimi modi di manifestare: quello che prevede l'innocuo spegnimento di una fiaccola inutile e beffarda senza alcun spargimeto di sangue e quello che porta la guerriglia paraterroristica nelle nostre strade.

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05 aprile, 2008

Quant'é buona la Pizza

Tra tutti i network impegnati nell'ipotesi di sondaggi, programmi, previsioni per il prima e per il dopo voto è passata in secondo piano una grande lezione di stile da parte del fondatore della DC Pizza che molti giornali, televisioni e radio hanno ignorato.

La notizia della possibilità che le elezioni potessero saltare è esplosa come una bomba nel momento in cui il Consiglio di Stato ha dato ragione a Pizza sull'ammissibilità della sua lista tra quelle del PDL. I giornali hanno parlato per giorni del caso, ma poi, non appena Pizza stesso si è detto favorevole a fare un sacrificio consentendo così il regolare svolgimento delle elezioni, i media italiani hanno spento i riflettori sul caso e l'hanno ignorato.

Ebbene, io invece credo che in un'Italia dove il buon senso e la civiltà non alberga più da tempo sia da rimarcare questo atteggiamento altruista dedicando a quest'uomo almeno un ringraziamento e dedicando al partito di Pizza un convinto "in bocca al lupo!"

E' vero che i democristiani non sono tutti uguali: se penso ai Follini, ai Mastella ed agli emeriti saltafossi che cambiano schieramenti come cambiano le loro cravatte devo ammettere che costui è di tutt'altra pasta, indipendentemente dalle sue idee politiche che non conosco (ma leggerò bene il suo programma perché grazie proprio al suo atteggiamento glie lo dobbiamo): magari non sarò d'accordo con lui sulle scelte politiche, magari sì, però il gesto è stato di un'onestà eccezionale e rarissima. Se penso al comportamento di Casini il solco tra la credibilità di Pizza e delle sue brutte copie dell'UDC (eh, sì, perché il simbolo originale è proprio il suo!) si fa addirittura siderale.

Io non conosco il Sig.Pizza ma se dovessi scegliere un centrista per rappresentarmi sceglierei proprio lui, se non altro per il suo altruismo politico.

Pertanto al sig.Pizza ed la suo partito auguro molti voti e tante soddisfazioni.

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03 aprile, 2008

Pizza con Porcini

Ricordate la tornata elettorale del 2001? Quando in quell'anno Berlusconi vinse le elezioni ma queste furono contrassegnate da un precedente mai visto prima, ovvero una demente gestione dell'afflusso ai seggi elettorali da parte del Ministero dell'Interno, allora come ora occupato dall'esecutivo di sinistra.

Ricordo le lunghe file ai seggi dopo le 22 (ovvero l'orario della chiusura delle votazioni), ricordo che il Viminale non sapeva dove sbattere la testa perché vi era una marea umana in coda al di fuori delle sezioni con la sua brava scheda in mano. La gente era infuriata, fu una gestione dell'evento così disastrosa che il Viminale prorogò la chiusura delle votazioni fino all'esaurimento dei votanti (mentre gli exit-poll andavano già in onda su tutte le reti nazionali). Vi furono comuni dove, addirittura, l'afflusso continuò per tutta la notte finendo dopo molte ore dalla prevista chiusura ufficiale della consultazione.

Questo avvenimento fece scandalo e la sinistra fu messa sul banco degli imputati per non aver saputo gestire nemmeno un appuntamento elettorale, tanto che essa subì un tracollo ancor più terrificante di quello previsto.

Con la figuraccia del 2001 pensavamo di aver visto il punto più basso del dilettantismo da strapazzo invece ci sbagliavamo.

A 7 anni di distanza ci risiamo: il Viminale, ancora una volta in capo alle sinistre, ne ha combinata un'altra delle sue, con un'aggravante. Mentre il 13 Maggio del 2001 la sinistra fece un semplice errore di "incapacità" (non ne avevamo dubbi dal momento che essa non è capace nemmeno di gestire il proprio programma), questa volta non si parla solo della vergogna di essere buoni a nulla ma anche della furbata pretestuosa di voler allontanare elezioni che la sinistra stessa sa di perdere fragorosamente.

Il Ministero degli Interni (ovvero l'istituzione attualmente occupata dal PD & soci) ha rifiutato di ammettere alla gara elettorale un partito con la scusa che il suo simbolo era uguale ad un altro. Parliamo della DC di Pizza, un candidato che si sarebbe dovuto presentare con le liste del PDL e che è stato energicamente cancellato a causa della somiglianza del simbolo del suo partito con quello dell'UDC. Ebbene, oggi il Consiglio di Stato ha dato ragione a Pizza, reintegrandolo nella campagna elettorale a pieno titolo. Subito il Ministro degli Interni Amato ha dichiarato "le elezioni potrebbero essere rinviate a tempo indeterminato". Con che tempismo Amato abbia rilasciato questa dichiarazione ve lo lascio immaginare: la sinistra non vede l'ora di rimandare a tempo indefinito l'ora della batosta.

Ebbene, indovinate un pò quale partito da questa situazione ci guadagna. Vi dò qualche indizio: è un partito che ha fatto di tutto per rinviare le elezioni, per posticiparle a data da destinarsi invocando prima "una nuova legge elettorale" poi "le riforme condivise". E' un partito il cui premier ha scaldato la sedia (perché dire che ha lavorato per il bene dell'Italia è una bestemmia) per due anni, un partito che teme come la peste il risultato elettorale ed ha cercato, anzi no, sta cercando di attaccarsi con le unghie alle poltrone pur di restare al potere. Un partito che appena si sono sciolte le camere è andato a latrare da Napolitano mendicando il rinvio delle elezioni (il quale ha prontamente risposto "ubbidisco"), un partito che spara balle ed ostenta sicurezza su sondaggi che lo vedono alla frutta sia alla Camera che al Senato, un partito che ha messo insieme cattolici ed anticattolici, giustizialisti e garantisti, magistrati parziali, sgrammaticati e vendicativi con politicanti riciclati.

Nessuno mi toglie dalla testa che questa trappola, a dieci giorni dalle elezioni, sia scattata con puntuale tempismo, come l'avviso di garanzia a Berlusconi durante il G8, come l'allontanamento di Speciale dalla GDF e quello della Forleo dalle indagini sul marcio delle sinistre. Nessuno mi toglie dalla testa che questo caos sia stato accuratamente e metodicamente preparato dal governo che ha fatto scoppiare la consueta bomba nei tempi ad esso più idonei e favorevoli. Nessuno mi toglie dalla testa che i politici di sinistra sapessero, che il Viminale abbia intenzionalmente scaricato Pizza immaginando già l'esito della pronuncia del Consiglio di Stato prima della scadenza elettorale, sapendo che questo imprevisto avrebbe prolungato a data da destinarsi l'appuntamento con le urne. Ovviamente i leaders della sinistra fanno finta di scandalizzarsi, ripetono che si deve votare ma queste dichiarazioni sembrano la prassi del pirata della strada che, dopo avere investito il passante, torna sul luogo dell'incidente e dice a tutti che si dovrebbero mettere in galera gli automobilisti indisciplinati.

La responsabilità di questa situazione è TUTTA e SOLO del governo in carica, ovvero di Prodi e di Veltroni (il quale ha dichiarato che il Presidente del Consiglio in carica ha lavorato bene, ricordiamolo!) che dopo due anni di sfascio, di merchandising di senatori e di oppressione fiscale ci lascia questo ultimo bel regalo: un tentativo di Colpo di Stato.

Come chiamare questa nuova furbata della sinistra? Una porcata? Visto che di Pizza stiamo parlando, sarebbe più consono parlare di porcinata. Un bella pizza ai porcini, la cottura della quale, ovviamente, può attendere fino a data "da destinarsi".

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