Libere Risonanze: aprile 2010

28 aprile, 2010

Ulisse è rovinato. Enea pure.

La situazione greca si fa sempre più pesante.

Io l'ho sempre detto: quest'Europa è una vera schifezza. Un'Europa che impone vincoli e lacciuoli, che paralizza le economie e chiede il sangue ai suoi cittadini perché essi permettano ai rispettivi paesi di rimanere dentro a parametri inutilmente rigidi che barbuti vegliardi in quel di Bruxelles stabiliscono come invalicabili pure in tempi di crisi.

Lo scotto di questa Europa miope ed imbecille lo abbiamo pagato noi paesi civilizzati e progrediti o meglio, le loro classi meno abbienti.

Vi sono però delle eccezioni: alcuni paesi entrati frettolosamente dentro al nostro consesso di stupidi ed altrettanto allegramente accettati dai partners dell'UE di lunga data, lo hanno fatto con un colpo di mano, alla calciopoli per intendersi.

E' accaduto l'incredibile: l'Europa ha accettato passivamente la certificazione dei bilanci dei vari paesi membri senza che vi fosse alcun controllo da parte di chichessia. Tradotto in parole povere, l'Europa all'atto della sua costituzione ha spalancato la porta a paesi in grave deficit come Grecia, Portogallo ed Irlanda senza alcuna ispezione comunitaria che, udite udite, non era prevista perché non si pensava che uno o più paesi potessero drogare i propri bilanci.

E così la Grecia, autocertificatasi bellamente sotto il 3% nel rapporto deficit/pil si è scoperta invece incrinata del 12% (dico, IL QUADRUPLO Signori!) e pendente sull'orlo del baratro. Per un pò il paese ellenico è riuscito a mantenere le apparenze, poi è miseramente crollato.
Ed ora i cretini di Bruxelles che non avevano "previsto" tale eventualità ci obbligano a sborsare fior di miliardi per tamponare gli attacchi speculativi (peraltro già iniziati) contro la nostra moneta. Gran bella mossa, aquile!

La situazione quindi è complessa ma la via purtroppo obbligata: bisognerà metter mano al portafogli, alla facciaccia dei diktat europei sul contenimento della spesa pubblica. Alla facciaccia, aggiungo, di tutti i sacrifici che noi abbiamo fatto per poter entrare in Europa puliti e con un disavanzo accettabile. La strategia dell'Europa è incredibile: chiede a noi sacrifici e si gira dall'altra parte quando alcuni paesi barano spudoratamente.

D'altra parte, purtroppo, non c'é alcuna possibilità di uscita: lasciar fallire la Grecia significherebbe per noi un disastro peggiore della recente crisi, in quanto molte banche (lungimiranti, non c'é dubbio...) hanno esposizioni vertiginose nei confronti del nostro "partner" affacciato sull'Egeo. D'altro canto, però, l'aiuto alla Grecia diventerà un ulteriore tributo di sangue per i cittadini delle altre nazioni.

Ma non è tutto: da poco sono entrate in Europa molte nazioni dell'est europeo, altre entreranno a breve ed alcuni sciagurati propongono anche l'ingresso della Turchia. Prima di aprire le braccia come dei coglioni, avremmo dovuto dare un'occhiatina anche a quei bilanci, se permettete...

Il bello è che poi c'é chi ha il coraggio di sorprendersi e lamentarsi se in alcuni paesi i referendum popolari bocciano in massa l'adesione all'UE...

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27 aprile, 2010

Spavalderia perduta

La politica in Italia talvolta appare più una sorta di Grand Guignol che uno scontro effettivo tra idee differenti.

In alcuni casi scorre sangue a fiumi, si mozzano teste, si fanno a fette gli interlocutori ma poi si scopre che la cadrega è comoda e chi si accorge di essere perdente torna a testa bassa sui retti binari, come se ciò che avviene non fosse nient'altro che una rappresentazione teatrale.

Abbiamo assistito tutti alla battaglia di Fini in italiavisione mentre sfidava Berlusconi dalla platea puntandogli il dito contro. Lasciamo stare le implicazioni che ciò comporta e le scelte di campo a cui ognuno di noi può aderire o meno. Sta di fatto che Fini sembrava intenzionato a fare a pezzi il Cavaliere, a distruggerlo in un baleno.

Poi la dolorosa realtà. Nell'auditoruim nessuno applaudiva Gianfranco mentre per il Cavaliere si registrava una vera ovazione, mentre milioni di mail di elettori infuriati con Fini arrivavano ai giornali, al partito, alle agenzie. Su Facebook è stato un attacco forsennato.
E' notizia di quest'oggi che Gianfranco continua a perdere pezzi. Ormai gli rimangono solo un manipolo di personaggi a lui fedeli, come dall'articolo del giornale di oggi.
Articolo

Ma un golpista che fallisce nei propri intenti dovrebbe essere quantomeno fucilato o messo in galera. Tradotto, per Fini occorrerebbe l'esilio dal partito.
Invece Fini abbassa la cresta e sviolina ciò che piace tanto al resto del partito, che non si va ad elezioni e che bisogna fare le riforme. Non mi opporrò, assicura. Caro Berlusca, mettiamoci una pietra sopra.

Ma Berlusconi rincara la dose: per divorziare basta una persona sola. Già, alla prima nefandezza tu sei fuori.

Pensavo che almeno il coraggio di combattere la sua battaglia fino in fondo pur con esito scontato Fini l'avesse. Invece noto che non solo ha perso il suo colpo di stato all'interno del partito.
Oggi ha perso anche ogni credibilità politica.

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23 aprile, 2010

Fòra dal bàl

"Spiaciente, il tuo tempo è scaduto. Fòra dal bàl."

Così dovrebbe dire Berlusconi dopo il vergognoso spettacolo messo in scena ieri da Fini.

Fini sta distruggendo la faticosa costruzione di un polo unito e coeso, di un'area politica che finalmente vuole regalarci le riforme di cui l'Italia necessita essendo a tutti gli effetti inderogabili.

L'ex leader di AN è diventato cioé il miglior grimaldello della sinistra, una sorta di cancro in seno al partito. Egli sta riuscendo nell'impresa che bande di incapaci sinistri non sono mai riuscite a coronare da successo: dividere Bossi da Berlusconi.

Bossi ha ragione ad arrabbiarsi: ogni santo giorno si sentono strali provenire da quella esigua minoranza del PDL a cui la Lega sta come il diavolo all'acquasanta. Ne abbiamo sentite di tutti i colori: ignoranti, gretti, villici, rozzi, come se il dire la verità e le cose come stanno fosse un peccato. Come se le lotte per ribaltare il paese per consegnarlo nelle mani degli italiani e non dei beduini fossero condotte da straccioni subculturati. L'odio dei finiani nei confronti della Lega è arrivato al punto tale da superare quello della sinistra, che almeno si sa essere il nostro avversario e quindi schierato in un preciso contesto.

E' ora di prendere una decisione non più rinviabile, perché un cadavere in casa puzza dopo due giorni. E siccome Berlusconi può molte cose ma non può essere Gesù Cristo, ogni tentativo di resuscitare Lazzaro sarebbe non solo inutile ma pure nefasto.

Fòra dal bàl.
Ce lo aspettiamo tutti.

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22 aprile, 2010

Gli è rimasto solo il chewing gum

Una volta ritenevo Fini un politico intelligente, raffinato e fedele. Ritenevo che Fini fosse talvolta meglio di Berlusconi ed effettivamente lo era. Una volta, appunto.

Oggi mi accorgo che di intelligenza in ciò che afferma non se ne trova più alcuna traccia, come lo stronzio nell'acqua minerale: miseramante disciolto e difficilmente individuabile.

Fini ha tradito gli ideali della destra ed ha perfettamente ragione Berlusconi quando afferma che il ruolo di AN è stato preso dalla Lega: infatti, visto il successo della Lega, il bolognese dovrebbe chiedersi se non siano state le sue politiche piuttosto che quelle di Berlusconi a far sì che il partito di Bossi catalizzasse su di sé una gran parte dei voti del PDL.

Io stesso alle ultime elezioni regionali ho votato Lega. Per dare un segnale forte al PDL, per scrollargli di dosso tutti quei politicanti "correct" che infestano il partito. E continuerò a votare Lega finché certi similsinistri non saranno sbattuti fuori o perlomeno fortemente ridimensionati.
Non è questione di poca democrazia: se voto un partito di destra mi aspetto che esso faccia una politica di destra, compatto e solidale verso i ceti più deboli ma anche attento all'industria ed all'economia, contrastante l'immigrazione di popolazioni che impongono la loro subcultura e che credono di venire in casa nostra ad urlare le loro pretese. Se così non fosse, in nome della "democrazia" prenderemmo dentro anche Diliberto, per poi fare a botte tutti i giorni.

Ebbene, oggi è caduta l'ultima virtù che credevo propria del Presidente della Camera: la finezza.

Lo abbiamo visto tutti, seduto sulla sua poltrona ad ascoltare il discorso di Berlusconi con la cicca in bocca, ruminandola come se fosse allo stadio, come se fosse un noglobal qualunque. Ci mancava che gli facesse i palloni in faccia.

D'altra parte solo quelle gli sono rimaste:per chi non vale una cicca una bella scorta rappresenta un fantastico regalo.

AGGIUNTA DELL'ULTIMA ORA!!! VI SONO NOVITA', DITEMI CHE NON SI TRATTA DI UN BEL SOGNO...!!!

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Politica/Pdl-Berlusconi-Ora-strumenti-sbattere-fuori-rema/22-04-2010/1-A_000099103.shtml

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20 aprile, 2010

La diversità non è un valore

Per i politici è consumata abitudine, quando litigano all'interno delle loro coalizioni, pronunciare la scontatissima frase "il nostro partito (o schieramento) è democratico".

Ancor peggio, sento spesso azzardare la frase "la diversità nel nostro partito è una ricchezza".

Questo stupido e vacuo modo di presentare le cose dovrebbe, nelle teoriche intenzioni dei politici, convincere l'elettore di destra o di sinistra che fare a seggiolate nelle coalizioni sia bello e che costituisca una sorta di plusvalore.

Con lo stesso concetto, quindi, potremmo affermare che alcuni bambini sono fortunati a stare in famiglie dove madre e padre s'azzuffano tutti i santi giorni, perché questo è sintomo di democrazia: la moglie può dire democraticamente al marito "sei un porco" ed il marito alla moglie "brutta zoccola". Quando poi uno dei due prende una pistola e spara un colpo nel cervello all'altro la democrazia arriva al suo tripudio.
Seguendo il fil rouge dell'esempio succitato, potremmo dire che è bello vedere i calciatori che si scannano in campo perché ognuno di loro democraticamente dà del deficiente all'altro, che le loro tifoserie si devono tanquillamente linciare in quanto così esprimono democraticamente il loro dissenso e così via per tutti i contrasti mondiali, guerre e rivoluzioni comprese.

Perfino Osama Bin Laden ed Ahmadinejad, poveretti, hano diritto ai loro bravi 5 minuti di farneticazioni per esprimere il loro personale dissenso ed abbrustolire gli istaeliani con l'atomica.

Pertanto quando sento Fini e Berlusconi litigare ed i loro colonnelli che "gettano acqua sul fuoco" affermando che ammazzarsi è normale dialettica interna devo ammettere che divento improvvisamente poco amante della democrazia. Infatti ciò che da un pò circola negli ambienti del PDL sembra lo stesso discorso che si fa a sinistra, in cui il tutti contro tutti viene sciroppato alla gente come una bellissima e costruttiva dialettica.

Insomma, pare che l'andare d'accordo sia demodeé e che sintomo di vitalità sia lo sparar bordate: speriamo che qualcuno nel PDL rinsavisca accorgendosi di questa fesseria e che finalmente prenda coraggio, ammetta la guerra interna e soprattutto spedisca Fini fuori dal partito con un bel calcio nel sedere.

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16 aprile, 2010

Giuda se ne va

Stavolta finisce diversamente.

All'epoca dei romani Giuda tradì Cristo e lo condannò alla morte. Oggi Giuda tradisce ancora, ma il suo principale è ben corazzato ed è pronto a rendergli pan per focaccia.

Giuda ama l'immigrazione selvaggia come e più dei sinistri. Per l'ottenimento della cittadinanza egli propone solo pochi Baccanali (mentre gli altri imperi alzano questa barriera) ed a chi entra nella provincia regala pure il voto politico a spaglio come il verderame.

Giuda è stato eletto grazie al suo principale e con voti di chi credeva nella sua religione diventa notabile del Tempio. Giuda però se ne frega di ciò che pensano coloro che lo hanno eletto ed ogni giorno se ne salta fuori con una nuova fregnaccia così, tanto per rompere le palle a chi deve lavorare e rimettere in piedi la provincia.

Giuda dovrebbe ringraziare i suoi apostoli che faticosamente tutti insieme cercano di mettere a posto il sud di Gerusalemme e dovrebbe ringraziare pure quelli che cercano di portare ordine a nord della città. Invece Giuda si scatena contro questi ultimi incurante del fatto che essi giorno dopo giorno attirino sempre più adepti grazie alla loro laboriosità ed al loro rigore.

Giuda mette in continuazione i bastoni tra le ruote al suo benefattore ed intinge non solo un pezzo di pane nel suo vino ma tre panetterìe intere.

Giuda va dai romani e flirta alle loro conventions, i Festivals Unitae godendo come un matto nel sentirsi applaudire dai vari Bruto, Cassio, Nerone, Caligola Populusque Romanus che l'adorano e lo portano in trionfo più dei loro stessi leaders, i quali non valgono un cazzo e lo stimano perché Giuda vale ancora meno di loro.

Giuda vorrebbe baciare il suo principale per soffiargli il pulpito da cui declamare le parabole distorcendo tutto il senso del discorso religioso, solo che se andasse al potere altroché di parabole, nel partito si dovrebbe parlare al massimo di coseno perché più di un solo elettore egli non otterrebbe.

Insomma, sembra che sia la volta buona per poter cacciare Giuda, lo si porti come Barabba di fronte alla gente consentendo ad essa di votare per vedere chi, tra lui ed il suo principale, è più gradito al cuore del popolo.

Ed alla fine si ricominci a gestire la Res Publica grazie a molti altri Baccanali di religiosa operosità, con 11 apostoli, tanta lealtà e soprattutto con uno stronzus in meno.

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15 aprile, 2010

Addio, Raimondo!


Ci sono uomini superiori.

Superiori per eleganza, per dolcezza, per professionalità, per pulizia morale.

Oggi se n'é andato uno di questi rarissimi uomini, che tutti noi persone normali ammiriamo ed amiamo. Per questo motivo ho pianto come se lui fosse un mio caro amico, veniva a trovarci durante la mia infanzia per una sera la settimana mentre stavo insieme a mio padre ed a mia madre, tra gioie e dolori era il mio amico speciale. Era uno di famiglia, anche se invece che dalla porta entrava in casa mia da quella scatola magica che si chiama televisione.

Ci mancherai, Raimondo Vianello. Dio saprà ricompensarti per la tua meravigliosa anima.

Con te è scomparsa una gran parte della mia purezza ma ti ricordo sempre così:

http://www.youtube.com/watch?v=mTedpVBvsn0

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12 aprile, 2010

La nausea e la vergogna

Nella storia del giornale l'Unità è passato di tutto e non starò qui a commentare con aggettivi la qualità di questo quotidiano.

Ciò che invece oggi non può essere taciuta è la disgustosa vignetta di Staino sulla tragedia che ha colpito la Polonia, il suo popolo ed i suoi leaders politici.

Se volete saperne di più troverete qui un articolo del Resto del Carlino.
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/04/11/317046-polonia_vignetta.shtml

Vorrei solamente che tutti voi rifletteste su dove può arrivare l'ideologizzazione umana e la sua nauseabonda speculazione politica. Ogni altro commento richiederebbe offese tra le più volgari coniabili nella nostra lingua e forse pure nelle lingue straniere, sanscrito ed urdu comprese.

Il solo "crimine" del Presidente polacco fu quello di avvicinarsi agli Stati Uniti d'America perseguendo una politica fortemente atlantista e questo la dice lunga su quale sia la linea politica di certa stampa che forse preferirebbe riesumare il cadavere di Baffone per rallegrarsi delle sue "imprese" che costarono la vita a venti milioni di oppositori innocenti. D'altra parte c'é poco da sorprendersi, visto che già in passato certi giornali magnificarono le invasioni della Cecoslovacchia e dell'Ungheria da parte della Russia.

Però in questa circostanza si è varcato il limite, non ci sono parole per descrivere il senso di nausea che questa vignetta ed il giornale sul quale è apparsa mi hanno provocato: né è convincente la maldestra autodiscolpa diramata da Staino, il quale afferma "Basta leggere con attenzione per capire che il dolore rimane". Ho riletto la vignetta una ventina di volte e di dolore non ne ho vista traccia, anzi, c'é pure compiacimento per il desiderio di ciò che potrebbe capitare agli avversari politici. Quando penso che con questa gente dovremmo fare le riforme mi viene il voltastomaco.

In Italia si parla tanto di "resistenza" contro il "regime" ma se c'é una vera resistenza a cui sia giusto aderire subito per tagliare le ali ai fondamentalisti nostrani, ebbene, essa dev'essere di segno opposto a quella ventilata da certe opposizioni.

La nostra resistenza, a differenza della loro, non si combatte ballando un vodoo né pregando che l'avversario crepi.

La nostra resistenza si combatte con una scheda elettorale e, visti i risultati, pare funzionare davvero molto bene.

P.S:
Un pensiero di cordoglio da parte di questo blog va alla Polonia, al suo popolo ed alle sue istituzioni così gravemente colpite da una sciagura immane insieme alle mie più profonde scuse per lo sciacallaggio perpetrato da alcuni miei concittadini in tale occasione. Evidentemente Auschwitz ad alcuni bifolchi (per fortuna pochi) non ha insegnato proprio nulla.

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04 aprile, 2010

Buona Pasqua

Libere Risonanze augura a tutti una
BUONA PASQUA!