Ulisse è rovinato. Enea pure.
Io l'ho sempre detto: quest'Europa è una vera schifezza. Un'Europa che impone vincoli e lacciuoli, che paralizza le economie e chiede il sangue ai suoi cittadini perché essi permettano ai rispettivi paesi di rimanere dentro a parametri inutilmente rigidi che barbuti vegliardi in quel di Bruxelles stabiliscono come invalicabili pure in tempi di crisi.
Lo scotto di questa Europa miope ed imbecille lo abbiamo pagato noi paesi civilizzati e progrediti o meglio, le loro classi meno abbienti.
Vi sono però delle eccezioni: alcuni paesi entrati frettolosamente dentro al nostro consesso di stupidi ed altrettanto allegramente accettati dai partners dell'UE di lunga data, lo hanno fatto con un colpo di mano, alla calciopoli per intendersi.
E' accaduto l'incredibile: l'Europa ha accettato passivamente la certificazione dei bilanci dei vari paesi membri senza che vi fosse alcun controllo da parte di chichessia. Tradotto in parole povere, l'Europa all'atto della sua costituzione ha spalancato la porta a paesi in grave deficit come Grecia, Portogallo ed Irlanda senza alcuna ispezione comunitaria che, udite udite, non era prevista perché non si pensava che uno o più paesi potessero drogare i propri bilanci.
E così la Grecia, autocertificatasi bellamente sotto il 3% nel rapporto deficit/pil si è scoperta invece incrinata del 12% (dico, IL QUADRUPLO Signori!) e pendente sull'orlo del baratro. Per un pò il paese ellenico è riuscito a mantenere le apparenze, poi è miseramente crollato.
Ed ora i cretini di Bruxelles che non avevano "previsto" tale eventualità ci obbligano a sborsare fior di miliardi per tamponare gli attacchi speculativi (peraltro già iniziati) contro la nostra moneta. Gran bella mossa, aquile!
La situazione quindi è complessa ma la via purtroppo obbligata: bisognerà metter mano al portafogli, alla facciaccia dei diktat europei sul contenimento della spesa pubblica. Alla facciaccia, aggiungo, di tutti i sacrifici che noi abbiamo fatto per poter entrare in Europa puliti e con un disavanzo accettabile. La strategia dell'Europa è incredibile: chiede a noi sacrifici e si gira dall'altra parte quando alcuni paesi barano spudoratamente.
D'altra parte, purtroppo, non c'é alcuna possibilità di uscita: lasciar fallire la Grecia significherebbe per noi un disastro peggiore della recente crisi, in quanto molte banche (lungimiranti, non c'é dubbio...) hanno esposizioni vertiginose nei confronti del nostro "partner" affacciato sull'Egeo. D'altro canto, però, l'aiuto alla Grecia diventerà un ulteriore tributo di sangue per i cittadini delle altre nazioni.
Ma non è tutto: da poco sono entrate in Europa molte nazioni dell'est europeo, altre entreranno a breve ed alcuni sciagurati propongono anche l'ingresso della Turchia. Prima di aprire le braccia come dei coglioni, avremmo dovuto dare un'occhiatina anche a quei bilanci, se permettete...
Il bello è che poi c'é chi ha il coraggio di sorprendersi e lamentarsi se in alcuni paesi i referendum popolari bocciano in massa l'adesione all'UE...
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