Libere Risonanze: giugno 2008

29 giugno, 2008

Magnaccia style

Il nodo giustizia è ormai diventato il primo punto su cui intervenire, subito dopo le emergenze rifiuti, criminalità ed economia. La tracotanza di alcuni giudici politicizzati è diventata talmente invasiva e lesiva da essere percepita dalla popolazione italiana come un ostacolo non solo per l'attività legislativa tanto necessaria dopo la devastante esperienza Prodi, ma perfino eversiva nei confronti di un voto popolare liberamente espresso in aprile.

La gente, confrontando l'accanimento con cui certi magistrati si occupano di stupidaggini attribuite ai soliti noti della politica e l'inedia, per non dire garantismo, dimostrata nei confronti di veri assassini, terroristi e stupratori, ormai si è fatta un'opinione ben precisa: la magistratura funziona solo per proteggere una parte politica e/o per conservare il suo debordante potere, anziché per operare un servizio a favore della collettività.

Pochi giorni fa sono usciti dalla galera per decorrenza dei termini alcuni pericolosi mafiosi facenti parte di una potente famiglia. Ebbene, l'avvocato difensore ha dichiarato con atteggiamento quasi divertito che non ha dovuto nemmeno chiedere il rinvio del processo in quanto la cosiddetta "giustizia" si è tirata la zappa sui piedi prodigandosi in lungaggini e disinteressamenti. Tra rinvii da parte dei magistrati a future date da destinarsi e totale menefreghismo il risultato è che ora essi sono fuori, liberi di girare tra la gente senza che nessun magistrato si sia mai dato da fare per poter accelerare il processo che li vede imputati per molti omicidi.

Oltre all'uso continuato dell'arma vergognosa delle intercettazioni con le quali i magistrati artificiosamente montano casi che poi si sgonfiano come palloni, i giudici dispongono di un potere pressoché illimitato, indipendente ed autoreferenziato: nessuno paga per gli errori grossolani commessi, nessuno può venire criticato. La formuletta "in nome del popolo italiano" serve in realtà da paravento per una discrezionalità avente da sempre troppi gradi di libertà in cui i giudici sguazzano felici, perché anche quando sbagliano essi devono essere giudicati da altri magistrati loro colleghi, in una sorta di presa in giro collettiva che vede la magistratura come punto iniziale e terminale del giudizio.

Chiedere ai magistrati di giudicare loro stessi sarebbe come chiedere ad un imputato di condannarsi all'ergastolo. E' veramente un'anomalia a cui la politica deve porre immediatamente rimedio.

In tutto questo calderone di intercettazioni, sospetti, coltellate e teoremi irrompe sulla scena Di Pietro con le sue consuete manifestazioni di grande professionalità, anche grammaticale. Di Pietro, magistrato che attualmente ricopre una carica politica (ma guarda...) sta cercando di fare a Berlusconi ciò che i processi regolarmente svolti non gli hanno permesso, ovvero di rovinarlo e di cacciarlo in galera.

Anche in questo caso c'é da fare una considerazione di merito: come mai Berlusconi viene sbattuto sulle prime pagine dei giornali e coinvolto in scandali montati ad hoc solamente quando
se ne sta a capo di un governo, mentre quando è all'opposizione nessun giudice si preoccupa di inquisirlo? Notatelo: in due anni di governo Prodi si è parlato solo di Retequattro ma non sono state rilasciate alla stampa intercettazioni né si è dato vita a nuove indagini. Da aprile, invece, l'azione persecutoria dei magistrati si è improvvisamente ravvivata. Come mai questo interesse ad intermittenza?

In ultima analisi dobbiamo registrare una biasimabile caduta di stile di Di Pietro, che commentando le intercettazioni a carico di Berlusconi in cui egli invitava Saccà a far lavorare in televisione alcune ragazze che ne avevano evidentemente bisogno, ha definito il premier una specie di "magnaccia". Per chi non lo sapesse il "magnaccia" è un aguzzino di prostitute, uno sfruttatore a cui le ragazze devono dare i soldi di fine serata e che interviene in caso le cose non andassero liscie minacciando clienti e bastonando le sue "dipendenti" ove esse non guadagnassero abbastanza.

Secondo l'ultimo teorema Di Pietro, Berlusconi viene paragonato ad un magnaccia da sottobosco, uno che ha bisogno di esigere un "pizzo" da qualche ragazza in difficoltà quando con tutti i soldi di cui dispone potrebbe comprarsi a tranci l'Italia intera. Credete forse che il premier, se volesse scopare con una bella donna non ne avrebbe i mezzi e che fosse costretto ad inscenare questo ignobile ricatto - lavoro contro sesso - nei confronti di ragazze in difficoltà esponendosi tra l'altro con il suo primo concorrente mediatico?

Parimenti, credete forse che Di Pietro non abbia mai fatto una telefonatina ai suoi colleghi per "interessarsi" alle sorti dei processi che riguardano Berlusconi?

E' davvero una pagliacciata. E' normale, anzi, normalissimo che chiunque tra noi raccomandi qualcun altro o si interessi di qualcosa che lo riguarda direttamente, indirettamente o per sentito dire.

Lo faccio io quando fornisco un'indicazione ad un amico per un buon ristorante: guarda, vai qui e non là e la stessa cosa faccio quando parlo al titolare del locale con cui ho confidenza - senti, trattalo bene perché è un mio amico. Quante piccole raccomandazioni ognuno di noi quotidianamente fornisce ed accetta per sé od altri? Forse l'unico che non raccomandava era Prodi ma perché non contava assolutamente nulla.

La verità invece (e qui passiamo al lato meno faceto della cosa) è che utilizzando queste stupidaggini alcuni politici tra cui Di Pietro in prima linea creano un casìno tale da intralciare le riforme di cui l'Italia ha bisogno e che davvero interessano i cittadini.

A meno che non si pensi che sia preferibile vedere Retequattro sul satellite dopo essere stati rapinati a mano armata da qualche rom sotto casa.

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28 giugno, 2008

Le impronte contestate

Oggi tratterò sull'argomento impronte digitali agli stranieri che tante proteste sta sollevando a sinistra a proposito di presunte "lesioni dei diritti umani". Per fare ciò anziché parlare genericamente del fatto che sia giusto o meno preferisco portare un esempio perfettamente calzante.

In passato ho lavorato in Camerun in media 8 mesi all'anno per molti anni e conosco bene le realtà estere.

Ebbene, appena si arriva all'aeroporto si viene subito schedati, poi fanno sparire il passaporto (e bisogna pagare un obolo per riaverlo), poi ritirano un foglio nel quale si è costretti a dichiarare 1) Il motivo per cui si è lì. 2) Dove si alloggia. 3) I numeri telefonici in caso di contatto.

Ebbene, all'aeroporto prendono immediatamente le impronte digitali e fanno una foto in B/N orribile in cui si sembra fantasmi, forse la macchina fotografica è tarata sulla scala di grigi in voga tra la negritudine. Quando si dovrà fare il permesso di soggiorno, poi, si dovrà avere una società che lavora in loco con tanto di socio camerunese, altrimenti ci si scorda di aprire qualunque tipo di società.

Per ogni documento che si fa sono code infinite (mica c'é la coda riservata agli stranieri come da noi) e continue schedature delle impronte digitali, oltre che alla consueta sparizione del passaporto per il ritrovamento del quale occorre sganciare la mancia a tutti gli addetti delle forze dell'ordine locali possibili ed immaginabili. Ho calcolato di aver speso milioni delle vecchie lire in oboli.

Non parliamo poi di quando ci si deve muovere, ogni 30km c'é un posto di blocco in cui immediatamente si viene fermati perché bianchi (ed i bianchi hanno i soldi). Finita la perquisizione fino alle mutande e con futili motivi grazie alla quale controllano quanti franchi CFA vi siano nel portafogli, inizia la solita manfrina: a volte il timbro sul passaporto non è valido, a volte nascondono il passaporto e te lo richiedono, a volte dicono che stai trasportando merci non sdoganate. Insomma ogni scusa è buona e se non ci sono scuse le creano loro di sana pianta. Pertanto quando si ha a che fare con la polizia e affini si è tenuti bloccati sul posto per ore finché non si sgancia ciò che, in base alla perquisizione del portafogli, l'ufficiale ritiene essere il giusto compenso. Anche in quel caso il passaporto riappare, i timbri si ricolorano e le merci si sdoganano da sole in seguito a questo magico gesto di elargire denaro.

Ora, io come cittadino europeo mi sarei dovuto indignare ma essendo ospite di un'altra nazione e ben sapendo che la corruzione è d'obbligo mi sono adeguato alle loro richieste, pur se illegali, perché in verità le leggi camerunesi non ammetterebbero tali comportamenti da parte dei funzionari statali. Una volta ho provato ad andare da un superiore di un poliziotto per protestare e questi mi ha chiesto 10.000 FCFA (circa 30.000 delle vecchie lire) per fargli un cazziatone. Una comica!

Bene, così funziona in un paese nei confronti dei cui cittadini in Italia si pretendono porte aperte, tutti i diritti e nessun dovere, nemmeno un'impronta di un dito su un foglio di carta, apriti cielo!

Ebbene, da parte mia l'intingere nell'inchiostro le mani in media cinque volte la settimana fino quasi a strappami i polpastrelli per lavar via il colore blu non mi ha fatto gridare ad alcun episodio di razzismo, anche se di scocciatura si trattava. Insomma, ho accettato di buon grado questo trattamento nei confronti degli stranieri non perché fosse giusto o sbagliato ma perché ero in casa loro ed anche se spesso ho dovuto accondiscendere a piccoli soprusi l'ho fatto perché nel loro paese loro comandano come meglio credono.

Pertanto non vedo cosa ci possa essere di tanto scandaloso nel prendere le impronte digitali agli immigrati, tantopiù che lo si fa una volta sola.

Anche in questo caso i soliti latrati della sinistra stra-iper-garantista sono come quelli che proteggono l'automobilista dal soffiare dentro l'alcooltest "perché la privacy non dev'essere violata" salvo poi consentire a che si falcino dieci bambini in un colpo solo sul marciapiede a causa di bastardi ebbri o drogati che corrono come dannati.

L'ipergarantismo italico è una vergogna, dovremmo prendere spunto dalla Svizzera, un paese civile in cui vieni trattato in maniera educata - sempre che tu sia gentile e rispettoso delle loro leggi - ma nel quale straniero sei e straniero resti. Giustamente, aggiungo.

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24 giugno, 2008

Cara, vecchia immunita'!

Vi era una volta un'Italia che divideva in due fascie i propri cittadini: la prima fascia era quella dei cittadini qualunque, soggetti a tutte le leggi promulgate dal parlamento. Vi era poi una seconda fascia, una casta privilegiata di parlamentari che godeva dell'immunità giuridica "per poter legiferare in tranquillità".

Tutti noi, all'epoca ci indignammo per questo privilegio riservato a pochi che ai nostri occhi significava potere assoluto. Effettivamente era così, l'Italia era marcia, bisognava cacciare i delinquenti che si annidavano in parlamento.

L'immunità venne soppressa e con essa iniziò a scatenarsi un altro potere: quello dei giudici.

All'inizio ci sembrò tutto rose e viole, i giudici mettevano in galera coloro che avevano sfasciato l'Italia: o meglio, mettevano in galera solo quelli di una parte politica. Aspettammo invano che tali giudici si svegliassero e lavorassero a 360° anziché a 180 ma per un motivo che allora ci sfuggiva gli esponenti del PCI, nonostante porcherie e collusioni da ergastolo erano sempre risparmiati dalla nuova casta.

Torniamo ora con la macchina del tempo ai giorni nostri: ci attenderemmo un cambio generazionale, invece no. Sorprendentemente ci ritroviamo molti degli stessi politici di allora tra i piedi, sono usciti dalla porta e rientrati dalla finestra e spesso nelle file dell'attuale opposizione.

Al governo, per fortuna, la vecchia casta in difficoltà è stata cambiata e sono subentrati altri uomini, efficienti e decisionisti. Se la nostra macchina del tempo ci portasse con un balzo da allora ai giorni nostri, capiremmo anche da che parte politica stia la nuova casta e quindi il perché siano state risparmiate dalle bufere giudiziarie tutte le vecchie ciabatte del PCI.

Ma, allora come ora, vi è sempre una casta a comandare: quella casta di tangentopoli che acclamammo e che nel corso degli anni ha acquisito un potere immenso è diventata un mostro, una specie di Moloch che inquisisce, processa ed accusa senza alcun fondamento, che sbatte gente innocente in galera, che addirittura pretende voce in capitolo in materia di promulgazioni delle leggi, che scarcera gli assassini, i delinquenti ed i terroristi, che si gira dall'altra parte se il colore dell'inquisito tende al rosso e monta processi ad orologeria contro coloro che non stanno dalla sua parte politica: una casta che adoperando l'arma sottile di infiniti minigolpe entra di prepotenza in spazi che non le competono.

Al pari della vecchia casta dei politici anche questa nuova casta non paga mai. Quando un processo fittizio per cui si sono spesi milioni di euro (sempre a carico dell'inquisito) termina con la non sussistenza dei fatti ciò che accade al giudice od al collegio è semplicemente la scomodità di liberare l'ufficio dai faldoni e metterli nei sovraffollati archivi statali. Sto scrivendo solo di Berlusconi? No, anche la vicenda Mastella insegna, un personaggio divenuto politicamente scomodo ed a cui i togati rossi hanno deciso di scavare la fossa usando il loro potere.

Un viaggiatore del tempo che fosse arrivato nel presente avrebbe trovato insomma una situazione molto peggiore di quella in essere durante la prima repubblica.

Ma una possibilità per uscire da questa situazione c'é: abbattere anche questa seconda casta.
E' ovvio che non ci si possa immaginare che la casta dei giudici abbatta se stessa, ma come allora accadde che la casta giuridica abbatté quella politica ora è necessario che quella politica abbatta quella giuridica, pur mantenendo intatto il concetto che chi subisce un processo per un reato reale deve essere giudicato.

Lo si potrebbe fare introducendo la responsabilità penale e civile del giudice (oggi se un giudice sbaglia per dolo, incompetenza, inerzia o colpa grave paga lo stato, cioè i cittadini stessi) ed una garanzia in più per coloro che al governo devono poter lavorare in tranquillità grazie all'introduzione di una specie di immunità temporanea.

Si potrebbe per esempio ipotizzare una legge che sospendesse i processi a carico dei ministri, del premier e delle tre principali cariche dello stato fino all'esaurimento del loro mandato (facendo slittare in questo caso anche la decorrenza dei termini).

In questo modo si potrebbero conseguire due specifici obbiettivi: il posizionamento di paletti ben precisi nei confronti di giudici "d'assalto" e contemporaneamente la possibilità di processare chi, tra i politici, ha effettivamente commesso dei reati, il tutto senza intaccare sia l'azione del governo che quella delle istituzioni.

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Soluzione rifiuti

E' iniziata nuovamente la protesta faziosa e pretestuosa contro termovalorizzatori e discariche in quel di Napoli.

Bene, io un'idea per tranquillizzare gli abitanti campani l'avrei: invece di insediare i termovalorizzatori a Napoli costruiteli qui, nelle campagne del Nord Italia. Ferrara, la mia città, potrebbe ad esempio essere una provincia adatta ad ospitare un grande termovalorizzatore per Napoli.

Ovviamente i costi di carico, scarico, trasporto, gestione, funzionamento del termovalorizzatore e costruzione dello stesso saranno sempre e totalmente a carico della cittadinanza campana, che si vedrà addebitare in bolletta tutte le spese che questo piano comporta.
L'immondizia è un business ed i termovalorizzatori hanno ottenuto un simile livello di sicurezza ambientale da essere non solo accettati ma benvenuti qui da noi.

Fate pure i termovalorizzatori nel Nord, se i campani ne accettano tutti i costi potremo prendere due piccioni con una fava, ovvero vesuviani più poveri ma più felici e polentoni ugualmente contenti ma più ricchi.

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23 giugno, 2008

La comunione solo ai puri?

Ieri il Papa ha ricevuto il premier Berlusconi in Vaticano. La visita è stata cordiale ma vi è stata una differente interpretazione su un fatto inerente alla fede.

Berlusconi si è presentato dal Papa chiedendo che la comunione potesse essere accordata anche a coloro che sono separati o divorziati. Il Papa ha rifiutato affermando che "solo i puri hanno diritto alla comunione".

In questo caso sono perfettamente d'accordo con il Papa non per le motivazioni da egli espresse ma per una questione di piani diversi.

Nonostante io critichi le suddette motivazioni (gli assassini, i ladri e gli stessi cardinali - quelli degli scandali - fanno tranquillamente la comunione e quindi non vedo perché non dovrebbero farla i divorziati) è palese che se si vogliono accettare il sacramenti della Chiesa si devono rispettare i paletti che quest'ultima conficca nel terreno.

Il Papa potrebbe anche decidere che i biondi o coloro che sono alti più di m.1,75 non possono sposarsi e pure se tale ingiustizia fosse legittimamente criticabile non dovrebbe destare alcuno scandalo, perché la Chiesa ha tutti i diritti di agire come meglio crede nel suo campo di competenza.

Chi si sposa, chi divorzia, chi accetta i sacramenti o si definisce cattolico accetta anche le imposizioni ed i dogmi che questa condizione comporta così come chi entra dal concessionario e compra una vettura non ha il diritto di obbligare il rivenditore a modificare il prezzo.

Chi accetta di essere cattolico ne deve accettare tutti gli aspetti, pure quelli che sembrano più bizzarri, discutibili o dissennati senza se e senza ma.

Io non mi ritengo superiore ai cattolici ma questa devozione non mi convince. Personalmente non ho nulla a che fare con il cattolicesimo proprio per questo motivo, non mi sposerò mai né andrò in Chiesa. Non ritenendo alcuna Chiesa in diritto di salire in cattedra non ne accetto i diktat, le invasioni di campo politiche né le continue ingerenze nella vita privata e nelle libere scelte degli uomini.
Ma allo stesso modo non condivido le ingerenze dello stato laico negli affari della Chiesa ed è ovvio che quando si parla di sacramenti siamo nel terreno del mistico che quindi non compete né alla politica né a Silvio.

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20 giugno, 2008

Veltroni Banzai!

Veltroni ha deciso: dopo le elezioni siciliane che hanno macinato il Partito Democratico come il pepe ha capito che l'unica cosa da fare per lui e la sua compagine è quella di suicidarsi.

Un bel suicidio collettivo, pubblico, come accade per i bonzi che si danno fuoco nelle piazze, un magnifico botto per deflagrare tutti insieme, appassionatamente.

Probabilmente Veltroni ritiene che ciò che sta facendo sia un furbata; sostituirsi ai comunisti e riempire una piazza in questi tempi di vacche magre gli darà pure un'illusoria soddisfazione. Capirai che significato politico, una piazza la riempiono anche i parenti di Mino Reitano e se in una piazza ci stanno ventimila persone dati alla mano in Italia quasi in sessanta milioni.
Se solo Berlusconi mobilitasse il popolo italiano per una manifestazione di sostegno al governo riempirebbe un territorio vasto come la Russia intera.

Comunque per la stragrande maggioranza degli italiani che hanno buttato a mare le bandiere rosse la scelta di Veltroni è una bella notizia, perché continuando così il PD farà la fine della Sinistra Arcobaleno la quale, puntando alla polemica continua, è stata annichilita dall'elettorato.

Io lo capisco Walter: se si sposta troppo al centro perde un camion di voti, se va a sinistra è il tracollo. E' come un debitore che per sua setssa colpa è inseguito dai creditori: non ha scampo. Il problema non è di natura posizionale (ovvero dell'area in cui collocarsi) ma oggettiva: il messaggio di Veltroni non solo non è più attuale ma viene sistematicamente ripudiato da tutta quell'Italia che è stufa di sentirsi italietta, che in Europa non conta nulla, che deve sopportare le isterìe dei clandestini, che vede le amministrazioni non funzionare in nessun settore, che è vessata e poi derisa dai vari Schioppa, che deve sopportare la condanna di un poveraccio perché ruba al supermercato per mangiare e per contro l'assoluzione di chi, alla guida ed ubriaco, sventra dieci bambini alla volta su un marciapiede. L'operazione iniziata da Veltroni è come quella di cambiare la stalla ad un asino sperando che diventi un cavallo e voler far passare quest'idea tra la gente. Assurdo.

In verità l'italiano è stanco di farsi prendere in giro dai francesi, dai tedeschi, dagli spagnoli e perfino dai romeni, i quali affermano che da noi è un bengodi perché le leggi sono ipergarantiste: in sostanza l'italiano ne ha le palle piene di farsi calpestare ed è stufo di sentirsi considerato dagli stranieri come un buffo suonatore di mandolino. In fondo lo dice anche il nostro inno nazionale "Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi". L'italiano ha scelto di farla finita, ha capito che continuando così si va tutti in bancarotta e che è ora di far giustizia in ogni settore, di azzerare tutto quel lerciume prodotto dalla sinistra: ma il messaggio politico di Veltroni ovvero il "kernel" del suo partito rappresenta proprio ciò che all'italiano sta come una trave in un occhio.

Veltroni, però, non può amettere che il suo movimento politico definito a torto "progressista", di progresso ne incarna esattamente pari a zero, pertanto l'unica cosa che può fare dopo che il popolo sovrano ha entusiasticamente acclamato e rivotato il governo Berlusconi dimostrando di avere stretto un patto di acciaio con l'attuale esecutivo, è di scatenare prima i giudici poi il proprio livore in piazza assieme ai soliti bavosi, cercando di salire qualche punto percentuale e strappando alla Sinistra Arcobaleno quei pochi elettori che rappresentano la creme dell'irrazionalità ideologizzata.

Auguri, Signor Veltroni e grazie per l'autogol: l'interruzione del dialogo non ci spaventa perché la gente è con noi, perché così ci prenderemo giustamente tutto il merito di ciò che stiamo facendo e perché chi insegue è Lei, se non l'avesse capito, e pure con le ruote sgonfie.

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18 giugno, 2008

Toni Vs Ribery !

L'amicizia nello sport che vorremmo sempre vedere!

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Azzurri in crescita ma quanti errori!

L'abbiamo sfangata. Lo stellone italico ancora una volta ci ha aiutati e la storia vuole che quando lo stellone ci aiuta a passare per il buco della serratura durante i gironi eliminatori, poi l'Italia qualcosa di buono negli scontri diretti combina sempre.

Incrociamo le dita e preghiamo che sia così.

Italia-Francia è stata una partita strana, con un'Italia in netta crescita rispetto alle vergognose prestazioni di inizio campionato ma con un grave difetto: gli attaccanti non ne beccano una.

Sia chiaro, nessuno mette in discussione Toni, però non si riesce a capire se la mira dell'attaccante del Bayern sia così appannata per uno stato di fuori forma oppure per semplice casualità.

In effetti Toni non ha mai avuto una palla pulita da poter spedire in porta, se si eccettua quella sbagliata all'inizio della partita e ciabattata fuori dai pali. Ricordiamo però anche, ad onor del vero, che Toni ci ha fatto vedere una prodezza di grande gioco con quel tocco a seguire di tacco verso la porta che se fosse andato dentro sarebbe valso come una coppa europea. Perciò personalmente sostengo che questa sorta di blocco sia principalmente attribuibile ad una casualità negativa, in fondo nelle ultime due gare abbiamo azzeccato più pali che gol. Quando la palla esce di pochi centimetri è assurdo dare addosso agli attaccanti, diversamente da quando invece sparacchiano il pallone alle stelle come dilettanti da parrocchia.

La Francia invece è apparsa inconsistente, l'ombra di quella squadra che ci mise alle corde per 120 minuti durante la finale della Coppa del Mondo. Mai convinti di loro stessi, imprecisi e senza gioco collettivo, i Bleu si sono sfilacciati già dal primo minuto, tanto che sembravano loro gli italiani.

Comunque la Francia è sempre la Francia e capire dove arriva la bravura dei nostri nell'annullare il loro gioco o quanto ha pesato il demerito dei transalpini è una bella impresa: però questa volta ho visto una bella difesa collettiva che, mancando Cannavaro a dare l'input, ha chiamato a rapporti tutti i giocatori azzurri a dare una mano alternandosi e non lasciando respirare i francesi quando essi si presentavano sulla trequarti.

Ed ora le note meno liete: purtroppo in questo europeo i giocatori meno in forma mi sono parsi Zambrotta, Camoranesi ed incredibile a dirsi, Gattuso, molto meno brillante di sempre. Speriamo che essi si riprendano presto, perché c'é bisogno delle loro scorribande.

Invece, note di grandissimo merito vanno a Cassano, De Rossi e Buffon. Cassano non calcia molto verso la porta ma distribuisce palloni stratosferici, De Rossi è un vero playmaker, come tra l'altro Del Piero ha fatto vedere di essere nella precedente partita.

Il migliore in assoluto, però, è Buffon. Il nostro portiere arriva su palloni incredibili, è un vero muro e se proprio non gli fanno un gol imprendibile state sicuri che egli giunge alla parata con una sicurezza impressionante. E' una garanzia, il nostro portierone, e si sa, gli stelloni amano i portieri di siffatta natura.

Un'ulteriore considerazione a favore dei nostri avversari del girone: vorrei sottolineare la correttezza dei francesi che, nonostante la bruciante sconfitta, si sono comportati con un fair-play eccellente: chi d'ora in poi fischierà La Marsigliese potrà fregiarsi del titolo di imbecille.

Ma la palma d'oro della sportività va soprattutto all'Olanda, che ci ha evitato il famoso "biscotto". Un grazie quindi a Van Basten ed ai suoi orange, con l'augurio che vadano molto avanti nel campionato, perché con questa mentalità se lo meritano.

Per questo motivo, se l'Italia uscisse dall'europeo, tiferò con calore proprio per l'Olanda.

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16 giugno, 2008

Sicilia '08: cosa diranno ora?

Cosa dirà ora la sinistra, dopo che alle elezioni siciliane si profila una debacle totale degna dei loro peggiori incubi notturni? Parleranno ancora di "processo di ristrutturazione" o diranno che le elezioni provinciali non contano niente, dimenticando che proprio loro ne tessevano le lodi quando le vincevano?

Percentuali spaventose sotto il 20%, partiti di sinistra praticamente annullati ed un tale abisso tra i candidati che ci siamo tutti strofinati gli occhi ad una prima lettura dei dati ancora in arrivo.

L'Italia si avvia a diventare una democrazia ultra-statunitense, nel senso che ormai vi sono più comunisti negli States di quanto non vi siano da noi. Il prossimo passo, se continua così, sarà il ballottaggio tra il centro e la destra (come tra democratici e repubblicani) perché i sinistri saranno confinati in una specie di campo-rom politico, isolati e rifiutati da tutti.

E' la deblacle del buonismo, della "ricostruzione della sinistra" prospettata da Veltroni, della tolleranza contro i delinquenti, delle continue manfrine sui conflitti d'interesse, dei lodi di cui alla gente non importa nulla, dei "se" e dei "ma" continuamente infilati tra le ruote, di una politica stile anni '60 che non solo non ha più ragione di esistere ma che è addirittura percepita nel paese come un fastidioso insetto da schiacciare al più presto.

Ma gli intelligenti siciliani stavolta non sono corsi dietro le zanzare con lo scacciamosche: hanno usato direttamente l'insetticida.

GRAZIE SICILIA!

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13 giugno, 2008

Calcio, il gioco della mafia

E così, con un gol ingiustamente annullato a Toni ed un rigore incredibilmente dato contro, i mafiosi del calcio ci hanno quasi sbattuti fuori dall'europeo.

Il calcio è l'unico gioco in cui si evita accuratamente di utilizzare moviole ed alta tecnologia perché i mafiosi che stabiliscono chi deve vincere (vedi capitolo Corea) possono far superare il turno a chi pare loro.

Comunque stavolta un bravo va agli azzurri, hanno fatto il massimo, sono stati molto sfortunati anche se la difesa mi è sembrata solida come la pappa di un neonato: ma contro la piovra del calcio non c'é nulla da fare, l'unica soluzione sarebbe piantarli in asso e richiamare la nostra squadra a casa evitando di disputare altre partite-truffa che arricchiscano i manovratori, i quali di giustizia non ne vogliono sentir parlare.

Addio, europeo, e senza rimpianti!

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Bye Bye Europa

Com'era già accaduto per la Francia e l'Olanda, oggi il referendum irlandese per l'adesione alla carta costituzionale europea "alleggerita" sembra prendere una china sorprendente solo per i politicanti che dell'Europa tessono le lodi. Per la cittadinanza no, visto che a pagare le dissennate scelte dei "grandi capi" è spesso il popolo che non ha mai voce in capitolo.

Ebbene, la recente storia dell'Europa ha invece insegnato che non appena il popolo una voce in capitolo ce l'ha, essa è nettamente contraria a questo processo di fusion cacofonico. Anche l'Irlanda, secondo le prime proiezioni di voto, si sarebbe espressa per la saggia scelta di ripudiare in toto questa fantaEuropa marcia fino al midollo.

Di fatto, oggi, esistono due europe: la prima, quella dei banchieri e degli speculatori, dei politicanti invertebrati che spendono montagne dei nostri quattrini per tenere in piedi un carrozzone molto simile a quello dell'ONU, che non decide su nulla, che non difende gli interessi dei suoi cittadini e che si nasconde tremebondo quando c'é da fare la voce grossa per una mera ottica di realpolitik e di interessi da quartierino dei soliti noti, ovvero Germania e Francia.

Poi c'é la seconda Europa, quella dei cittadini, vessati da leggi inique, costretti ad uniformarsi a qualunque diktat da parte di altri che ficcanasano volentieri in casa altrui anche quando dovrebbero prima bussare. Un esempio: per le leggi sull'immigrazione siamo dovuti andare a chiedere, cappello in mano, il placet dei fanfareuropei.

E che dire dell'Euro, che sta massacrando la nostra economia mentre l'Unione (questo termine potrebbe sembrare casuale ma ricalca esattamente le nefandezze dell'Unione italica guidata da Prodi) si preoccupa solo di far ingrassare banche e grandi industrie?

Che dire delle normative europee le quali un giorno sì e l'altro anche introducono norme su adeguamenti che costano ai propri cittadini migliaia di euro a botta?

Che dire dei litigi continui su tutto, a partire dalla politica estera fino alla controversia sul nome "tocai" da assegnare al vino ungherese anziché italiano?

Bene ha detto Calderoli che ha affermato: «un grazie al popolo irlandese per il suo voto. Tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa che viene vista lontana dai popoli stessi. I popoli, ancora una volta, hanno dimostrato di avere maggiore saggezza rispetto a governi e parlamenti. La sovranità appartiene ai popoli e solo i popoli possono decidere di rinunciare ad essa».

Spero vivamente che anche in Italia la Lega si faccia promotrice di un referendum antieuropeo in modo da seppellire definitivamente gli eurocialtroni, insieme alla loro saccenza ed alla loro ottusità.

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12 giugno, 2008

Sicurezza (di morire) sul lavoro parte II

Avevo già trattato l'argomento della sicurezza sul lavoro in passato (vedi link).

http://libererisonanze.blogspot.com/2008/03/veltroni-e-gli-eroismi-della-classe.html#links
http://libererisonanze.blogspot.com/2007/05/sicurezza-di-morire-sul-lavoro.html#links

Come al solito sono buon profeta, perché dopo l'ultima strage, quella di Molfetta, Prodi e compagnia bella dissero tuonando "Mai Più"!

Imperativo risibile, se non fosse per il fatto che delle persone ci hanno rimesso la pelle: affermare con tono perentorio "mai più" è come chiedere al cielo di non far piovere o di pretendere che non nevichi d'inverno.

Piuttosto, tengo ancora a sottolineare che anche in questo caso nessuna precuzione è stata presa: le mascherine sono state lasciate lì dov'erano e chi doveva entrare nella cisterna ancora una volta lo ha fatto con sufficienza.

Non tutte le morti sul lavoro però sono causate da negligenze di chi poi ci rimette la vita. Molte volte la responsabilità totale o parziale è delle aziende che risultano spesso fuori norma e non mettono il personale nelle condizioni di operare con la giusta sicurezza.

Insomma, alcune morti capitano per responsabilità del datore di lavoro, altre per leggerezze di chi invece dovrebbe assicurarsi un avvenire più lungo di un mezzo minuto.

In tal senso bisognerebbe subito approvare le seguenti leggi:

1) Per le aziende che non dotano i loro dipendenti delle opportune attrezzature e/o che non osservano le norme vigenti si proceda all'espropriazione, al commissariamento ed alla messa all'asta, in modo essa possa essere assorbita da altre aziende (mantenendo in questo modo i posti di lavoro).

2) Per il lavoratori che non osservano le suddette norme venga stracciato il libretto di lavoro e non si consenta loro più di lavorare in alcuna azienda italiana.

3) Per confindustria od i sindacati che pervicacemente difendessero chi non deve essere difeso, si proceda ad una multa pari al valore dell'azienda stessa. Questo lo si potrebbe fare in seguito alla conclusione dei processi che rilevassero responsabilità penali dell'una o dell'altra parte.

Io credo che se questo governo ha avuto il coraggio e la forza di espropriare giustamente le vetture agli ubriachi o gli immobili a chi affitta ai clandestini, esso dovrebbe con altrettanta forza imporre le stesse leggi per chi rischia la vita degli altri e la propria.

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11 giugno, 2008

Mediolanum, giù i mutui!

Lungi da me il fare pubblicità ad una banca, sia essa di Berlusconi che in mano alla Chiesa od alla sinistra.

Le banche, si sa, non godono tra gli italiani di una nomea molto edificante perché negli anni alcune di loro si sono rese protagoniste di scandali e talvolta di truffe.

Ebbene, tra tutte le banche operanti oggi sul mercato italiano ve n'é però una che ha deciso, di sua iniziativa ed ovviamente in linea con le risoluzioni prese dal governo in tema di mutui, di operare unilateralmente una rinegoziazione di quelli cosiddetti "a tasso variabile" per dare una mano a quelle famiglie che non avevano calcolato nelle loro previsioni un'ascesa della rata così eccezionale e pesante.

Parliamo di Banca Mediolanum, il cui presidente Dr.Ennio Doris ha oggi annunciato che, indipendentemente ed in aggiunta alle facilitazioni che il decreto Tremonti ha stabilito in tema di mutui a tasso variabile che anche l'istituto di credito in questione farà la sua parte, rinegoziando il mutuo con un risparmio medio di un ulteriore 0,65% portando così a livelli più sostenibili la rateizzazione di quest'ultimo.

Non solo: tutti sanno che la "portabilità del mutuo" è uno specchietto per le allodole perché a fronte del "costo zero" applicato effettivamente dalle banche vi sono spese di tipo notarile piuttosto pesanti per un utente che già si trovi in difficoltà finanziarie per conto suo. Ebbene, Banca Mediolanum ha pensato di assistere i nuovi clienti nella ricezione di tali mutui rimborsando le spese notarili ed affiancando i suoi esperti per il completamento delle pratiche.

In un clima di crisi economica così gravosa mi sembra che l'iniziativa di Banca Mediolanum vada nella direzione giusta.

P.S: né io né la mia famiglia siamo in alcun modo collegati con Banca Mediolanum, per cui questo articolo non è da interpretarsi a fini di lucro ma semplicemente come un semplce rilievo di stampo economico.

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09 giugno, 2008

Undici suonati ed uno 0-3

Premetto che non sono un appassionato di calcio, sono andato allo stadio in tutto tre volte in vita mia, non me ne frega niente né del campionato né delle coppe, non tifo per nessuno, non ho Sky e non ci penso nemmeno ad abbonarmi, non sto attaccato alla radiolina la domenica ed odio le chiacchere da bar sulle partite di calcio. Seguo solo i mondiali e gli europei, tifo ovviamente per l'Italia ma non mi straccio le vesti se perde così come non divento matto se vince.

Sono un tifoso "freddo" e forse proprio per questo sono un "obiettivo incompetente", ovvero il migliore commentatore possibile perché non condizionato da animosità né da campanilismi.

Ebbene, oggi ho visto la nazionale giocare contro l'Olanda. Direi che dai mondiali non è cambiato assolutamente nulla: schifo avevamo fatto allora - se si eccettua la partita contro la Germania - schifo facciamo ora. La differenza sta tutta nello stellone che fece vincere alla nostra nazionale il titolo mondiale nel 2006, nonostante essa avesse subito il gioco praticamente di tutti i suoi avversari e si fosse salvata sempre dal disastro con le unghie, con San Buffon ed appunto, con una fortuna sfacciata.

Fine del commento tecnico.

Ora inizia quello mediatico, ovvero la nota divertente: a differenza di quanto accade per i tifosi italiani inquadrati in quel di Berna, credo di non aver mai riso così tanto in vita mia. Il commento RAI è stato insuperabile, degno del miglior Petrolini.

Si inizia con i due commentatori che parlano della "qualità tecnica delle due squadre". A sentir loro abbiamo già vinto l'europeo, l'Olanda non fa paura, è una squadra che non ci batte da tre ere geologiche - come se questa fosse una garanzia di vittoria. Loro non hanno niente, i difensori sono lenti e le nostre punte vere macchine da guerra. L'inno nazionale mette i brividi, si canta fieri della nostra superiorità genetico-pallonara. Viene tirato fuori perfino il fatto che Berna ci porta bene e che lunedì di non so quanti secoli orsono Mazzola segnò il gol all'europeo (e ci viene servito un documento storico che potrebbe benissimo essere oggetto di studio in superquark in cui si vedono indistinte forme grigie calciare una cosa rotonda).

Io invece mi ricordo una partita con l'Olanda di un europeo od un mondiale (non ricordo bene) nel 2000 o giù di lì vinta ai rigori, nella quale nella nostra porta evidentemente c'era Dio: Egli si dovette pure impegnare perché subimmo tiri, cross, passaggi, dribbling per tutta la partita e relativi supplementari, come se noi si fosse andati a prendere il caffé. In quell'occasione avemmo tutte le divinità, da Visnù ad Allah, dai Totem ad Hermes dalla nostra parte, in quanto nonostante ci avessero massacrato dal fischio d'inizio a quello finale riuscimmo a vincere la partita. Vabbé, evidentemente la memoria storica dei commentatori si ferma ai risultati. Speriamo bene.

Il match s'incanala subito verso il disastro. I nostri, come fantasmi, corrono dovunque ma la palla è sempre nei piedi degli olandesi che si fanno beffe di noi come e quando vogliono. Non appena la nostra squadra supera la trequarti con un suo attaccante a cui viene proposto il classico schema di chi non sa che pesci pigliare, ovvero "palla lunga e pedalare", le voci dei cronisti si fanno concitate, il gol è ormai una questione formale. Loro ci subiscono - noi siamo più veloci, più tecnici, più in forma, anche più belli, però io evidentemente vedo un'altra partita perché riusciamo a fermarli solo arrivando come dei kamikaze sulle loro gambe. Iniziano le ammonizioni, tutte la nostro carico.

A questo punto nei commentatori non s'insinua il dubbio che non siamo all'altezza, per carità, ma che "segneremo a lungo andare, non subito, non c'é fretta". Già, non c'é fretta, ed infatti ci becchiamo il primo diretto dritto sui denti ed andiamo sotto. Segue una noiosissima analisi del gol, è fuorigioco o non è fuorigioco, Panucci stava a terra e non si sa che ci facesse lì accovacciato, se dolorante, sfiatato oppure se stesse cercando le sue lenti a contatto tra l'erba. Boh, secondo me, fuorigioco o no, il gol era meritato e comunque non giochi a calcio se non accetti il fatto che l'arbitro può benissimo sbagliare.

Dopo il colpo ricevuto, i commentatori, non contenti, continuano: "abbiamo più qualità, c'é tutto il tempo per recuperare, siamo i campioni del mondo ma stiamo messi male sul campo". Già, non sono i nostri giocatori che fanno pietà, è colpa della posizione. Beh, dico, allora se siamo messi male ci vogliono dai tre ai sei secondo per sistemarci meglio. Non faccio in tempo a pronunciare queste parole e ZAC! 2-0 e palla al centro.

I cronisti ci rimangono ovviamente di sasso e cominciano a rincuorare il pubblico con azzardate speranze, cercando più di far coraggio a loro stessi che agli spettatori e negando ciò che è evidente a tutti: giocando così perderemmo anche contro il Bar "Al Sangiovese", amatori di infima categoria.

Finisce il primo tempo. Non ne abbiamo fatta bene una, non un tiro in porta, non un passaggio preciso, solo un sacco di tiracci a vuoto e schemi pari a zero. Io non sono un appassionato di calcio e forse non ne capisco niente ma so riconoscere la cacca dalla cioccolata. Per fortuna, perché sono ghiotto di cioccolata.

Parte nuovamente il commento speranzoso, invece di chiamare un esorcista si fa sapere urbi et orbi che "abbiamo le potenzialità per recuperare, ma vanno innestati Cassano, Del Piero, questo e quello". Ma non era un semplice problema di posizione? Mistero.

Inizia il secondo tempo, la sciatta partita dei nostri continua. I commentatori si prodigano come sempre nei loro consigli tecnici, nella loro arringa difensiva a favore degli azzurri, par di stare in tribunale al processo contro Riina con gli avvocati che difendono l'indifendibile, quando finalmente a metà del secondo tempo riusciamo ad uscire dall'area. Entrano Del Piero e Cassano, eccoli, i campioni del mondo sono tornati, tremate, tremate, la diga olandese può crollare, il primo tiro decente viene parato da Van Der Saar, eccoci alla riscossa, alla resa dei conti! Ma i più abili costruttori di dighe al mondo non si fanno intimorire per nulla e ci ridicolizzano.

Se uno non vedesse la televisione ma ascoltasse solo l'audio non riuscirebbe a capire: "i nostri stanno mettendo sotto pressione l'Olanda che è già allo sbando, sono a corto di fiato, a corto di idee, a corto di soldi e torneranno a casa bastonati come Chiuaua, sono schiacciati nella loro area, andiamo ad accorciare le distanze e poi sotto co rush finale" ma improvvisamente BANG! terzo gol nella nostra porta. Se un cieco sentisse solo il commento, sembrerebbe che fossimo stati noi sotto la loro porta e che loro avessero attraversato il campo ed insaccato in tre centesimi di secondo. Se non vi fossero le immagini a supporto della triste realtà, ovvero che siamo sempre stati sotto assedio, non riusciremmo a capacitarci di questo avvenimento.
Del Piero e Cassano, come indicavano i cronisti, sono entrati e non è successo nulla, finalmente i nostri commentatori si svegliano ed a fine partita si accorgono che "i nostri non vedono l'ora di tornare negli spogliatoi". Ma guarda, io lo sospettavo dall'inizio del match.

Infine la ciliegina sulla torta a suggello della delirante telecronaca: "Vabbé, ora pensiamo alla Romania, possiamo recuperare..."

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07 giugno, 2008

Nostri diritti e loro doveri

Leggendo qua e là sembra che tutti i mali del mondo provengano dall'immigrazione clandestina e dalla delinquenza organizzata: l'italiano, infatti, storicamente tende a scaricare la colpa di ciò che gli accade solo sugli altri, sgravandosi l'animo dalla responsabilità di malegestioni e di ruberie varie.

Ho già postato numerosi articoli inerenti ai clandestini ed alla linea dura che si deve adottare, così come ho già postato altrettanti articoli che trattavano di criminalità organizzata e pene severissime da comminare. Tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi sanno che sono un paladino della tolleranza zero e per quanto concerne tali problematiche è ovvio che con me si sfonda la classica porta aperta.

Il problema però, volenti o nolenti, non sono solamente i clandestini. Certamente la questione dell'immigrazione è una delle più urgenti, se non la più urgente in assoluto, però non dobbiamo mai dimenticare che molti problemi provengono da noi, da scelte scellerate fatte nel passato, da una visione ristretta della realtà e dal menefreghismo di tanti miei concittadini, in cui m'includo anch'io se non altro perché sono italiano come loro.

Spesso l'italiano parla dei rifiuti di Napoli scandalizzandosi per la spazzatura giacente per le strade del capoluogo partenopeo ma poi negli atti più semplici ed apparentemente innocui fa la sua parte: butta la cicca per terra, il biglietto dell'autobus sul marciapiede, abbandona il carrello vuoto per la pigrizia di non portarlo al suo posto. L'italiano parla dei politici ladri ma se può evade le tasse, parla della delinquenza dilagante ma quando qualcuno gli fa notare che ha violato il codice della strada s'inalbera e si arrabbia surriscaldandosi, parla dell'educazione dei figli ma se un insegnate rimprovera o magari tira uno sberlone al suo, parte immediatamente la conseguente denuncia, invece di punire con due ceffoni il pargolo quando egli rientra a casa.

Certo, nessuna persona normale squarterebbe una persona o si sognerebbe mai di rapinare a mano armata un anziano o di entrare la notte in un appartamento, però da piccoli segnali si dovrebbe trarre una lezione per migliorare il nostro modus vivendi, anche quello tra noi italiani d.o.c., nella nostra stessa comunità e senza ridurre tutto al solo clandestino, camorrista o politico incapace.

Si parte dalla cartaccia, appunto, buttata per terra, per arrivare alla scelta di non accettare le centrali nucleari e le discariche per il bene dell'Italia (e quindi del proprio) passando alla mancanza di educazione che ognuno di noi sarebbe chiamato a dimostrare quando subisce un piccolo torto.

Anche noi, persone che si autodefininiamo più o meno a ragione oneste e civili dobbiamo dare il nostro contributo per migliorare la società nella quale viviamo, perché nessuno potrà mai dire che abbiamo fatto abbastanza e perché la coscienza civica è un contenitore che non arriva mai al colmo.

Il tutto, ovviamente, senza sminuire i grossi problemi che certa immigrazione porta con sé all'interno del nostro paese.

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06 giugno, 2008

Napolitano Napoletano

Ieri il Presidente della Repubblica se n'é uscito con una delle sue. Ha affermato: "gli italiani siano consapevoli che molti dei rifiuti tossici del Nord sono finiti in Campania", esibendo un documento.

Bene, e allora?

Forse che Napolitano vuole farci sentire in colpa al fine di indurci a smaltire i rifiuti di Napoli vita natural durante?
Se i rifiuti tossici sono finiti in Campania un motivo ci sarà. Si chiama camorra. Si chiama indolenza delle popolazioni locali, che pur sapendo quello che succedeva se ne sono strafregate altamente. Si chiama corruzione, una catena senza fine che va dagli amministratori fino a coloro che, per convenienza od apatia hanno girato la testa dall'altra parte. Fin che la barca va, lasciala andare. Massì, poi quando affonda è tutta colpa degli altri.

Il problema, come di sinistra consuetudine, è ancora una volta ribaltato: se uno mi propone di scaricare i suoi rifiuti nella mia camera da letto, bussa alla mia porta ed io gli permetto di entrare per inedia o magari per soldi, poi non posso lamentarmi se quando vado a dormire la mia camera è irrimediabilmente inagibile.

Il paragone di cui sopra è logico e calzante, perché chi vuole fare il furbo trova terreno fertile se anche l'altra parte si crede furba.

E' così per i clandestini, che sono venuti qui per delinquere ed hanno trovato un governo che li ha accolti con le braccia aperte. Il furbo governo poi ha subito il tracollo: la colpa non è solo del clandestino, che in fondo ha fatto i suoi interessi trovando un humus ideale per le sue scelleratezze, ma è maggiormente da imputarsi allo stesso esecutivo che ha tollerato la sua presenza sul suolo nazionale.

E' così per gli ambientalisti, che hanno condannato l'Italia alla dipendenza energetica scambiando una scelta vitale per i voti di un pugno di noglobal unni. La colpa della crisi energetica non è della Francia, che giustamente approfitta delle nostre difficoltà per venderci l'energia elettrica a prezzi stellari, ma nostra, poiché quando abbiamo votato il referendum non abbiamo ragionato a lungo termine, pensando che le vacche potessero essere grasse in eterno.

Potrei fare milioni di esempi ma mi fermo qui: in sintesi vale la regola che afferma "chi è causa del suo mal pianga se stesso" e se gli altri poi ne approfittano esiste un aggettivo spagnolo appropriato: cojon!

Ebbene, questa logica per Napolitano non vale: abbiamo scoperto che il nostro Presidente è sordo da un orecchio. Invece di prendersela con le sciagurate amministrazioni di sinistra campane (a proposito, non una parola su Bassolino e la Jervolino, che sono ancora lì) se la prende col Nord, che ha approfittato della situazione.

Va bene, lo ammetto: il Nord ha avuto i suoi vantaggi nel portare al Sud i suoi rifiuti e può avere le sue colpe.

Però, Presidente, Lei non se la cava così: ora tiriamo fuori un bilancino e cominciamo a pesare le varie porcherie per cui il Nord vanta crediti.

Innanzitutto la Campania è tutt'ora debitrice per lo smaltimento di rifiuti che altre regioni e società ad esse connesse hanno smaltito nel passato, tanto che vi sono istanze in molti tribunali d'Italia per ottenere quanto pattuito e relativi risarcimenti.

Inoltre dovremmo ricordare all'Esimio Presidente che è dalla fine della guerra che il Nord ha mantenuto la Campania con Himalaya annuali di miliardi e che mentre qui ci si spacca la schiena per lavorare, in quel di Napoli spesso non si pagano tasse, si concedono a tutto gas false indennità, falsi posti di lavoro, si pensionano falsi invalidi e si malversano Vesuvi di denaro. So che devo fare dei distinguo, vi sono molti campani onestissimi, ma il trend è quello ed è innegabile in quanto i fatti non mentono.

Perché lo smemorato Napolitano non tira fuori le cifre della Cassa del Mezzogiorno e degli investimenti europei dirottati dritti nelle tasche degli amministratori napoletani, i quali hanno pure elargito favori alla cittadinanza che ha pensato bene di riconfermarli fino all'esplosione del problema rifiuti?

Perché la cittadinanza invece di assalire la polizia non va a casa dei camorristi (che conosce benissimo) e li appende tutti per i piedi come venne fatto con un personaggio illustre qui al Nord?

Perché i napoletani hanno accettato i favoritismi, le lusinghe, il guadagno facile e furbesco spesso elargito a piene mani dai propri politici in cambio del loro voto? Perché Bassolino è al potere da una vita, così come una giunta di sinistra che si accorge solo ora della presenza dei rifiuti tossici? Forse che i cittadini campani prima di questa vicenda non sapevano tutto ciò?

Perché quando enfatizza i "princìpi" di cui si riempie la bocca, il nostro Giorgio non ammonisce che la coerenza costa e la tentazione dei soldi facili addossa a chi li percepisce una responsabilità perfino maggiore di chi li offre?

Perché quando Napolitano accusa il Nord di tutte le nefandezze possibili non dice che proprio grazie alle fabbriche del Nord molti cittadini del Sud hanno potuto vivere, mantenere le loro famiglie, trovare un lavoro magari emigrando e stabilendosi nelle regioni settentrionali che li hanno ospitati?

Perché i cittadini del Sud quando stanno fuori dal loro territorio diventano lavoratori fantastici, modelli di professionalità e di operosità che tutto il mondo ci invidia mentre a casa loro non c'é nulla che funzioni? Ci sarà pure un motivo!

Non sono nella posizione di dare dei consigli ad un comunista, tanto qualunque elementare logica trova in quella fazione politica il suo naturale collasso ed inoltre so già come va a finire: distinguiamo, eccepiamo, non facciamo di tutta l'erba un fascio, alla fine la colpa è del centrodestra anche quando ha governato il centrosinistra. Le solite balle, insomma, anzi, ecoballe, ma le montagne di rifiuti non distinguono né eccepiscono perché sono lì, reali e concrete, a testimoniare lo sfacelo di un modus vivendi non più tollerabile.

Eh sì, il nostro Presidente è davvero elegante, quando si limita a tagliare i nastri...

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05 giugno, 2008

Date, fedeli, date!

Il Papa ha sempre ragione per definizione, é un assioma, un postulato, un dogma perché qualunque cosa dica essa è ispirata da Dio e ciò che dice il Sommo non si può contraddire.

E che caspita, Lui è il Suo vicario, il Suo portavoce: con un capo del genere mica ci si aspetta che Benedetto XVI dica stupidaggini, altroché quel poveraccio di Bonaiuti che è costretto a trascrivere le parole di Berlusconi, questo sì è uno che prende del posto!

Grazie al Verbo del Papa (che spesso coincide con quello dei comunisti - lo hanno detto anche loro che Cristo fu il primo comunista, no?) abbiamo appreso che in Italia le porte all'immigrazione dovrebbero essere aperte a tutti; esattamente come ci dice l'Europa, forse Dio è europeista e le famose "Lire di Dio" in realtà sono "Euro di Dio" se non altro visto quanto valgono sul mercato internazionale.

E quindi alé, apriamo le frontiere con caritatevole misericordia, indossiamo un saio e mettiamoci a parlare con il lupo, tanto poi ci penserà la provvidenza ad ammansirlo. E se ci sbrana affronteremo la morte cantando, da bravi osservanti, come fecero i nostri antenati mentre i leoni li pappavano nelle arene.

Questa sì è carità cristiana, questo sì è porgere l'altra guancia - e non solo le guance!

"Cari Fedeli" ci dice il Vicario di Dio, "non abbiate paura di essere derubati, date, date, date tutto ciò che avete e vi sarà restituito in Paradiso con gli interessi, perché Dio è un grande economista, molto più di Tremonti: ed ora scusatemi, sono in ritardo perché devo andare ad attivare gli allarmi delle camere blindate in cui sono custoditi i tesori del Vaticano".

Perfetto. Un discorso coerente, che fila, pragmatico, altissimo, oserei dire troposferico: ma che vi saltano in testa dubbi e congetture? Il Verbo è stato ispirato dall'Assoluto con cui Benedetto parla nighttime.

Date, date, date, che quando vi hanno svuotato la casa non avrete più motivo di temere i ladri.

Lo dico anche alle donne: datela, datela, datela al violentatore entrato nel nostro paese senza un volto ed un'identità, che vi incantona in un angolo buio. Che sono queste omofobìe? Avrà pur diritto anche lui alla sua fetta di felicità ed ad un sano coito, come ogni italiano che si rispetti!

Date, date, date il denaro alle banche vaticane, che sanno bene come fare la carità...

Date, date, date la macchina al balcanico sbronzo, così falcia il prato ai margini delle strade e si risparmiano i soldi dei diserbanti.

Date, date, date i permessi di soggiorno come si dà il verderame, l'integrazione culturale è un dovere, le moschee prolifichino pure, appunto, come moschee, a patto che stiano ad almeno un chilometro dalle chiese. Perché? Boh, però l'ha detto Dio sempre nighttime!

Date, date, date alla società molti, molti bambini perché i bambini sono l'avvenire di un paese. Come? I bambini costano più dei preservativi e non ce la fate a mantenerli? Allora astenetevi dal sesso, magari oltre a sentire le pulsioni più umane volete pure mangiare e dormire, pretenziosi!

Ma stanotte è stato diverso, udite, udite, in sogno una visione di Dio l'ho avuta io:

Egli era su un grande trono, mi guardava con sguardo amorevole. Sentivo in Lui una luce ed una forza dirompente. Gli ho detto "Scusami se ho dubitato di Te ma sai, talvolta l'intelletto che mi hai generosamente dato m'induce a riflettere e so che il Tuo portavoce non ama alcun revisionismo". Ed Egli con voce possente ma che denotava una certa delusione mi ha risposto: "Fa niente, Io cerco di cambiare portavoce mediamente ogni ventina d'anni ma questi o non capiscono o non stanno a sentire". "Comunque" mi dice "sono d'accordo che in Italia si accolgano il più possibile gli extracomunitari: facciamo così, non destinate più l'8 per mille alla Chiesa Cattolica e non devolvete più nemmeno le montagne di soldi che ogni anno le versate grazie al concordato. Inoltre eliminate pure l'esenzione dal pagamento dell'ICI per chiese e proprietà del Vaticano, perché la mia Prima Casa è il Paradiso e perché sono indubbiamente considerabili come edifici di classe A1. Vi chiedo però che tutti i soldi che ricaverete da questa operazione, anziché al Vaticano vengano destinati ai poveri clandestini che non hanno nulla, accoglietene più che potete, vedete voi quello che potete fare. Così sia!".

Stamattina mi sono svegliato ed alla luce di questa nuova Rivelazione sono corso a chiedere udienza in Vaticano.

"Non era Dio, era il Demonio travestito !!!", mi è stato risposto.
Già, come ho fatto a non pensarci prima...

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03 giugno, 2008

FAO FArlOcco

Tra tutti i carrozzoni dell'ONU (che a buon titolo potremmo definire la carovana circense principale) la FAO è uno dei più costosi ed inutili.

Mi correggo: una scala di valori per inutilità è assolutamente impossibile da commensurare, dal momento che tutta l'ONU, le sue para-organizzazioni, le sue "risoluzioni" ed i suoi moniti sono rispettivamente evanescenti visioni oniriche e carta straccia.

Solo la sinistra guarda ancora all'ONU pensando se non di risolvere, di tamponare qualche problema: la moratoria sulla pena di morte è stata istanziata da Prodi, accettata dall'ONU e come al solito violata da tutti i paesi che dell'ONU se ne strafregano (ovvero la totalità), ma in particolare da quelli che condannano la gente all'impiccagione perché hanno letto una Bibbia od alla famosa pallottola nel cervello per aver parlato male del regime.

Ebbene, in questa occasione si è pensato di non invitare i criminali Ahmadinejad e Mougabe "alla cena della FAO" a Roma.
Tié, così si fa, avrà pensato Ban-Ki-Moon (vivrà costui sulla Luna?), tu minacci Israele di olocausto e così non potrai gustare i manicaretti che esperti chef internazionali hanno preparato alla faccia di chi crepa di fame per non aver nemmeno un pugno di riso con cui ingozzarsi.

Eh sì, l'ONU sa davvero imporsi quando lo vuole, soprattutto contro quei paesi che cercano di salvare i propri cittadini dalle bande di clandestini che imperversano impuniti nelle loro città. Che poi essi accoltellino, sbudellino, violentino, rubino e travolgano, ubriachi, è un dettaglio marginale, l'importante è far sentire la propria voce nei momenti sbagliati e con i paesi sbagliati: con Cuba, la Somalia, la Cina, la Birmania, la Siria invece si può ammiccare al Gran Galà.

Però non con Ahmadinejad e Mougabe: essi non potranno raccontarsi le barzellette con i commensali (ovvero su come la FAO si adopera per risolvere il problema della fame nel mondo), non potranno scroccare una cena luculliana, non potranno fumarsi un buon sigaro dopo che, ben pasciuti e soddisfatti, avranno finito la loro mousse di cioccolato con vellutata alla fragola: dovranno tornarsene a casa, costoro, a massacrare inermi civili con la pancia vuota. E magari grazie a quest'iniziativa, l'ONU tutta si augura che essi muoiano di fame, visto che la loro pancia non si può riempire nemmeno con il piombo, essendo i tiranni intoccabili e protetti dal loro status diplomatico anche se si chiamano Lucifero.

Una giusta punizione, non c'é che dire, e se alla prossima riunione Ahmadinejad avrà già nuclearizzato Tel Aviv magari si potrebbe pensare anche di non rimborsargli il biglietto aereo.

La giustizia delle Nazioni Unite lo richiede.

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