Libere Risonanze: ottobre 2008

30 ottobre, 2008

Non vogliamo PrimiGrilli!

E' successo. Finalmente è successo. Era ora.
Comunque la si pensi riguardo alle manifestazioni sulla scuola, una cosa è certa: nell'episodio che esporrò gli studenti non si sono fatti irretire.
Bologna, 30 Ottobre 2008. Un corteo studentesco passa per le strade della città. Grillo ed i suoi adepti, sempre pronti a manifestare il loro dissenso contro tutto e tutti, vorrebbero cogliere l'occasione per fare il solito numero degli italiani incazzati cercando di unirsi al corteo, vedi link.
Ma stavolta accade l'imponderabile: gli studenti, per nulla d'accordo, cacciano via a male parole al grido di "non vogliamo primedonne!" il comico genovese, che deve di conseguenza battere in ritirata. La piazza è loro, non di chi cerca di cavalcare la protesta. Che c'entra Grillo con gli studenti? Mah.
Gli studenti possono aver torto o ragione, questo è un quesito che ognuno di noi può valutare secondo coscienza, capacità di analisi e conoscenza delle leggi appena approvate. Ma un fatto dobbiamo riconoscere agli studenti in piazza: non si sono fatti affascinare dalle sirene degli affabulatori, solo loro possono manifestare perché il problema è appunto il loro.
Ripeto, che poi facciano bene o male questo è argomento di riflessione personale su cui ho già postato.
L'era degli indignati per mestiere, di coloro che ideologicamente si uniscono alle proteste degli altri sembra definitivamente tramontare. Chi arringa come se possedesse la Verità nelle sue mani, chi sfrutta il malcontento altrui, chi si presenta alle manifestazioni credendo di portare una qualche autorevolezza pur essendo assolutamente fuori luogo, viene finalmente cacciato a pedate.
Da tempo in Italia vige una brutta consuetudine, ovvero quella di accogliere tra i manifestanti personaggi che non c'entrano nulla con chi protesta: si iniziò con le "praeficae", donne romane che piangevano a pagamento ai funerali (ma esse almeno erano accettate e pagate dai parenti del defunto) per finire con Di Pietro, che faceva bella mostra di sé nelle manifestazioni dei piloti Alitalia i quali applaudivano all'annuncio del loro licenziamento.
In questo lungo lasso temporale ne abbiamo viste di cotte e di crude. Cantanti, giornalisti, politici, intellettualoidi, comici, ex-terroristi, perfino pornostar hanno sfilato per le vie urbane portando la loro dose di "autorevolezza" al mulino dei dimostranti: e chi di autorevolezza non ne aveva, solidarizzava mostrando le tette (guarda qui che ben di Dio immolo per la Causa...). Poi essi tornavano a casa e forti della pubblicità occulta ricevuta in cambio, scrivevano un libro, articoli od organizzavano spettacoli sull'argomento, sicuri che la folla-bue li avrebbe seguiti nelle loro superficiali e pallide dissertazioni. Finora ciò ha funzionato.
Ma oggi è successo qualcosa di imprevisto.
Speriamo solo che ora certi personaggi non scrivano un libro dal titolo "Come fui cacciato dalla manifestazione"...

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29 ottobre, 2008

Se il nazista prende il fucile

Questa campagna elettorale USA tra Obama e McCain non mi appassiona per niente. Innanzitutto spero di sbagliarmi ma ritengo entrambi due pirla, uno mi sembra una specie di rockstar, l'altro una vecchia ciabatta che ha fatto il suo tempo. In queste elezioni nulla di particolarmente degno di nota, solo una diatriba creata ad arte dai giornali sul voto dei bianchi e dei neri, peraltro assurda e palesemente ipotetica. Pertanto spesso spengo la tivù o salto l'articolo del giornale che li riguarda.
Ciò che invece mi ha fatto saltare sulla sedia è stato il piano messo a punto da alcuni neonazisti per uccidere, secondo una certa liturgia numerica, molte persone nere e che sarebbe dovuta terminare con la ciliegina sulla torta dell'attentato contro Obama.
Ebbene, spero vivamente che gli Stati Uniti d'America comminino a questi criminali la massima pena: un bel giro di giostra sulla sedia elettrica, magari aumentando con oculata gradualità la corrente.
Progettare di uccidere persone innocenti per un motivo cretino come il colore della pelle è tra le cose più infami ed idiote che abbia mai sentito. Tantopiù che cercare di uccidere Obama aggrava solo la situazione, perché oltre alle motivazioni razziali interviene il fatto che si sarebbe cercato di colpire l'istituzione più alta della democrazia mondiale, l'eventuale presidente degli Stati Uniti D'America.
I neonazisti, insomma, adottano come loro credo la peggior avversione a quelle che sono idee riconosciute e condivise sul diritto all'uguaglianza: mi spiego.
Nel mondo fisicamente siamo tutti uguali e partiamo tutti dallo stesso livello. Abbiamo caratteri somatici diversi ma non incidono per nulla su ciò che siamo. Ciò che ci distingue è il percorso che facciamo in seguito alla nascita.
Se un nero viene in Italia per delinquere dovrebbe essere cacciato a pedate. Per un romeno è lo stesso. Per un inglese od un cinese è la stessa cosa. Per un italiano che all'estero delinque, idem.
Come si vede non focalizzo la questione sulla razza ma sul comportamento. Ovviamente vi sono paesi in cui il divario tra la nostra e la loro civiltà è così enorme da costituire un problema nel momento in cui i popoli si fondono. Ma anche in questo caso occorre fare una netta suddivisione. Prendiamo l'Islam ad esempio ma potremmo prendere anche il cattolicesimo, l'ebraismo od il buddismo.
Vi sono islamici i cui costumi sono diversi dai nostri e così pure i loro usi. Ma tali persone, una volta nel nostro paese, si adattano perfettamente alle nostre leggi che prescrivono il rispetto per l'altro e la sua libertà. Nel nostro paese l'introduzione di un'usanza che vìoli le nostre norme dev'essere eliminata, in caso contrario può tranquillamente trovare la sua libera espressione.
Chi viene qui e pretende di imporre le sue regole anche se cozzano con le leggi è un fuorilegge. Per questo motivo non si può parlare di razzismo ma solo di differenziazione.
Ovviamente gli immigrati che, ad esempio, vengono dall'Africa (e quindi neri) hanno generalmente tradizioni infinitamente diverse dalle nostre: pertanto essi sono più a rischio di non ottemperanza delle nostre leggi rispetto ad altri popoli che invece condividono i nostri stessi valori quali possono essere che so, francesi o spagnoli. Infatti, come si sa, lo stesso mal interpretato "razzismo" che si adotta per i neri lo si adotta anche per i rom (che pure sono bianchi ed europei): e allora come la mettiamo col razzismo che deriva dal colore della pelle? La repulsione della gente per certe etnie non deriva dal fatto che hanno una pelle diversa dalla nostra, ma perché spesso vìolano certe nostre regole perché per tradizione sul loro tavolo si gioca diversamente. Il clandestino, non potendo permettersi un lavoro regolare, violerà le leggi. Il fanatico religioso, non accettando altra legge che non la sharìa, violerà le leggi.
Il nazista invece non la pensa così. Il nazista ne fa una questione di pelle e di razza, punto e basta. Tu sei inferiore in quanto nero, non in quanto ti comporti in un certo modo. E quindi io ti uccido.
Proprio per il motivo della non accettazione delle regole, le stesse che devono valere per neri, gialli, rossi o bianchi, invoco per i neonazisti bianchi ed americani la pena capitale.
Essi non possono essere giudicati per il colore della loro pelle, devono essere giudicati per le loro azioni. E quale azione è più bieca di una strage di innocenti?

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27 ottobre, 2008

Matematiche sinistre

Che la sinistra e la matematica non fossero mai andate d'accordo è risaputo: le sinistre hanno portato lo sfascio in ogni paese che hanno governato. Hanno fatto a pezzi l'economia, hanno riempito di tasse i cittadini, hanno fatto entrare maree di clandestini. Insomma, matematica e sinistra fanno a cazzotti perché il vizio di non saper calcolare poi manda all'inferno il paese.

Manifestazione di sabato 25 ottobre 2008. Un trionfale comunicato del PD afferma che "Veltroni ha portato in piazza due milioni e mezzo di seguaci". A me questa affermazione è parsa subito come quella di un giornalista del telegiornale che disse che la Luna distava mediamente trecentocinquanta miliardi di chilometri dalla Terra.
Una comica.
Diamo comunque per buona questa affermazione ed iniziamo ad indagare.
Come si vede dalle foto dall'alto solo Il Circo Massimo è gremito (e tra l'altro non tutto, la parte in fondo è vuota e nella parte inferiore vi sono numerosi palchi). Poche persone si notano nelle vie limitrofe alla piazza. Da ciò si desume che quasi tutto quanto il popolo del PD se ne stava ad ascoltare le storielle di Walter dentro al Circo Massimo (chissà, forse D'Alema avrà pensato che il luogo fosse stato dedicato a lui).
Ebbene, facciamo un pò di conti: il Circo Massimo ha oggi un'estensione utile di 72.000 mq. essendo stato nel passato delle ragguardevoli dimensioni di 600 metri in lunghezza e 140 in larghezza (in tutto faceva 84.000 mq. ma occorre sottrarre le zone ora inagibili)
vedi link
Ebbene, considerando il Circo Massimo completamente pieno e collocando ipoteticamente in ogni suo metro quadrato ben quattro persone (ovvero in uno "scacco" di un metro per un metro - cosa tra l'altro da guinness dei primati in cui riuscirebbero solo i cinesi) la matematica ci svela che nel Circo Massimo vi starebbero non più di 4 x 72.000 = 288.000 persone. Ma anche nel caso in cui il circo Massimo fosse considerato dell'estensione originaria, ovvero 84.000 mq. la sua capienza sarebbe di 4 x 84.000 = 336.000 persone.
Guardando la foto, comunque, si vede che il Circo Massimo per quasi un terzo (quello superiore) è completamente vuoto, quindi le stime molto ottimistiche di circa 300.000 persone decrescono di almeno 1/3. La cifra esatta dei manifestanti, quindi, dovrebbe aggirarsi sulle 200.000 unità. Comunque anche se i manifestanti nelle vie attorno al Circo Massimo contenessero altrettante 200.000 persone la musica non cambierebbe.
Affermare infatti che la manifestazione abbia portato in piazza due milioni e mezzo di persone è pura pazzìa. Se sottraiamo a 2.500.000 manifestanti i 200.000 del Circo Massimo dovremmo aspettarci che le vie di Roma fossero intasate da ben 2.300.000 altri sinistri (ovvero ben undici volte e mezzo la gente che c'era al Circo) il che è un'assurdità per il fatto che primo: come notato in precedenza la foto mostra le vie d'accesso quasi sgombre, secondo: che una folla di 2.300.000 persone distribuite nelle vie di Roma avrebbe dato origine ad un assembramento di gente tale da far finire la file a Napoli e Firenze.
Un fatto tra tutti dimostra quanto sia assurda l'affermazione del PD di aver fatto scendere per le strade di Roma, esclusi i 200.000 del circo Massimo, 2.300.000 persone: si consideri che Roma possiede all'incirca 2.700.000 abitanti (ma su un'area di ben 1.285 Kmq e non su 72.000 mq!!! - vedi link
Ora, l'aver portato nelle rimanenti vie di Roma 2.300.000 persone in parte abitanti ed in parte no, avrebbe voluto dire riversare praticamente quasi tutta Roma sulle strade - senza considerare chi è venuto da fuori.
Una transumanza del genere avrebbe intasato Roma al punto da farla andare in tilt per almeno tre giorni.
Questi sono i guinness dei sinistri. I guinness dei primati.
Ma che la piazza fosse dei primati, beh, in quel caso sono d'accordo anch'io.

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25 ottobre, 2008

Manifestinazione

Di manifestazioni ne ho viste un sacco: rosse, bianche, nere, azzurre. Ma che una manifestazione abbia mai cambiato nulla è altrettanto appurato.
Non cambiò il governo di centrosinistra la famosa manifestazione della Casa delle Liberà nel Dicembre di due anni fa dopo che già il governo era in netta minoranza. Non cambierà l'assetto e le decisioni del governo questa del PD, tantopiù che esso gode di strabiliante salute.
Dicamocelo francamente: la manifestazione politica è una scusa, è un'allegra scampagnata, un festival della grigliata, un barbecue a cielo aperto, una sagra del panino e dell'alimentazione al sacco, un'occasione per rivedere amici e parenti che convergono tutti nello stesso punto.
La dimostrazione di questa affermazione è che le manifestazioni riescono sempre quando c'é bel tempo, come per la Stramilano. Se c'é freddo e piove col cavolo che la gente va in piazza, il sinistro (così come il destro) preferisce vedersi un buon film al cinema od un bel DVD insieme alla morosa, ma chi glie lo fa fare. La pioggia ed il fretto hanno l'effetto di smorzare la protesta politica, di ingentilire gli animi, di diluire le granitiche convinzioni.
Incazzati sì, ma metereopatici.
Questa del PD è la più sgangherata manifestazione che ho mai visto. A parte l'inutilità sopra descritta, non lo è tanto per i numeri (il 30% dell'opposizione è pur sempre in grado di riempire le piazze) ma per il contrasto stridente tra l'apparenza che si vuole dare al paese Italia e la realtà in cui versa la sinistra.
Ad una sinistra divisa ed in stato comatoso che non riesce a raccogliere tutta insieme più del 30-35% dei consensi e frammentata da odi e da litigi, una sola cosa resta: la piazza. Un giorno Prodi disse: "la politica non si fa in piazza ma in parlamento". Forse fu l'unica cosa parzialmente esatta che riuscì ad elaborare in due anni di operetta: scrivo "parzialmente" perché in realtà la politica parlamentare deriva a sua volta da una scelta politica ben più determinante che è data dalla chiamata alle urne. La vera politica di una nazione, quindi, la fa la maggioranza del suo popolo indirizzandone gli aspetti verso chi meglio si prende carico delle sue aspettative.
Una manifestazione del genere è priva di senso perché, a differenza di quelle di categoria che mirano a precise istanze (giuste o sbagliate che siano) non può puntare assolutamente a nulla se non a dire al paese "ci siamo anche noi e facciamo sentire la nostra voce". Far sentire la propria voce, però, non è garanzia di successo: si può parlare molto e dire poco o nulla. Un esempio sono le manifestazioni studentesche fracassone che si oppongono a provvedimenti che i ragazzi ignorano: anche quelle sono manifestazioni "di convenienza" perché servono esclusivamente a marinare la scuola.
Anche le scimmie urlatrici, insomma, fanno sentire la loro voce, ma non ho mai sentito alcun scienziato affermare che ne ritenesse una degna del nobel.
Il dimostrare a tutti i costi che "il popolo della sinistra c'é" è cosa ovvia ed assurda. Sappiamo
bene che in Italia vi è una parte molto minoritaria della cittadinanza che voterebbe Veltroni anche se egli riempisse loro la casa di extracomunitari e li mandasse alla bancarotta. Lo zoccolo duro è sempre esistito da che mondo è mondo e sempre esisterà. Quello che quindi la sinistra vuole dimostrare esaltando la sua manifestazione è del tutto scontato: se domani il PDL e la Lega organizzassero una manfestazione in sostegno del governo riempirebbero un'area che va da Roma a Napoli. Ma anch'essi non avrebbero dimostrato niente se non che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani parteggia per l'attuale governo, cosa peraltro già nota a tutti grazie a regolari elezioni ed ai sondaggi d'opinione quotidiani.
Chi ha speso soldi e perso un giorno di lavoro o di riposo, quindi, ha buttato via le sue risorse per una cosa inutile. Bene ha detto Cacciari: "Non me ne frega niente".
Domani mattina ricomincerà tutto come prima. Il governo, che ha la maggioranza assoluta in parlamento, continuerà per la sua strada. Chi sostiene il governo continuerà a fregarsi le mani ed ad appoggiarlo nel suo efficace decisionismo. Chi odia il governo continuerà a farsi venire il fegato grosso, a mandare giù il rospo, a subire il disinteresse di chi intelligentemente ha voltato le spalle ad un partito avulso dalla realtà come il PD.
Veltroni abbaierà, Berlusconi promulgherà: insomma, tutto come prima, tranne il portafoglio dei sinistri alleggerito un bel centone speso per passare la giornata a fischiare ed urlare.
Non c'é che dire, un modo intelligente per gestire i propri soldi...

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24 ottobre, 2008

Undici proposte per la squola moderna

In questi tempi di strumentalizzazioni ricordo un post sulla scuola che scrissi in tempi non sospetti:



Ebbene, comincio a pensare che i sinistri abbiano ragione, la riforma del governo fa schifo e quindi occorre vararne subito una siffatta, che tenga conto cioé delle esigenze di ognuno:


Art.1) Gli studenti possono impunemente occupare scuole, università, licei e quant'altro. Lo stato dovrà farsi carico dell'acquisto di letti, TV al plasma per la visione del Grande Fratello e vettovaglie fino alla fine dell'occupazione, fornendo anche debito supporto morale, ovvero organizzando happenings con cantautori e rockstar che tengano i loro concerti nei corridoi delle suddette strutture.


Art.2) Sia consentito ai manifestanti e/o occupanti di picchiare selvaggiamente i nazisti che vogliono seguire le lezioni. In caso di intervento della polizia si raccomanda agli studenti di portare in tribunale i poliziotti, invocando il precedente del caso "Istituto Diaz".


Art.3) Si ritorni immediatamente ai giudizi cancellando il sistema di valutazione espresso in voti. Saranno ammessi giudizi come "Lo studente appare oggettivamente svogliato ma l'intrinseca attività didattica intesa come humus globalizzante riuscirà entro le prossime tre resurrezioni ad intaccare la personalità poliedrica ed eclettica dello studente, avvicinando il suo percorso formativo alla proposta educativa in divenire nell'io freudiano dello scolaro, rendendo adeguato l'aspetto critico inerente al contesto sociologico attualmente predominante".


Art.4) Si impieghino subito tutte le tasse prelevate dagli italiani per costruire dei Luna Park nelle aule degli istituti. In caso di brutto voto lo studente acquisirà per diritto 50 biglietti del calcioinculo e se riuscirà a prendere la coda verrà promosso anticipatamente su due piedi.


Art.5) Si cancelli subito la norma degli esami di riparazione e si torni ai debiti formativi: tali debiti potranno essere scontati nell'età pensionabile.


Art.6) Si assumano immediatamente seicentotrentadue professori per classe: ove ci fossero più professori che studenti si installi subito una sega circolare all'entrata della scuola così da raddoppiare ad ogni ingresso il numero degli studenti. Ogni emistudente disporrà pertanto di un professore personale. Inoltre, essendo l'Italia un paese razzista, si installino davanti alle porte riservate all'entrata degli stranieri quattro seghe circolari invece di due. Così lo studente per tre quarti seguirà i corsi regolari e per un quarto quello di italiano.


Art.7) Si costruisca un'aula apposita per ogni culto praticato nella scuola. Per chi adora i totem si costruisca un'aula dal soffitto alto almeno metri 5.


Art.8) Il programma scolastico venga ridotto alle dimensioni di un Bignami. S'istituiscano gli esami sulla falsariga di "Chi vuol essere milionario" con gli aiuti del pubblico e la telefonata a casa.


Art.9) Venga subito attivato un esame di scrittura avanzata per cellulare, quello con le k al posto del ch e con la x al posto del per.


Art.10) Venga cancellata la norma del 5 in condotta. Per essere bocciati sia necessario che allo studente venga comminato un voto intero negativo che sarà assegnato ad esempio nel caso in cui l'allievo scateni la terza guerra mondiale (od equivalenti).


Art.11) Infine l'esame di maturità.
Per considerare maturo uno studente gli si dovrà chiedere: in quale nazione si trovi Roma (geografia). Se ho tre mele e ne mangio due, quante mele restano? (matematica). Quando lascio cadere un pallone ad un metro da terra in che verso va? (fisica). Chi era Stalin? (storia, da sapere assolutamente, scegliere tra tre risposte: un santo - un patriota - un illuminato politico). Coniugazione dell'imperfetto (se poi è imperfetta lo studente ci prende, grammatica). Quante seghe ti fai in bagno? (biologia). Che suonerie usi per il telefonino? (informatica). Sei abbonato a Sky Sport? (educazione fisica). Una bestemmia a piacere (religione). Il graffito sul muro davanti alla casa della figa di quarta B (lettere). Come si chiama il leader dei Darkness? (inglese). Che band ha accompagnato Dante Alighieri nel suo viaggio? (di coca, intendiamo... letteratura. Due scelte :Virgilius il bassista o Beatrix la vocalist).


Sicuri in questo modo di riuscire a competere e vincere la sfida con i paesi emergenti nei quali gli studenti si spaccano la schiena sui libri dalla mattina presto a notte fonda, riteniamo che le nostre future classi dirigenti sapranno dare una risposta alle più profonde esigenze del paese.
Quando Di Pietro parla ne abbiamo un esempio.


Che Dio ce la mandi buona, anzi, Madonna.

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20 ottobre, 2008

Opposizione cercasi

E' da Aprile che godo. Nemmeno Pamela Anderson nelle sue giornate di grazia potrebbe farmi godere in questo modo. La sinistra, invece, ci riesce.
Oggi si è consumata l'ennesima frattura (o forse è stata solo ufficializzata, chissà).
L'Italia dei Valori ed il PD hanno già divorziato. Caspita, questi nemmeno riescono a fare l'opposizione, nemmeno sono capaci di dire no tutti insieme. Figuriamoci cosa combinerebbero se fossero al governo, probabilmente durerebbero come la vita di una farfalla o meglio dire, di un moscone.
Situazione attuale: il governo possiede percentuali di consensi bulgare, ma che dico, birmane. Lega e PDL vanno d'accordissimo e promulgano leggi a raffica e senza cedere a ricatti di chichessìa. Proprio per questo motivo il governo sta esplodendo di salute. Casini perdicchia un pò di consensi, La Destra rosica il cappello come Rockerduck e perde anch'essa qualche zerovirgola, che non significa niente per il Popolo delle Libertà ma che rappresenta un tracollo per il partito di Storace e della Santanché. Credevano di vincere in campagna elettorale, stanno volando gli stracci.
A proprosito di stracci, la sinistra è alla carretta, tra l'altro trainata da muli che non vogliono saperne di andare avanti.
Mastella litiga durante le elezioni con Vetroni e con l'Arcobaleno sognando il Grande Centro che però diventa un grande bluff. I socialisti litigano con Veltroni perché egli preferisce flirtare con Di Pietro (e glie la giurano). I radicali spariscono, diluiti in un PD che li considera alla stregua di una zanzara fastidiosa. Pannella è sempre lì, ad attuare la sua dieta-punti che ormai non impressiona più nemmeno un bambino. La sinistra Arcobaleno se la ride nell'assistere all'implosione dell'alleanza che li ha ghettizzati alle ultime elezioni, ma è una vittoria di Pirro perché lo fa guardando con il binocolo, dal momento che in parlamento non si trova più un comunista (merce rara anche nel resto del paese). Anche i comunisti, comunque, glie la giurano, a Veltronaccio.
Di Pietro se la prende col governo e con Veltroni, gridando nel il suo italiano naif: Walter dal canto suo se la prende con Tonino e fa saltare l'opposizione.
"L'alleanza" deflagra dopo cinque mesi, escluso agosto in cui tutti erano in vacanza e qualcuno non pensava che a trebbiare. Un'aggiunta: nemmeno nel PD si sta tranquilli, vi è un certo D'Alema, leader di una corrente che non vede l'ora di far le scarpe a quelli dell'altra corrente guidati da Walter.
Insomma, attualmente la sinistra sembra un risiko in cui ognuno posiziona i suoi carri armati per saltare addosso al vicino. E' una zuffa infinita, come quelle che si vedono nelle vignette in cui vi è una nuvoletta da cui spuntano fulmini, saette, piedi, mani e pugni. Le elezioni europee si avvicinano e con esse anche la definitiva resa della sinistra.
Ogni volta che assisto al telegiornale, insomma, godo.
Però forse prima ho esagerato: Pamela Anderson è pur sempre Pamela Anderson...

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14 ottobre, 2008

Alien-troni

La signorina o signora Blossom Goodchild, ennesima sedicente medium in contatto telepatico con gli alieni, ha trascritto un comunicato proveniente da un altro mondo che recita così:

[...Veniamo a comunicare che il giorno 14 Ottobre 2008 un’astronave di grandi dimensioni sarà visibile nei vostri cieli nella porzione sud del vostro emisfero e sarà compresa nel campo visivo di molti dei vostri stati, noi gli abbiamo dato il nome di Alabama. È stato deciso che resteremo all’interno della vostra atmosfera per un periodo di almeno 3 giorni, corrispondenti ai vostri cicli diurni di 24 ore. Durante questo periodi di tempo ci sarà molta agitazione sul vostro pianeta. I vostri governanti e le alte sfere di potere del vostro pianeta cercheranno di invadere lo spazio atmosferico che circonda la nostra astronave.
Le misure di sicurezza che abbiamo adottato a questo scopo sono necessarie dal momento che avrà probabilmente luogo una specie di commedia ad opera dei vostri stessi governanti volta a negare la nostra azione pacifica. Sappiate questo, noi veniamo ad assistere il vostro mondo, non veniamo per usurpare, non veniamo per distruggere, veniamo a portarvi speranza. Noi siamo esseri provenienti da altri pianeti che da molti anni del vostro tempo stiamo preparando gli avvenimenti a venire. Chiediamo solo ad ogni anima della Terra di accogliere questo messaggio con il cuore e di accettare la verità che risiede dentro di voi, perché solo dentro di voi potrete riconoscere queste e le altre cose che accadranno...].


Una sola considerazione: che invece degli alieni la medium abbia contattato la mente di Veltroni?
Gli indizi ci sono tutti:

1) Il 14 Ottobre (oggi) sarebbero dovuti arrivare qui sulla Terra ma non sono arrivati. Forse hanno sperato che il governo Berlusconi cadesse alcuni giorni prima, d'altronde si sa, i sinistri a chiacchere sono favolosi, vengono, fanno, disfano. Esattamente come alle elezioni, la vittoria è lì, matura come una pera, gli italiani non possono essere così imbecilli da votare per Berlusconi, stiamo arrivando noi! Poi, ogni volta, un laconico comunicato post-elettorale rivela: "compagni, sarà per la prossima volta" (e per chi sa leggere tra le righe "cavolo che batosta, compagni!").

2) Si ventila un "tentativo di invasione del nostro spazio atmosferico". Anche questa dichiarazione collima, visto che ogni giorno i sinistri latrano sull'invasività del governo a proposito delle televisioni, dell'autonomia dei giudici, delle nomine degli enti pubblici, delle cariche dello stato e chi più ne ha più ne metta.

3) Disperato perché l'umanità gli volta le spalle e lo ignora, Walter implora la stessa di aprirgli il cuore (dopo aver fatto aprire i portafogli per 2 anni) ed inizia una scenetta melodrammatica da questua in perfetto stile sinistro. Il mondo è alla rovina la moralità è diventata spazzatura, apriteci il cuore, noi siamo i vostri salvatori.

Come sanno perfettamente gli abitanti di Napoli.

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10 ottobre, 2008

Inutilmente Europa

Dopo aver subito anni di sacrifici, spese, crescita abnorme dei prezzi, diktat e manovre oscure da parte di un'Europa litigiosa e polverizzata pensavamo di esserci almeno messi in tasca una minima dose di sicurezza.
Si diceva che l'Europa ci avrebbe protetto contro l'immigrazione clandestina, che le unità militari congiunte avrebbero pattugliato le nostre coste per impedire la transumanza delle folle che dall'Africa spingono per entrare nel Vecchio Continente usando come porta principale il nostro paese.
Questo sogno è durato un tempo pari a zero. L'Italia ha dovuto imparare a fare tutto da sé, anzi, non appena si cerca di varare una piccola legge che perlomeno freni tale fenomeno gli intellettualoidi di Bruxelles ci bastonano sonoramente dandoci dei razzisti (sotto la sapiente regìa delle sinistre che sul fronte interno rincarano la dose) per poi rimangiarsi le accuse affrettate ma già ben consolidate in seguito ad una lettura più attenta di detti provvedimenti.
Si diceva che l'Europa si sarebbe fatta sentire all'unisono in politica estera quando si fosse presentata la necessità di fare la voce grossa contro i paesi che finanziano, appoggiano e tollerano il terrorismo.
Niente di tutto questo, dalla guerra dell'Iraq ad oggi l'Europa si è spaccata a metà come una mela su qualunque questione e quelle rarissime volte che ha partorito un ectoplasma di convergenza lo ha fatto edulcorando così tanto la propria voce da risultare ancora meno incisiva delle risoluzioni-straccio emanate dall'ONU.
Ora si presenta la questione economica: la crisi ci ha portato sull'orlo della scarpata, una volta tanto si chiede all'Europa l'unica medicina in grado di far migliorare la moribonda economia dei ventisette, ovvero un'azione congiunta e decisa per poter contrastare l'attuale crollo delle borse e dei mercati. Si chiede finalmente di incassare un minimo dividendo di quell'investimento che facemmo quando decidemmo di entrare in Europa, accollandoci sacrifici e tramonti incerti.
Ebbene, che fa l'Europa nell'unica occasione che ha per potersi dimostrare utile? Esattamente il contrario. Ogni nazione agisce disordinatamente, in ordine sparso e come meglio crede. Ognuno dei ventisette paesi possiede per sé una ricetta diversa, applicandola in tempi e modalità differenti. Nessuno vuole unire i propri sforzi a quelli degli altri e l'ovvia conseguenza è una sciagurata e penosa corsa sul ponte del Titanic, cercando di attaccarsi dove si può per piombare in acqua il più tardi possibile.
E così, pur essendo trainata nella crisi finanziaria solo di riflesso, l'Europa, come un kamikaze, punta dritta al centro del buco nero invece che accendere i motori per uscirne.
E' il festival dell'assurdo: si pensa agli effetti di un'inflazione controllabilissima e comunque temporanea quando servirebbe tagliare da subito e con decisione i tassi d'interesse: sarebbe come se un paracadutista in caduta libera perdesse tempo per sistemarsi il casco in attesa della zuccata sull'asfalto anziché pensare di tirare la cordicella del paracadute.
E' per questo motivo che le economie dei paesi facenti capo a quest'Europa assurda, marcia e primitiva deflagrano senza un lamento, tanto il conto lo paga l'eurocontribuente.
E pensare che c'é ancora chi si stupisce quando i cittadini dei paesi membri mandano regolarmente a fanculo la ratifica della sua costituzione.

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06 ottobre, 2008

Papecunia non olet

Siamo al delirio.

Papa Benedetto XVI anche stavolta, dopo la questione dei condom e degli anticoncezionali, ha perso una buona occasione per evitare di coprirsi di ridicolo od attirare su di sé l'indignazione delle persone che usano un minimo di cervello.

In occasione della crisi finanziaria in atto, il Papa ha dichiarato che "Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine". Poi ha rincarato la dose: "Solo la parola di Dio è una realtà solida".

Lo confesso, sono attonito. Non mi piacciono le invettive alla Guzzanti, però di fronte a tali assurde esternazioni mi domando davvero se quest'uomo abbia un senso della realtà oppure viva nel mondo dell'iperuranio.

Se fossi stato il Papa avrei fatto un discorso del tipo "Il capitalismo speculativo fine a se stesso è cosa assolutamente sbagliata di cui prima o poi si pagano le conseguenze. La speculazione dev'essere saggia e soprattutto moderata perché dev'essere un mezzo e non un fine per migliorare la nostra vita terrena". Insomma, un occhio anche alla praticità della vita di tutti i giorni.

Ma il papa no. Il papa è radicale. Solo in Dio si trova tutto ciò che serve all'uomo, le esigenze terrene sono una quisquilia non degna di importanza. I soldi sono il demonio, gli interessi sul mio capitale sono orrori da eliminare (qualcosa mi ricorda il comunismo): il prossimo mese invierò a Dio le mie bollette ed alla provvidenza le mie tasse, poi se mi vengono a staccare il gas e la luce chiederò spiegazioni e miracoli al Datore di Lavoro del Papa.

Ma che dice quest'uomo? L'essere umano non campa solo di preghiere e di fede bensì anche di gratificazioni terrene. L'uomo ha quotidianamente a che fare con la malvagità, con la bontà, con i suoi bisogni, con i desideri, con la tangibilità del frutto del suo lavoro ed infine, perché no, con lo slancio necessario per raggiungere una condizione sociale sicura e tranquilla tramite la competitività e la meritocrazia, di cui la gratificazione è appunto il denaro. Certo, non bisogna mai perdere di vista il fatto che il denaro non fa l'uomo ed un animo umano attratto solo dai soldi è arido e vuoto ma questo è un caso estremo. La domanda per una persona normale che vive le disponibilità economiche dando loro la giusta importanza è: perché dovremmo fustigarci in continuazione come fanatici? I soldi sono cosa utile e positiva poiché quantificano concretamente il valore degli oggetti che tutti noi usiamo, altrimenti saremmo ancora al baratto arbitrario (che anch'esso in fin dei conti è una relazione commerciale). Il denaro ovviamente ci facilita la vita anche se non può riempircela. Poi, che se ne abusi (come è accaduto) è un altro paio di maniche: ma il Papa non ha sviluppato il suo discorso in questo senso, egli si pone come nemico dei soldi (e del capitalismo) in generale. Più o meno come Papa Giovanni Paolo II da cui Ratzinger ha assorbito parecchio e che a dispetto di tutte le lacrimucce versate dal popolo e la mitizzazione postmortem da parte dei media non mi è mai stato simpatico.

Ebbene, chiediamo un pò al Papa quanto ci costi la Sua Chiesa, cosa fanno le sue banche quando macinano denaro (e speculano allegramente come tutte le altre), il perché alcune banche vaticane sono tra le maggiori mediatrici per l'esportazione di armi verso paesi del terzo mondo. Chiediamoci quanto costi un viaggio papale, quanti ori e tesori del Vaticano (ben custoditi nelle casseforti - non si sa mai che il diavolo ne fuoriesca) siano proprietà della Chiesa e quanti immobili essa possieda. Perché il Papa chiede alle Sue pecorelle lo 0,7% delle imposte annuali? Perché quando il Papa s'ammala ha a disposizione sempre i migliori chirurghi ed un intero piano dell'ospedale? Quanto costa un semplice abito da cerimonia di un comunissimo prete tra stole, rasi ed oro zecchino? Perché la Chiesa non paga l'ICI?

Guardate che bell'abitino discreto indossa il Papa nella foto inserita.

Scusatemi ma queste esternazioni mi fanno infuriare: non accetto questo genere di prediche da chi vive nel lusso stratosferico pretendendo falsamente di portare la parola di Cristo, il Figlio di Dio, un Uomo Immenso che a differenza del Papa cavalcava un asino e morì nudo su una croce.

VERGOGNA!

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02 ottobre, 2008

La tua banca, la tua famiglia

In questi giorni di crisi ho sentito molti commenti sulla differenza tra le banche estere e quelle italiane che pare abbiano risentito, tranne poche eccezioni, in misura modesta della batosta subprime. Certo, lo stato d'allarme permane ma il peggio sembra essere scongiurato: il piano di finanziamento messo in atto dalla FED e la copertura dell'UE pare aver raffreddato una situazione che si stava facendo sempre più incandescente.

Ciò che non mi ha convinto, anzi, direi che proprio non mi è piaciuto, è stato il messaggio che si è cercato di far passare secondo il quale le banche italiche siano un modello di attenzione, di sicurezza ma soprattutto di virtù.

Si è detto che le nostre banche non speculano come quelle americane, che la banca italiana è "formato famiglia" e che i nostri soldi lì sono al sicuro. La banca viene presentata come una specie di premurosa sorella, insomma, come quelle della pubblicità in cui il cliente si trova felice a correre su un prato di margherite e coniglietti rosa perché c'é l'istituto di credito alle sue spalle pronto a garantirgli un aiuto quando è in affanno o quando possiede qualche progetto da finanziare.

Siccome il sottoscritto ha la memoria lunga ritiene che questa visione bucolica del mondo creditizio non solo sia falsa ma del tutto fuorviante: chi non ricorda lo scandalo del Banco Ambrosiano e più recentemente quelli di Parmalat e dei bond argentini? In questi ultimi due casi molte banche specularono vergognosamente sulle spalle degli ignari cittadini vendendo loro carta straccia (sapendo benissimo essere tale) a valore nominale , in modo che chi avesse pagato le conseguenze degli investimenti sbagliati dell'istituto di credito sarebbero stati i risparmiatori.
Ed infatti molti risparmiatori si trovarono improvvisamente sul lastrico dopo che i loro "consulenti" li avevano riempiti di balle.

Io stesso, in prima persona, ebbi prova di quanto fameliche siano le banche: alcuni anni fa decisi di comprare una fabbrica molto solida con il mio ex-socio ed ci rivolgemmo alle banche per farci erogare un mutuo ipotecario. La banca che scegliemmo, dopo aver analizzato tutto quanto ed eseguite le perizie sul fabbricato scoprì che solo il valore del terreno e della struttura superava di una volta e mezzo il valore del mutuo. In sostanza ammise, io presente, che quello era un grande affare. Il direttore ci disse che il mutuo sarebbe stato erogato. Dopo averci fatto perdere mesi e preparare tutto quanto mi arriva una telefonata a casa: il direttore mi dice che per la fabbrica ci sarebbero voluti altri 400.000€. Io ed il mio socio ci consultammo e prendemmo una decisione, acconsentendo. Passa un'altra settimana e di nuovo il direttore ci telefona: "sa, non è sufficiente, vorremmo anche degli immobili a garanzia" fu l'incipit del discorso.

Lo mandai a fanculo in diretta telefonica, testuali parole. La trattativa saltò e la fabbrica venne acquistata da un'altra società.

Pertanto consiglio i vari commentatori di non tessere tanto le lodi delle banche italiane né che si faccia credere alla gente quanto tali istituzioni agiscano sempre in maniera onesta e trasparente: il tempo delle favole è tramontato per noi, prima che per gli americani.

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