Libere Risonanze: agosto 2007

31 agosto, 2007

E BASTA con questa Diana !!!

Dopo dieci anni dalla morte di Lady D. ne abbiamo sentite di tutti i colori e francamente ne ho piene le tasche. Servizi segreti, spy stories, intrecci, misteri, tradimenti, rivelazioni, telefonate, scandali: una rottura di palle cosmica, un bombardamento incessante.

Dire che non me ne frega niente di Diana è poco, non m'importava nulla di lei quando era in vita, figuriamoci da morta. Anzi, direi che Diana mi era cordialmente antipatica perché mi dava l'impressione di voler fare la bella vita piena di sfarzi e lussi senza però pagarne il prezzo (si irritava quando doveva presenziare ad happenings a lei non graditi e faceva ciò che le pareva in barba all'etichetta di Buckingham Palace).

Principessa triste, l'hanno definita: ma perché allora non abbia avuto la brillante idea di tornare ad essere una maestrina felice con le bollette di fine mese da pagare me lo devono spiegare.

Non era bella, Diana: una donna direi più che comune, che passerebbe inosservata lungo qualunque strada americana od europea. Certo che una donna che trascorre tutti i giorni tre ore al giorno dall'estetista, che viene vestita dai più grandi sarti del mondo ed ingioiellata con diademi sfavillanti un pò di figura la fa anche se ha le branchie.

Non aveva particolari peculiarità od attitudini, Diana, e s'imborsava quando Carlo, amante dell'arte, passava in rassegna i monumenti dei paesi che visitava. Inoltre non possedeva un ruolo politico di spicco al di là della posizione che fortunosamente le fu riservata.

Infine l'ipocrisia più grande: il volersi mostrare come paladina dei poveri e dei bambini, ovviamente quasi sempre davanti alle telecamere. Personalmente odio coloro che si espongono in questo senso, se si vuole fare beneficienza la si faccia in maniera silenziosa e soprattutto si fatichi per farla. Invece lei ogni tanto estraeva dal pozzo di denaro senza fondo un paio di milioni di sterline e creava una fondazione lavandosi la coscienza e facendo parlare di sé più di una Madre Teresa di Calcutta qualsiasi, che invece la vita tra i poveracci l'ha spesa per davvero. Mi pare infatti ovvio che se in banca avessi cento milioni di euro il fatto di lasciarne ogni tanto mille ad un poveraccio (e davanti all'obbiettivo) non possa essere considerata beneficenza ma public relations. Inoltre (e questa è la cosa che più mi scandalizza) la beneficienza di Diana non veniva fatta con suo denaro ma con quello dei contribuenti inglesi, come dire "voi pagate che il merito me lo prendo io".

In conclusione mi sembra che anche la fine di Lady D. (Lady è titolo secondo me assolutamente immeritato) rifletta un esempio di come questi personaggi si credano degli Dèi: sfrecciare a più di duecento all'ora sotto un tunnel in piena città di Parigi con il rischio di ammazzare qualcuno non mi pare proprio salutare e se è vero che l'autista era al servizio dei passeggeri essi avrebbero dovuto, paparazzi o no, quantomeno intimargli di rallentare, per la loro incolumità e per quella dei parigini.

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Kenneth Foster, una giusta sentenza.

Sembra un giallo, uno di quei film che tengono lo spettatore inchiodato alla poltrona e si risolvono all'ultima scena della pellicola con un colpo di scena magistrale.

Kenneth Foster è un delinquente che vive di espedienti, la sua vita non è certo encomiabile. Insieme ad un complice egli decide di dar luogo ad una rapina ma il suo compito è solo quello del palo, del "driver" insomma; egli aspetta lontano dal luogo del reato e passa a prendere il complice in fuga. La rapina va male ed il suo complice uccide il rapinato, poi sale in macchina con Foster ed insieme cercano la fuga. Foster, insomma, non avrebbe avuto possibilità di sapere quello che era successo finché il complice non fosse salito in auto. Vengono presi dalla polizia, Kenneth subisce il processo ed in virtù di una legge texana sulla responsabilità penale dei complici viene condannato a morte. Passano gli anni ed a sole 5 ore dall'esecuzione il governatore del Texas, Rick Perry decide di commutare la condanna a morte in ergastolo su raccomandazione della commissione per la libertà e la grazia del Texas (Parole Board).

Ebbene, la vicenda mi ha fatto riflettere: tutti sanno che io sono un giustizialista convinto e feroce contro i delinquenti che commettono crimini efferati: mafiosi, terroristi, chi commette violenze ed abusi su minori o su donne sarebbero le mie prime vittime, se dipendesse da me la reintroduzione della pena capitale. In tal caso potrei fare benissimo io il boia e la notte dormirei profondamente, senza alcun peso sulla coscienza.

In questo caso invece devo con tutta onestà ammettere che comminare la pena di morte a Kenneth Foster sarebbe stato un'ingiustizia. Un complice, a meno che non faccia attivamente parte del reato (per esempio, sia fisicamente presente durante l'uccisione di un innocente ed agisca per far sì che il delitto si compia o non faccia nulla per impedirlo) non può essere ritenuto responsabile alla stregua del vero killer, pur restando chiare le responsabilità oggettive che comportino comunque una esemplare punizione.

In questo caso per Foster non si è trattato di un assassinio da "Arancia Meccanica" e nessuno ci può assicurare che egli, non essendo fisicamente presente durante i misfatti del suo complice ma al contrario, su un'auto, non sarebbe potuto intervenire per rendere la rapina incruenta.

Bene ha fatto la commissione a chiedere la variazione della pena e bene ha fatto il governatore a commutare la sentenza, alla faccia di quelle anime candide delle associazioni in difesa dei criminali che sostengono che negli USA non si usi il cervello per comminare le pene.

Però, francamente, la legge del Texas sulla responsabilità dei complici andrebbe cambiata, pur se convertita in un durissima legge sulla responsabilità oggettiva.

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30 agosto, 2007

Spacciatore uccel di...città

Stupenda, meravigliosa ed esaltante condanna a Belfast per uno spacciatore incallito che la polizia si era rifiutata di arrestare. Due fantasiosi e meritori cittadini, stufi di dover subire i continui affronti dello spacciatre in questione che trafficava nel loro quartiere libero come se nulla fosse, l'hanno acchiappato, legato ad un palo della luce, incatramato, cosparso di piume secondo una antica usanza riservata ai delinquenti dalle comunità locali e costretto alla pubblica gogna con un cartello appeso al collo in cui si leggeva "I’m a drug dealing scumbag", ovvero "Sono un schifoso spacciatore".

La gogna ha ovviamente suscitato le solite ire dei raffinati sostenitori dei diritti umani (da appendere anche loro, ma per i piedi) i quali gridano alla violazione della dignità dell'uomo, mentre di quella dei ragazzi che crepano pieni di eroina si disinteressano senza alcuna vergogna.

E' stato un episodio bellissimo, non c'é che dire, un segno di civiltà, un segnale forte più di qualunque condanna detentiva: vorremmo che anche in Italia si iniziassero a legare i criminali ai lampioni, magari "dimenticando" di collegare la presa a terra...

La prossima volta consiglio ai due simpatici cittadini di Belfast non solo di "impiumare" lo spacciatore ma di lanciarlo anche da un aereo: con tutte quelle piume dovrebbe saper volare...

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28 agosto, 2007

Lavavetri not admitted !!!

E' di oggi la notizia che a Firenze non saranno più tollerati i "servizi" forzatamente imposti agli automobilisti dai lavavetri, personaggi che si aggirano per gli incroci e con cui regolarmente bisogna litigare al fine di non farsi "lavare" il parabrezza. Tale provvedimento prevede una denuncia penale ed una grossa multa al lavavetri in questione che, siamo sicuri, mai verranno effettivamente scontate o pagate.

Racconto una mia esperienza personale: acquisto una bella macchina nuova fiammante, tutto contento esco dalla concessionaria, vi sono con me due amici a cui poi pagherò da bere. Arrivo al primo incrocio di buon umore e si avvicina minaccioso un lavavetri, straccio laido ed acqua nera nel secchio. A questo punto grido "NO, NO !!! LA MACCHINA E' PULITA, NOOOO !!!" facendo ampi e decisi gesti di diniego con le mani ma lui ghignando e fingendo di non capire, imperterrito, sbatte lo straccio sul parabrezza e m'insozza la vettura. Alla richiesta di denaro rifiuto, già molto contrariato e lui mi molla un calcio contro il parafango. Al che scendo, irritatissimo mentre scatta il verde, tra clackson strombazzanti e macchine che glissano me e la mia vettura. Ebbene, i miei amici mi fermano a viva forza quando il lavavetri, probabilmente arabo, inizia ad insultarmi: un bel cazzotto sui denti gli sarebbe stato davvero bene ed il mio umore era variato al punto giusto per donarglielo con gioia. Purtroppo per me e per fortuna sua, sebbene io sia fisicamente molto convincente i miei due amici erano muscolarmente più sovradimensionati di me.

Ordinanza meritoria di lode, quindi, quella di impedire ai lavavetri il loro operato ma chiediamoci quanto essa sia efficace visto che buona parte dei giudici amano sbattere in galera gli innocenti e lasciar libero chi commette dei reati. Bisognerebbe invece prendere a costoro le impronte digitali e cacciarli immediatamente dal paese ed in caso di ritorno invece di notificare loro il foglio di via li si metta dopo dieci minuti sul primo barcone e li si rimorchi in mezzo al Mediterraneo con benzina sufficiente per arrivare da dove sono venuti.

Inoltre sarebbe bene aggiungere nel provvedimento anche una norma che elimini una volta per tutte la cattiva abitudine nel chiedere con le stesse modalità la questua o di importunare i villeggianti con ossessivi ed insistenti tentativi di vendere oggetti, vestiti e fiori.

L'operato degli ambulanti abusivi/questuanti/lavavetri non solo crea ovvie frizioni con le persone le quali, a ragione, si sentono aggredite in ogni dove ma anche ingorghi del traffico e danni alle attività che operano nei paraggi, i gestori delle quali pagano regolarmente profumatissime tasse e vedono il degrado allontanare la clientela.

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27 agosto, 2007

Omossessualità e shariafobia

Pegah Emambakhsh è una cittadina iraniana, la sua storia somiglia a quelle di moltissime donne ed uomini che vivono anche nel nostro paese una condizione di vita sessuale diversa dalla maggioranza di noi: Pegah infatti è lesbica.

In un paese civile queste persone fanno la loro scelta, vivono le loro preferenze in maniera privata, senza esibire, senza ostentare, come d'altra parte è richiesto che si faccia per una qualunque coppia etero. Un paese civile deve poter tutelare la libertà di ognuno di noi ma vigilare attentamente che questa libertà non dilaghi nel cattivo gusto e nell'imposizione talvolta naif di atti osceni.

In Iran no. Il regime sanguinario a cui tanto la sinistra nostrana guarda con benevolenza solo per il fatto di essere avversario di Israele e degli USA diviene però oggetto di critica nel momento in cui una donna, per il solo fatto di essere lesbica, viene lapidata.

E' da fatti come questo che si tirano le conclusioni di un dualismo ipocrita: la sinistra che appoggia un regime "dimenticandosi" della sua ferocia quando fa politicamente comodo, reagisce con indignazione quando esso confligge con i propri cavalli di battaglia, ovvero il riconoscimento del mondo gay.

Avremmo apprezzato di più se la sinistra avesse appoggiato i giudici della sharìa iraniana, visto che questa parte politica difende tanto l'estremismo e l'ortodossìa islamica dalle "nefaste" intrusioni dell'Occidente. Oppure, meglio, avremmo apprezzato di più l'esatto contrario, ovvero un disprezzo a tutto campo di questo vile e meschino regime, perché chi nega i diritti umani degli innocenti non può essere poi appoggiato secondo la logica della realpolitik da strada.
E' incredibile, insomma, che quelli che si definiscono "sostenitori dei diritti civili" poi difendano gli aguzzini quando si decide di mettere alla berlina o di abbattere un regime.

Per quanto riguarda Pegah spero vivamente che l'Unione Europea accetti la domanda di asilo: importiamo tranquillamente il peggio della feccia da ogni paese del mondo e poi storciamo il naso per salvare la vita ad una innocente.

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24 agosto, 2007

BOT...te da orbi !!!

Finite le "vacanze" che io non ho fatto per motivi di lavoro all'estero (tornerò fortunatamente lontano da questo ignobile paese tra brevissimo) vengo informato dai giornali di come gli italiani si preparino ad essere posizionati a novanta gradi ed essere spremuti ancora di più dalle sinistre che si apprestano ad alzare le tasse sui rendimenti, mentre grazie all'attuale rapina fiscale il gettito è abbondantemente eccedente rispetto a quanto servirebbe. Tornando nel paese dei cachi mi chiedevo: chissà quali altre tasse troverò al mio ritorno? Appena arrivato all'aeroporto acquisto il giornale e - tal lì - come si dice in ferrarese, che significa ecco qui, eccoci serviti. Tasse sulle rendite al 20% e si parla di "riallineamento con l'Europa". Peccato che ci si riallinei sempre quando c'é la pagare, la linea in tal caso è sempre chiara e tracciata; mai però che ci si riallinei con la media europea in termini di prelievo fiscale quando i cittadini ne devono avere o sul costo dei carburanti letteralmente drogato da accise sulla guerra di Somalia od ancora sull'artificioso calcolo dell'inflazione concernente il costo della vita. Se così fosse sarebbe ovviamente un riallineamento verso il basso, visto che le nostre tasse sono le più alte: in tal caso lo stato dovrebbe abbassare le sue pretese di sperpero, mentre gli incapaci dell'attuale governo che affossano il paese a spese del contribuente dovrebbero accontentarsi di qualcosa in meno in termini di stipendio.

Dover pagare il 20% sulle rendite significa che è davvero meglio tenere i soldi sotto il materasso, se non altro non si è costretti a tenerli bloccati per anni in investimenti infruttuosi.

E' una farsa: immaginate un cittadino che non se la sente di rischiare i suoi soldini investendo in azioni. Generalmente questo cittadino è anziano, non troppo acculturato o di estrazione sociale precaria, insomma, il suo profilo corrisponde in gran parte a quello classico dell'elettore medio della sinistra. Questo anziano non vuole perdere i suoi soldi perché non ne capisce nulla di mercati (come dargli torto!) e poiché nelle speculazioni le banche gli rifilerebbero subito delle patacche come è accaduto per Parmalat-Cirio-Argentina, decide di acquistare BOT o CCT i quali gli rendono se va bene il 2% (ma se va veramente bene!). Così facendo concede un prestito allo stato, insomma, lo stesso stato che, se vogliamo essere volgari e brutali, lo sodomizzerà a sangue. Ipotizziamo che l'anziano abbia 50.000€ di risparmi da parte i quali al 2% di interesse producono un rendimento per la misera somma di 1000€ annui. Su questi 1000€ di guadagni ecco abbattersi una tassa del 20%, ovvero 200€; all'anziano rimarranno la bellezza di 800€ annui che gli verranno "ciucciati" dall'ICI aumentata da Prodi o peggio, se stupidamente deciderà di morire, sua moglie s'indebiterà alla grande per via della tassa di successione introdotta sempre dalle sinistre. Mentre francamente godo per gli anziani che hanno votato la sinistra sono solidale con coloro che non l'hanno fatto.

Un dubbio però mi pervade: che il fatto di costringere la gente a non morire per non indebitarsi sia una misura astuta per allungarci la vita? Che il nostro governo tenga così tanto alla nostra salute? Altroché prevenzione, questo sì è un deterrente che scoraggia i decessi! Gli indizi, peraltro, ci sono: in fondo Prodi & Co. hanno aumentato l'età pensionabile, no? Mah. Subito di seguito una considerazione mi balena in mente: da parte mia l'acquisto di BOT e CCT italiani se lo possono scordare d'ora in avanti e se gli italiani, come me, fossero così compatti nel non prestare più i soldi a questi furfanti ne vedremmo proprio delle belle!
Che sia questo il vero sciopero fiscale paventato da Bossi?

Vabbé, mi dico, appena tornato mi sono accorto che è everything as usual, tutto come al solito, non essendo ancora entrato perfettamente nella mia lingua madre dopo mesi di astinenza dall'italiano: poi giro la pagina del quotidiano e vedo Montezemolo inferocito, "non pagheremo un euro di più di quanto paghiamo ora!!!" afferma minaccioso ed accalorato.

E' l'apoteosi del contrappasso, finalmente qualcosa che mi rende felice tra terribili notizie su roghi, ragazzine ammazzate, droga e VIP con le proprie chiappe sparse su miriametrici panfili: Luca Cordero piange, è una notiziona, il primo sostenitore della sinistra durante il governo Berlusconi ora se la fa sotto.
Anche se non è anziano, sottoculturato o di estrazione sociale precaria, devo dire che le sue lacrime, in fondo, mi riempiono di malcelata gioia.

Un saluto a tutti i lettori ritrovati (e rovinati).

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