Libere Risonanze: luglio 2010

30 luglio, 2010

Berluscone e i finistei

La differenza tra Berlusconi ed i politicanti paraculi è da sempre stata immensa ma da oggi diventa siderale: mentre tutti gli altri si proteggono il fondoschiena, mediano, discutono, democratizzano ed annacquano, lui se ne frega e fa il Sansone tra i filistei. O finistei, fate voi.

Ditemi voi chi, nel mondo politico italiano, ha il carisma, la forza e la determinanzione di Berlusconi.

La sinistra dei buoni a nulla che litiga e poi "getta acqua sul fuoco" salvo poi litigare dopo le successive ventiquattr'ore? Abbiamo assistito tutti all'indecoroso spettacolo di una sinistra che quando si è trovata al governo ha iniziato ad accoltellarsi furiosamente per poi cauterizzare in continuazione le ferite: era così impegnata a cauterizzare, strappare e ricucire che, a parte la montagna di tasse che fece pagare agli italiani, non ebbe tempo né coraggio per governare. Tutti contro tutti, insomma, ma quando c'era da salvare la sedia eccoli lì a sdrammatizzare. Un pericolo che fino ad oggi anche il PDL ha corso e nel quale in parte è incappato, salvo poi salvarsi in extremis prima di collassare definitivamente.

Non parliamo poi del centro delle "convergenze parallele". Il Casini del "sto con chiunque mi assicuri la cadrega" è l'esempio dello squallore politico più democristianeggiante.

Dei finiani che tirano e mollano la corda fino alla sua consunzione, infine, non parliamo neanche perché bisognerebbe usare parole di fuoco.

Ma Berlusconi non è fatto di questa pasta.

Berlusconi non ha bisogno dello stipendio da Primo Ministro né di quello da parlamentare perché potrebbe comprare in blocco l'Italia tutta. Berlusconi è l'unico che può lanciare una granata senza paura delle schegge, che può far fronte a giudici politicizzati, a sinistre bifolche e a novelli traditori interni, giocando su tutti questi fronti insieme con determinazione e drasticità.

Gli altri sono tutti e solo dei tremebondi squali, c'é chi liscia il pelo della magistratura temendo ritorsioni politiche, chi fa l'occhiolino alla sinistra sperando di avere un posto anche nel governo successivo, chi annacqua e svende i suoi progetti e le promesse fatte agli elettori onde averne un ritorno personale secondo logica del do ut des. Storie di piccoli uomini, di politicanti, appunto.

Invece Berlusconi procede come un caterpillar, a volte un pò maldestramente ma pur sempre con travolgente potenza. Lo fa quando racconta le barzellette che se provenissero dalla bocca di altri sarebbero accolte con simpatia e che invece nella bocca di Berlusconi riassumono per gli avversari il peggio della natura umana. A Berlusconi non si perdona niente, le donne, la famiglia, le amicizie, perfino il cucù o la bandana. Ma è proprio questa la sua forza: il vero leader non tratta e non cala le braghe, qualunque sia il prezzo da pagare.

Quella dell'espulsione dei traditori è una prova di forza da cui il PDL troverà nuova linfa e giovamento, perché alla gente non frega niente del fatto che un partito sia gestito in maniera democratica o piramidale, importa invece cosa faccia concretamente e quanto ci si concentri sul programma elettorale nonché sulla capacità di gestire emergenze ed avvenimenti inaspettati.
Anzi, parlando un pò con le persone, ho la sensazione che la gente desideri più alla guida del paese una singola figura carismatica che non un consiglio d'amministrazione: il perché è presto detto, mentre ad un singolo leader si possono riconoscere risultati o contestare sbagli, ad un'accozzaglia di politicanti non si può riconoscere o contestare nulla perché le vittorie hanno molti padri ma le nefandezze nessuno.

In questo quadro di apnea similsinistrosa il PDL ha perso grosse parti di elettorato che, scontento, ha mostrato tutta la sua indignazione per una situazione paraprodiana che pareva infinita e stucchevole. Abbiamo contestato tutti lo spettacolo trash del PD che litigava al governo ma poi quando ci siamo andati noi abbiamo preso la stessa china. Per fortuna ne siamo saltati fuori con un colpo coraggioso, cosa che la sinistra non sarà mai capace di fare nei secoli dei secoli vista l'avidità sparagnina e taccagnante con cui contano i voti per potersi far le scarpe l'un l'altro.

Per questo sono fiducioso in un sana ripartenza: un partito più snello magari faticherà un pò per portare a termine la legislatura ma in compenso avrà a suo vantaggio l'unità d'intenti e la compattezza necessaria; oppure se si andrà ad elezioni potremo presentarci agli elettori con la testa alta di chi ha tenuto la rotta giusta nonostante la tempesta.

29 luglio, 2010

Elettrocardiogrammi

Oggi ouverture di Fini sul problema PDL e legislatura: il bolognese afferma che lui e Berlusconi devono far pace per il bene del PDL. Tacciano gli estremisti, si mettano le margherite nei fucili, volemose bene, o fratelli tutti del centrodestra, fumiamoci un calumet insieme. Quale erba ci sia nel calumet ve lo lascio immaginare. O meglio, fumiamoci qualcosa dal narghilé, visto che ormai Fini pensa di farci diventare colonia del Medio Oriente.

Ma stavolta la pentola sembra esser traboccata, i diagrammi di temperatura all'interno del CDX non possono somigliare continuamente ad un elettrocardiogramma. Fini ha imparato bene dalla sinistra il metodo del tira e molla, del colpisci e ritrai la mano, del reset e ripartenza, del "da ora innanzi". Però, esattamente come fa la sinistra, dopo pochi giorni egli si ripresenta bello abbronzato e pimpante a sfidare e tuonare, a criticare e smontare tutto il lavoro che richiederebbe unità e coesione.

Non so se lo avete notato: già altre volte alla vigilia della resa dei conti Fini è tornato precipitosamente in trincea dopo aver provocato una raffica di incazzature di Berlusconi e dell'elettorato di centrodestra. Il metodo è quello dei rossi, quando fanno a seggiolate e poi si presentano agli elettori dicendo che stanno riposizionando il mobilio. Lo fanno talmente tante volte che diventano dei veri pagliacci: e qui sta il punto che Fini non vede (o che meglio, è costretto a non vedere).

La sinistra gioca questa partita di liti furibonde e riappacificazioni repentine non accorgendosi che così facendo anche i sassi nei deserti, per effetto del calore diurno e del raffreddamento notturno, si sgretolano diventando sabbia. Il processo di logoramento di una simile tattica va a vantaggio di chi la attua solo se i cambi di strategia riescono a far cadere l'avversario in un mesetto, dopodiché la gente si stufa e sotto la ghigliottina politica viene messa proprio la testa del provocatore.

Ora, Berlusconi in agosto avrà carta bianca per poter cacciare e pedate Fini ed i suoi quattro gatti. Ha l'appoggio di Bossi e di quasi tutto l'elettorato. Ha l'appoggio della stragrande maggioranza dei deputati e senatori del CDX. Ha perfino i favori dell'estate perché si sa, sotto l'ombrellone una scissione fa meno male se ci si sollazza con bagni, granite e balli serali.

Delle chimere di Fini ci siamo stancati e Berlusconi deve sbrigarsi a rigettare quella mano tesa che sotto il palmo nasconde l'ennesima dose di cianuro. Che la faccia finita ed andiamo avanti da soli, sarà un pò più difficile ma almeno non ci saranno più sorprese, perché in politica un elettrocardiogramma piatto non corrisponde affatto ad un decesso.

Etichette: