Libere Risonanze: maggio 2007

31 maggio, 2007

La memoria storica di Prodi

E' incredibile come tre giorni dopo la batosta che li ha praticamente fatti a fette, i politici della sinistra si siano già dimenticati di ciò che dicevano un'ora dopo aver letto i risultati elettorali: che la sinistra procedesse acefala e smemorata lo si sapeva già, ma caspita, dimenticare ciò che si è detto e ripetuto alla nausea tre giorni prima è da caso clinico.

Abbiamo infatti sentito raccontare che da lunedì 28 dopo le 15 la sinistra si sarebbe unita ed avrebbe ricompattato le sue fila: da quel momento non avremmo dovuto più assistere a litigi ma ad una concordia idilliaca generale, uno sviolinamento paradisiaco da prima cotta, un orgasmo di riforme entusiasmanti per gli italiani.

Poi le parole del premier: "DA QUESTO MOMENTO COMANDO IO, O SI FA COME DICO IO O ME NE VADO" ha detto Prodi sprezzante.

Peccato che egli avesse detto le stesse parole anche in occasione del voto sull'Afghanistan, quando anche D'Alema si dimenticò che sarebbero dovuti andare tutti a casa se non fosse passato il rifinanziamento. Parole uguali, quindi e memoria storica che va a farsi benedire, ma almeno da allora sono passati tre mesi e per i più mnemolabili una rinfrescata non fa mai male.

Del fatto di non tassare gli italiani poi non ne parliamo, quelle erano promesse di un anno fa e non si può certo pretendere che i sinistri si ricordino di ciò che avevano detto 365 giorni prima, tantopiù perché erano balle (mentre gli italiani invece sembrano davvero avere una memoria da elefante...).

Ma ciò che sta accadendo oggi ha davvero del surreale: dopo tre giorni dalla bastonata, smemori del fatto che il governo aveva promesso di rimboccarsi le maniche da subito per cercare di riparare ai disastri che esso stesso ha provocato, la prima cosa che si fa nel palazzo è di unire due partiti incompatibili cambiando il nome, come se un chirurgo che fa morire i pazienti sotto i ferri venisse licenziato e rientrasse in ruolo grazie ad una falsificazione delle sue generalità sulla carta d'identità.

Tra l'altro, per questa operazione di restyling d'immagine la sinistra ha scomodato la bellezza di 45 "saggi" (il cui aggettivo è un eufemismo) che invece di lavorare da subito alle riforme come era stato promesso (la memoria storica ancora difetta) perdono tempo concentrandosi su un'inutile autoreferenziazione che scollerà la dirigenza dei partiti rossi ancora più dal loro elettorato, abbandonato di fatto al suo destino di miseria, criminalità e bancarotta.

La sinistra, insomma, sembra sempre di più un malato di tumore che invece di farsi operare d'urgenza, per non aver l'umiltà di indossare il pigiama nel reparto dell'ospedale preferisce far passerella per le strade pavoneggiandosi nel suo frac.

Ecco quindi che a fronte della nascita del PD dopo tre giorni le liti continuano. I massimalisti non vogliono la TAV mentre i "riformisti" (altro aggettivo ridicolo, alla luce di ciò che abbiamo visto) sì, i cattolici non vogliono i DICO mentre i laici li vogliono, sui lavori pubblici continua ed esserci rissa e così su tutte le questioni inerenti alle riforme (pensioni, lavoro, spesa pubblica, tesoretto e via dicendo).

Ma il paradosso è che i sinistri riescono a litigare tra di loro proprio su ciò che dovrebbe sviare l'attenzione degli italiani da cose più importanti; litigano proprio sul PD, che tra l'altro non è ancora nato!

Non c'é accordo sulla sua composizione, non c'é accordo sui ruoli, non c'é accordo sulle poltrone (specialmente su quelle) e dulcis in fundo non c'é ovviamente accordo nemmeno sulle nomine dei dirigenti, a parte la presidenza che viene regalata a Prodi in modo da farlo smettere di abbaiare una volta per tutte.

Siamo così arrivati al crollo della memoria storica dopo tre giorni.

I sinistri si sono dimenticati delle promesse coniugate al passato remoto, poi di quelle coniugate con l'imperfetto, ora di quelle coniugate al passato prossimo. Speriamo che arrivino a dimenticarsi le promesse che non hanno ancora fatto: se non altro, siccome "ogni promessa è debito...degli italiani" si potrà porre fine a questa emorragia di tasse.

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Ramon, vai alle elezioni il giorno 27...

In questi giorni ho sentito parecchi discorsi fatti dall'Unione riassumibili con queste due frasi: "La politica è in crisi" od "I politici sono in crisi". Un bel pluralia maiestatis, senza dubbio e poiché i sinistri hanno la presunzione di credersi gli unici depositari della politica ecco che la crisi delle sinistre diviene la crisi della politica, come se uno con un'ulcera pretendesse di portarci tutti sul tavolo operatorio. C'é una barzelletta che contiene tutto il senso di una simile affermazione e che recita più o meno così:

Siamo nel vecchio e polveroso West. Un messicano, tal Ramon, trotterella stanco ed assonnato in sella al suo cavallo con la testa reclinata in avanti sotto il suo sombrero sotto la canicola.

Improvvisamente una voce possente e gutturale risuona nella vallata:"Ramon, Ramon, tu sei il prescelto. Vai al casinò di Moneterrey, il giorno sette del mese sette alle sette e sette del settimo tavolo ed al settimo secondo punta tutto sul sette, rosso".
Ramon rimane paralizzato dalla gioia, Dio in persona gli ha parlato, parte al galoppo e cambia tutto il denaro che possiede, va al tavolo 7 alle 07:07 ed aspetta il secondo 07. Fa la puntata sul sette, rosso e la pallina parte. La pallina ondeggia sui numeri ed il croupier esclama dopo mezzo minuto: 22, noire!

Ramon esce dal casinò bastonato come non mai e si rimette in cammino. Dopo due giorni sente di nuovo la voce roboante "Ramon, Ramon, torna a Monterrey il giorno dieci alle ore dieci e dieci, e punta tutto ciò che hai al tavolo dieci durante il decimo secondo sul dieci, nero". Ramon torna indietro ma non ha più un peso da giocare. Allora vende il cavallo ed alle 10:10.10 esatte punta tutto sul 10. Parte la pallina ed il croupier dopo mezzo minuto esclama: 25, rouge!

Ancora una volta Ramon esce a pezzi, senza un peso, con le scarpe rotte ed in più senza cavallo. S'incammina per il deserto ma dopo tre giorni sente ancora Dio che lo chiama: "Ramon, Ramon, vai ancora a Monterrey il giorno diciassette, alle ore diciassette e diciassette ed al tavolo diciassette punta tutto al diciassettesimo secondo sul diciassette, nero". Ramon però non ha più nulla a parte la casa ed i vestiti. Vende tutto e resta in mutande, entra non senza difficoltà al casinò perché così non lo vogliono ma visto che deve giocarsi una fortuna e che è già un buon cliente il direttore fa uno strappo. Lo portano al tavolo 17 ed alle 17:17.17 zac! punta tutto sul 17. Mezzo minuto dopo il croupier esclama: 3, rouge.

A quel punto Ramon esce in lacrime, la sua vita è distrutta, i guadagni di mille oneste rapine alla diligenza andate in fumo, non ha una casa e vaga per il deserto in attesa che coyotes e scorpioni facciano scempio del suo corpo.

Dall'alto ecco rimbombare possente e compassionevole la voce: "Ramon, Ramon, oh, Ramon, ABBIAMO perso tutto, Ramon..."

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29 maggio, 2007

Ahi Ahi, che dolor...

Più chiara di così non poteva essere: una batosta terrificante, oceani di punti percentuale lasciati per strada e nei pochi luoghi in cui la sinistra ha vinto si conferma quasi dovunque con una forbice ridottissima a fronte di elezioni amministrative precedenti che l'avevano vista in grande vantaggio. Se poi confrontiamo il dato con le elezioni politiche di un anno fa il tracollo si fa collasso. Un esempio: Vicenza si tiene la tanto vituperata caserma Dal Molin (scelta appoggiata dalla CDL) ma nel frattempo quasi il 60% dell'elettorato premia la Casa delle Libertà. Ci avevano raccontato che i vicentini avrebbero punito Berlusconi per questo affronto e che non ne potevano più degli yankees che spendevano i loro sporchi dollari in città: a questo punto spero che l'Italia tutta diventi una portaerei statunitense con una pista che parte da Vetta d'Italia fino a Portopalo di Capo Passero.

Comunque, collasso più o collasso meno il dato è incontrovertibile: una debacle politica diffusa su tutto quanto il territorio nazionale aspetta il centrosinistra dietro l'angolo delle elezioni anticipate. Desidererei conoscere la differenza di voti a livello proporzionale, ovvero la somma di tutte le preferenze relative ad ogni comune dell'uno e dell'altro schieramento come se si trattasse di elezioni politiche. Se è vero che la paura fa 90 questi non arrivano nemmeno al 38.

E c'é di più: ora li vogliamo vedere all'opera, sono passati ormai 3 mesi dalla crisi di governo sull'Afghanistan e dei famosi dodici punti stilati da Prodi ancora non s'é vista nemmeno l'ombra. Ma che ci va a fare i governo in parlamento, a scaldare le sedie?

Di questi punti programmatici ci sono da approvare la TAV, i DICO, i rigassificatori, le riduzioni dei costi della spesa pubblica, la previdenza, la legge sul conflitto d'interessi. Tutti argomenti nei confronti dei quali, per un motivo o per un altro molti partiti nel governo si sono già dichiarati ostili: ma se anche per assurdo tali propositi passassero sarebbe un'impresa difficilissima spalmarli sulla totalità di quattro ulteriori lunghi anni, a meno che non si intenda discutere ogni argomento per oltre un anno.

Chi può mai sapere infatti cosa potrebbe capitare in quattro anni? Una nuova guerra? Una crisi internazionale? Un attentato? Rivolte sindacali? Scandali? Un urgente riassetto del DPF? Scioperi selvaggi? Un meteorite che su dirige sull'Italia?

Le vie dell'imprevisto sono infinite tanto quante quelle del Signore e la sinistra per ognuna di esse procede cieca e litigiosa odiandosi dall'interno.

Attualmente la situazione è la seguente: vi sono i dipendenti statali infuriati, l'Alitalia che va a rotoli, i sindacati contestati, intere categorie in rivolta, proprietari d'immobili inferociti, automobilisti vessati, industrie a catafascio, pensionati esasperati, forze dell'ordine frustrate, giudici politicizzati, prezzi alle stelle, tasse mostruose, sprechi inauditi, parlamentari e portaborse clonati come conigli, ospedali-fogne, clandestini in libertà, immigrati che spadroneggiano, violenza capillare, delinquenti graziati, opere pubbliche ferme a marcire, immondizia traboccante, poveracci sempre più poveri e ceto medio alla rovina.

Se non fossimo in democrazia e non conoscessi la pazienza italica direi che saremmo alla vigilia di una rivoluzione, ma credo proprio che la rivoluzione la si farà (come è appena stato dimostrato) dentro la cabina elettorale: il che non so se sia un bene od un male, visto che nel frattempo sta andando tutto allo sfascio e che ai parlamentari di sinistra interessa solamente arrivare ai due anni e mezzo di governo per garantirsi la pensione.

Proletari di tutto il mondo unitevi...e piegatevi a 90° col sedere rivolto verso il governo: ahi, ahi, che dolor...

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28 maggio, 2007

Vignetta Amministrative 2007

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Spinelli, la coerenza è un optional

Certo che la Turco è forte: prima propone di duplicare la quantità minima di droga che si può tenere in tasca senza incorrere in denunce con l'accusa di spaccio, poi propone di inviare i N.A.S. nelle scuole per eseguire controlli sulle urine dei pargoli che fumano, appunto, come turchi.

Una coerenza perfetta, non c'é che dire, come quella di uno cerca di vendere ad un assassino una pistola carica ma poi fa scrivere sul calcio "nuoce gravemente alla salute".

L'idea di eseguire controlli nelle scuole da parte dei Nuclei Antisofisticazione non sarebbe nemmeno male (certo, molto meglio dell'aumento della dose minima) se non fosse che i N.A.S. dovrebbero essere impiegati altrove e data la cronica mancanza di personale delle forze dell'ordine questa iniziativa distoglierebbe moltissime forze da compiti ben più gravosi.

Più corretto invece sarebbe operare come per i controlli etilici sulle strade: un medico autorizzato e proveniente da altre città, scelto a caso e con preavviso minimo, potrebbe eseguire controlli nelle varie scuole della città in questione. All'inizio dell'anno scolastico alle famiglie potrebbe essere chiesto il permesso di effettuare controlli sulle urine dei propri figli: in caso di autorizzazione il medico potrebbe operare i suoi controlli sugli alunni i quali, se trovati positivi, subirebbero dapprima una sospensione immediata dalla scuola con tanto di segnalazione alla loro famiglia e poi, in caso di reiterazione, sarebbero segnalati anche alle forze dell'ordine.

In caso di mancata autorizzazione da parte delle famiglie, invece, scatterebbe un avviso di responsabilità oggettiva nei confronti dei genitori o di chi fa le veci dell'alunno: in caso di problemi di salute del ragazzo (o di danni nei confronti di terzi) in cui venisse acclarata la causa (o la concausa) indotta da sostanza stupefacente, a pagare sarebbero i genitori.

In questo modo non si distoglierebbero le forze dell'ordine dai loro compiti e basterebbe stipendiare un solo medico a livello locale.

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Un trans si tocca con un fiore?

Una donna non la si tocca nemmeno con un fiore. Ad un uomo invece si può tranquillamente tirare uno sganassone, quando ci vuole ci vuole!

Quello che è accaduto in Russia a Vladimir Luxuria è una novità ed abbisognerà di un proverbio più specifico. Dopo il definitivo tramonto di "tra moglie e marito non mettere il dito" perché, secondo ciò che i DICO potrebbero legalizzare si potrà scrivere "tra marito e marito non mettere il dito" - proverbio che tra l'altro si presta ad allusioni di natura fallica, ora la nuova frontiera della reinterpretazione della saggezza popolare è tutta focalizzata su come si possa picchiare un trans: nemmeno con una rosa per i romantici, con un fiore della passione per i clienti, con un ortaggio per i finoc..., oppure come i suoi omologhi maschi?

Mah. C'é da dire che in Russia non hanno fatto effettivamente molti complimenti: facezie a parte ed essendo io contrario ad ogni tipo di violenza fisica come mezzo per contrastare opinioni di qualunque natura, devo ammettere che in questo caso la mia simpatia va all'On.Guadagno (ed un pò al suo coraggio, in quanto almeno lui ha avuto l'audacia di presentarsi in prima persona in Russia a buscarle invece di latrare da qui, al sicuro, come fanno i pacifinti).

Quanto al problema del nuovo proverbio si accettano suggerimenti: "un trans non si tocca nemmeno con un uovo" (visto che ha le hanno tirato addosso l'intera produzione Amadori di una giornata) potrebbe essere un proverbio calzante ma è troppo specifico per l'avvenimento e poi in Italia questo non accade perché le uova meglio tenercele per un bel zabaione dopo una notte di fuoco con la morosa (o la moglie).

Per quanto mi riguarda personalmente, il proverbio è già stato trovato ed osservato scrupolosamente: "un trans non si tocca". Punto.

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24 maggio, 2007

Montezemolo dai piedi zappati


Toh, chi si vede. Luca Cordero.

Oggi all'assemblea della confindustria il Luca nazionale ha sparato a zero sulla politica (per la verità su entrambi gli schieramenti, tanto perché non fosse troppo evidente la sua toppata quando sostenne Prodi) ma in particolar modo sull'operato del governo, reo dopo un anno dalla sua presa del potere di non aver fatto praticamente nulla per evitare quello che è il collasso prossimo del paese. Però affermare che il governo non abbia fatto nulla è un errore grossolano: in realtà il governo ha fatto molto, ma per accertarsi che dal baratro nel quale ha gettato l'Italia non si potesse uscire tanto facilmente in futuro.

Montezemolo ha affrontato per la verità con un pò di populismo gli argomenti principali cari a confindustria quali i lavoro, la crescita economica ed i costi della politica.

Pur se per i costi della politica la ragione è tutta dalla sua parte, diversamente dicasi per la crescita del Paese ed i problemi relativi al lavoro. Appena un annetto fa Montezemolo parlava del tutto diversamente e strizzava l'occhio a Prodi, riversando su Berlusconi il suo disprezzo più totale, tanto che si conquistò a buon diritto l'appartenenza a quell'alone liberal-chic-sinistro Della Valle style che faceva tanto "in" negli anni di governo Berlusconi.

Atteggiamento poco lungimirante, direi, visto che appena insediato il nuovo governo ha rapinato il TFR delle aziende, si è disinteressato di imprenditori ed operai, si appresta a fare a pezzi la riforma Biagi, ha massacrato di tasse le industrie dirottandole "verso le regioni meno virtuose" ed ha bloccato tutti i lavori pubblici, dalla TAV al ponte di Messina.

Il buon Luca, insomma, si sveglia dalla dormita e si accorge che le uniche mortadelle buone sono quelle che si acquistano dal pizzicagnolo.

Caro Luca, non so se tu abbia mai preso una zappa in mano: suppongo di no, visto che te la sei data sui piedi.

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23 maggio, 2007

Attacco ai "preti pedofili", una porcata

Alcuni giorni or sono solfeggiando con il mio mouse sui blog di Tocqueville ho notato un articolo molto bello contro la decisione della Rai di trasmettere il reportage della BBC sui preti pedofili.

Immediatamente ho dato la mia solidarietà al blogger schierandomi decisamente con lui e commentando la vicenda.

Ebbene, trasmettere una simile idiozia è non solo ingiusto nei confronti del clero (ricordiamoci che in Inghilterra sono protestanti) ma anche errato dal punto di vista statistico.

Nel commento ho scritto che in insiemistica esistono classi chiamate "insiemi". Un insieme può essere formato, per esempio, dalla totalità dei preti e delle gerarchie ecclesiastiche. Possiamo per sommi capi definire anche un altro insieme (anche se matematicamente non esattamente circoscritto, dati i confini non altrettanto definiti) quello dei pedofili. Ebbene, i preti pedofili costituiscono l'intersezione dei due insiemi e danno origine ad un sottoinsieme, peraltro talmente ridotto da essere insignificante.

Nella fattispecie infatti potremmo parlare anche del sottoinsieme relativo ai medici pedofili, agli ingegneri pedofili, agli operai pedofili e così di seguito fino all'esaurimento delle categorie professionali. Mandare in onda un servizio sui preti pedofili è come trasmettere un servizio sui delinquenti francesi, i ladri giapponesi o gli spacciatori con gli occhi neri.

Le nostre considerazioni però non si fermano qui: se guardiamo più nel dettaglio, l'insieme dei preti pedofili rispetto a tutte le altre categorie è di gran lunga il più insignificante. Certo, qualche prete è stato coinvolto in vicende di pornografia infantile o di pedofilia ma il problema è morale più che quantitativo ed è appunto per questo motivo che la cassa di risonanza mediatica ha diffuso nell'immaginario collettivo il falso e fuorviante messaggio che molti preti siano orchi.

Ebbene, personalmente ritengo che un'incidenza della pedofilia così bassa nel clero non solo sia indice di quanto certi imbecilli vogliano gettare immeritato discredito sulla Chiesa riguardo a tale questione ma anche come si cerchi di estendere una responsabilità personale a tutto l'ordine ecclesiastico, che appoggia la pedofilia tanto quanto la potrebbero appoggiare l'Ordine dei Medici od i sindacati.

Servizi-spazzatura come quelli che Santoro si è accaparrato non solo sono vergognosi ed intasmettibili in un paese civile ma fanno del terrorismo mediatico perché inducono le persone a pensare che la Chiesa sia un covo di molestatori di bimbi, principio che, nonostante tutte le discutibili scelte dell'entourage cattolico, è da biasimare e da condannare con la massima fermezza possibile.

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22 maggio, 2007

Le vacche grasse sono dimagrite

E' una situazione che abbiamo già visto in passato: l'Europa bellamente svaccata sul suo capitalismo, grassa di opulenza e gravida di menefreghismo mentre gli Stati Uniti devono sobbarcarsi la difesa del mondo intero. E' stato così durante la guerra fredda, nella quale facevamo fatica perfino a concedere due ettari di terreno per l'installazione dei missili cruise (ed oggi per la base di Vicenza), è stato così per l'Afghanistan e per l'Iraq in cui molti paesi europei se ne sono strafregati o peggio (perché è una presa per i fondelli) hanno adottato quella linea di pensiero limbica dell'intervengo ma non combatto.

Abbiamo fatto i cialtroni, insomma. La cialtroneria però è un difetto "a termine".

Gli alleati statunitensi, stufi di veder crepare i propri ragazzi mentre noialtri alle 13.00 con la bocca piena di spaghetti ascoltiamo distrattamente quanti soldati sono stati fatti secchi, si sono finalmente imposti e ci chiedono di dare il nostro contributo in termini di intervento militare visto che il petrolio a noi fa comodo più che a loro e che i nostri confini sono più permeabili dei loro.

E' insomma finita l'epoca delle vacche grasse. Forti di un'Europa finalmente non del tutto ostile grazie all'elezione della Merkel e di Sarkozy gli Stati Uniti per la prima volta intendono giustamente battere cassa.

L'Italia piagnona e mammona ovviamente si distingue per la sua inettitidine: già si preparano manifestazioni imbecilli dei centri sociali, dei noglobal e dei massimalisti contro Bush. Arrivasse Bin Laden in persona lo accoglierebbero con specialità tipiche e ghirlande floreali.

Purtroppo siamo il paese che più ha necessità del petrolio ma che meno fa per assicurarsi che esso non cada nelle mani dei terroristi invece che di un governo eletto democraticamente.

Ci scappa la lacrimuccia (e mille polemiche) per un nostro militare ammazzato da una pallottola quando gli altri paesi convivono tutti i giorni con tragedie che falciano interi plotoni, come se la nostra interpretazione del "fare il soldato" fosse un mestiere paragonabile allo scaldasedie, cosa che per molti anni siamo disonoratamente stati costretti a fare a causa di politici ondivaghi e doppiogiochisti. Ovviamente questo non significa mandare allo sbaraglio il nostro esercito: esso deve essere protetto e ben equipaggiato in modo tale da mantenere più basso possibile il rischio di perdite e questo lo si ottiene quando invece di farsi correre dietro dai terroristi li si fa a pezzi prima, insieme a tutti i loro accoliti.

Insomma, la gens italica dal tempo dei Romani è regredita allo stadio larvale tanto che a volte preferirei il medioevo, dove almeno chi sosteneva una fazione dava la vita per essa.
In questa sconsolante cornice riusciamo ad aggravare il tutto con dichiarazioni come quelle di Fassino secondo cui dovremmo invitare al tavolo delle trattative i talebani e quelle di certa parte della sinistra che recita "morte all'occidente" in una sorta di orgasmo popul-idio-autolesionista, come se essa vivesse al Polo Sud.

Quindi andiamo avanti per inerzia, non vogliamo saperne di fare la guerra a chi vorrebbe sterminarci solo in quanto infedeli (od in quanto impedimento all'avvento dell'integralismo islamico) finché qualcuno non penserà di portare qui un'atomica ed a farla scoppiare in una nostra città: per ora, invece, laviamo via il pensiero delle minacce credendo di ammansire i fanatici mediante conferenze di pace, forze di interposizione e dialogo internazionale, come se una chiaccherata potesse fermare l'inaudita violenza di quelle che sono vere bestie o quattro poveracci (che tra l'altro non possono né muoversi liberamente sul territorio né sparare un colpo) fossero in grado di persuadere gli Hezbollah quando le scie dei razzi Qassam striano il cielo sopra le loro teste.

Personalmente chiamo questo comportamento sociologico "sindrome dello struzzo": nessuno di noi esiterebbe mai, se avesse una pistola in mano, a scaricare il caricatore contro qualcuno che minacciasse di morte la sua famiglia ed i suoi figli. Però se qualcuno minaccia noi, la nostra famiglia, i nostri figli ed altri milioni di persone non ci armiamo nemmeno di una pistola ad acqua.

Incredibile, non è vero?

L'Occidente tutto deve mettersi in testa che la guerra va fatta perché SIAMO in guerra e non l'abbiamo iniziata noi, va fatta subito e con tutti i mezzi a disposizione prima che i terroristi riescano a dotarsi di armi troppo pericolose: va colpito materialmente Akhmadinejad, invece di prenderci in giro con ultimatum commerciali che rendono solo più dolorosa l'agonia della popolazione. Va fatta insomma un'azione rapida e devastante, mirata contro il regime. Vanno fermati gli Hezbollah, boicottandone ogni attività ed appoggiando Al-Fatah - sempre a condizione che voglia la pace. Va sradicato il cancro del terrorismo colpendo in tutto il mondo anche contro la volontà dei paesi ospiti e l'ONU invece di balbettare demenziali quanto inutili masturbazioni politiche dovrebbe IMPORRE ai propri paesi membri l'obbligo di concedere l'intervento sul proprio suolo a truppe internazionali nel caso in cui il terrorismo vi si annidasse.

Infine si faccia pure una conferenza internazionale: una conferenza DI GUERRA.

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21 maggio, 2007

Prodi Trek: destinazione tesoretto

Si fa presto a dire tesoretto ed a dimosatrarsi prodighi, il problema è che il governo fa lo spaccone con i soldi degli altri: dopo la vergognosa finanziaria che ha salassato tutti gli italiani, che ha scontentato ogni categoria, che ha fatto a pezzi i risparmi, che ha rallentato la crescita economica e che ha condotto l'Italia ad un clima di insubordinazione fiscale, il governo ci fa capire che la marea di tasse a cui ci ha condannati non serviva per il "risanamento" (non c'era nulla da risanare perché Berlusconi aveva lasciato i conti in ordine) ma per far cassa e poter sperperare com'é nel DNA delle sinistre.

Il piano di Prodi & Co. è semplice: far bella figura con in soldi della popolazione. Iniziamo con le presunte "entrate necessarie a far ripartire l'economia": il governo ci sta raccontando che la crescita dell'Italia è merito delle scellerate politiche sinistre.

Niente di più falso.

Se si prendono in mano i dati di macroeconomia si nota infatti che dopo l'attacco alle Twin Towers il mondo intero ha conosciuto una fase di recessione molto marcata. L'economia è iniziata a regredire subito dopo l'attacco, ovvero più o meno in coincidenza con l'elezione del centro-destra alla guida del paese. Per cinque lunghi anni tale recessione conobbe pesanti ripercussioni su tutto l'assetto finanziario e commerciale mondiale, motivo per cui anche l'Italia soffrì delle conseguenze inerenti a tale situazione: queste conseguenze, poi, furono aggravate della ormai cronica dipendenza del nostro paese dal petrolio provocata in larga parte da una demenziale politica sinistro-ambientalista che divulgò teorie terroristiche nei confronti delle moderne ed innocue centrali nucleari. Pertanto, il rapido calo delle esportazioni ed una brusca frenata degli investimenti esteri mise in difficoltà il nostro paese e fece scivolare l'Italia in una grossa crisi, superata però brillantemente grazie alla notevole capacità organizzativa e manageriale del suo leader Berlusconi il quale, pur non potendo mantenere del tutto le promesse elettorali, ebbe comunque il merito di saper rendere la crisi il meno pesante possibile per la cittadinanza evitando ulteriori prelievi fiscali che anzi, al contrario, diminuirono un poco.

Il significato di tale considerazioni è che Berlusconi seppe mettere in campo un'oculata gestione economica la quale sfruttò tutte le leve a disposizione del governo per poter lasciare agli italiani qualche euro in più.

E veniamo a Prodi: subito prima dell'elezione di Prodi l'economia mondiale, sempre dati alla mano, iniziò a riprendere quota. Ovviamente una tale inversione di tendenza avrebbe messo in condizioni il nuovo governo di operare più facilmente, alle risorse disponibili di aumentare notevolmente ed all'Italia di iniziare la sua ripresa economica favorendo anche la distribuzione di una certa ricchezza nei confronti dei cittadini.

Questo ovviamente se si fosse trattato di paese retto da un governo normale.

Ma così non è stato. Il governo, pur cavalcando una ripresa economica mondiale formidabile non solo ha iniziato a massacrare gli italiani con tasse e gabelle ma ha anche sbagliato clamorosamente la programmazione fiscale tassando selvaggiamente ed in eccesso.

Il "tesoretto" infatti è la prova lampante dell'incompetenza con la quale il governo Prodi affronta le questioni economiche, incompetenza che ha un nome ben preciso: vandalismo fiscale.

Ora il governo cerca di rifarsi il trucco dichiarando che il tesoretto sarà redistribuito (ma ci credete?) secondo canoni del tutto arbitari. In realtà, se ciò corrispondesse al vero ed ho i miei dubbi, esso verrà sbembrato in molti mini-inteventi i quali essendo di proprozioni minuscole non sortirebbero alcun effetto.

Prodi, pertanto, non solo ha letteralmente scannato gli italiani ma ora li prende in giro assumendosi dei meriti che non ha, come se il tesoretto fosse il risultato della sua abilità nel moltiplicare le risorse e non il frutto del sudore degli italiani. In più egli si appresta a sperperarlo in microinterventi quando invece dovrebbe concentrarlo tutto in un unico settore (magari in quello agricolo in quanto, visto che siamo alla frutta, almeno che essa sia buona).

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17 maggio, 2007

A qualcuno piace riscaldato

Eccoci qui, ad un anno dall'insediamento del governo Prodi. Il bilancio è disastroso su tutti i fronti. Apparentemente le decisioni del governo sono tutte scollegate tra loro ma non è così: vi è infatti un filo logico che unisce un avvenimento e l'altro. E ve lo dimostro:

Iniziamo dall'indulto, votato dalle sinistre in gran fretta e che ha permesso ai delinquenti di colpire ancora la società civile...

...è, per il governo, prendere posizione sulla politica dell'immigrazione esasperando i cittadini: chiusura dei CPT e clandestini regolarizzati, mentre quelli che in futuro arriveranno saranno liberi di scorrazzare per lo stivale. Questa politica ha pertanto provocato tensioni tra italiani ed extracomunitari, alcuni dei quali, grazie ad un'Europa demente che piace tanto ai sinistri extracomunitari non sono più, liberi tranquillamente di rubare a man bassa...

...con la quale ci toccammo i cosiddetti quando venne approvata la programmazione finanziaria successivamente approvata, mentre molti elettori sinistri si accorgevano tardivamente di quanto Berlusconi avesse ragione: una batosta per gli italiani terrificante e sovradimensionata, tanto che il governo si trova ora con un tesoretto in più da poter sperperare a suo piacimento. Si noti anche il ricorso continuo alla fiducia per evitare drammatiche figuracce...

...anche causa dell'animosità tra i partiti di maggiornanza che si è rafforzata in continuazione: distinguo, litigi, odi, trappole, voltafaccia, tradimenti, scissioni, correntoni. Ed il paese assiste attonito, di comunisti in giro non ve ne sono trovano più e gli italiani insultano pubblicamente Prodi, che deve scappare dai luoghi pubblici...

...e dall'Iraq, lasciando il nostro lavoro a metà e dando il gong alle seggiolate tra i mille partiti del governo in materia di Afghanistan "dove facciamo la guerra". Poi si inviano i nostri soldati nel Libano dove invece "si fa peacekeeping", dove un pò di bombe caddero...

...rovinosamente quando dovettero votare il rifinanziamento dela missione in Afghanistan, iniziando a mercanteggiare come in un suk arabo il voto che darà loro la possibilità di sopravvivere, elemosinandolo come straccioni qualunque. Da questo avvenimento parte il teatrino ad uso e consumo dell'elettorato sinistro: Napolitano, il quale è della stessa brigata dei suoi consimili al governo ed è nel frattempo subentrato a Ciampi, respinge le dimissioni (per la verità con scarsa credibilità attorea) e manda in scena il Prodi-bis che proprio bis non è (altrimenti per le pensioni dei parlamentari sarebbe occorso rifare tutto da capo). Infatti, dopo aver mandato tutti al diavolo ma sapendo in cuor suo che sarebbe stato nuovamente messo al suo posto dal tirafili, fintosi adirato, Prodi sbollisce la rabbia in due giorni ed allo scoccare della 48-esima ora è già lì che scalpita con la famosa lista dei 12 punti mentre D'Alema, il quale ventiquattr'ore prima affermava che MAI sarebbe tornato ministro degli esteri e che si doveva andare TUTTI A CASA riprende il suo posto con una faccia tosta stupefacente...

...come la nuova legge della Turco, fermata in extremis e che avrebbe voluto stabilire una quantità limite di droga pro capite pari al proprio peso...

...politico da poter illusoriamente aumentare, unendo due partiti che in comune non hanno altro che il fatto di essere rappresentati nello stesso paese...

...al quale abbiamo mandato tutti Prodi quando ha dato il via alle finte liberalizzazioni con la grandissima trovata dell'eliminazione dei costi di ricarica dei telefonini mentre la pressione fiscale aumentava a livelli spaventosi e l'ICI dissanguava gli italiani che lo prendevano in quel posto...

...inviando una raccomandata con la ricevuta di ritorno per dichiararsi "coppia" e poter usurpare i diritti inalienabili della famiglia, rapinando così i soldi che potrebbero essere destinati ai nuclei composti da padre-madre-figlio...

di ....... che non sei altro, caro Mortadella.

Auguri per le prossime nefandezze.

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15 maggio, 2007

Due indizi fanno quasi una prova

Vi sono due fondamentali aspetti che scaturiscono dalle elezioni siciliane: il primo è che il centrosinista perde pur avendo cavalcato il populismo più nefasto per il sud, quello relativo all'assistenzialismo. In secondo luogo la vittoria della Lega a Lampedusa la dice lunga sul riorientamento dei voti nell'area. Le cose, infatti, sembrano del tutto indipendenti ma in realtà sono intimamente connesse. Se è vero che due indizi fanno quasi una prova, ebbene, siamo per il Sud ad un cambio di rotta sostanziale.

Il primo aspetto infatti si riferisce al tentativo per la sinistra di ingraziarsi la Sicilia grazie a promesse di natura assistenzialista. Ebbene, la batosta elettorale rivela un indizio importante e cioé che la gente del meridione si è svegliata, che non ne può più della condizione in cui vive ma soprattutto che non crede più in una certa interpretazione della politica la quale costringe le popolazioni meridionali a tendere la mano ed aspettare la questua. Il sud, se messo nelle condizioni giuste per operare ha potenzialità inimmaginabili, anche superiori a quelle del nord. E ve lo dice un "nordico" a cui crepa il cuore vedere i nostri fratelli del sud trattati come mendicanti da politicanti falcemartellati esattamente come facevano i democristiani di un tempo.

Il secondo aspetto in fondo conferma il primo, pur se partendo da considerazioni differenti: a Lampedusa vince la Lega Nord. Sicuramente una buona parte dei voti raccolti è da riferirsi al fatto che i lampedusani sono stufi di trovarsi nella camera da letto gli immigrati. Però questo non giustifica un tale successo della Lega (e poi perché solo la Lega, visto che tutta la CDL si schiera contro l'immigrazione selvaggia?). Il fatto che a Lampedusa sia stata eletta un sindaco leghista è un'altra conferma di ciò che ho esposto sopra, ovvero che il sud sta cominciando a capire che certi atteggiamenti anche folkloristici e talvolta fuori luogo come parlare dei "terùn" non sono espressione di razzismo fine a se stesso ma la risultante di secoli in cui il meridione tendeva la mano come una provincia di cui il resto dell'Italia aveva da vergognarsi. Ebbene, il sud finalmente ha alzato la testa e sta iniziando a capire che quello che poteva sembrare razzismo gratuito è stato invece finora una realtà sotto gli occhi di tutti: se nel meridione si vuol crescere non si deve fare affidamento sui soldi altrui ma sulla propria intelligenza e creatività, tesi puntualmente sostenute dalla Lega. Questo scatto d'orgoglio quindi ci riporta al discorso affrontato in precedenza e fa capire che la gente è frustrata dal fatto di aspettarsi cascate di aiuti economici che puntualmente evaporano per essere convogliati nelle tasche di politici corrotti.

Ha detto bene Berlusconi quando ha fatto un grande complimento alla Sicilia, affermando che essa è la Lombardia del meridione. Auspicando che il meridione tutto si liberi di questa oppressione borbonica sinistra e che possa finalmente rimettersi in moto per diventare faticosamente ma con continuità una seconda Lombardia d'Italia, godiamoci la vittoria che gli elettori dell'isola più bella del mondo ci hanno regalato.

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14 maggio, 2007

Mortadella bollita alla palermitana.

Ricetta regionale sicula 2007, da consumarsi preferibilmente nei mesi pre-estivi.

Prendete una mortadella di Bologna fatta precedentemente a fette dal Vostro commerciante (che ne sarà più che felice). La mortadella non dovrà nemmeno essere bollita perché tanto farà tutto da sola. Aggiungete un rametto d'Ulivo come odore e mandatela a farsi friggere per 13 mesi, poi aggiungete qualche finocchio e mentecate bene perché raggiunga il quorum di cottura. Preparate a parte una salsa di cavoli amari ed unite tutto in un'unica amalgama: da due composti diventeranno uno ma noterete che il pasticcio che avrete ottenuto diminuirà rapidamente di volume. Quando il pasticcio si sarà ristretto a dovere servite pure: il conto lo pagheranno gli italiani.

Grande Sicilia, grazie per la bellissima vittoria !!!

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Appello per Alberto Zabbialini

Questo è un appello per Alberto Zabbialini, il meccanico 28 enne di Muscoline (Brescia) che dopo un referto positivo degli esami clinici i quali davano come esito una gravissima malattia è fuggito lontano dalla sua famiglia disperato, facendo perdere le sue tracce. La controprova degli esami, però, ha dato esito NEGATIVO.

Noi sappiamo che Internet è un potentissimo mezzo di diffusione di notizie e quindi chiediamo al nostro Alberto di farsi vivo perché tutta Italia è in ansia per lui.

Abbracciandoti idealmente e solidarizzando con te per lo spaventoso dramma che hai vissuto ma che si è rivelato fortunatamente una clamoroso falso ti chiediamo di ritornare alla tua vita perché rimanendo assente non farai altro che travasare le stesse angoscie che ti attanagliavano sui tuoi genitori e su chi ti vuol bene.

Sicuri che sarai intelligente e saprai superare questo momento ti aspettiamo.

A presto, Alberto.

Lo staff di Libere Risonanze.

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13 maggio, 2007

"Coraggio laico" infanga i laici

Io sono laico non perché non creda in Dio, anzi. Il problema è che se una persona non accetta la quasi totalità delle regole di un gruppo allora non può fregiarsi dell'imprimatur di quel gruppo. Non sono fascista perché non accetto alcune cose del fascismo. Non sono cattolico per molti motivi, taluni esposti nel mio post: http://libererisonanze.blogspot.com/2007/05/il-perch-dei-no-alla-chiesa.html#links
e NON SONO CERTAMENTE un sinistro perché da essi mi divide tutto.

Diciamo quindi che sono un indipendente di centrodestra, dove "indipendente" significa che non amo vestire una casacca o parlare per slogans ma che cerco di ragionare su ogni argomento senza pregiudiziali. Questo mio modo di operare scelte mi porta spesso in contrasto con i cosiddetti "gruppi organizzati" ovvero coloro che fanno del "branco" un motivo di appartenenza classista: i cattolici che non amano sentir critiche, un certo fascismo integralista, i forzisti che votano l'indulto con le sinistre e vogliono la Turchia in Europa, AN che vuole concedere il voto agli immigrati. Insomma, ad ognuno di questi gruppi aggregativi ho qualche osservazione da fare, a chi più a chi meno.

Il problema è che poi quando parlo bene di qualcuno dopo averlo criticato per una scelta precedente i miei interlocutori si scandalizzano: ma come, tu che non sei cattolico? Ma come, tu che non sei fascista? L'unica cosa che nessuno mi ha mai detto è "Ma come, tu che non sei comunista?". MAI, ma questa è un'altra storia.

Ebbene, questa divisione in "caste" mi fa sorridere perché in realtà tale problema è inesistente: vorrei sapere ad esempio (ma ne posso fare milioni) quanti cattolici entrano in Chiesa e fanno l'amore con l'amante o magari con una donna con cui non sono sposati (e non per far figli). Questo fatto, secondo me, già li esclude dall'elìte del "sentirsi cattolico osservante". E se uno non osserva non è cattolico. Semplice no? Lo stesso per molti forzisti: quanti di loro vorrebbero la pena di morte o non avrebbero votato l'indulto, pur avendo il loro partito opinioni differenti? Questo fatto già li pone al di fuori del loro schieramento.

In realtà, pur se non lo ammettiamo, noi non facciamo parte di partiti ma siamo rappresentanti di noi stessi: ovviamente poi votiamo per coloro che più si avvicinano al nostro modo di pensare (ma in realtà senza aderire ciecamente).

Ieri ho visto la vergognosa manifestazione parallela del laicisti. Vi è una differenza tra laicismo e laicità: il laicismo non lascia spazio alle tesi della Chiesa, giuste o sbagliate che siano e butta il bambino con l'acqua sporca. La laicità invece ragiona su ogni questione approvando o criticando anche aspramente ma pur sempre secondo ragione.

La manifestazione di ieri, dicevo, è stata una vergogna perché non incarna questo secondo criterio ma il primo: io da laico non ho alcun problema ad appoggiare la Chiesa quando ritengo che essa sia sulla buona strada ed essendo la SOLA FAMIGLIA nella sua accezione classica formata da uomo-donna-prole ritengo che manifestare INSIEME ai cattolici sia più che un dovere.

"Coraggio laico" era lo slogan: che fesseria, ma coraggio per cosa? Scrivere una sciocchezza così equivale a scrivere "Il coraggio di essere biondi". C'é poco da essere coraggiosi visto che qui c'é la democrazia e nessuno ti sbatte in galera per le tue idee. Perché i laicisti non vanno a fare i coraggiosi in Iran od in Arabia Saudita? Lì si che avrebbero occasione per dimostrare la loro temerarietà

Inoltre si è voluta far passare l'idea che quella della Bonino fosse la manifestazione DEI LAICI quando al contrario era DEI LAICISTI, come se la laicità fosse incompatibile con il cattolicesimo. Nulla di tutto questo, i radicali ed i socialisti hanno usurpato le parole confondendole. Parlano di "famiglia" ma poi comprendono i gay e le coppie di fatto. Parlano da laicisti ed ingannano la gente autodefinendosi "laici". Il laico (come il cattolico) ha IL DIRITTO di lanciare i suoi strali quando lo crede giusto ma NON deve avere preconcetti, altrimenti non si dovrebbe parlare di laicità ma di stupidità.

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Spacciatori, ne renderete conto...

Bellissimo discorso del Papa agli spacciatori, fatto di passione e di durezza. E' questo il Papa che mi piace, un Papa forte che non ha paura di dire le cose come stanno. "Attenti" - ha tuonato contro gli spacciatori - "perché del male che fate ne dovrete rispondere davanti a Dio". Niente di più vero, Dio li giudicherà per quello che sono: criminali.

Una posizione finalmente rigida e perfettamente in linea con la dottrina cristiana.

E' questo il cattolicesimo coerente che vorremmo: per fortuna certi episodi mi fanno capire che nella Chiesa vi è anche il lato della medaglia pulito.

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12 maggio, 2007

I perché dei NO alla Chiesa

Ultimamente si fa un gran parlare del perché la gente non ami più la Chiesa Cattolica e si moltiplicano le polemiche tra cattolici e laici.

Secondo il mio parere se si critica il Papa (non magari la persona, piuttosto simpatica, ma come capo di un'istituzione) probabilmente un motivo c'é.

C'é nelle banche vaticane, che macinano soldi a tutta birra e poi parlano di povertà alla gente di per sé già incattivita per non riuscire a sbarcare il lunario.

C'é nell'8 per mille che si versa alla Chiesa, cifra SOLO IN PICCOLA PARTE destinata alle opere di bene mentre una mitria dorata costa milionate.

C'é in questo articolo in cui si legge quanto vergognosa sia l'ipocrisia Vaticana a proposito della sobrietà e della moderazione "come strada da percorrere per arrivare a Dio"
http://qn.quotidiano.net/2007/05/10/11019-chiesa_possiede.shtml

C'é in esempi come quello del santuario di S.Giovanni Rotondo in cui la Chiesa subodorando il business è letteralmente entrata a piedi pari espropriando i guadagni dei cappuccini che avevano due soldini grazie al turismo, costruendo una struttura costata dai 30 ai 35 milioni di € neanche fossero le Twin Towers nuove e mettendo in piedi una specie di immenso suk colmo di gadgeds, alberghi ed affini - ricordate cosa fece Gesù alle bancarelle dei mercanti all'uscita del tempio?

C'é nell'ingiustizia dei patti lateranensi, per cui non solo il clero non paga una lira di tasse (ICI e compagnia bella) ma addirittura campa con i nostri soldi, una montagna, versati ogni anno dritti dritti nelle sue casse.

C'é nella vergogna di un carrozzone come quello del Brasile, dove il Vaticano ha messo in piedi un happening con effetti speciali da Pink Floyd, spendendo le classiche Lire di Dio quando poteva organizzare un incontro con i fedeli molto più sobrio e magari devolvere il denaro risparmiato ai poveri delle favelas.

C'é nel continuo predicar bene e razzolar male, nel NO con cui la famiglia a cui è stata uccisa la ragazza con l'ombrellata ha dignitosamente e giustamente ribattuto durante la richiesta di perdono del prete.

C'é nel perdonismo nei confronti di laidi criminali e terroristi che violentano, uccidono, squartano e poi deridono le brave persone in nome di impossibile pentimento.

C'é nel continuo invito da parte del Papa ad aprire le porte alle popolazioni del terzo mondo, con il risultato che poi vengono qui in massa ad assaltare ville, stuprare le donne, investire le persone ubriachi ed accoltellare la gente; mica vanno ad accamparsi nella camera da letto del Papa (ed infatti una volta zingari senza casa si sono rifugiati in una Chiesa ma sono stati cacciati prontamente via). Come mai si parla di carità solo quando la devono fare gli altri?

C'é nel feroce conservatorismo della Chiesa attaccata ad inutili dogmi che spesso mettono i bastoni tra le ruote alla scienza ed a soluzioni impraticabili come la castità, mentre la gente crepa di AIDS e quando ha un tumore se è ricca se ne va in Svizzera a farsi curare con le staminali altrimenti muore rabbiosa.

C'é nel partito che per 40 anni ha rappresentato l'Italia, un partito cattolico, la DC in cui il lerciume traboccava come un geyser non meno di quanto ve ne era nel PCI e che a forza di rubare a mani basse nelle casse dello stato insieme ai compagni rossi ha rovinato il nostro paese.

C'é nell'incredibile e deleterio "dialogo" di cui la Chiesa si riempie la bocca, mentre la gente vorrebbe Osama & Co tutti stecchiti avendo paura perfino nel prendere un aereo, un treno o la metropolitana.

C'é nell'immenso scollamento tra vita clericale ed i problemi quotidiani della gente quando ci si sente ripetere che si devono fare sciami di figli, poi come li si mantiene non si sa.

Solo i missionari che si sacrificano sul campo e che fanno concretamente tantissimo sono grandi e coraggiosi uomini di Fede con la F maiuscola. Gli altri sono tutti opinionisti professionisti né più né meno di quelli che alla domenica sportiva chiaccherano di calcio seduti comodamente su una poltrona.


Io sono di destra ma non amo il Vaticano per questi motivi ed anche per altri, non perché mi è antipatico Ratzinger. Chi di noi critica la Chiesa (tranne qualche avanzo di galera che passa alle minacce e che andrebbe messo subito in galera) NON vuole né la morte del Papa e nemmeno la distruzione della Chiesa Cattolica. Però se essa continua su questi binari non si pretenda che la gente la accetti passivamente e di buon grado.

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11 maggio, 2007

Aprire una società in Svizzera

L'altro giorno un mio collaboratore che fa il consultant a Zug mi ha inviato uno schema che espone la nuova tassazione svizzera per le società, visto che prossimamente ho deciso di trasferirmi nel paese di Guglielmo Tell ed aprirne una in loco.

Dunque, una società ordinaria (paragonabile ad una SPA italiana) costa di tasse statali l'8,50% e di tasse cantonali (cantone Zug) il 4% sui primi 100.000 CHF = 60.000 € circa) ed il 7% per il rimanente scaglione oltre a 100.000 CHF. Inoltre vi è una tassa per quota di 1,61 CHF.

Ho fatto un pò di conti e costituendo una società che fattura, mettiamo, 250.000 CHF annui divisa in 100 quote si dovranno pagare:

21.250 CHF di tassa statale +
4.000 CHF di tassa regionale fino ai 100.000 CHF +
10.500 CHF per la tassa regionale sui rimanenti 150.000 CHF +
161 CHF sulle quote (le shares ipotizzate sono 100).

Facendo una rapida addizione, su 250.000 CHF (che al tasso di cambio contro € aggiornato all'11 Maggio 2007 vogliono dire circa 152.000 € di guadagno lordo annuale) abbiamo tasse per 35.911 CHF (circa 22.000 € stimato in eccesso) ovvero complessivamente più o meno il 14,36 % del guadagno lordo (!!!).

Ciò significa che uno Stato con la maiuscola e che funziona, con ospedali come hotel ed in cui per un esame clinico non si aspetta più di 10 giorni, con una magistratura seria, tutti i suoi servizi perfettamente funzionanti, senza extracomunitari che assaltano le ville, con le sue brave centrali nucleari che sparano nelle linee elettriche energia a iosa senza inquinare e che non ti assilla con continue novità in fatto di pensioni o stato sociale si paga la miseria del 15% di tasse e si pagano, lasciatemelo dire, BEN VOLENTIERI anche se fossero più alte.

Se poi la società possiede un patrimonio (immobili, ad esempio) l'addizionale cantonale per Zug è del 5 per mille per cui ammettendo che la società possieda un immobile da 400.000 € (658.435 CHF) l'imposta societaria sul bene è di 2000 €, ovvero una cifra abbordabile anche da un pensionato italico.

Ora andate dal Vostro commercialista con questo prospetto e confrontatelo con le tasse che si pagano in Italia in cui almeno il 50% (con picchi del 70%) vi viene RAPINATO da uno stato famelico i cui servizi sono allo sfascio e capirete quanti litri di lacrime e sangue si possono risparmiare semplicemente dicendo addio a questa nazione del terzo mondo.

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10 maggio, 2007

Family day e morality gay

Storicamente sono sempre stato piuttosto critico con la Chiesa a causa dei suoi atteggiamenti e delle sue scelte personalmente ritenute in gran parte non condivisibili.

Per questo motivo sono laico. Non è un vanto, come non lo è essere musulmano, cattolico od ebreo. E' semplicemente una constatazione che deriva dalle proprie convinzioni e dalla propria esperienza. Parimenti, nelle tendenze sessuali non è un vanto essere "normali" od "omosessuali". Anche questa è una scelta, questa volta fatta su una base istintiva ed è un dato di fatto che nulla ha a che vedere con qualsiasi orgoglio.

Che però il fatto di riunire famiglie e bambini in un Family Day debba essere oggetto di polemiche contro la Chiesa mi sembra del tutto fuori luogo e soprattutto strumentale: l'antipatia contro il clero non può esplodere contro ogni iniziativa che la Chiesa prende. Una corretta impostazione critica vorrebbe invece che gli oppositori del Vaticano analizzassero ciò che nella Chiesa non va e si limitassero ad assumere una posizione critica SOLO su queste questioni, perché se così non fosse sarebbe come mettere in galera tutta una famiglia per il fatto che uno dei fratelli è un ladro.

Personalmente il Family Day mi piace moltissimo.

Viviamo in uno strano mondo: ciò che è anormale diviene normale e ciò che è normale viene tacciato per scandaloso. In fondo è una questione di numeri e di natura: per quanto riguarda i numeri, su cento coppie quante sono omosessuali? Il 5-10% ? Ebbene, vi è una innegabile percentuale in natura di individui che provano attrazione per il proprio sesso. Nulla di scandaloso, queste persone sono rispettabili come le altre. Ultimamente però sembra che si inizi a teorizzare una sorta di "supremazia della razza", ovvero che gay sia "in" e che noi etero siamo un rottame da museo destinato all'estinzione. Questo non mi sta bene. All'epoca dei greci e dei romani l'omosessualità era istituzionalizzata, nel senso che la società si basava proprio su questa realtà: molti giovani, anche in tenera età venivano "mantenuti" agli studi e nella vita in cambio dei loro favori sessuali. Per quel tempo una società strutturata in quel modo era sinonimo di modernità, agli occhi di un contemporaneo però questo appare crudele e primitivo visto che le conquiste sociali sono innegabilmente entrate a far parte della nostra quotidianità: quindi ciò che era abituale allora ora non lo è più.

Puntualizzato ciò, è bene ricordare che la società di oggi è basata sulla famiglia come nucleo di aggregazione sentimentale ed economico, ragion per cui viene a cambiare anche la percezione dello standard sociale conseguente: la "normalità", ovvero il rapporto tra uomo e donna diviene la matrice che sta alla base della società moderna in ogni sua forma. Per chi è credente essa confluisce nella famiglia tradizionale, per chi invece non desidera intromissioni da parte delle istituzioni si parla di convivenza, ma lo standard rimane lo stesso, ovvero il rapporto uomo-donna. E' quindi più che ovvio il fatto che una percentuale così ridotta di persone quali i gay vengano percepite dal resto della popolazione come una minoranza talvolta strana e bizzarra nelle sue forme d'espressione. Nei miei viaggi in Africa sono stato spessissimo in zone nelle quali ero l'unico bianco circolante: lì la normalità era essere nero ed io venivo visto con un pò di sorpresa e talvolta con diffidenza. Mai però mi sono azzardato a vantarmi del fatto che fossi bianco perché un ragionamento simile sarebbe stato non solo stupido ma anche giustamente percepito dalla popolazione come razzista.

Vi è poi un discorso evolutivo da cui gli omosessuali non possono prescindere: in natura l'unico modo per aver figli è quello di unire sessi differenti, per cui se l'evoluzione umana ha portato avanti un discorso di genesi lo si deve NON ai rapporti gay ma a quelli etero che, come tali, essendo compreso tra le attività di una coppia anche il sesso a fine procreativo, possiedono una legittimazione naturale alla crescita dei figli assolutamente esclusiva rispetto alla coppia omosessuale. Non c'é nulla da fare, non sono le leggi umane ma la natura a fare la differenza.

Personalmente credo nei buoni sentimenti dei gay (che devono essere molto solidi in quanto di più difficile accettazione nell'attuale società) e mi dispiace davvero che soffrano per discriminazioni talvolta artificiose: comunque sia, quindi, rispetto la loro scelta.

Altro discorso invece è l'affidamento e la crescita dei figli che natura stessa ha decretato essere esclusiva competenza delle coppie etero. In questo caso è un pò come presentare gli atleti alle olimpiadi: nessuno pensa di mettere una persona claudicante a fare i 100 metri, pur rispettando tutti noi coloro che nascono claudicanti.

Allo stesso modo i gay non dovrebbero prendersela con le famiglie per via dell'impossibilità di poter allevare figli, né con la Chiesa e nemmeno con le istituzioni ma con la natura stessa che li ha istintivamente dotati di una sensibilità incompatibile con la normalità del decorso evolutivo famigliare.

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09 maggio, 2007

E' possibile fidarsi di un francese?

Per le elezioni francesi c'é chi ha cantato vittoria: la destra vince, la sinistra perde, questo è innegabile e ben auspicante. Un attimo dopo, però, sono fioccati i distinguo: Sarkozy "è atlantista ma indipendente", una affermazione ridicola perché se si fa parte di un gruppo devi poter mettere da parte anche un pò di snobismo. Sarkozy è "di destra e farà asse con la Merkel" ovvero rimanete piegati, cari europei, che prima o poi sentirete un bel bruciore nel fondoschiena.

E' questo il vero aspetto di Sarkozy che interessa a noi italiani, perché francamente della politica interna francese non è che ce ne importi un granché visto che già abbiamo con Prodi & Co. gatte dal pelo ben più folto da pelare.

Magari Sarkozy intende davvero votarsi alla causa del freno all'immigrazione ma come farà, visto che molti extracomunitari proprio extracomunitari non sono dal momento che dalle colonie francesi entrano valanghe di immigrati che poi sfasciano Parigi? Come farà a cacciare i casseurs i quali possiedono passaporto francese già da tre generazioni?

Sarkozy promette "sarò il presidente di tutti": già con questa dichiarazione è partito molto male. Sarko non può essere il presidente di chi non lo accetta, di chi incendia auto e spacca vetrine: meglio sarebbe stato un presidente combattivo che avesse dichiarato che con la sua vittoria la Francia volente o nolente avrebbe svoltato seccamente a destra, punto e basta con buona pace dei sinistri. Invece no, Sarkozy si è ammalato di prodite acuta e già appare debole nel suo timonare perché edulcora la sua impostazione politica cercando il consenso nell'area politica che glie lo negherà sempre.

Ricordate Prodi alla prima sua uscita cosa disse? "Sarò il presidente di tutti". Ma per carità, dopo quello che in cinque anni fecero e dissero di Berlusconi chi lo vuole, faccia il suo mestiere e la pianti di leccare l'elettorato di centrodestra!

Ad ogni buon conto spero vivamente di sbagliarmi: in Francia ha vinto la destra ma mi risulta che anche Chirac fosse di destra e poi abbiamo visto tutti con quale politica infame e pacifinta ha condotto il paese all'emarginazione.

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08 maggio, 2007

Sicurezza (di morire) sul lavoro

Quando si dice "sicurezza sul lavoro"! Questo tema tanto caro alle sinistre avrebbe bisogno di un approfondimento sul campo (anzi, in cantiere).

Le sinistre infatti accusano spesso le imprese di non rispettare le condizioni di sicurezza previste dalla legge e che queste ultime, pertanto, sono responsabili della quasi totalità delle cosiddette "morti bianche".

Quest'affermazione è vera solo in parte perché pur essendo assodato che in certe realtà le ditte speculino sulla sicurezza, è altrettanto vero che molti lavoratori alla loro sicurezza non pensano minimamente.

Passo un giorno per un cantiere, si stava ristrutturando un palazzo: mi attardo a guardare il cartello in bella evidenza in cui era segnalato l'obbligo del casco protettivo. Ebbene, i caschi erano tutti allineati su un asse in bella vista e gli operai, senza cima di sicurezza, capelli al vento, bestemmia in canna e muscoli guizzanti, correvano leggiadri sui ponteggi, evidentemente distratti da tre signorine minigonnate sedicenni che assistevano ridacchiando, estroflettendo l'apparecchio e sgomitandosi mentre si sciroppavano felici i torsi nudi.

Da allora quando passo vicino a cantieri in cui vi è un pericolo di caduta di oggetti mi soffermo a guardare se le teste sono munite di regolare elmetto oppure no (NON i torsi nudi, che non m'interessano...): beh, in un buon 30% dei casi degli elmetti nemmeno l'ombra.

Altro esempio: arriva a casa mia un antennista e va sul tetto. Noto che non dispone di corda di trattenuta, così lo invito ad usare una corda che avevo in casa. Lui mi guarda sorpreso e mi dice: "Ma scherza? A parte che non ho nemmeno la cintura a cui legarla e poi si perde tempo a legare e slegare". Fine della discussione.

Terzo esempio: arriva l'idraulico per cambiarmi un rubinetto ed una giunzione arrugginita. Il rubinetto è situato ad un paio di metri dalle prese della corrente (per fortuna comunque ho il salvavita). Chiude l'acqua e si mette a trafficare, ma prima gli chiedo: "senta, non sarebbe meglio staccare la corrente prima di effettuare il lavoro?". Lui ride ma si vede che è immensamente offeso e mi guarda ironico mentre io mi sento un cretino. Eh, già, che ne sa un ingegnere di queste cose! Parte scocciatissimo con il lavoro e come avevo ampiamente immaginato ma non azzardato a dire visto che l'idraulico è lui, la pressione residua nelle tubature fa schizzare acqua da tutte le parti inondando letteralmente parete, pavimento e prese della corrente. Perfetto. L'idraulico chiave-inglese-munito, fischietta una canzone della Pausini con mani e piedi a mollo mentre io corro sparato a disattivare la corrente, con o senza il suo assenso. Morale: cinquanta € di spesa, una paura terribile ed in più un idraulico incazzato che la prossima volta mi farà aspettare il doppio per le sue performances idriche.

Quarto esempio: si decide di potare gli alberi del giardino perché divenuti troppo alti e voluminosi. Chiamo la ditta ed arrivano tre neri ed un italico dall'accento meridionale. Usano una scala per arrivare al primo ramo, poi partono in un'arrampicata sicura, una mano si aggrappa e l'altra tiene la sega elettrica, il tutto senza cinghia di sicurezza. Il mio gatto ammira e muore d'invidia. Io sudo freddo e chiedo spiegazioni ma loro dicono che di alberi ne hanno visti a iosa e che sanno valutare la portata dei rami; allora ribatto che basta un giramento di testa per far cadere una persona. L'italico si gira e sprezzante grugnisce senza darmi una risposta, poi parte anche lui nel free climbing. Vabbé che l'uomo discende dalle scimmie però sembra che non solo l'abilità di arrampicata ma anche quella intellettiva si siano conservati pressoché uguali in barba ad ogni teoria evoluzionistica.

Quinto esempio: porto la macchina dal meccanico. Il ponte è rotto. Nessun problema, mi dice, prende un cric ed alza la vettura, poi s'infila sotto. Da notare che il cric è quello standard con una superficie d'appoggio di pochi centimetri quadrati, basta un piccolo urto e la macchina viene giù. A quel punto gli impedisco di continuare e lo obbligo ad uscire protestando. "La macchina non m'interessa", gli dico, "lei sta rischiando troppo". Ancora quel sorrisetto beffardo. Ebbene, ho usato i mezzi pubblici per tre giorni ma almeno ho evitato un rischio inutile del quale mi sarei sentito altrettanto colpevole.

Sesto esempio: vado da un mio parente, stava mostando l'uva e lui era all'imbuto della macina collocata sopra il tino. Prima considerazione: stava su un piano rialzato ed in piedi su una instabilissima cassetta della frutta. Seconda considerazione: i contadini portavano l'uva e la scaricavano dentro mentre lui doveva pigiare l'uva negli ingranaggi. A quel punto l'orrore. Notai che per pigiare l'uva usava le mani e non un manico di scopa che aveva tranquillamente appoggiato al muro. Anche allora polemiche, già abbondantemente esposte l'anno prima quando faceva i salami pigiando con le dita la carne di maiale dentro il tritacarne elettrico.

Ora mi chiedo: ma come mai quando una persona cerca di far notare una cosa per il bene di un'altra ci si deve arrabbiare o la si deve snobbare?
E come mai i comunisti durante il primo maggio invece di invitare comici che fanno battute stupide non invitano i lavoratori ad ESSERE i primi difensori della propria sicurezza oltre a pretendere giustamente che le imprese ottemperino ai loro doveri secondo legge?
Perché molti lavoratori devono avere un controllore dietro le costole come i bambini dell'asilo devono essere seguiti dai maestri?

Mah.

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06 maggio, 2007

Come ti elimino l'avversario

Avete presente quando eravamo bambini e si giocava con le palline dei ciclisti sulla spiaggia o con le automobiline sulle autopiste fatte per terra col gesso? C'era sempre chi, non essendo fortunato o non essendo abbastanza abile, allungava non visto la manina e riposizionava la sua biglia in un punto più favorevole, oppure fulmineamente spostava quella degli altri in modo da rendere più difficoltosa la gara agli avversari. Ebbene, questi bambini, non c'é dubbio, in età adulta sarebbero sicuramente sati ottimi elettori o dirigenti del centrosinistra.

Una volta cresciuti, infatti, questi spregevoli personaggi in barba alle più elementari regole di convivenza e fregandosene completamente di qualunque pudore sarebbero diventati quelli che sono ora: dei taroccatori.

La lista delle armi "non convenzionali" a disposizione di questi pezzenti politici sono infatti molte e ben collaudate: innanzitutto si cerca di deridere l'avversario con comici che fanno della sterile demagogìa la loro bandiera ma che in realtà non sanno nemmeno di cosa stanno parlando. In secondo luogo, se questa prima tattica non funziona ma anzi, l'avversario ne esce più forte di prima in virtù della sua verve, si tenta con la disinformazione. Una lotta che però dura poco, perché con gli anni gli italiani si rendono perfettamente conto di come stiano realmente le cose e tale tecnica di diffamazione, diviene per chi l'ha condotta a poco a poco un devastante boomerang. Allora si tenta con l'inimidazione e con la violenza, si concede cioé alle Brigate Rosse e soci di prosperare (o per lo meno non li si ferma, limitandosi a sterili quanto inutili frasi di circostanza), si legittimano i delinquenti eleggendoli in parlamento e si incattivisce la gente nelle piazze (vedi Noglobal, Centri Sociali e fotografi che spaccano in testa cavalletti). Il pericolo di questa strategìa è però, come puntualmente si è verificato, che sfugga di mano e che finisca per ritorcersi contro quando al governo ci vanno le sinistre. Da qui le minacce ai DS, a Cofferati ed alla sinistra tutta in ostaggio dei cosiddetti "duri e puri". Allora, disperati, pur di potersi attaccare a tutto i sinistri inciuciano con i magistrati che emettono sentenze di condanna già scritte e basate sui sogni. Senonché, dopo un decennio di avvisi di garanzia e sputtanamento (consentitemi il termine perché è il più adatto) riguardando le carte i giudici della corte d'appello - molto più seri e professionali ma soprattutto non pilotabili - emettono il verdetto: l'imputato non solo viene prosciolto per non aver commesso il fatto ma addirittura perché esso non sussiste (ovvero, in parole povere, non esiste il reato!). E mentre i giudici di primo grado invece di essere presi per la toga e sbattuti in galera per trent'anni ancora sono lì a fare i bellimbusti si cerca freneticamente un modo per allungare la mano e spostare la famosa pallina. Ora che al governo ci sono le sinistre ecco la mossa del baro: vogliono varare una legge per impedire ad un cittadino di essere eletto.

Il cittadino è Berlusconi, un uomo che ha avuto la sola colpa di essere stato bravo nel suo lavoro e di aver fatto carriera non grazie agli oscuri giochi della burocrazia di partito ma alla sua capacità imprenditoriale. Berlusconi, secondo i dirigenti della sinistra, dovrebbe lasciare le aziende create in una intera vita ad un gruppo dirigente "estratto a sorte", con il grave rischio di vederle collassare per negligenza, imperizia od (e permettetemi una malizia) un vero e proprio tranello.

Infatti in Italia sappiamo tutti che il termine "BLIND TRUST" è tutto meno che blind (cieco). Lo si vede quotidianamente nei concorsi truccati, nelle aste taroccate, negli innumerevoli casi in cui le istituzioni vengono manipolate e fuorviate. Blind dovrebbe essere la magistratura che invece di essere imparziale viene usata come una clava dalle sinistre e dagli amici degli amici. Blind dovrebbe essere la politica, la quale dovrebbe conservare un rigore morale cristallino ed invece si sbraca nei più volgari ed umilianti giochi di potere. Blind dovrebbero essere gli appalti, di fatto sempre in mano alla mafia. Blind dovrebbero essere le opere pubbliche, pilotate invece dalle amministrazioni più di una vettura di Formula 1.

E' normale quindi sospettare che la sinistra proprio a seguito di questa legge sia decisa ad ogni costo nel rovinare Berlusconi. Basterebbe infatti eleggere un CDA ufficialmente "blind" ma in realtà pilotato dalle sinistre e permettergli di timonare le aziende del leader di Forza Italia, quindi fare in modo di rovinargliele: questa strategìa somiglia moltissimo all'antico inganno del cavallo di Troia e la mano dei sinistri è lì, pronta a spostare la pallina in un modo o nell'altro. O Berlusconi viene eliminato e si tiene le sue aziende oppure sceglie di far politica ma lo si distrugge...

...o credete forse che in Italia, paese in cui si proteggono assassini e terroristi e si mandano in galera gli innocenti questo scenario faccia parte della fantascienza?

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03 maggio, 2007

Minacce al PD ed al Mons.Bagnasco

In un'Italia confusa, tradita, declinante e terribilmente mutilata della sua dignità s'innesta la nuova spirale di odio e di violenza gratuita che alcuni imbecilli pensano ancora, a torto, di poter cavalcare.

Personalmente non sono mai stato vicino alle posizioni della Chiesa (che considera chiunque osi contrapporle delle critiche "un terrorista" - stendiamo un velo pietoso) e tantomeno a quelle delle sinistre, però in questo caso mi schiero con decisione con il Vaticano ed il PD, perché nessuna violenza è giustificabile nei confronti di chiunque esprima liberamente le proprie opinioni (purché esse siano rispettose degli altri).

E' questo il succo della democrazia: chi scrive fandonie si squalifica da sé e troverà negli stessi interlocutori un valido freno, più che sufficiente per ripensare alle proprie convinzioni. Quando invece si passa all'inimidazione ed alla violenza per sopraffare le parole altrui si varca un confine e ci si pone alla stregua dei talebani, di Bin Laden, di Saddam o di Hitler: costoro sì devono essere eliminati dalla faccia della terra con tutti i mezzi possibili e senza possibilità di appello.

La piena e totale solidarietà di Libere Risonanze va pertanto al Mons.Bagnasco ed al nuovo Partito Democratico così come a tutti coloro che nel mondo vengono perseguitati per le loro idee, giuste od errate che siano.

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